Verso mezzodì mi avvio nuovamente verso Hatton Cross e il Queen’s Terminal. Devo dire che hanno fatto un lavoro eccellente: il design riprende a grandi linee l’aspetto e i materiali del T5, con le ovvie differenze date dai diversi studi di architettura coinvolti nelle due progettazioni; gli spazi, anche se non ariosi come il T5, soprattutto lato c-in, sono sfruttati in modo intelligente. La scultura in alluminio levigato di Richard Wilson, Slipstream, è secondo me fenomenale:

600 by dskaccomatto, on Flickr

601 by dskaccomatto, on Flickr

602 by dskaccomatto, on Flickr
All’interno del terminal operano in esclusiva i partner Star Alliance, più Icelandair, Virgin Atlantic Little Red e Aer Lingus.
Do uno sguardo ai monitor e cerco di capire dove lasciare il bagaglio. Germanwings, banchi vattelapesca. Vado e vedo solo quelli per i loro pax business, o come la chiamano, e per gli HON Circle Lufthansa. Per i poveri cristi, gira e rigira, trovo i banchi nelle isole a metà del terminal, dopo un po’ di affanno.
Mi self check-inno da solo, mi stampo il bag tag ed entro nella breve coda del drop-off comune di Brussels, Germanwings, Austrian e Swiss. Mollo la valigia sul nastro e chiedo, così tanto per, se per caso, ma davvero davvero, tutti i posti finestrini sia sul LHR-CGN, che sul CGN-MXP fossero già presi. Ricordiamo che volo in tariffa superstraccion, con bagaglio imbarcato preso a parte. L’addetto al check-in dice che dà un occhio e, magia!, salta fuori un finestrino sulla prima tratta, nonostante il volo sia full (full davvero). Vengo avvisato che è in ultimissima fila, lato destro, prendere o lasciare? Ma prendo, perdiana, chissenefrega se sbarco per ultimo. Poi, seconda magia!, sembra ci sia anche sul Malpensa. It’s an emergency row, so you can experience a bit of extra legroom. Wow. La fila di emergenza, appannaggio solo di chi sperpera inutilmente denaro per non farsi venire la DVT, per me e pure aggratis! Lo considero indiscutibilmente come un upgrade; anche questo volo pieno. A volte basta solo fare una domanda in modo educato e senza pretendere niente e si viene ripagati. Rubo un bag tag StarAlliance (di quelli di carta) da aggiungere alla mia collezione. Addetto super.

603 by dskaccomatto, on Flickr
Vado felice e contento ai controlli di sicurezza, dove passo senza suonare. Coda numerosa ma gestita in modo eccellente, con un sacco di varchi aperti e personale cortese e, soprattutto, efficiente.
L’airside del T2 è secondo me tra i più belli in tutta Europa: arioso, con la piazza ribassata, luminoso, con le belle vetrate a tutta altezza (e senza i corridoio dei gate che girano intorno, come al T5). Quella roba con i cerchi blu è una scultura cinetica di Cinimod Studio. Dal vivo è molto bella, proprio sopra il Seafood Bar di Caviar House & Prunier.

604 by dskaccomatto, on Flickr

605 by dskaccomatto, on Flickr
Faccio qualche foto a quel che si vede dalla vetrata, per passare il tempo.

606 by dskaccomatto, on Flickr

607 by dskaccomatto, on Flickr

608 by dskaccomatto, on Flickr
Sono tentato dal farmi un giro al concourse B, scommettendo sul fatto che il mio gate sarà lì; ma visto che tutti i cartelli suggeriscono altrimenti, mi faccio solo le scale mobili più lunghe mai viste in un aeroporto e poi torno su con l’ascensore.

609 by dskaccomatto, on Flickr
Faccio bene, nei fatidici venti minuti prima del volo, viene annunciato che il gate sarà all’A...

610 by dskaccomatto, on Flickr
... e pure in ritardo causa slot e congestione a LHR, come ci viene spiegato una volta a bordo.
Notare la coda del Concorde in alto, nella foto.

611 by dskaccomatto, on Flickr
Ritratto di famiglia

612 by dskaccomatto, on Flickr

613 by dskaccomatto, on Flickr
Mi alzo che il volo sta già imbarcando da un po’ – poco male, tanto devo raggiungere comunque l’ultima fila.
Tratta: LHR-CGN
Volo: 4U 465
Aereo: Airbus A319-132
MSN: 5978
Reg: D-AGWZ
Primo volo: 27/01/2014
Consegnato: 21/02/2014
Età: 1.2 anni
Posto: 26F
Gate: A18, door A
Sched/Actual: 1445-1650 / 1535-1727
Durata volo: 53’
Percorro il finger con un pensiero fisso: il volo Germanwings 9525. Ho cercato di reprimere l’idea, per quanto possibile; ma davvero è difficile, una settimana dopo l’incidente, non andare col pensiero a quell’evento. Poteva essere il mio volo, poteva essere quello successivo, poteva essere uno di quelli spottati a Heathrow nei giorni precedenti.
Non sento nessuno parlarne, non vedo nessuno preoccuparsi, neppure quelle menti splendide e senza filtro che sono i bambini, che di solito dicono tutto quello che noi grandi ci vergogniamo di dire o di pensare.
Salgo a bordo un po’ con il groppo in gola.
Alla porta due giovani assistenti di volo accolgono i passeggeri. Sorridono. Saluto, ricambio il sorriso, percorro il corridoio. Chissà dov’erano quando Lubitz ha deciso di schiantarsi contro una montagna in Franca. Chissà cos’hanno pensato. Chissà se conoscevano l’equipaggio coinvolto.
A metà corridoio un’altra assistente di volo aiuta due passeggeri anziani a mettere la borsa nella cappelliera. Mi fermo, uno sbuffo di fatica percorre le labbra della ragazza che subito dopo diventa un sorriso rivolto ai due signori. Si sposta per farmi passare, sorrido. Danke sehr.
Il tempo di percorrere 26 file e sono arrivato al mio posto, la fila è ancora vuota. Ho avuto 26 file per pensare, dopo 26 file ho deciso: questo sarà un volo normale, come tutti gli altri, questo è un volo normale, come tutti gli altri. La pazzia di un singolo non può rovinare la vita alle centinaia di migliaia di passeggeri che ogni giorno salgono su un aereo, affidandosi a professionisti in cabina di pilotaggio e in cabina passeggeri. La follia di una persona malata, che non abbiamo saputo aiutare, che non ha saputo chiedere aiuto, non può rovinarmi la gioia di volare, di spostarmi da una città all’altra, da uno stato all’altro, da un continente all’altro, di essere in poche ore a contatto con persone diverse, cibi nuovi, lingue differenti, culture inesplorate.
Volate alto, passeggeri ed equipaggio del volo Germanwings 9525.
Sono di nuovo alla mia fila 26. Guardo con discreto orrore quello che mi si para davanti per la prossima ora di volo: manca il finestrino. L’ultima fila dei 319 Germanwings non ha il finestrino; posso sbirciare da quello alla fila davanti, posto per tre quarti all’altezza del poggiatesta e per un quarto nella mia fila, che ovviamente non si reclina, essendo contro la paratia. L’aereo è pure pieno, per fortuna non sono claustrofobico. Maledizione, sono stato truffato dall’agente al check-in che, in un evidente moto di pietà, mi ha assegnato poi l’uscita di sicurezza sul volo successivo. Sopravviverò

615 by dskaccomatto, on Flickr

616 by dskaccomatto, on Flickr

617 by dskaccomatto, on Flickr
Il comandante si presenta, una bella voce giovanile e appassionata; presenta l’equipaggio e si scusa tantissimo per il ritardo, dovuto alla congestione di Heathrow quel pomeriggio, ma che recupereremo buona parte del ritardo grazie ad un paio di shortcuts (mi sfugge in cosa consistano le scorciatoie in termini aeronautici); il pushback avverrà una quindicina di minuti dopo l’annuncio, oltre mezz’ora dopo l’orario previsto di decollo. Non sono molto preoccupato per la connessione, male che vada mi riproteggeranno via FRA/MUC o mi offriranno la partenza la mattina successiva da CGN.

618 by dskaccomatto, on Flickr
Ci facciamo il giro di LHR per arrivara in testata pista, dove c’è una discreta coda. Siamo subito dopo un 320 di Aer Lingus, nel senso che appena questo molla i freni e percorre un centinaio di metri, siamo già in testata pista e decolliamo con l’aereo che ci precede che ancora sta salendo lungo l’orientamento della stessa – dal misero spicchio di cielo che ho a disposizione, vedo infatti l’irlandese virare solo mentre noi stiamo già salendo. Sembra vicinissimo, sembra di inseguirlo (anche perché viriamo, per un pezzettino, nella stessa direzione), merito anche del vento che spira su Londra e che fa traballare tutto quanto come su un ottovolante, dando l’impressione di essere passeggeri di un’auto da corsa alla ricerca del prossimo sorpasso.
Non potendo guardare giù dal finestrino, non avendo nulla da leggere e non avendo un rinfresco da fotografare, dedico il mio tempo ad ascoltare musica, mentre i miei due vicini dormono beati.

619 by dskaccomatto, on Flickr

620 by dskaccomatto, on Flickr
L’atterraggio è una fotocopia del decollo: vento, stavolta nuvole, sballonzolamenti vari. Tocchiamo terra meno di un’ora dopo; sbarco invero tra i primi, visto che siamo ai remoti e viene usata anche la porta posteriore. Durante il rullaggio riesco a fare un paio di pessime foto con la compattina, visto che sulla reflex avevo lasciato montato il grandangolo.

621 by dskaccomatto, on Flickr
Eccoci a casa di DUS-CGN, una delle due quantomeno

622 by dskaccomatto, on Flickr
e una foto del bolide

623 by dskaccomatto, on Flickr
Prima volta a CGN; il sistema di transiti mi è parso un po’ originale, ma forse era dovuto al fatto che arrivavamo da una destinazione extra-Schengen: il bus ferma agli arrivi, ma una voce registrata ricorda ai pax in transito di non scendere e aspettare la prossima fermata. Scene di pax persi e di altri pax (per lo più tedeschi) che aiutano chi non ha capito. Il più stordito un pax italiano (un ragazzo giovane, mica uno dell’età di Nicolap) che chiede info in pseudo-inglese prima all’autista, poi viene aiutato da due donzelle teutoniche. Io guardo, e rido, o meglio, piango. Mi faccio commuovere solo poco dopo, quando rischia l’arresto.
Ci fermiamo alla seconda fermata e, dopo pochi passi, occorre risalire le scale di un finger per rientrare nell’aerostazione di fronte ad un controllo documenti. Qui l’ottimo ben pensa di tirare fuori il telefonino e mettersi a chiacchierare davanti al poliziotto che gli controlla il passaporto. Al poliziotto credo sia venuto un ictus talmente aveva la vena gonfia, testa lucida invece riaggancia il telefono a Dudu o chi era dicendo “Ah aspetta ti richiamo che mi fa gesto di chiudere”, scocciato per quell’energumeno rompipalle che ha interrotto la chiamata.
Subito dopo tocca a me, vorrei che il mio passaporto fosse di Tuvalu.
Pochi metri dopo lo vedo vagare senza sapere dove andare, mi avvicino e gli chiedo: “Sei sul volo per Milano”? Mi risponde candido sì ma che a quell’ora il volo era già partito e non sapeva cosa doveva fare. Gli indico il cartellone e gli faccio vedere: Milano MXP, volo in ritardo, attendere informazioni al gate B80. “È in ritardo anche il nostro volo, quindi non hanno ancora aperto il gate. È quello là (indico – è a dieci metri da noi), e comunque se l’avessi perso mica ti lasciavano vagare per l’aeroporto, andavi lì (indico il banco transiti) e chiedi info sul prossimo volo”. Ah, grazie grazie!
Vado comunque al banco transiti per sapere l’ora prevista di partenza, visto che manca il nuovo orario; e chiedo se l’aereo è lo stesso che arriva da Londra. Yessir, stesso aereo. Buh, speravo nella nuova matricola sul logbook. Per fortuna l'addetta si sbaglierà, grazie anche al ritardo di oltre un’ora. Saranno saltati tutti i giri macchina.
Notevole la solita fila di italiani già in piedi al gate, con tanto ritardo annunciato. Rimarranno in piedi tutto il tempo, quello necessario affinché: riesca ad andare in bagno; riesca a prendermi una bottiglietta d'acqua; riesca a farmi un giro per il terminal; riesca a fare due foto dalle vetrate; riesca a sedermi per almeno mezz'ora. Le vene varicose se le meritano tutte. L’ottimo è ovviamente incolonnato nel gregge a riprendere la telefonata con Dudu o Bibi.
Se non c’è un Turkish non è un aeroporto tedesco

624 by dskaccomatto, on Flickr
Il terminal non mi è parso nulla di irresistibile, abbastanza vecchiotto. L’area centrale è occupata da una specie di duty free con le solite marche e i soliti prodotti uguali a tutti gli altri, mentre di lato ci sono due bar/bistrot (pieni). Le vetrate non sono male, peccato per quello sticker continuo "Germanwings" proprio ad altezza occhi.

625 by dskaccomatto, on Flickr
ma il piazzale cargo è semplicemente da svenire

626 by dskaccomatto, on Flickr
Con un’ora di ritardo, viene aperto il gate, così che la mandria italica si è fatta complessivamente almeno un’ora e venti almeno in piedi (i più temerari secondo me oltrepassano l’ora e mezza abbondante).
Tratta: CGN-MXP
Volo: 4U 826
Aereo: Airbus A319-132
MSN: 4227
Reg: D-AGWP
Primo volo: 08/03/2010
Consegnato: 15/03/2010
Età: 5.1 anni
Posto: 10A
Gate: B80
Sched/Actual: 1820-1925 / 1923-2006
Durata volo: 43’
Imbarco a piedi.

628 by dskaccomatto, on Flickr
Arrivo al mio posto e la visione della prateria di fronte al mio sedile mi riempie il cuore di gioia.

629 by dskaccomatto, on Flickr
Il volo è un hipster flight e io, con le mie splendide calze a righe,stringe blue elettrico e barbetta d’ordinanza, mi confondo a meraviglia.
Davanti a me, all’altra fila di emergenza, un signore, con moglie, sulla settantina. Di fianco, due fidanzatini italiani superfashion. Li avrei catapultati fuori dall’uscita di emergenza, a proposito della quale devo ravvisare che gli aa/vv non ci hanno fatto alcun briefing, non sono venuti a chiederci se parlassimo tedesco o inglese, non sono neppure intervenuti quando l’arzillo vecchietto davanti ha deciso di staccare il pannello che copre la maniglia per aprire l’uscita. Quando l’ha fatto sono diventato bianco! Dopo averla rimessa a posto, constatato che la guarnizione non era perfettamente a posto, gli ha tirato un pugno. Ci mancava solo che sparasse fuori lo scivolo

630 by dskaccomatto, on Flickr
Notare il bracciolo incorporato nell’uscita e lo scurino al contrario

631 by dskaccomatto, on Flickr
Il comandante, come da copione, si presenta e presenta l’equipaggio, scusandosi per il ritardo causato da aeromobile in arrivo. Decolliamo per fortuna poco più tardi, perché la mandria iniziava a dare segni di impazienza.
Volo anonimo e tranquillo, in quaranta minuti riescono a fare anche un giro con il carrellino per vendere da bere/mangiare o distribuire i pasti di chi ne ha diritto.
Le Alpi al tramonto sono la solita emozione.

632 by dskaccomatto, on Flickr
Ma anche le risaie, nelle giuste condizioni, non sono male

633 by dskaccomatto, on Flickr
Tocchiamo su 35R e rulliamo fino al Sat A, dove superiamo un Embraer di Air Dolomiti da Monaco che andrà ad uno stand remoto.

634 by dskaccomatto, on Flickr
Sbarco e ritiro bagagli nella norma; alla mia valigia è stato divelto uno dei due piedini, per cui, prima di uscire, cerco invano la postazione dell’handler. Chiedo all’unico presente (un militare delle Fiamme Gialle) che mi indirizza lungo un corridoio nuovo, al termine del quale in effetti ci sono tutti gli sportelli degli handler. Faccio la denuncia e me ne ritorno indietro per uscire dal percorso abituale; Germawings mi ha richiamato ieri per confermare il rimborso della riparazione.
DaV

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601 by dskaccomatto, on Flickr

602 by dskaccomatto, on Flickr
All’interno del terminal operano in esclusiva i partner Star Alliance, più Icelandair, Virgin Atlantic Little Red e Aer Lingus.
Do uno sguardo ai monitor e cerco di capire dove lasciare il bagaglio. Germanwings, banchi vattelapesca. Vado e vedo solo quelli per i loro pax business, o come la chiamano, e per gli HON Circle Lufthansa. Per i poveri cristi, gira e rigira, trovo i banchi nelle isole a metà del terminal, dopo un po’ di affanno.
Mi self check-inno da solo, mi stampo il bag tag ed entro nella breve coda del drop-off comune di Brussels, Germanwings, Austrian e Swiss. Mollo la valigia sul nastro e chiedo, così tanto per, se per caso, ma davvero davvero, tutti i posti finestrini sia sul LHR-CGN, che sul CGN-MXP fossero già presi. Ricordiamo che volo in tariffa superstraccion, con bagaglio imbarcato preso a parte. L’addetto al check-in dice che dà un occhio e, magia!, salta fuori un finestrino sulla prima tratta, nonostante il volo sia full (full davvero). Vengo avvisato che è in ultimissima fila, lato destro, prendere o lasciare? Ma prendo, perdiana, chissenefrega se sbarco per ultimo. Poi, seconda magia!, sembra ci sia anche sul Malpensa. It’s an emergency row, so you can experience a bit of extra legroom. Wow. La fila di emergenza, appannaggio solo di chi sperpera inutilmente denaro per non farsi venire la DVT, per me e pure aggratis! Lo considero indiscutibilmente come un upgrade; anche questo volo pieno. A volte basta solo fare una domanda in modo educato e senza pretendere niente e si viene ripagati. Rubo un bag tag StarAlliance (di quelli di carta) da aggiungere alla mia collezione. Addetto super.

603 by dskaccomatto, on Flickr
Vado felice e contento ai controlli di sicurezza, dove passo senza suonare. Coda numerosa ma gestita in modo eccellente, con un sacco di varchi aperti e personale cortese e, soprattutto, efficiente.
L’airside del T2 è secondo me tra i più belli in tutta Europa: arioso, con la piazza ribassata, luminoso, con le belle vetrate a tutta altezza (e senza i corridoio dei gate che girano intorno, come al T5). Quella roba con i cerchi blu è una scultura cinetica di Cinimod Studio. Dal vivo è molto bella, proprio sopra il Seafood Bar di Caviar House & Prunier.

604 by dskaccomatto, on Flickr

605 by dskaccomatto, on Flickr
Faccio qualche foto a quel che si vede dalla vetrata, per passare il tempo.

606 by dskaccomatto, on Flickr

607 by dskaccomatto, on Flickr

608 by dskaccomatto, on Flickr
Sono tentato dal farmi un giro al concourse B, scommettendo sul fatto che il mio gate sarà lì; ma visto che tutti i cartelli suggeriscono altrimenti, mi faccio solo le scale mobili più lunghe mai viste in un aeroporto e poi torno su con l’ascensore.

609 by dskaccomatto, on Flickr
Faccio bene, nei fatidici venti minuti prima del volo, viene annunciato che il gate sarà all’A...

610 by dskaccomatto, on Flickr
... e pure in ritardo causa slot e congestione a LHR, come ci viene spiegato una volta a bordo.
Notare la coda del Concorde in alto, nella foto.

611 by dskaccomatto, on Flickr
Ritratto di famiglia

612 by dskaccomatto, on Flickr

613 by dskaccomatto, on Flickr
Mi alzo che il volo sta già imbarcando da un po’ – poco male, tanto devo raggiungere comunque l’ultima fila.

Tratta: LHR-CGN
Volo: 4U 465
Aereo: Airbus A319-132
MSN: 5978
Reg: D-AGWZ
Primo volo: 27/01/2014
Consegnato: 21/02/2014
Età: 1.2 anni
Posto: 26F
Gate: A18, door A
Sched/Actual: 1445-1650 / 1535-1727
Durata volo: 53’

Percorro il finger con un pensiero fisso: il volo Germanwings 9525. Ho cercato di reprimere l’idea, per quanto possibile; ma davvero è difficile, una settimana dopo l’incidente, non andare col pensiero a quell’evento. Poteva essere il mio volo, poteva essere quello successivo, poteva essere uno di quelli spottati a Heathrow nei giorni precedenti.
Non sento nessuno parlarne, non vedo nessuno preoccuparsi, neppure quelle menti splendide e senza filtro che sono i bambini, che di solito dicono tutto quello che noi grandi ci vergogniamo di dire o di pensare.
Salgo a bordo un po’ con il groppo in gola.
Alla porta due giovani assistenti di volo accolgono i passeggeri. Sorridono. Saluto, ricambio il sorriso, percorro il corridoio. Chissà dov’erano quando Lubitz ha deciso di schiantarsi contro una montagna in Franca. Chissà cos’hanno pensato. Chissà se conoscevano l’equipaggio coinvolto.
A metà corridoio un’altra assistente di volo aiuta due passeggeri anziani a mettere la borsa nella cappelliera. Mi fermo, uno sbuffo di fatica percorre le labbra della ragazza che subito dopo diventa un sorriso rivolto ai due signori. Si sposta per farmi passare, sorrido. Danke sehr.
Il tempo di percorrere 26 file e sono arrivato al mio posto, la fila è ancora vuota. Ho avuto 26 file per pensare, dopo 26 file ho deciso: questo sarà un volo normale, come tutti gli altri, questo è un volo normale, come tutti gli altri. La pazzia di un singolo non può rovinare la vita alle centinaia di migliaia di passeggeri che ogni giorno salgono su un aereo, affidandosi a professionisti in cabina di pilotaggio e in cabina passeggeri. La follia di una persona malata, che non abbiamo saputo aiutare, che non ha saputo chiedere aiuto, non può rovinarmi la gioia di volare, di spostarmi da una città all’altra, da uno stato all’altro, da un continente all’altro, di essere in poche ore a contatto con persone diverse, cibi nuovi, lingue differenti, culture inesplorate.
Volate alto, passeggeri ed equipaggio del volo Germanwings 9525.
Sono di nuovo alla mia fila 26. Guardo con discreto orrore quello che mi si para davanti per la prossima ora di volo: manca il finestrino. L’ultima fila dei 319 Germanwings non ha il finestrino; posso sbirciare da quello alla fila davanti, posto per tre quarti all’altezza del poggiatesta e per un quarto nella mia fila, che ovviamente non si reclina, essendo contro la paratia. L’aereo è pure pieno, per fortuna non sono claustrofobico. Maledizione, sono stato truffato dall’agente al check-in che, in un evidente moto di pietà, mi ha assegnato poi l’uscita di sicurezza sul volo successivo. Sopravviverò

615 by dskaccomatto, on Flickr

616 by dskaccomatto, on Flickr

617 by dskaccomatto, on Flickr
Il comandante si presenta, una bella voce giovanile e appassionata; presenta l’equipaggio e si scusa tantissimo per il ritardo, dovuto alla congestione di Heathrow quel pomeriggio, ma che recupereremo buona parte del ritardo grazie ad un paio di shortcuts (mi sfugge in cosa consistano le scorciatoie in termini aeronautici); il pushback avverrà una quindicina di minuti dopo l’annuncio, oltre mezz’ora dopo l’orario previsto di decollo. Non sono molto preoccupato per la connessione, male che vada mi riproteggeranno via FRA/MUC o mi offriranno la partenza la mattina successiva da CGN.

618 by dskaccomatto, on Flickr
Ci facciamo il giro di LHR per arrivara in testata pista, dove c’è una discreta coda. Siamo subito dopo un 320 di Aer Lingus, nel senso che appena questo molla i freni e percorre un centinaio di metri, siamo già in testata pista e decolliamo con l’aereo che ci precede che ancora sta salendo lungo l’orientamento della stessa – dal misero spicchio di cielo che ho a disposizione, vedo infatti l’irlandese virare solo mentre noi stiamo già salendo. Sembra vicinissimo, sembra di inseguirlo (anche perché viriamo, per un pezzettino, nella stessa direzione), merito anche del vento che spira su Londra e che fa traballare tutto quanto come su un ottovolante, dando l’impressione di essere passeggeri di un’auto da corsa alla ricerca del prossimo sorpasso.
Non potendo guardare giù dal finestrino, non avendo nulla da leggere e non avendo un rinfresco da fotografare, dedico il mio tempo ad ascoltare musica, mentre i miei due vicini dormono beati.

619 by dskaccomatto, on Flickr

620 by dskaccomatto, on Flickr
L’atterraggio è una fotocopia del decollo: vento, stavolta nuvole, sballonzolamenti vari. Tocchiamo terra meno di un’ora dopo; sbarco invero tra i primi, visto che siamo ai remoti e viene usata anche la porta posteriore. Durante il rullaggio riesco a fare un paio di pessime foto con la compattina, visto che sulla reflex avevo lasciato montato il grandangolo.

621 by dskaccomatto, on Flickr
Eccoci a casa di DUS-CGN, una delle due quantomeno

622 by dskaccomatto, on Flickr
e una foto del bolide

623 by dskaccomatto, on Flickr
Prima volta a CGN; il sistema di transiti mi è parso un po’ originale, ma forse era dovuto al fatto che arrivavamo da una destinazione extra-Schengen: il bus ferma agli arrivi, ma una voce registrata ricorda ai pax in transito di non scendere e aspettare la prossima fermata. Scene di pax persi e di altri pax (per lo più tedeschi) che aiutano chi non ha capito. Il più stordito un pax italiano (un ragazzo giovane, mica uno dell’età di Nicolap) che chiede info in pseudo-inglese prima all’autista, poi viene aiutato da due donzelle teutoniche. Io guardo, e rido, o meglio, piango. Mi faccio commuovere solo poco dopo, quando rischia l’arresto.
Ci fermiamo alla seconda fermata e, dopo pochi passi, occorre risalire le scale di un finger per rientrare nell’aerostazione di fronte ad un controllo documenti. Qui l’ottimo ben pensa di tirare fuori il telefonino e mettersi a chiacchierare davanti al poliziotto che gli controlla il passaporto. Al poliziotto credo sia venuto un ictus talmente aveva la vena gonfia, testa lucida invece riaggancia il telefono a Dudu o chi era dicendo “Ah aspetta ti richiamo che mi fa gesto di chiudere”, scocciato per quell’energumeno rompipalle che ha interrotto la chiamata.
Subito dopo tocca a me, vorrei che il mio passaporto fosse di Tuvalu.
Pochi metri dopo lo vedo vagare senza sapere dove andare, mi avvicino e gli chiedo: “Sei sul volo per Milano”? Mi risponde candido sì ma che a quell’ora il volo era già partito e non sapeva cosa doveva fare. Gli indico il cartellone e gli faccio vedere: Milano MXP, volo in ritardo, attendere informazioni al gate B80. “È in ritardo anche il nostro volo, quindi non hanno ancora aperto il gate. È quello là (indico – è a dieci metri da noi), e comunque se l’avessi perso mica ti lasciavano vagare per l’aeroporto, andavi lì (indico il banco transiti) e chiedi info sul prossimo volo”. Ah, grazie grazie!
Vado comunque al banco transiti per sapere l’ora prevista di partenza, visto che manca il nuovo orario; e chiedo se l’aereo è lo stesso che arriva da Londra. Yessir, stesso aereo. Buh, speravo nella nuova matricola sul logbook. Per fortuna l'addetta si sbaglierà, grazie anche al ritardo di oltre un’ora. Saranno saltati tutti i giri macchina.
Notevole la solita fila di italiani già in piedi al gate, con tanto ritardo annunciato. Rimarranno in piedi tutto il tempo, quello necessario affinché: riesca ad andare in bagno; riesca a prendermi una bottiglietta d'acqua; riesca a farmi un giro per il terminal; riesca a fare due foto dalle vetrate; riesca a sedermi per almeno mezz'ora. Le vene varicose se le meritano tutte. L’ottimo è ovviamente incolonnato nel gregge a riprendere la telefonata con Dudu o Bibi.
Se non c’è un Turkish non è un aeroporto tedesco

624 by dskaccomatto, on Flickr
Il terminal non mi è parso nulla di irresistibile, abbastanza vecchiotto. L’area centrale è occupata da una specie di duty free con le solite marche e i soliti prodotti uguali a tutti gli altri, mentre di lato ci sono due bar/bistrot (pieni). Le vetrate non sono male, peccato per quello sticker continuo "Germanwings" proprio ad altezza occhi.

625 by dskaccomatto, on Flickr
ma il piazzale cargo è semplicemente da svenire

626 by dskaccomatto, on Flickr
Con un’ora di ritardo, viene aperto il gate, così che la mandria italica si è fatta complessivamente almeno un’ora e venti almeno in piedi (i più temerari secondo me oltrepassano l’ora e mezza abbondante).

Tratta: CGN-MXP
Volo: 4U 826
Aereo: Airbus A319-132
MSN: 4227
Reg: D-AGWP
Primo volo: 08/03/2010
Consegnato: 15/03/2010
Età: 5.1 anni
Posto: 10A
Gate: B80
Sched/Actual: 1820-1925 / 1923-2006
Durata volo: 43’

Imbarco a piedi.

628 by dskaccomatto, on Flickr
Arrivo al mio posto e la visione della prateria di fronte al mio sedile mi riempie il cuore di gioia.

629 by dskaccomatto, on Flickr
Il volo è un hipster flight e io, con le mie splendide calze a righe,stringe blue elettrico e barbetta d’ordinanza, mi confondo a meraviglia.
Davanti a me, all’altra fila di emergenza, un signore, con moglie, sulla settantina. Di fianco, due fidanzatini italiani superfashion. Li avrei catapultati fuori dall’uscita di emergenza, a proposito della quale devo ravvisare che gli aa/vv non ci hanno fatto alcun briefing, non sono venuti a chiederci se parlassimo tedesco o inglese, non sono neppure intervenuti quando l’arzillo vecchietto davanti ha deciso di staccare il pannello che copre la maniglia per aprire l’uscita. Quando l’ha fatto sono diventato bianco! Dopo averla rimessa a posto, constatato che la guarnizione non era perfettamente a posto, gli ha tirato un pugno. Ci mancava solo che sparasse fuori lo scivolo

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Notare il bracciolo incorporato nell’uscita e lo scurino al contrario

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Il comandante, come da copione, si presenta e presenta l’equipaggio, scusandosi per il ritardo causato da aeromobile in arrivo. Decolliamo per fortuna poco più tardi, perché la mandria iniziava a dare segni di impazienza.
Volo anonimo e tranquillo, in quaranta minuti riescono a fare anche un giro con il carrellino per vendere da bere/mangiare o distribuire i pasti di chi ne ha diritto.
Le Alpi al tramonto sono la solita emozione.

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Ma anche le risaie, nelle giuste condizioni, non sono male

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Tocchiamo su 35R e rulliamo fino al Sat A, dove superiamo un Embraer di Air Dolomiti da Monaco che andrà ad uno stand remoto.

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Sbarco e ritiro bagagli nella norma; alla mia valigia è stato divelto uno dei due piedini, per cui, prima di uscire, cerco invano la postazione dell’handler. Chiedo all’unico presente (un militare delle Fiamme Gialle) che mi indirizza lungo un corridoio nuovo, al termine del quale in effetti ci sono tutti gli sportelli degli handler. Faccio la denuncia e me ne ritorno indietro per uscire dal percorso abituale; Germawings mi ha richiamato ieri per confermare il rimborso della riparazione.
DaV