Sì, lo sapevo che in questi giorni non ci sei ma… io odio chiederlo, ma ti è possibile rischedulare i tuoi giorni di ferie? Noi abbiamo fissato per la settimana prossima la preparazione del kick-off del progetto, per il 20 agosto dobbiamo essere tutti pronti… Peccato che 1) il cliente mi ha assegnato ad altro sottoprogetto e tu sbuchi fuori come dalle patatine sparando newsletters a nastro anziché comunicare direttamente con le persone da coinvolgere, 2) io ho la festa di compleanno [l’offerta che non si può rifiutare, cfr. prec. TR MIL-CDG] e se la faccio saltare succede un casino nel senso dato dallo Zingarelli al punto 3 della relativa voce… Ma il tuo compleanno è un giorno solo, mica una settimana intera… Ma guarda che in Brasile, ad esempio – secondo le mie fonti – i compleanni si festeggiano per una settimana intera… Fatto sta che, visto che io sono un orso paziente e accondiscendente che non è capace di dire di no – o meglio, visto che queste giornate me le pagate 5 giorni data fattura, spese di viaggio vitto alloggio e rappresentanza a piè di lista comprese – orcapuzzola, ma io a questa festa di compleanno ci tenevo.
Vista la distanza quasi stradale, la mappa di questo volo è presa da Google anziché da GCmap.

Mi stupisce che da MIL la mattina presto non ci siano voli diretti per MUC, mi aspettavo talmente tanti aspirapolveri di marca tedesca da scoppiare ma evidentemente, se vuoi salire la settimana di Ferragosto, le compagnie aeree ti fanno le faccine se dici loro che tu devi andare a lavorare. Ci sarebbe qualcosa da BGY dal sito LH ma a un rate immondo per cui, visto che non ho voglia di farmela in macchina anche se l’idea di fare il tamarro al semaforo insieme ai patiti locali del tuning ho un mezzo che me la posso permettere, ripieghiamo sugli arancioni di easyJet. Il low-cost ci costerà all’incirca una Veuve-Cliquot [per restare in tema di arancioni] come indicato sulla Preisliste del bar.
Non c’è un gatto a MXP 2 – ma solo sul lato est.

Il terminal, come noto, è monopolizzato da loro.

In lontananza, lo hub.

Il Tagesplan è vario, ma solo per quanto a destinazioni.

Ecco, così non mi accusate di essere un feticista della lingerie. L’importante è che qua a Malpensa 2 Starbucks non c’è.

Gli interni, c’era da aspettarselo, sono sugli stessi toni degli esterni. I numerosi orsi in infradito in partenza per le vacanze [nessuna indivia nei loro confronti bensì sguardo di sufficienza, perchè so che non (cit.) finalizzeranno contrariamente alle loro aspettative] animano il parterre. Ero tentato di immortalare la calabrese coi capelli verde pistacchio per esporla al pubblico ludibrio, ma quest’oggi lassa perd.

Putacaso, ci siamo seduti esattamente al nostro # [cancelletto]. La app U2 è aggiornata e in più mostra su una finestra Flightradar che la nostra accompagnatrice – niente aspirapolveri, stavolta – sta venendo da CTA. [La sua comare di quelle parti, invece, resta giù ad abbronzarsi e tornerà operativa a settembre, ndr]
Va da sè che di lì a trenta secondi si formerà la solita fila di quelli che non sia mai che la nostra parta senza di loro.

Si aprono le gabbie e i pax raggiungono l’aviogetto. Noi come d’abitudine aspettiamo che la signorina ci chiami per nome al microfono prima di salire.
Sun., Aug. 12th, 2018
MXP-MUC
Flight: U22555
Class: Y
Seat: 27F
Eqp: Airbus A320-214
Reg: OE-IZU
Scheduled: 1625-1740
Block to Block: 1633-1738
In Air: 1648-1728

Brexit-ready. L’aviogetto ha marche austriache, quindi appartiene a easyJet Europe anziché alla consueta legal entity inglese.

Andiamo. [In Baviera, a scanso di equivoci.] Uno sguardo al T2 mentre sullo sfondo la diversamente skinny 380 EK decolla.

E una zoomata al T1, già che ci siamo.

Dal quale arriva il 789 di Neos.

Decollo. Traffico regolare sulla 336. Quell’aereo là sotto ci segue come un’ombra… ah già, è la nostra ombra.

E ci lasciamo MXP alle spalle.

Bresso. Per quelli che LIN non è abbastanza City Airport.

Checklist del bravo tripreportista. Pitch Test, secondo me un po’ meno rispetto all’AF dell’altra volta.

Safety First.


Dispositivi per il ricambio dell’aria.

Niente pappa perchè 1) le signorine sono passate troppo in fretta col carrellino, 2) in quaranta minuti totali di volo non è che si possa fare un book fotografico completo tipo quello di Carla Bruni. Al ritorno, se non mi faccio cogliere alla sprovvista, mi sacrifico per il bene del forum e acquisto il combo paninetto + drink + snack e ve lo posto. Proprio perchè si pagano, infatti, non si vedono spesso i pasti delle low-cost.
A Innsbruck sono pronti alla distribuzione dei passaporti oltre Brennero.

Zoom su INN.

Il Walchensee. Siamo non lontani da Garmisch-Partenkirchen.

Girano le pale, là sotto. A me gira qualcos’altro, nel mio personalissimo là sotto, per via del prologo di questo report.

La capitale bavarese sullo sfondo.

Touchdown e dispiegamento della lingerie .

Il T1 di MUC, un altro che Eurowhite is the new black.

E troviamo uno stallo libero a fianco di uno degli ultimi AZ con marche italiane, proveniente da FCO.

Uno sguardo alla cabina vuota.

E ci congediamo dalla nostra accompagnatrice coi tradizionali tre bacini. Il rate al minuto è poco sopra i due franchi svizzeri, per i nerds delle statistiche, circa il doppio rispetto al MIL-CDG dell’altra volta. E poi gli esperti millantano che la Germania è meno cara.

La via per il ritiro bagagli è anch’essa tutta bianca. È la prima volta che salgo quassù. Certamente pulito, ma mi dà l’impressione di datato.

L’antro dei trolley, in una sala decisamente piccola per essere un grande aeroporto. Riavrò il mio carrellino in tempi decisamente brevi, se confrontati agli ultimi miei voli.

Vista l’ora non tarda, ci appropinquiamo alla stazione dei trenini anziché prendere il taxi. La app dell’azienda trasporti di München MVV, previa registrazione, permette di acquistare con relativa facilità i biglietti. [Mentre ho notato che il suo punto debole è il tracking dei tram.] Ho selezionato il forfait giornaliero da tredici euri che, a poco più del prezzo del biglietto singolo, permette l’utilizzo illimitato dei mezzi pubblici su tutta la rete locale – così non mangio in hotel come uno squallido trasfertone e vado a farmi una passeggiata nella via dello struscio, tra Karlsplatz e Marienplatz. In generale, ritengo siano meglio i biglietti giornalieri (da 1 e 3 giorni, area urbana) rispetto ai biglietti singoli, per avere maggiore libertà di muoversi senza doversi studiare la meccanica delle Streifenkarten. [Quella la studierò la prossima volta che salirò quassù, sempreché.]
Le decorazioni luminose fanno molto bar equivoco, come quelli che apparivano occasionalmente nelle puntate dell’Ispettore Derrick. E non ci indurre in tentazione (cit.).

E dopo circa un’ora fra trenino e tram [di nuovo, sguardo di sufficienza verso coloro che si lamentano della lentezza del Malpensa Express] siamo nella nostra stanzetta. Il gerente ci accoglie con gli orsetti gommosi, simbolo del Paese insieme alla birra e alle Kartoffeln.

Gute Nacht.
Vista la distanza quasi stradale, la mappa di questo volo è presa da Google anziché da GCmap.

Mi stupisce che da MIL la mattina presto non ci siano voli diretti per MUC, mi aspettavo talmente tanti aspirapolveri di marca tedesca da scoppiare ma evidentemente, se vuoi salire la settimana di Ferragosto, le compagnie aeree ti fanno le faccine se dici loro che tu devi andare a lavorare. Ci sarebbe qualcosa da BGY dal sito LH ma a un rate immondo per cui, visto che non ho voglia di farmela in macchina anche se l’idea di fare il tamarro al semaforo insieme ai patiti locali del tuning ho un mezzo che me la posso permettere, ripieghiamo sugli arancioni di easyJet. Il low-cost ci costerà all’incirca una Veuve-Cliquot [per restare in tema di arancioni] come indicato sulla Preisliste del bar.
Non c’è un gatto a MXP 2 – ma solo sul lato est.

Il terminal, come noto, è monopolizzato da loro.

In lontananza, lo hub.

Il Tagesplan è vario, ma solo per quanto a destinazioni.

Ecco, così non mi accusate di essere un feticista della lingerie. L’importante è che qua a Malpensa 2 Starbucks non c’è.

Gli interni, c’era da aspettarselo, sono sugli stessi toni degli esterni. I numerosi orsi in infradito in partenza per le vacanze [nessuna indivia nei loro confronti bensì sguardo di sufficienza, perchè so che non (cit.) finalizzeranno contrariamente alle loro aspettative] animano il parterre. Ero tentato di immortalare la calabrese coi capelli verde pistacchio per esporla al pubblico ludibrio, ma quest’oggi lassa perd.

Putacaso, ci siamo seduti esattamente al nostro # [cancelletto]. La app U2 è aggiornata e in più mostra su una finestra Flightradar che la nostra accompagnatrice – niente aspirapolveri, stavolta – sta venendo da CTA. [La sua comare di quelle parti, invece, resta giù ad abbronzarsi e tornerà operativa a settembre, ndr]
Va da sè che di lì a trenta secondi si formerà la solita fila di quelli che non sia mai che la nostra parta senza di loro.

Si aprono le gabbie e i pax raggiungono l’aviogetto. Noi come d’abitudine aspettiamo che la signorina ci chiami per nome al microfono prima di salire.
Sun., Aug. 12th, 2018
MXP-MUC
Flight: U22555
Class: Y
Seat: 27F
Eqp: Airbus A320-214
Reg: OE-IZU
Scheduled: 1625-1740
Block to Block: 1633-1738
In Air: 1648-1728

Brexit-ready. L’aviogetto ha marche austriache, quindi appartiene a easyJet Europe anziché alla consueta legal entity inglese.

Andiamo. [In Baviera, a scanso di equivoci.] Uno sguardo al T2 mentre sullo sfondo la diversamente skinny 380 EK decolla.

E una zoomata al T1, già che ci siamo.

Dal quale arriva il 789 di Neos.

Decollo. Traffico regolare sulla 336. Quell’aereo là sotto ci segue come un’ombra… ah già, è la nostra ombra.

E ci lasciamo MXP alle spalle.

Bresso. Per quelli che LIN non è abbastanza City Airport.

Checklist del bravo tripreportista. Pitch Test, secondo me un po’ meno rispetto all’AF dell’altra volta.

Safety First.


Dispositivi per il ricambio dell’aria.

Niente pappa perchè 1) le signorine sono passate troppo in fretta col carrellino, 2) in quaranta minuti totali di volo non è che si possa fare un book fotografico completo tipo quello di Carla Bruni. Al ritorno, se non mi faccio cogliere alla sprovvista, mi sacrifico per il bene del forum e acquisto il combo paninetto + drink + snack e ve lo posto. Proprio perchè si pagano, infatti, non si vedono spesso i pasti delle low-cost.
A Innsbruck sono pronti alla distribuzione dei passaporti oltre Brennero.

Zoom su INN.

Il Walchensee. Siamo non lontani da Garmisch-Partenkirchen.

Girano le pale, là sotto. A me gira qualcos’altro, nel mio personalissimo là sotto, per via del prologo di questo report.

La capitale bavarese sullo sfondo.

Touchdown e dispiegamento della lingerie .

Il T1 di MUC, un altro che Eurowhite is the new black.

E troviamo uno stallo libero a fianco di uno degli ultimi AZ con marche italiane, proveniente da FCO.

Uno sguardo alla cabina vuota.

E ci congediamo dalla nostra accompagnatrice coi tradizionali tre bacini. Il rate al minuto è poco sopra i due franchi svizzeri, per i nerds delle statistiche, circa il doppio rispetto al MIL-CDG dell’altra volta. E poi gli esperti millantano che la Germania è meno cara.

La via per il ritiro bagagli è anch’essa tutta bianca. È la prima volta che salgo quassù. Certamente pulito, ma mi dà l’impressione di datato.

L’antro dei trolley, in una sala decisamente piccola per essere un grande aeroporto. Riavrò il mio carrellino in tempi decisamente brevi, se confrontati agli ultimi miei voli.

Vista l’ora non tarda, ci appropinquiamo alla stazione dei trenini anziché prendere il taxi. La app dell’azienda trasporti di München MVV, previa registrazione, permette di acquistare con relativa facilità i biglietti. [Mentre ho notato che il suo punto debole è il tracking dei tram.] Ho selezionato il forfait giornaliero da tredici euri che, a poco più del prezzo del biglietto singolo, permette l’utilizzo illimitato dei mezzi pubblici su tutta la rete locale – così non mangio in hotel come uno squallido trasfertone e vado a farmi una passeggiata nella via dello struscio, tra Karlsplatz e Marienplatz. In generale, ritengo siano meglio i biglietti giornalieri (da 1 e 3 giorni, area urbana) rispetto ai biglietti singoli, per avere maggiore libertà di muoversi senza doversi studiare la meccanica delle Streifenkarten. [Quella la studierò la prossima volta che salirò quassù, sempreché.]
Le decorazioni luminose fanno molto bar equivoco, come quelli che apparivano occasionalmente nelle puntate dell’Ispettore Derrick. E non ci indurre in tentazione (cit.).

E dopo circa un’ora fra trenino e tram [di nuovo, sguardo di sufficienza verso coloro che si lamentano della lentezza del Malpensa Express] siamo nella nostra stanzetta. Il gerente ci accoglie con gli orsetti gommosi, simbolo del Paese insieme alla birra e alle Kartoffeln.

Gute Nacht.