Ciao *** [orcapuzzola quanto detesto i vezzeggiativi, ma con le amiche occorre scendere a compromessi] io sono adesso in aeroporto sto pensando a te stami bene amore mio baci abraci… a parte il fatto che, visti i risultati, non saranno mai abbastanza tutte le lezioni di italiano che ti sto facendo, comunque sì, anch’io sono in aeroporto – ma a qualche centinaio di chilometri da quello dove stai tu – e sto attendendo l’aviogetto che mi scorterà nella mia prossima avventura di business, della quale ti ho raccontato l’altra settimana… Ah già, l’altra settimana, a voialtri devo spiegarlo. Flashback.
Senti, abbiamo un’urgenza per un altro dei nostri clienti, la nostra risorsa ci ha tirato il bidone e ora siamo scoperti, c’è da fare il training ai key users e le sessioni di test [orcapuzzola quanto detesto i test! ma tenete presente che io non lavoro su websites di compagnie aeree!] solo tu puoi tirarci fuori dalla m***a… ma cavoli, ma non lo sapete che voi stessi mi avete piazzato da mesi full-time su quest’altro progetto, mettetevi d’accordo una buona volta, io un’altra roba allo stesso momento non me la prendo in carico, guardate che se mi chiedete di fare del multitasking vi mando tutti a remare… Maddai è solo per una settimana, mica casca il mondo se per una settimana la MILF dell’hotel non ti vede [veramente, grazie al Cielo è un po’ che la nostra ha puntato il ‘ollega, così io posso dormire sonni tranquilli]… solo che… Solo che? Il training e i test vanno fatti a Shanghai.
Ah. A Shanghai.
Onestamente, in questo periodo non ho una gran voglia di viaggiare anche se è una cosa che adoro, guidare ogni santa settimana per duecentoepassachilometri x2 sulla Milano-Venezia è peggio che farsi le flebo di caffeina pura, e per giunta i rendez-vous del weekend mi costringono a fare altri cinquecentoepassachilometri facendomi tornare a casa alle quattroepassa di mattina – ah, com’è dura la vita del contractor mercenario! – ma alle volte occorre sacrificarsi per una causa seria, anziché per i clienti e le amiche, e produrre per il principale forum italiano di aviation enthusiasts un po’ di letteratura creativa. Non raggiungeremo ovviamente le vette dei più recenti TR da Namibia Taiwan e Nordcorea – ai cui autori va la mia massima stima – ma proveremo a scoprire questa parte del mondo da viaggiatore improvvisato che va dove il vento [o meglio, il broker di manodopera intellettuale] lo porta, come è mio solito fare. Quindi, sapete ciò che vi aspetta se continuate a scorrere verso il basso.
Per arrivare a Shanghai non c’è che l’imbarazzo della scelta. SkyTeam, StarAlliance, OneWorld nonché i (cit.) concorrenti sleali propongono un fracco di combinazioni. Il ‘ollega mette le mani avanti e mi dice di evitare il diretto Air China dalla brughiera – nonché le cinesi tutte – anche se il biglietto te lo tirano dietro [lui ha dei canoni estetici discutibili e contrariamente a me ritiene le asiatiche un po’ “scimmiette”, ma vorrei ben vedere quando assaggerà l’asiatica giusta!] per cui ci sentiamo autorizzati a sperimentare qualcosa di più fantasioso. La turca, con la quale ho avuto parecchie frequentazioni negli ultimi due anni [cfr. miei precedenti TR da ADB e TZX, non fraintendete] pensavo fosse a buon mercato per via della situazione politica un po’ così, ma con mio disappunto la nostra ha alzato sensibilmente il rate, quindi non salirò con lei. Le tre comari del Golfo hanno il problema che il viaggio si allunga di molto, visto che non sorvolano la Siberia, quindi lasciamo che le nostre si trovino altri ospiti. Transitare per FRA o MUC invece, a parte il rate più esoso rispetto alla turca, ci espone in questo periodo al concreto rischio di sciopero, quindi #ciaone . Mi resta quell’idea malsana di partire di nuovo da ZRH come feci lo scorso giugno [al bar non aspettano altro, ma a loro è meglio non farlo sapere] c’è una bizzarra combinazione ZRH-HEL-PVG fra il 320 di Air Berlin e il 350 di Finnair che mi ispira, manco dalla Finlandia da quasi vent’anni e ci sarei voluto tornare anche per poche ore… ma nel frattempo il cliente ha provveduto lui a procurarmi il biglietto anziché anticiparlo io – cosa che non mi capita da quand’ero sotto padrone. [Cinquecentosettanta euri con venti giorni di anticipo, dove la prenotazione posti – pure quelli centrali! – è da pagare a parte anche sul lungo raggio… è proprio vero che io sono un tipo all’antica e non capisco più come gira il mondo.] Ancora una volta quindi, questo forum si fumerà il volo con la renna (con buona pace dell’insider che ci sorveglia) nonostante non manchi molto a Natale, e faremo invece un itinerario da trasfertone imbruttito passando per i principali aspiratori dei pax milanesi.

È un bel pomeriggio soleggiato all’aviosuperficie cittadina del Parco Lambro.

Ma visto che LIN ce la siamo fatti tutti almeno una volta nella vita, saltiamo tutti i passaggi intermedi e rendiamo visita allo sponsor tecnico. È importante sottolineare che aeroporti di dimensione ben maggiore non sono hub come questo.

Loro invece, non hanno sufficienti risorse finanziarie per assicurarsi la partnership con AC.

Gli iconici banchetti vintage, di colore giallo Simpson. Su questo sfondo, il blu Aviazione Civile si staglia assai.

Il Tagesplan è decisamente scarso. Mandare in video quella là, in basso a destra, nel tentativo di elevarne il livello estetico è solo uno specchietto per le allodole. Altrove, il sabato è uno dei giorni migliori, insieme al giovedì.

Ma guardiamo un po’ fuori, va’, prima che faccia buio.

Padroni di casa – ma anche no.

L’ultimo baluardo del sindapalismo italiano – così almeno ci vogliono far credere.

Ma scendiamo giù di sotto al gate, ché tanto non c’è niente da vedere. Tralasciamo la foto segnaletica del piazzista di Amex, che schiviamo con una manovra degna del miglior Alberto Tomba dei tempi d’oro. Siamo in orario.

Al # [cancelletto] a fianco, scrutiamo le signorine di AZ con le loro divise nuove. È che la mise non sarebbe cattiva (a parte le calzette rosse, che in quest’immagine non si vedono) però personalmente mi sanno di antico, di un tempo che una volta era e che oggi non è più.

È ora che andiamo, come dice sempre quella mia amica un po’ petulante. Passiamo per ultimi come d’abitudine e sbirciamo il signorino mentre chiude il volo.

Troppa grazia imbarcare dal tentacolo, ma ce ne faremo una ragione. Sullo sfondo, il futuro terminal 2 di LIN, il secondo sogno inconfessabile di ogni milanese intra muros. [Il primo è la copertura dell’Idroscalo per farci la seconda pista, ça va sans dire.]

Lei ci porterà in cielo per all’incirca tre mezze ore. Peccato non si sia rifatta il make-up, le sue comari con la nuova livrea paiono più giovani.
Sat., Nov. 26th, 2016
LIN-AMS
Flight: AZ0112
Class: Y
Seat: 06A
Eqp: Airbus A320-216
Reg: EI-DTN
Scheduled: 1725-1920
Block to Block: 1725-1920
In Air: 1730-1856


Fuori dalla finestra la luce dei lampioni spara non poco – e i riflessi delle luci interne disturbano assai – ma ‘sto padellone di smartphone è senza dubbio meglio del Nokia antidiluviano dei miei precedenti TR.

Subito con la checklist del buon tripreportista. Il pitch è come (cit.) lanciare un salame nel corridoio, ma è solo perchè queste sono le seggiole che di volta in volta vengono riservate dal club level.

Lo schienale del 06B, infatti, mostra il séparé in posizione sollevata.

Feticismo I: Safety first.


Feticismo II: Letture edificanti.

Nel frattempo decolliamo dalla solita 36R. Là in fondo, l’angolo aliscafi.

Viale Forlanini e il Griglia Park.

Traffico regolare in tangenziale.

E altri scorci della Milano by night.



L’altro negozio di Victoria’s Secret è là in fondo.

Intanto la tendina del club level si chiude. Questo 320 all’interno ha delle sobrie lucette total white, così non ci vengono in mente strane idee sui Paesi Bassi e su ciò per cui questo Paese è noto. La sobrietà è data anche dall’assenza di qualsiasi forma di intrattenimento visivo.

Che le offro da bere?!? la signorina AV non è una coatta spetasciata come Er Pomata o certe sue comari, ma l’utilizzo del cosa anziché il che sarebbe particolarmente gradito. Nulla per cui valga la pena di scrivere sulla bacheca FB di AZ, comunque. Il panino vegetariano onestamente non lo sopporto da quando dieci anni fa facevo il pendolare settimanale sul LIN-CDG, ma se l’ho mangiato e ne sto resocontando su queste pagine vuol dire che è commestibile. Tuttavia l’arancia rossa non la forniscono più, a quanto pare con la spending review ci stanno andando pesante e questo è molto grave.

Ascolta, si fa sera (cit.).

La sciura del 06C, che fin dall’inizio mi guarda in cagnesco perchè sperava di trovare Brad Pitt fresco fresco di separazione [mentre io speravo di trovare Angelina Jolie anch’essa fresca fresca di, il piacere è quindi reciproco] si dà alla lettura nella lingua originale dell’attore.

Manca poco all’atterraggio. Là in fondo Amsterdam, le sue luci, le sue caffetterie, le sue vetrine.

Tocchiamo terra a Eindhoven e, come le ultime volte che siamo stati qua, risaliamo verso Schiphol l’Olanda tutta propriamente detta [intendiamo le due regioni amministrative dei Paesi Bassi] da sud a nord.

Al tentacolo non vedono l’ora di approcciarci.

Lasciamo defluire la coda.

E ringraziamo la nostra prima accompagnatrice della serata coi tre bacini d’ordinanza.

Time out. Il tempo di riordinare il resto degli appunti, poi andiamo avanti.
Senti, abbiamo un’urgenza per un altro dei nostri clienti, la nostra risorsa ci ha tirato il bidone e ora siamo scoperti, c’è da fare il training ai key users e le sessioni di test [orcapuzzola quanto detesto i test! ma tenete presente che io non lavoro su websites di compagnie aeree!] solo tu puoi tirarci fuori dalla m***a… ma cavoli, ma non lo sapete che voi stessi mi avete piazzato da mesi full-time su quest’altro progetto, mettetevi d’accordo una buona volta, io un’altra roba allo stesso momento non me la prendo in carico, guardate che se mi chiedete di fare del multitasking vi mando tutti a remare… Maddai è solo per una settimana, mica casca il mondo se per una settimana la MILF dell’hotel non ti vede [veramente, grazie al Cielo è un po’ che la nostra ha puntato il ‘ollega, così io posso dormire sonni tranquilli]… solo che… Solo che? Il training e i test vanno fatti a Shanghai.
Ah. A Shanghai.
Onestamente, in questo periodo non ho una gran voglia di viaggiare anche se è una cosa che adoro, guidare ogni santa settimana per duecentoepassachilometri x2 sulla Milano-Venezia è peggio che farsi le flebo di caffeina pura, e per giunta i rendez-vous del weekend mi costringono a fare altri cinquecentoepassachilometri facendomi tornare a casa alle quattroepassa di mattina – ah, com’è dura la vita del contractor mercenario! – ma alle volte occorre sacrificarsi per una causa seria, anziché per i clienti e le amiche, e produrre per il principale forum italiano di aviation enthusiasts un po’ di letteratura creativa. Non raggiungeremo ovviamente le vette dei più recenti TR da Namibia Taiwan e Nordcorea – ai cui autori va la mia massima stima – ma proveremo a scoprire questa parte del mondo da viaggiatore improvvisato che va dove il vento [o meglio, il broker di manodopera intellettuale] lo porta, come è mio solito fare. Quindi, sapete ciò che vi aspetta se continuate a scorrere verso il basso.
Per arrivare a Shanghai non c’è che l’imbarazzo della scelta. SkyTeam, StarAlliance, OneWorld nonché i (cit.) concorrenti sleali propongono un fracco di combinazioni. Il ‘ollega mette le mani avanti e mi dice di evitare il diretto Air China dalla brughiera – nonché le cinesi tutte – anche se il biglietto te lo tirano dietro [lui ha dei canoni estetici discutibili e contrariamente a me ritiene le asiatiche un po’ “scimmiette”, ma vorrei ben vedere quando assaggerà l’asiatica giusta!] per cui ci sentiamo autorizzati a sperimentare qualcosa di più fantasioso. La turca, con la quale ho avuto parecchie frequentazioni negli ultimi due anni [cfr. miei precedenti TR da ADB e TZX, non fraintendete] pensavo fosse a buon mercato per via della situazione politica un po’ così, ma con mio disappunto la nostra ha alzato sensibilmente il rate, quindi non salirò con lei. Le tre comari del Golfo hanno il problema che il viaggio si allunga di molto, visto che non sorvolano la Siberia, quindi lasciamo che le nostre si trovino altri ospiti. Transitare per FRA o MUC invece, a parte il rate più esoso rispetto alla turca, ci espone in questo periodo al concreto rischio di sciopero, quindi #ciaone . Mi resta quell’idea malsana di partire di nuovo da ZRH come feci lo scorso giugno [al bar non aspettano altro, ma a loro è meglio non farlo sapere] c’è una bizzarra combinazione ZRH-HEL-PVG fra il 320 di Air Berlin e il 350 di Finnair che mi ispira, manco dalla Finlandia da quasi vent’anni e ci sarei voluto tornare anche per poche ore… ma nel frattempo il cliente ha provveduto lui a procurarmi il biglietto anziché anticiparlo io – cosa che non mi capita da quand’ero sotto padrone. [Cinquecentosettanta euri con venti giorni di anticipo, dove la prenotazione posti – pure quelli centrali! – è da pagare a parte anche sul lungo raggio… è proprio vero che io sono un tipo all’antica e non capisco più come gira il mondo.] Ancora una volta quindi, questo forum si fumerà il volo con la renna (con buona pace dell’insider che ci sorveglia) nonostante non manchi molto a Natale, e faremo invece un itinerario da trasfertone imbruttito passando per i principali aspiratori dei pax milanesi.

È un bel pomeriggio soleggiato all’aviosuperficie cittadina del Parco Lambro.

Ma visto che LIN ce la siamo fatti tutti almeno una volta nella vita, saltiamo tutti i passaggi intermedi e rendiamo visita allo sponsor tecnico. È importante sottolineare che aeroporti di dimensione ben maggiore non sono hub come questo.

Loro invece, non hanno sufficienti risorse finanziarie per assicurarsi la partnership con AC.

Gli iconici banchetti vintage, di colore giallo Simpson. Su questo sfondo, il blu Aviazione Civile si staglia assai.

Il Tagesplan è decisamente scarso. Mandare in video quella là, in basso a destra, nel tentativo di elevarne il livello estetico è solo uno specchietto per le allodole. Altrove, il sabato è uno dei giorni migliori, insieme al giovedì.

Ma guardiamo un po’ fuori, va’, prima che faccia buio.

Padroni di casa – ma anche no.

L’ultimo baluardo del sindapalismo italiano – così almeno ci vogliono far credere.

Ma scendiamo giù di sotto al gate, ché tanto non c’è niente da vedere. Tralasciamo la foto segnaletica del piazzista di Amex, che schiviamo con una manovra degna del miglior Alberto Tomba dei tempi d’oro. Siamo in orario.

Al # [cancelletto] a fianco, scrutiamo le signorine di AZ con le loro divise nuove. È che la mise non sarebbe cattiva (a parte le calzette rosse, che in quest’immagine non si vedono) però personalmente mi sanno di antico, di un tempo che una volta era e che oggi non è più.

È ora che andiamo, come dice sempre quella mia amica un po’ petulante. Passiamo per ultimi come d’abitudine e sbirciamo il signorino mentre chiude il volo.

Troppa grazia imbarcare dal tentacolo, ma ce ne faremo una ragione. Sullo sfondo, il futuro terminal 2 di LIN, il secondo sogno inconfessabile di ogni milanese intra muros. [Il primo è la copertura dell’Idroscalo per farci la seconda pista, ça va sans dire.]

Lei ci porterà in cielo per all’incirca tre mezze ore. Peccato non si sia rifatta il make-up, le sue comari con la nuova livrea paiono più giovani.
Sat., Nov. 26th, 2016
LIN-AMS
Flight: AZ0112
Class: Y
Seat: 06A
Eqp: Airbus A320-216
Reg: EI-DTN
Scheduled: 1725-1920
Block to Block: 1725-1920
In Air: 1730-1856


Fuori dalla finestra la luce dei lampioni spara non poco – e i riflessi delle luci interne disturbano assai – ma ‘sto padellone di smartphone è senza dubbio meglio del Nokia antidiluviano dei miei precedenti TR.

Subito con la checklist del buon tripreportista. Il pitch è come (cit.) lanciare un salame nel corridoio, ma è solo perchè queste sono le seggiole che di volta in volta vengono riservate dal club level.

Lo schienale del 06B, infatti, mostra il séparé in posizione sollevata.

Feticismo I: Safety first.


Feticismo II: Letture edificanti.

Nel frattempo decolliamo dalla solita 36R. Là in fondo, l’angolo aliscafi.

Viale Forlanini e il Griglia Park.

Traffico regolare in tangenziale.

E altri scorci della Milano by night.



L’altro negozio di Victoria’s Secret è là in fondo.

Intanto la tendina del club level si chiude. Questo 320 all’interno ha delle sobrie lucette total white, così non ci vengono in mente strane idee sui Paesi Bassi e su ciò per cui questo Paese è noto. La sobrietà è data anche dall’assenza di qualsiasi forma di intrattenimento visivo.

Che le offro da bere?!? la signorina AV non è una coatta spetasciata come Er Pomata o certe sue comari, ma l’utilizzo del cosa anziché il che sarebbe particolarmente gradito. Nulla per cui valga la pena di scrivere sulla bacheca FB di AZ, comunque. Il panino vegetariano onestamente non lo sopporto da quando dieci anni fa facevo il pendolare settimanale sul LIN-CDG, ma se l’ho mangiato e ne sto resocontando su queste pagine vuol dire che è commestibile. Tuttavia l’arancia rossa non la forniscono più, a quanto pare con la spending review ci stanno andando pesante e questo è molto grave.

Ascolta, si fa sera (cit.).

La sciura del 06C, che fin dall’inizio mi guarda in cagnesco perchè sperava di trovare Brad Pitt fresco fresco di separazione [mentre io speravo di trovare Angelina Jolie anch’essa fresca fresca di, il piacere è quindi reciproco] si dà alla lettura nella lingua originale dell’attore.

Manca poco all’atterraggio. Là in fondo Amsterdam, le sue luci, le sue caffetterie, le sue vetrine.

Tocchiamo terra a Eindhoven e, come le ultime volte che siamo stati qua, risaliamo verso Schiphol l’Olanda tutta propriamente detta [intendiamo le due regioni amministrative dei Paesi Bassi] da sud a nord.

Al tentacolo non vedono l’ora di approcciarci.

Lasciamo defluire la coda.

E ringraziamo la nostra prima accompagnatrice della serata coi tre bacini d’ordinanza.

Time out. Il tempo di riordinare il resto degli appunti, poi andiamo avanti.