Devo scusarmi per il ritardo. Problemi di salute mi costringono al ricovero in ospedale. Approfitto tuttavia dei tempi morti per caricare ancora una breve terza parte del TR. Proseguirà ancora, per ora accontentatevi di questa
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TERZA PARTE: DA TIANJIN A XI'AN
La nostra destinazione per il primo giorno è la poco turistica (e poco interessante) città di Tianjin. La raggiungeremo con un autobus pieno di locali che parte direttamente dall'aeroporto. Non appena saliamo tutti ci guardano come se non avessero mai visto un occidentale in vita loro ma capisco subito il significato dei loro sguardi, come a dire: “cosa caspita vanno a fare a Tianjin?”. Niente di più vero ma dovendo già passare una settimana a Pechino, volevamo visitare una città nuova e Tianjin era l'unica “nelle vicinanze”. Insomma, eccoci a bordo.
Alloggeremo al Sichuan Hotel. Bello. Ma, come impareremo di lì a breve, mai pretendere che qualcuno in Cina (e soprattutto a Tianjin) sappia parlare inglese. Nemmeno in hotel !!!
Della serie “just for laughs”, tanto per ridere. Leggete l'ardita traduzione da cinese a inglese di queste istruzioni presenti in camera. Chi capisce, alzi la mano. Anzi, mi mandi un messaggio privato !!! HAHA
Come da tradizione cinese, ciabatte per i clienti ...
Facciamo un breve “tour” in immagini di Tianjin, tipica città cinese non “corrotta” dal turismo. Per quanto ci fosse poco da vedere, abbiamo apprezzato la possibilità di immergerci nella vita quotidiana del posto. Ecco quanto ho imparato nel mio giorno passato in città.
In Cina, esistono impianti elettrici alquanto “particolari”;
In Cina, esistono fiumi color verde dove la gente fa il bagno;
In Cina le auto suonano ai pedoni sulle strisce e, di conseguenza, i pedoni attraversano come,dove e quando gli pare;
In Cina se non sai adattarti al cibo locale c'è sempre un KFC dietro l’angolo, ovunque tu sia (regola che vale più che altro per i miei amici,non per me)
In Cina, I palazzo crescono come funghi …
Qualche altra immagine della vita quotidiana a Tianjin e delle attrazioni principali presenti in città fra cui una Bell Tower che credevo originale (ma che, ho scoperto dopo, venne distrutta da Mao durante la rivoluzione culturale e ricostruita solo nel 2008), e il “quartiere italiano”, pieno di ristoranti tedeschi !!!
Un mezzo di trasporto molto diffuso in città, a parte i taxi, sono i tricicli formato “ape”. Rapidi e con guidatori “pazzi” che guidano come gli pare, senza seguire alcuna regola. Una esperienza senz'altro da provare !!!
Il giorno successivo, dopo una dormita di quasi 18 ore dovuta al fuso, pranziamo al ristorante dell'hotel. Ordinare è drammatico ma ci aiuta, paradossalmente, un immigrato africano che parla cinese e lavora da quelle parti. Optiamo per maiale in agrodolce, ravioli cinesi (dumplings) e gamberi fritti oltre all'immancabile tè cinese. Tutto consumato ovviamente con le tipiche bacchette !!!
Ci rechiamo quindi in stazione per prendere il treno per tornare a Pechino. Il nuovo treno ad alta velocità oltre che economico è anche incredibilmente rapido. Unica difficoltà: fare il biglietto. Come già detto inutile sperare che qualcuno parli inglese. Le biglietterie automatiche invece, pur essendo anche in inglese, “gelano” le speranze dei pochi turisti quando, alla schermata finale, quando uno crede di avercela fatta arriva la richiesta: inserisci la tua carta di identità cinese nel lettore. Grazie tante !!!
Ancora una volta sarà il destino a darci una mano. Siamo a migliaia di chilometri da casa, immersi in un ambiente a noi completamente sconosciuto, nessuno parlare le lingue che noi conosciamo ma chi c'è ad aiutarci? Una coppia di napoletani, che parla cinese !!! è proprio davvero che gli amici napoletani sono dappertutto !!!
Biglietti fatti. Ci rechiamo all'entrata ed entriamo nella bellissima stazione di Tianjin. Ecco alcune foto all’esterno.
E all’interno.
E' ora di "imbarcarsi"
Il nostro Bullet Train è pronto a partire. Mentre un addetto sta completando la pulizia giornaliera (lo facessero così bene anche in Italia !!!).
Ottimo leg-room
Foto curiosa. In Cina si festeggia il Tibet? WOW !!!
Arriviamo in poco più di mezz'ora (esattamente 33 minuti, puntuali al secondo) alla stazione di Beijing South. Il tempo per visitare la capitale è anche stavolta pressochè nullo, in poco più di 4 ore ci attende la partenza di un altro treno, questa volta un notturno, in direzione Xi'an,la vecchia capitale di ben tredici dinastie nonché termine est della via della seta.
Il treno Z53 (la classe Z indica i treni notturni più lussuosi e moderni,studiati appositamente per i turisti e i cinesi che possono permetterselo) partirà però da un'altra stazione: Beijing South. Come andarci? La metropolitana è fuori gioco, lavori per la costruzione di una nuova linea ci costringerebbero ad un doppio cambio con anche un breve tragitto in autobus alla fine. Not an option. La scelta è quindi pressochè obbligata: taxi.
Ci mettiamo in fila per prenderne uno e, forse complice la nostra “insolita” faccia da occidentali, subito veniamo presi di mira da uno dei tanti “tout”. “Taxi, taxi”, proviamo inizialmente ad ignorarlo ma,di fronte alla sua insistenza, provo a chiedergli un prezzo. In tutta onestà, nonostante glielo mostri su una mappa della metro, sembra non capire nemmeno dove siamo diretti, ma subito spara: “one-hundred-and-fifty”. “150? serio?” e mi addentro sempre più dentro la fila dei taxi. Ma lui insiste. Cerca di convincermi che la fila è troppo lunga (per quanto lo fosse, ce la sbrigheremo in sì e no un quarto d'ora), che dovremmo prendere due taxi data la quantità di bagagli (tre, nulla di eccessivo e comunque mi sarebbe piaciuto chiedergli cosa rendesse il suo taxi più grande gli altri, Mary-Poppins style). No, thanks. A quel punto credo che, mentre procedevamo nella fila lui continuasse a pregarci nel suo stentato inglese ma avevo deciso da tempo di smettere di ascoltarlo.
Arriva il nostro turno. Sistemiamo la prima valigia nel taxi ma il taxista, dopo aver visto che ne avevamo altre due e che una sarebbe dovuta andare sui sedili dei passeggeri, ci caccia in maniera abbastanza volgare facendoci addirittura fretta affinchè liberassimo il baule. Ci avviciniamo quindi ad una seconda auto, sistemiamo tutte le valigie, anche quella lato passeggero, ci sediamo pronti per partire quando, sorpresa, figuriamoci se il taxista capisce dove vogliamo andare. Fuori, fuori e alla svelta. E sono due. Terzo taxi,stavolta,anche grazie alla provvidenziale traduzione di un giovanotto di passaggio, sembra capire. Carichiamo e partiamo sulle note di un strano ma simpatico disco pop cinese. Entriamo in autostrada ed inizia lo show: il taxista si improvvisa concorrente di “China's got Talent” e comincia a cantare a squarciagola. Notato che incontra apprezzamenti (sorrisi e gambe a ritmo di musica) tende ad alzare sempre più la voce (anche se a tratti sembra quasi dormire dato che chiude soventemente gli occhi in modo assonnato,mentre guida) e, toccandomi sulla gamba, mi dice di cantare con lui. Non conosco le parole, peccato. In ogni caso, semplicemente un grande.
Arriviamo a Beijing South che il tassametro indica 30 Yuan totali. Qualcosa mi dice che il signor “one-hundred-and-fifty” era davvero un uomo onesto. Salutiamo il nostro amico ed entriamo. Fra giri a zonzo per negozi e una visita al fast-food passeremo le prossime quattro ore in attesa di Z53. Ecco qualche foto della stazione, enorme e affollatissima.
Ma guardate soprattutto la sala d'attesa per il nostro treno, da non crederci.
In ogni caso, è ora di imbarcare. Nonostante avessimo più volte ripetuto la nostra richiesta di dormire nello stesso scompartimento, verremo divisi in tre diversi. Ognuno con dei compagni di viaggio cinesi, per fortuna molto tranquilli.
A me capita una simpaticissima famiglia cinese in viaggio col figlio per conoscere la sua futura sposa. Il ragazzo,Jack, vive a Singapore e parla perfettamente inglese e ne approfitto per fare amicizia. I genitori mi comprano gentilmente da bere e mi offrono di condividere con loro una frugale cena cinese, nonché della frutta fresca (pesche, albicocche, prugne e cetrioli- sì,i cetrioli si mangiano come frutta a fine pasto da queste parti) e dell'ottimo tè. Il “Tcha” cinese viene preparato con dell'acqua calda disponibile da un rubinetto apposito situato in fondo ad ogni carrozza, c'è proprio scritto “acqua per preparare il tè”.
Il mio “papa cinese” mentre dorme (e russa forte !!!)
Sulla nostra carrozza sono presenti numerosi altri stranieri. Da una famiglia Argentina in visita al figlio che vive a Tianjin (“habeis visitado Tianjin? Y Por que?” esclama quando gli dico di aver fatto visita da quelle parti), a due fidanzati (quasi sposi) lei Americana, lui Cinese che mi danno tanti buoni consigli su cosa visitare a Xi’An a numerosi inglesi sparsi qua e là.
La carrozza ristorante è poco più avanti e I miei amici vi si recano in visita. Hanno fame e non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia cinese nello scompartimento che li potesse sfamare. Ma qua, paradossalmente, inizia la loro “disperazione”. Ignari del fatto che in Cina si mangi esclusivamente cibo cinese, chiedono della patate fritte. Cosa saranno mai? I camerieri sul treno sembrano non capirlo. Per fortuna la coppia cinese-americana corre in nostro aiuto scrivendo la parola “patate” in idiogrammi anche se, nel frattempo, I miei amici avevano cercato di farsi capire disegnando una confezione di patatine “McDonald’s style” su un foglio di carta. Il risultato di tutta questa fatia sarà, ironicamente, un piatto di patate tagliate “a patatina” ma crude …
Sarà una lunga notte …