[TR] Viaggiare attraverso la pandemia, un anno fa (troppi voli, EK/BR/AE/B7/U2, mix Y e J)


tiefpeck

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Come tanti, ho volato l'ultima volta più di un anno fa. Poi mi sono detto, meglio così, si fanno altre cose, tutto sommato non mi mancano quelle levatacce, quei sedili claustrofobici, le coincidenze al volo o dopo il volo, i ritorni a casa sempre in ritardo perché, si sa, l'aviazione è una macchina complessa e nelle giornate difficili (tutte, d'inverno per il meteo e d'estate per il traffico) i ritardi si accumulano.

Poi ho avuto uno sprazzo di perduta felicità: la lounge disco di BR a BKK, il servizio impeccabile (Cindy o chi per lei, l'angelo sterminatore delle Veuve Clicquot), e mi sono ricordato -- sia pure con una compagnia aerea a 6 stelle -- che volare era anche un piacere che spero tornerà presto.

Grazie.
 

tiefpeck

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PS: commento da maestro delle noccioline. In effetti le tovagliette di EVA Air con le libellule erano molto più originali. I pigiami di Jason Wu non sono male.

BR resta top comunque, ma l'hub a BKK credo sia dovuto a problemi di sorvolo della Cina comunista: ovvio che, dovendo risolvere quel problema, BKK è la scelta ovvia nella regione per flussi turistici.
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Sono un po' incasinato col lavoro, ma visto che 13900 continua a spronarmi, ecco un altro po' di seguito :)

Ero stato ad Alishan durante la mia prima visita a Taiwan. È difficile immagine un ambiente semi-alpino ai tropici, ma quello che la maggior parte delle persone ignora è la cordigliera montuosa che attraversa il paese da nord a sud, con vette che arrivano a sfiorare i 4000m di altezza sul picco principale della Jade Mountain, o Yushan come la chiamano i locali, e con quasi un centinaio di vette oltre i 3000 metri.

Alishan è una cordigliera un po' più bassa (la vetta più alta è il Datashan, oltre 2600m) ma più accessibile e circondata da una fitta foresta primeva di cipressi taiwanese, alcuni esemplari dei quali hanno oltre mille anni.

Le due attrazioni principali sono la ferrovia turistica di Alishan, che una volta collegava quest'area boschiva a Chiayi per il trasporto dei tronchi e del legname, e ora riadattata a ferrovia turistica; e ammirare l'alba sopra l'oceano di nuvole sottostante, dalla piattaforma di osservazione che si raggiunge col una diramazione delle ferrovia di Alishan.

Le condizioni meteo dovrebbero essere migliori a marzo che ad agosto per vedere l'alba, quindi ci si riprova!

Il viaggio da Kaohsiung non è nulla di particolarmente eccitante - treno fino a Chiayi e poi bus fino ad Alishan. Purtroppo due devastanti tifoni nel 2009 e 2015 hanno causato una frana che ha distrutto una porzione della ferrovia originale, rendendo impossibile completare tutto il percorso; si prevede che la ricostruzione venga terminata nel 2023. Avrei preferito prendere il treno per la parte iniziale, e poi cambiare con le navette, ma con bagaglio al seguito non era particolarmente comodo.

All'ingresso di Alishan si paga una tassa turistica di poche centinaia di dollari taiwanesi (qualche euro). Una volta lasciati i bagagli all'hotel, è ora di prendere il trenino ed esplorare :)

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La stazione di Zhaoping è pochi minuti dopo. Le due stazioni principali (Alishan e Zhaoping) sono costruite facendo ampio uso di legno di cipresso taiwanese, molto simile al cipresso hinoki che si trova in Giappone. Entrambi i legni sono ricchi di olii essenziali assai profumati e, di conseguenza, le stazioni sono impregnate dell'aroma del legno.

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Vi sono numerosi ciliegi in tutta l'area; la fioritura è un po' dopo la mia visita (da metà marzo a inizio aprile, vista la temperatura più bassa della zona montuosa), ma i pruni sono già in fiore. La famiglia è la stessa... (e i fiori sono praticamente indistinguibili).

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Essendo un'area turistica e un parco nazionale, vi sono decine di sentieri che collegano le varie sezioni e le stazioni; in molti salgano col treno e scendono a piedi, molte volte sotto una fitta coltre di fiori.

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Per chi preferisce un po' di pace, ci sono i sentieri che si inoltrano all'interno della foresta.

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Il vicino tempio di Shouzhen si staglia colorato contro la foresta.

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Scendendo ulteriormente verso la Sacred Tree Station, il piccolo e raccolto Shunbao Fude Temple offre bellissimi spunti per un paio di foto.

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Ed ecco la piccola stazione, vista scendendo da monte.

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Il treno arriva dopo una decina di minuti.

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La zona di Alishan è famosa per i tè; vi sono alcuni negozi specializzati. Entro in uno e mi viene fatta assaggiare quasi la totalità della produzione. Compro un paio di tè di montagna, nel loro elegante barattolo, e come omaggio mi viene data una bottiglietta di tà a freddo: è un metodo di infusione in cui le foglie di tè compresso vengono addizionate con acqua fredda depurata e lasciate in infusione tra le sei e le dodici ore circa. Il risultato è un tè più delicato dell'infusione in acqua calda, dove spesso si usa acqua troppo calda o si fa durare l'infusione eccessivamente (col risultato di avere un tè troppo astringente o amaro). E, usando foglie intere, è bello vederle la mattina successiva riprendere vita dopo l'essiccatura:

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Le previsioni per la mattina successiva sono ottime - cielo sereno - e sembra che sarà possibile vedere l'alba senza problemi dall'osservatorio di Chushan. In stazione c'è un sacco di gente - ci sono partenze continue per portare i turisti alla piattaforma prima dell'alba; e sulla piattaforma, ancora più gente. Riesco a prendere un posto in prima fila e piantare il cavalletto per lo spettacolo. Purtroppo questa mattina non c'è il famoso tappeto di nuvole a coprire la vallata, con i soli picchi dello Yushan a sbucare fuori.

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La corona del sole non è ancora visibile, ma si sta avvicinando rapidamente alla cima nord dello Yushan e i raggi iniziano a formarsi.

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Il sole sorge esattamente dietro la cima nord - la cima principale, prima visibile, è ora nascosta dietro ai riflessi dei raggi che ci sollevano.

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E finalmente il sole fa capolino.

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È ufficialmente l'alba. Vedere il sole sorgere è sempre un'emozione, ed è una cosa che non faccio abbastanza spesso.

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Col sole ormai ormai alto sopra l'orizzonte artificiale fornito dal Central Mountain Range, i taiwanesi si accodano agli stalli per comprare la colazione. Io passo - è ancora troppo presto!

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Con i bagagli già pronti, si torna in hotel a dormire un paio d'ore prima di fare colazione e check-out. La colazione è quella dei campioni che si sono svegliati prima dell'alba: cotoletta di maiale, riso, verdure, tofu.

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L'idea è prendere il bus che torna a Chiyai e poi il treno per Taichung, prossima tappa di questa vacanza; un taxi arrivato pieno, e vuoto per il rientro, propone un prezzaccio per il ritorno su Chiayi (meno del doppio del bus, che ha un prezzo popolare). Alla guida, una pazza furiosa che accelera sui tornanti e che pianta certe inchiodate che neanche Prost alla variante Ascari. Quasi mi sale su tutta la colazione... ma il ritorno alla stazione di Chiayi è più veloce che col bus.

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Per Taichung, l'opzione migliore è l'economico treno locale: la tratta è relativamente corta - un'ora e quaranta minuti circa - e il biglietto costa l'equivalente di poco più di 4€.

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La stazione di Taichung è stata rifatta alcuni anni fa, per sostituire la precedente con i binari al livello della strada e permettere un migliore scorrimento del traffico, sia automobilistico che ferroviario.

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L'hotel è abbastanza vicino - dieci minuti a piedi. Il tempo di lasciare giù i bagagli in camera e prendere una bici a noleggio in hotel, e inizia una veloce visita di Taichung.

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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Come fa a non stare simpatica una città che pensavo di pronunciasse Taiciung, e che si pronuncia in realtà Taigion? Seconda città di Taiwan per popolazione (ha sorpassato da pochi anni Kaohsiung), Taichung è uno degli hub tecnologici del paese - se uno dei chip del vostro telefonino è Made in Taiwan, ci sono ottime probabilità che sia stato fatto qui.

Ho dedicato troppo poco tempo ad una città viva e che ha molto da offrire, ma che necessita di un po' di pianificazione per la visita - e sarà sicuramente più agevole visitarla, ora che la metro sta per entrare in funzione. Un buon modo per esplorare la città è usare una bici - molti hotel la forniscono gratuitamente lasciando il passaporto in reception.

In realtà, passare per Taichung è solo una scusa per andare a vedere la fermata di Totoro - ne leggo per caso su Instagram qualche anno fa, e da allora è nel piano delle 100 cose da fare prima di morire. Se qualcuno fosse remotamente interessanto, lo trovate all'angolo tra Dazhi rd e Qiaocheng rd (attenzione che all'angolo c'è un Laya Burger che ha delle pellicolature sulle vetrine che riproducono Totoro - quello "vero" è appena dentro Qaiocheng rd, percorrete qualche metro - e state attenti alle auto, la via è trafficata!).

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Non sono comunque l'unico straniero qui - un ragazzo spagnolo è venuto in pellegrinaggio tambien. Olè!

In una lunga contesa con Tainan, Taichung rivendica il ruolo di inventore del bubble tea; dato che io sono un fedele di Tainan, ritengo l'affermazione fraudolenta, ma non di meno potrete gustare un ottimo bubble tea presso Chun Shui Tang, che ha qui la sua sede e il suo primo negozio.

Quello che invece qui è stato veramente inventato, sono le buonissime sun cakes, piccole tortine tonde, piatte, di un impasto simile ad una pasta sfoglia morbida e molto friabile, originariamente ripiena di zucchero di malto e oggi anche disponibile in altri ripieni, come matcha, mango, miele, taro o cioccolato. Troverete ovunque negozi che le sfornano, incluso il Sun Cakes Museum, ospitato in una farmacia di inizio '900 costruita durante il periodo coloniale giapponese. Nello stesso stile vi sono decine di altri edifici che troverete nei dintorni della stazione ferroviaria, aperta proprio in quel periodo.

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Io ho trovato ottime anche le sun cakes prodotte da Nine Suns, che è quasi dirimpettaio del Sun Cakes Museum, e che sono state un successone a casa, e un dolce palliativo durante le settimane di lock down italiano (mentre a Taiwan si poteva continuare ad uscire).

Sempre nelle vicinanze, Miyahara è il palazzo che ospitò la clinica oftalmica del dott. Miyahara - un edificio in mattoni rossi in stile neo-rinascimentale e anch'esso costruito agli inizi del '900, gravemente danneggiato dal terremoto del 1999. L'edificio è stato completamente ristrutturato e ospita il negozio e gelateria della Dawn Cake (altre eccellenti sun cakes, tra gli altri dolci che troverete qui) e un ristorante al piano superiore, il tutto arredato in stile Harry Potter.

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La città è ricca dell'acqua che scorre dal Central Mountain Range verso lo stretto di Taiwan e, a parte i corti fiumi a carattere più o meno torrentizio, è stata irrigimentata in canali, che ora attraversano la le vie cittadine. Alcuni sono stati riqualificati per renderli piacevoli passeggiate pedonali.

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Vicoli. Come spesso accade nelle città taiwanesi, un angolo è un buon posto per avere un baracchino di cibo da strada, come si può vedere in primo piano, a destra. I vicoli taiwanesi sono molto simili a quelli giapponesi: entrate secondarie di case, luoghi dove trovare piccoli negozi di quartiere, e spesso tante piante in vaso.

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La stazione ferroviaria, dismessa pochi anni fa, è stata costruita a inizio '900 dai giapponesi ed è un edificio protetto dall'equivalente della locale soprintendenza ai beni culturali. Non so cosa faranno degli spazi, che erano chiusi durante la mia visita.

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La nuova stazione segue il filone di architettura contemporanea della maggior parte delle stazioni contemporanee taiwanesi, ed è incredibilmente funzionale e ariosa negli spazi

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Arte moderna.

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Durante una pausa, trovo uno dei migliori beef noodles soup mai mangiati a Taiwan, in un piccolo ristorantino dietro la stazione, con cucina rigorosamente all'aperto. Purtroppo ha chiuso, se non ho interpretato male l'indicazione su Google.

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Il Taichung Park è abbastanza vicino alla stazione (e all'hotel), e contiene una delle strutture più famose della città, lo Huxin Pavillion, un padiglione in legno costruito per il principe giapponese Kotohito durante la sua visita per l'inaugurazione della stazione di Taichung.

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Il padiglione è stato restaurato nel 2016, dopo aver drenato l'intero laghetto, cui venne aggiunta una fontana.

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Non lontano dal parco, si trova anche un mercato notturno, anche se non mancano ristoranti giusto di fronte all'ingresso nord, tra cui trovo uno che serve cucina italiana. Io sono curioso per natura e, seppure mangiare italiano all'estero sia un po' un azzardo, questa pasta al sugo non era poi così malvagia; ecco, forse ci sono andati un po' pesanti col pepe macinato.

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Una delle cose più peculiari che si possono vedere a Taichung è il Rainbow Village. Precedentemente uno dei tanti villaggi militari sparsi per il paese, costruiti e assegnati ai militari e alle loro famiglie dopo la fine della guerra civile, come tanti di questi villaggi aveva un destino fatto di abbattimento e riconversione a nuovo quartiere residenziale per ospitare la crescente popolazione taiwanese negli anni '80.

Huang Yung-fu, rimasto l'ultimo abitante del villaggio, che si trova nel sud-occidentale distretto di Nantun, iniziò a dipingerne gli edifici finché l'opera non venne notata da alcuni studenti della vicina Ling Tung University e iniziarono le manifestazioni per risparmiare il villaggio dalla demolizione.

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Il villaggio è ora un piccolo hub artistico. Si può ancora vedere il signor Huang dipingere di tanto in tanto, nonostante i suoi 97 anni! Ogni anno, circa un milione di persone visita il villaggio (in totale, una dozzina di edifici).

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La maggior parte dei soggetti sono fantastici - animali mitologici, figure antropomorfe, alieni, disegnati con uno stile fumettistico in colori vivaci e pieni. All'interno del villaggio sono presenti un paio di cafè che vendono il mitico rainbow ice, una specie di ghiacciolo arcobaleno.

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In vari banchetti si vendono souvenir a tema del villaggio, i cui proventi sono impiegati per la ristrutturazione dello stesso. Ad uno dei banchetti trovo anche il signor Huang in persona, come mi dice la simpaticissima ragazza a cui pago i vari souvenir (avrei potuto chiedergli un autografo! Non ho mai la prontezza di spirito necessaria).

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Il villaggio è piccolo e si può visitare in una mezz'ora, o rimanere più tempo e sorseggiare un tè o uno spuntino. Dalla parte opposta della strada, c'è anche un curioso cafè che sembra uscito dalla Barcellona di Gaudì.

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Il reparto caffetteria ha un menu lungo un chilometro.

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Aspettando il bus, trovo uno slargo da cui si vede il cuore di Taichung - Nantun è divisa dalla zona più densamente urbanizzata da una stretta fascia agricola lungo uno dei fiumi che attraversano la piana occidentale.

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Tutta la zona a nord-ovest del centro, lungo la Taiwan Blvd, è stata riqualificata negli ultimi vent'anni, diventando il nuovo quartiere finanziario e sede della maggior parte delle nuove torri per uffici, residenze e grandi magazzini.

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Il centro di tutta la riqualificazione è il National Taichung Theater, un teatro polifunzionale disegnato dall'architetto giapponese Toyo Ito.

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Purtroppo l'edificio è chiuso al pubblico a causa del Covid - il tetto è un piccolo parco cittadino da cui si gode di un'ottima vista.

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La prossima volta spero di poter dedicare un po' più di tempo a questa città, sempre lasciata un po' in secondo piano. Tornerò!

DaV
 
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belumosi

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Sempre belli i tuoi TR. Apprezzo in particolare i tanti piccoli dettagli di un paese così poco conosciuto, se non per le vicende storiche che lo legano alla Cina.
 

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Bravo! Lascia perdere il lavoro, che imbruttisce l'uomo, e dedicati al TR che invece lo nobilita!

Ottima prosecuzione; la nota del legno di cipresso m'ha fatto venire in mente una stazioncina nei sobborghi di Kyoto, appunto fatta in quel materiale, che profumava come non mai. Ora ho nostalgia.

Iniziavo a temere la mancanza dei tuoi beveroni astrusi dai colori improponibili. OK è un gelato, ma è pur sempre qualcosa.

Adesso vediamo di continuare prima di gennaio 2022...
 
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vipero

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.
Iniziavo a temere la mancanza dei tuoi beveroni astrusi dai colori improponibili. OK è un gelato, ma è pur sempre qualcosa.
Se ti stupisci per il ghiacciolo arcobaleno, sei molto più giovane di quanto millanti.
Negli anni 70 lo Zum (ghiacciolo a strati colorati rastremato per finire col puntale) era il mio preferito.
Ricordo di aver ricevuto il primo quando mi svegliai dall'anestesia post-tonsille.
 

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Ricordo di aver ricevuto il primo quando mi svegliai dall'anestesia post-tonsille.
Esisteva gia' l'anestesia ai tuoi tempi? o_O Dancrane mi diceva che quand'era ragazzo lui al massimo il chirurgo ti dava un sorso di cognac prima di iniziare ad amputare, ma va detto che lui la naja l'ha fatta ai tempi della campagna d'Italia... serviva sotto Massena se non ricordo male.
 

magick

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Se ti stupisci per il ghiacciolo arcobaleno, sei molto più giovane di quanto millanti.
Negli anni 70 lo Zum (ghiacciolo a strati colorati rastremato per finire col puntale) era il mio preferito.
Ricordo di aver ricevuto il primo quando mi svegliai dall'anestesia post-tonsille.
Sarebbe il primo caso al mondo di persona che si dichiara più vecchia di quanto effettivamente è...
 
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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Se ti stupisci per il ghiacciolo arcobaleno, sei molto più giovane di quanto millanti.
Negli anni 70 lo Zum (ghiacciolo a strati colorati rastremato per finire col puntale) era il mio preferito.
Ricordo di aver ricevuto il primo quando mi svegliai dall'anestesia post-tonsille.
Ma guarda che 13900 è un bebè!! In tema gelati multicolore, la Eldorado negli anni '80/90 aveva l'Arcobaleno e il Twister:

1625508709391.png 1625508747958.png

DaV
 
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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Vado avanti ancora un pochino, invece che sei ore di straordinario ne ho fatte solo cinque solo per far contento il nostro biellese preferito :D

Le outlying islands, ovvero quella parte della Repubblica di Cina che non è strettamente attigua a Taiwan e alle Pescadores (Penghu), mi ha sempre affascinato terribilmente. Piccoli isolotti, strenuamente difesi nonostante l'ingombrante vicino abbia tentato fino al 1979 di riprenderli con la forza; terre di confine, non solo metaforicamente e nonostante l'assenza di un confine terrestre.

Kinmen è l'isola più grossa delle outlying islands, quella più vicina alla PRC e quella con più resti del conflitto tra le due Cine; viene da sè che sia quindi la prima opzione da visitare.

Tra Taiwan e Kinmen vi sono decine di voli al giorno da tutti i principali aeroporti. Essendo già a Taichung, decido di volare con Mandarin che ha un comodo volo a metà mattina.

L'aeroporto di Taichung è una base militare dell'aeronautica di Taiwan, quindi l'aerostazione passeggeri è relegata in un angolino. Nonostante sia relativamente vicina al centro - circa 18km - il traffico in uscita al mattino è peggiore di quanto mi aspettassi, e ci vogliono quasi 45 minuti per arrivare all'aeroporto. Immaginando che il check-in non apra prima di 1 ora, come su tutti i voli interni a Taiwan, mi va quasi bene: almeno non dovrò aspettare un'ora prima di imbarcare la valigia.

La parte landside dell'aeroporto non è particolarmente ispirata - appena appena meglio che l'aeroporto di Daegu, in Sud Corea, che è parimenti una base aerea con l'aerostazione relegata in un angolino.

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La mia valigia inizia ad essere piena in modo imbarazzante - siamo già intorno ai 20 kg. Sui voli interni, la franchigia per il bagaglio imbarcato è di solito 10 kg, quindi mi aspetto già di pagare l'extra. Vado ai banchi di Mandarin, dove come al solito suscito sguardi di commozione e ammirazione quando vedono un barbuto occidentale volare una rotta interna.

Il panico si scatena tra le due carinissime addette, poco più che ventenni: una tira fuori un taccuino (forse per prendere appunti su come comportarsi quando uno come me arriva in aeroporto!?), l'altra inizia a processare il mio check-in, mentre annuisce con approvazione al mio utilizzo di gel igienizzante ancora prima che iniziassi a salutare.

Consegno passaporto e stampata della prenotazione del volo, e mi chiede se avessi bagaglio imbarcato. Ehm, sì... poso la valigia sulla bilancia, siamo a 19.8kg. Pago i circa 5 euro di extra peso e mi viene consegnata la ricevuta, il tagliandino del bagaglio imbarcato, la carta d'imbarco e tutte le indicazioni su quando presentarsi al gate. L'assistente, con il suo quaderno pieno di appunti, annuisce solenne dietro i suoi occhiali oversize che tutto è stato fatto secondo procedure, e quindi posso andare al controllo di sicurezza che è esattamente 15 metri alla sinistra della mia posizione attuale.

Ai controlli non c'è nessuno, e mi sbrigo in alcuni minuti. Sui voli nazionali a Taiwan è possibile portare un quantitativo di liquidi "normale", per cui la bottiglietta di tè freddo che ho nello zaino non desta scalpore né va a finire nell'immondizia.

Non c'è molto da fotografare, airside; l'aerostazione è abbastanza piccola e insignificante anche dopo i controlli. Una pessima testimonianza dell'area dei gate nazionali. Dal gate 1 ha appena finito di imbarcare un volo Uni Air per Penghu.

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Poco dopo, tocca al nostro volo. Non vedo molti altri passeggeri - in fila siamo in tre: a imbarco concluso conto 6 teste su tutto il volo. Credo sia il volo con meno passeggeri che abbia mai preso.

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Volo: AE 765
Tratta: Taichung (RMQ) >>> Kinmen-Shangyi (KNH)
Aereo: ATR 72-600
Età: 0.7 anni
Reg: B-16858
Posto: 16A
Sched/Actual: 1005-1110 // 1019-1106
Durata volo: 47′
Gate: 2

La passeggiata fino al frullino italo-francese the mi porterà a Kinmen è veloce - non si usano inutili bus interpista per fare venti metri, qui. Saluto l'assistente di volo mentre entro dalla porta posteriore dell'ATR e mi sistemo al mio posto. L'aereo è nuovo nuovo - solo sette mesi di vita. Ottimo lo spazio per le gambe!

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Lo staff di terra ci saluta dopo il push-back - siamo pronti a partire.

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Il volo non è particolarmente lungo e, con soli sei passeggeri, la distribuzione di un piccolo rinfresco non chiede davvero molto tempo. Barley tea (che io trovo davvero terribile!) e una salviettina costituiscono l'offerta di bordo.

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Fuori non c'è nulla da vedere. Viaggiamo in una nube.

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Atterriamo a Kinmen da sud-ovest, compiendo una stretta virata a destra in vista della costa cinese, di fronte all'isola di Xiamen, per allinearci alla pista 06.

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Lo sbarco è, come prevedibile, velocissimo, e in due minuti si è già all'interno dell'aerostazione. La valigia arriva poco dopo. Un addetto controlla la corrispondenza tra ricevuta del bagaglio e tagliandino sulla carta d'imbarco, prima di uscire dall'area sterile. Appena fuori, prendo un taxi per il capoluogo dell'isola, la piccola cittadina di Jincheng, dove ho l'hotel.

(cont.)
 
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