An unbiased walk & story from East Sarajevo to Sarajevo via invisible borders, lots of history and, last but not least, planes!
Sono anni che mi riprometto di scrivere un TR su Sarajevo (che poi TR strictly speaking non è visto che sono di base qui in assignment per motivi di lavoro e che, dalla mia prima visita immediatamente dopo la guerra e quando i cecchini sparavano ancora con contratto part-time, ne ho fatto la mia residenza di cuore), forse per la passione che, sin da piccolo, nutro verso i Balcani e la loro ricca e tumultuosa storia o forse per il fatto che nessun altro posto al mondo riesce a trasmettermi così tante emozioni. Sin dai tempi delle scuole medie, ero lì a leggermi libri e libri sui Balcani al punto da incuriosire anche i miei insegnanti a scuola (era common thing per i miei genitori sentirsi ripetere la domanda: “Out-of-curiosity, is there any reason why he’s so interested in the Balkans?”). Insomma, ero uno di quelli a bit odd che leggeva un sacco di Misha Glenny e Mark Mazower, guardava con interesse le corrispondenze di Martin Bell e tifava Blackburn Rovers.
In ogni caso, eccomi qui. Sarà una passeggiata nel vero senso della parola, una lunga passeggiata sui 15 km o giù di lì che separano la parte est (città a se stante dopo gli accordi di Dayton) ed il cuore di Sarajevo (Baščaršija), con foto (mediocri) che ho scattato negli anni e che spero rendano l’idea della bellezza di questi posti ma anche un pizzico in più di awareness sugli eventi storici che hanno caratterizzato la regione.
Di aeronautico, ahimé, ci sarà ben poco, vista anche la monotonia delle mie foto sul thread del catering, dove troverete ogni possibile ed immaginabile sfumatura dei pasti di bordo e di lounge delle varie usual suspects e cioè Lufthansa, LOT e compagniabella; inserirò, tuttavia, un po’ di foto relative ad uno dei miei trasferimenti settimanali verso la sede di Londra e spero che, vista la destinazione un tantino insolita (nulla in confronto ai 16 controlli doganali per accedere in Cina, sia chiaro
) per queste pagine, mi sarà perdonato il basso contenuto aviatorio. In ogni caso, per vedere aeroporti, aerei, salette e pasti Kosher, dovrete attendere la fine del TR 
G

Sono anni che mi riprometto di scrivere un TR su Sarajevo (che poi TR strictly speaking non è visto che sono di base qui in assignment per motivi di lavoro e che, dalla mia prima visita immediatamente dopo la guerra e quando i cecchini sparavano ancora con contratto part-time, ne ho fatto la mia residenza di cuore), forse per la passione che, sin da piccolo, nutro verso i Balcani e la loro ricca e tumultuosa storia o forse per il fatto che nessun altro posto al mondo riesce a trasmettermi così tante emozioni. Sin dai tempi delle scuole medie, ero lì a leggermi libri e libri sui Balcani al punto da incuriosire anche i miei insegnanti a scuola (era common thing per i miei genitori sentirsi ripetere la domanda: “Out-of-curiosity, is there any reason why he’s so interested in the Balkans?”). Insomma, ero uno di quelli a bit odd che leggeva un sacco di Misha Glenny e Mark Mazower, guardava con interesse le corrispondenze di Martin Bell e tifava Blackburn Rovers.
In ogni caso, eccomi qui. Sarà una passeggiata nel vero senso della parola, una lunga passeggiata sui 15 km o giù di lì che separano la parte est (città a se stante dopo gli accordi di Dayton) ed il cuore di Sarajevo (Baščaršija), con foto (mediocri) che ho scattato negli anni e che spero rendano l’idea della bellezza di questi posti ma anche un pizzico in più di awareness sugli eventi storici che hanno caratterizzato la regione.
Di aeronautico, ahimé, ci sarà ben poco, vista anche la monotonia delle mie foto sul thread del catering, dove troverete ogni possibile ed immaginabile sfumatura dei pasti di bordo e di lounge delle varie usual suspects e cioè Lufthansa, LOT e compagniabella; inserirò, tuttavia, un po’ di foto relative ad uno dei miei trasferimenti settimanali verso la sede di Londra e spero che, vista la destinazione un tantino insolita (nulla in confronto ai 16 controlli doganali per accedere in Cina, sia chiaro
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