PARTE PRIMA: L’ANDATA
Buongiorno a tutti! Dopo il TR di presentazione (http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=91535) , eccomi pronto per una nuova cronaca di viaggio. Questa volta approfitto delle miglia premio di Lufthansa e me ne vado a trovare degli amici a Belgrado, conosciuti nel 2003 in Montenegro: Andreja, sua moglie Sladjana e la piccola Nastasija, 3 anni e 4 mesi, che non ho ancora conosciuto.
Prenoto il volo il 19 dicembre, ultimo giorno di lavoro, e trovo subito il Fly Smart con orari comodi, quasi perfetti, anche se avrei preferito volare all’andata via MUC, per l’aeroporto e per arrivare un paio d’ore prima, ma va bene così, a caval donato non si guarda in bocca!
Il piano di viaggio è molto semplice e mi lascia circa un’ora e mezza di transito a Francoforte all’andata e due ore abbondanti al ritorno:
02/01/2009: TRN – FRA 10.45 – 12.20 LH 4011
02/01/2009: FRA – BEG 13.55 – 15.45 LH 3406
06/01/2009: BEG – FRA 16.40 – 18.55 LH 3407
06/01/2009: FRA – TRN 21.35 – 22.50 LH 4018
ma sarà destinato a variare in mille modi a seguito di nebbie, overbooking e nevicate copiose sul Nord Italia, tramutando un semplice viaggio alla scoperta di una nuova città in un’avventura che ricorderò per molto tempo, anche grazie alla compagnia trovata per strada.
La mattina del 2 gennaio mi sveglio, guardo fuori e la nebbia la fa da padrona: porca miseria, speriamo di non ritardare troppo il primo volo, altrimenti dovrò inventarmi qualcosa per arrivare a Belgrado ad orari umani.
L’aerostazione è abbastanza piena già alle 9 del mattino, non sono tanti i voli in partenza, ma il periodo di vacanze fa sì che il casino aumenti e le code ai check in prendano una forma triangolare, tipicamente nostrana.
Ho fatto check in online la sera prima, percui vado solo a lasciare il bagaglio al banco della F/J, non c’è nessuno in coda e la FTV me ne dà diritto.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa da fotografare e trovo questo esemplare di Alfa MiTo 955 che troneggia tra le zone A e B dell’area check in:
Passo il varco di sicurezza e vado verso la vetrata a vedere com’è la situazione in pista. La valutazione è sconsolante:
Nel frattempo mi do allo spotting, per quel poco che si può fare con questa visibilità e con una compattina da 7 mega e 3x di zoom digitale. Fotografo un 320 AP, un 319 AZ e il 737 BA:
AP A320 EI-DSE da/per FCO (dall’aerostazione)
AZ A319 I-BIDC da/per FCO (fotografato dall’aereo per FRA)
BA 737 G-DCXO da/per LGW (fotografato dal finger dei gates 3-4)
L’aereo da FRA è atteso alle 10.10 ma è in ritardo a causa della nebbia e atterra solo alle 10.34 per pista 36: l’imbarco, previsto alle 10.15, viene prima rimandato alle 10.45 e poi alle 11.30 a causa della fitta nebbia. Non dispero ancora, una volta ho fatto TRN-FRA con Air Dolomiti in 59’ di volo effettivo, quindi non tutto è perso, posso ancora farcela per la coincidenza.
Torino (TRN/LIMF) – Francoforte (FRA/EDDF)
Volo Lufthansa LH4011 del 02/01/2009, operato da Air Dolomiti
Aeromobile: Bae 146 I-ADJH
Seat: 14A
Orario: 10.45-12.20
Block to block: 12.33-13.50
In air: 12.42 (RWY 36) -13.45 (RWY 25L)
LF: circa 85%, equamente distribuito tra J e Y
Terminato l’imbarco dopo pochi minuti, il Comandante annuncia un’ulteriore attesa fino ad un’ora per la nebbia fitta a Caselle, dice che la visibilità è di 200 metri e che una legge italiana prevede che in tali condizioni si possa muovere un solo aereo per volta in tutto l’aeroporto. Non lo sapevo, chiedo agli esperti del forum se ho inteso bene o meno, dato che gli altoparlanti grattavano un po’. Nel frattempo arriva un 319 AZ, I-BIDC, da FCO mentre parte il 318 AF per CDG: l’aeroporto è ufficialmente aperto, è già qualcosa.
Per ingannare l’attesa chiedo alla gentilissima AV un orario Lufthansa, voglio già cominciare a studiare le soluzioni alternative per arrivare a Belgrado, dal momento che la probabilità di perdere la connessione cresce di minuto in minuto. Le soluzioni sono due:
FRA-BEG (LH3408 22.15-00.05 con B733)
FRA-MUC (LH978 17.20-18.15 con AB6) + MUC-BEG (LH3404 19.30-20.55 con ARJ)
La prima mi farebbe arrivare troppo tardi, dal momento che chi mi viene a prendere e mi ospita ha una bimba piccola. Con la seconda soluzione faccio un volo in più, torno a rivedere MUC dopo quasi un anno, volo per la prima volta sull’A300-600 e per la prima volta faccio la tratta FRA-MUC.
Ovviamente preferisco il giro via Monaco, bisogna solo vedere se Lufthansa sarà d’accordo. Nel frattempo, ancora fermi sul piazzale di Caselle, guardo altre possibili soluzioni, via TXL con Jat Airways e via ZRH con Swiss, ma sono poco praticabili. Alle 12.25 il Comandante annuncia il permesso di accendere i motori, vengono chiuse le porte e inizia la dimostrazione di sicurezza. Togliamo il blocco alle 12.33 e ci dirigiamo a passo d’uomo in pista 36, ci allineiamo al fondo della pista, togliamo i freni e stacchiamo tra i raccordi Bravo e Charlie: la rincorsa mi è sembrata molto lunga per un aeromobile relativamente piccolo come il BAE!
Allineamento
Dopo due secondi dal decollo…
Dopo altri due secondi…
La nebbia sopra il Piemonte è fittissima e bassissima, si dirada solo sul Lago Maggiore e la vista è splendida, con Arona, Verbania e le Isole Borromee.
A bordo, come sempre su EN, sto comodissimo nonostante la mole non proprio minima.
Passato il Lago Maggiore saliamo sulle Alpi a FL210 ad una velocità – dice il Primo Ufficiale – di 700 km/h e seguendo la rotta MXP-ZRH-STR-FRA.
Comincia il servizio di bordo, solito ottimo standard di Air Dolomiti con la confezione Settimocielo, oggi nera con grissini, salame, formaggio e un dolcetto con l’uvetta.
Il volo prosegue tranquillo, a parte qualche piccola turbolenza, la gente a bordo è mediamente silenziosa, più che altro preoccupata per le proprie coincidenze, ci immergiamo nelle nuvole, scendiamo e siamo in avvicinamento a FRA
Atterriamo alle 13.45 sulla 25L dopo 63’ di volo, frenata brusca e andiamo verso i parcheggi dei Regional, dove troviamo ad aspettarci l’interpista.
La mia coincidenza è, di fatto, persa, devo andare al Terminal B e, anche ipotizzando di utilizzare il teletrasporto, arriverei a Belgrado senza bagaglio.
Entrato in aerostazione vado verso il Terminal B: posto una foto sicuramente banale, ma ogni volta mi fa piacere esserci.
Dopo essermi assicurato che il volo sia già partito, mi reco al Transfer Centre di Lufthansa, dove mi viene comunicato che sono stato automaticamente riprometto sul volo serale. Ringrazio, ma chiedo se sia possibile passare via MUC e vengo dirottato alla biglietteria. La signorina, una volta ascoltata la mia richiesta, mi chiede: “Sir, are you sure? You’ll have one more connection!”. Brava, è proprio quello che voglio, e le spiego anche i motivi, presentandomi ai suoi occhi probabilmente come un pazzo fanatico di aeroporti (che è poi quello che sono). Ottenute le carte d’imbarco, devo ritornare al Terminal A, percui devo ripassare i controlli di sicurezza: la coda è lunghissima e decido di passare prima in Lounge. Entro nella Business Lunge B44, prendo qualcosa da mangiare e bere e guardo gli aerei passare. Qualche foto:
Gnam…
Boeing 737-800W Sun Express TC-SUL
Airbus 340-300 Lufthansa D-AIFC
Vista del banco self service
Approfitto dei computer a disposizione per controllare in diretta la situazione degli aeroporti italiani (sorry per il flash di ritorno)
Esco dalla lunge e mi incammino di nuovo verso il Terminal A, passo il controllo passaporti, il varco di sicurezza e mi ritrovo davanti all’uscita A16, dove è già parcheggiato D-AIAK che mi porterà a MUC.
Sono in anticipo per l’imbarco e faccio ancora due passi: all’uscita A20 stanno imbarcando un 320 in vecchia livrea diretto a LYS. Si tratta di D-AIRX, cerco di fotografarlo, dei due tentativi si salva solo la foto al musetto.
Intanto viene chiamato l’imbarco per MUC
Francoforte (FRA/EDDF) – Monaco di Baviera (MUC/EDDM)
Volo Lufthansa LH978 del 02/01/2009
Aeromobile: A300-600 D-AIAK
Seat: 35H
Orario: 17.20-18.15
Block to block: 17.36-18.26
In air: 17.52 (RWY 18) – 18.21 (RWY 08L)
LF: circa 75%, con molti crew in must-go in J
La J è una vera business, l’aereo è configurato per le tratte intercontinentali, anche se viene principalmente usato per muovere i pendolari settimanali tedeschi tra Francoforte, Monaco e Berlino. Di seguito un paio di foto della J e della Y che si va riempiendo
E ancora una di D-AIRX in partenza per LYS (avevo pensato di tagliare l’ala del mio aereo per fare bene la foto, ma poi c’ho ripensato)!
Una volta a bordo accumuliamo un po’ di ritardo perché bisogna sbarcare la valigia di un passeggero mancante. Penso intanto alla mia valigia: mi è stato garantito che il sistema la dirotterà automaticamente, ho fiducia in Lufthansa.
Togliamo il blocco alle 17.36 e ci dirigiamo verso la 18, passiamo accanto alla Cargo City Nord, acceleriamo e stacchiamo da terra alle 17.52, virando subito in direzione Est. Gli AV saltano subito al lavoro, il volo è brevissimo ma vedo che in J viene servito un vassoio e da bere, mentre in Y solo una bevanda: prendo un bicchiere di Chardonnay Salento 2005, riempito quasi fino all’orlo. Sarò stato preso per un ubriacone, moi? Valli a capire sti tedeschi!
Dopo una decina di minuti il Comandante annuncia che abbiamo iniziato la discesa verso Monaco, gli AV cominciano a ritirare tutto ma non fanno in tempo a passare nel corridoio destro, percui atterro a Monaco col bicchiere in mano dopo 29’ di volo per pista 08L. Andiamo ad attaccarci al G24, esco, passo il controllo passaporti e mi dirigo un momento in Lounge H24 a fare un nuovo pieno di birra tedesca e, soprattutto, caramelle Haribo!
Dopo meno di dieci minuti esco e vado all’uscita H24, il cancello è già aperto, passo il codice a barre della carta d’imbarco e scendo al bus: l’aereo è parcheggiato all’area Regional, insieme agli EN che fanno la spola con l’Italia.
Monaco di Baviera (MUC/EDDM) – Belgrado (BEG/LYBE)
Volo Lufthansa LH3404 del 02/01/2009, operato da Lufthansa Cityline
Aeromobile: Avro RJ85 D-AVRH (sull’orario era indicato un CR7)
Seat: 6F
Orario: 19.30-20.55
Block to block: 19.34-20.56
In air: 19.47 (RWY 08R) – 20.47 (RWY 12)
LF: circa 30%, J class vuota
Salgo a bordo e scopro che siamo 25 a bordo a bordo di questo ARJ, sono un po’ deluso perché, visto lo scarso LF, avrei preferito il CR7: esteticamente mi piace di più. Dopo qualche minuto arrivano gli ultimi passeggeri, ma non arriviamo alla trentina. Chiusa la porta, le due AV fanno la dimostrazione di sicurezza con uno scazzo addosso talmente grande da poter essere notato anche dalla torre di controllo. Andiamo verso la pista 08R, diamo la precedenza ad un paio di aerei in atterraggio e decolliamo in meno di 15”. Il Comandante ha previsto una durata del volo di 65’ e ci annuncia che il tempo a Belgrado è sereno, con una temperatura di -8°C.
Dopo il decollo procediamo verso Sud-Est e il FO annuncia che passeremo sopra Klagenfurt, Lubiana e Zagabria prima di scendere verso la capitale serba.
Il servizio è minimo e svolto senza un sorriso, non che mi cambi la vita, però credo che un sorriso dica molto di più di mille parole. Viene distribuito un microscopico e ghiacciato panino con una fetta di tacchino (credo) e un mini Mars, ai quali accompagno l’ennesima birra della giornata, questa volta una Warsteiner.
Terminato il servizio le AV spariscono, ricomparendo all’annuncio dell’atterraggio per controllare le cinture di sicurezza e la posizione degli schienali. Ci allineiamo sulla pista 12 e atterriamo dolcemente dopo un’ora esatta di volo. Attacchiamo al finger, sono tra i primi a scendere, ed eccomi finalmente arrivato: Aerodrom Beograd “Nikola Tesla” (scusate la scarsa messa a fuoco).
Il controllo passaporti è velocissimo, la poliziotta mi saluta con un bel sorriso e mi stampa il timbro sulla pagina del passaporto più piena, ignorando le venti pagine ancora intonse. I bagagli arrivano dopo un paio di minuti (c’è ben poco traffico per essere l’aeroporto di una città capitale), esco e trovo Andreja: che gioia rivedere i vecchi amici!!
PARTE SECONDA: BEOGRAD!
Belgrado è la capitale della Repubblica di Serbia, così rinominata dopo la separazione dal Montenegro (Paese confinante con capitale Podgorica). Supera il milione e mezzo di abitanti, coprendo oltre un quinto degli abitanti della Serbia. Fondata da una tribù celtica e originariamente chiamata Singidunum, passa attraverso la lunga dominazione dei Romani, che la eleggono a sede della legione Flavia Felix. Nei secoli successivi Belgrado diventa terra di scambio tra gli imperi europei e quello bizantino-ottomano.
Nel 1878 il congresso di Berlino riconosce l’indipendenza della Serbia con Belgrado capitale e la situazione politica resta relativamente tranquilla fino al 1914 quando, allo scoppio della prima guerra mondiale, prima l’Austria e poi Germania e Bulgaria invadono il Paese. Vinta la guerra, si costituisce la Jugoslavia, con l’unione tra serbi, croati e sloveni.
La seconda guerra mondiale vede salire alla ribalta, dopo diverse vicende, i partigiani dell’Armata Rossa di Tito, che governerà la Jugoslavia fino al 1980, garantendo alla sua nazione un ruolo di “Svizzera comunista”, corteggiata sia dall’Unione Sovietica che dagli Stati Uniti.
Gli anni recenti sono nella memoria di tutti, anche dei più giovani, e questo è uno dei motivi che oggi, a due settimane dal ritorno a casa, mi rendono ancora più felice di aver conosciuto questa città e questo popolo.
Belgrado è attraversata dal fiume Sava e dal Danubio, totalmente navigabile, e la loro confluenza forma la separazione tra la città e Novi Beograd, la parte nuova e residenziale della città, interessante solo per il più importante centro commerciale della Serbia, il Delta City.
Il clima è prettamente continentale, le stagioni sono ben definite, con inverni molto rigidi, estati calde fino a superare i 35°C e mezze stagioni molto piacevoli, il periodo migliore per apprezzare questa tipica capitale dell’Europa Orientale.
La moneta è il dinaro serbo, il cui tasso di cambio si aggira sui 90 RSD per un euro.
Il centro di Belgrado si sviluppa intorno a Terazije, una lunga piazza dove sorge, tra gli altri, l’Hotel Mosca, il più vecchio della città. Dalla piazza di Terazije ci sono sinteticamente due possibilità.
La prima è andare sulla via pedonale Knez Mihailova che porta alla Fortezza che sovrasta la confluenza della Sava e del Danubio, mentre la seconda è girare verso piazza della Repubblica, dominata dalla statua del Principe Mihailo Obrenovic, e da lì andare verso Skadarlija, il ritrovo della vita notturna quando la temperatura lo permette.
Belgrado, come ogni città in cui la religione ortodossa è preminente, è piena di chiese meravigliose. Tra tutte svetta il Tempio di St. Sava, fondatore della Chiesa Ortodossa Serba, la Cattedrale di fronte al Patriarcato e la Chiesa di San Marco, la più grande tra tutte.
Per gli appassionati di calcio, Belgrado è sede dei due club più importanti della ex Yugoslavia, la Stella Rossa (Crvena Zvevda) ed il Partizan. È pressoché impossibile trovare per le strade gente con i colori delle squadre addosso: il rischio di aggressioni, anche molto violente, è troppo elevato e la Polizia schiera sempre molti agenti durante le gare del campionato, soprattutto in occasione dei derby.
Di seguito alcune foto:
Esterno e interno del Tempio di St. Sava
Il primo McDonald’s aperto oltre-cortina (Andreja mi ha detto che il giorno dell’aperura c’erano più di 150 metri di gente in coda per entrare)
Lo stadio “Marakana”, casa della Stella Rossa
Eredità della guerra dei Balcani, ancora e orgogliosamente visibili
Kralia Milana, viale che collega Terazije a Piazza Slavija, centro dei trasporti pubblici belgradesi
Knez Mihailova
L’interno del “Ruski Zar”, il caffè più antico della città (sembra Vienna)
La Fortezza di Belgrado e la confluenza tra Sava (a sinistra) e Danubio (dall’alto)
Esterno e interno della Cattdrale del Patriarcato
Esterno e interno della Chiesa di San Marco
Il Parlamento
Piazza Repubblica
Skadarlija
La casa della Principessa Ljubica, edificio del XIX secolo, oggi utilizzato per mostre sullo stile del XIX secolo stesso
Il Municipio di Belgrado
PARTE TERZA: IL RITORNO (meglio conosciuta come “La storia infinita”)
Il ritorno a casa prevede una comoda coincidenza a Francoforte, con partenza da Belgrado a metà pomeriggio. Pianifico di andare a Slavina a prendere il bus per l’aeroporto ma Sladjana insiste per accompagnarmi in macchina. La macchina non si accende, dopo che è stata tenuta all’aperto a -10°C, non riesco a stupirmi. Mi chiamano un taxi e sulla strada per l’aeroporto (20 minuti dal centro di Belgrado, senza traffico) chiacchiero col tassista, molto disponibile anche a rispondere alle mie domande sulle cose che ci passano accanto durante il viaggio.
Arrivo all’aeroporto appena dopo le 14, il check in è ancora chiuso, esco e fotografo di nascosto (qui gli spotter sono molto poco graditi) la facciata dell’aerostazione.
Lascio il bagaglio al drop off, passo il controllo passaporti e il varco di sicurezza e sono airside. Dopo qualche acquisto al duty free cerco un bar per spendere gli ultimi dinari. Prendo una birra Amstel, l’unica disponibile, dopo che per 3 giorni avevo bevuto solo Niksicko, la birra serba più diffusa.
Il bar è davanti al gate 4, quello da cui imbarcherò per FRA. Alle 15.35 arriva puntuale dalla Germania D-ABED, un 737-300. Eccolo in fase di parcheggio con un A320 Swiss diretto a ZRH dietro di lui in push-back.
Per accedere alla sala dell’imbarco bisogna superare un ulteriore controllo radiogeno. L’imbarco comincia alle 16.20 e in 10’ siamo tutti a bordo.
Belgrado (BEG/LYBE) – Francoforte (FRA/EDDF)
Volo Lufthansa LH3407 del 06/01/2009
Aeromobile: B737-300 D-ABED
Seat: 13F
Orario: 16.40-18.55
Block to block: 16.35-18.35
In air: 16.44 (RWY 12) – 18.32 (RWY 07L)
LF: circa 60%, con 3 pax paganti e un equipaggio in J
Dal mio finestrino vedo UR-VVE, un 737 Aerosvit diretto a Kiev.
Il LF non è altissimo, i due posti accanto a me sono liberi, in J viaggiano 3 pax e un crew fuori servizio. Il sedile è comodo, largo e lungo a sufficienza.
Togliamo il blocco leggermente in anticipo e andiamo verso la pista 12, sulla quale entriamo al Bravo. Non c’è nessuna foto del decollo a disposizione, sono venute troppo mosse e usare il flash non era una valida ipotesi.
Nel messaggio di benvenuto il Comandante dice che la durata del volo sarà di 1h40’ e che passeremo dalle parti di Vienna, Salisburgo e Monaco, iniziando lì la discesa su FRA.
Poco dopo il decollo inizia il servizio, ci propongono un panino bretzel con formaggio e un dolce di riso soffiato, ai quali accompagno succo di mela e caffè nero. Il panino, seppur piccolo, era veramente buono!
Ci avviciniamo a Francoforte e penso che atterreremo per una delle due piste 25 ma ad un certo punto, guardando sotto, vedo l’aeroporto (no foto, troppo mossa, sorry again!) e proseguiamo ancora per 5 minuti prima di virare per atterrare dolcemente per 07L dopo 1h48’ dal decollo.
Andiamo ad attaccare al gate A24 ma ci fermiamo qualche metro prima: scendiamo con le scale e via bus ci portano al Terminal B, visto che il Terminal A è dedicato ai voli Schengen. Salendo al controllo passaporti mi accorgo della coda presente e decido di andare nella lounge B44 per farmi una doccia e mangiare qualcosa.
Le pile della macchinetta sono scariche, le metto un po’ in carica sul tempo della doccia e della cena e per questo motivo non so foto (ma credo che su a.net ce ne siano a iosa).
La doccia è ottima, ho a disposizione un bagno con water, lavandino, doccia larga, 3 asciugamani, un asciugacapelli e un set da barba, oltre a shampoo e sapone. Dopo mezzora di goduria sotto l’acqua vado a mangiare qualcosa: la selezione è discreta, cibo caldo e freddo, tanta bevande e, ovviamente, tanta birra!
Alle 20.15 mi rendo conto che sono ancora al Terminal B e devo attraversare l’aeroporto per arrivare all’imbarco del volo per Torino al gate A18. Alle 20.40 sono lì, sembra piuttosto pieno e ovviamente tutti sono già in piedi in coda venti minuti prima dell’apertura dell’imbarco: come si vede che il volo è diretto in Italia!
Bene, qui poteva finire il viaggio, con un tranquillo volo FRA-TRN con un atterraggio dolce per pista 36 dopo aver ammirato la mia città di notte arrivando da nord, passando Superga, poi giù, virata, Mirafiori, Santa Rita, Campidoglio, Lucento, Vallette, fino a Borgaro e quindi il paese di Caselle….
…poteva, dicevo, invece la dea bendata decide che oggi è il mio giorno fortunato e alle 20.50 l’impiegata di Lufthansa prende il microfono e dice la parolina magica: overbooking! Mi catapulto al banco per farmi spostare sul volo dell’indomani mattina (sono rientrato a lavoro il 12) e qualcun altro mi segue: alla fine siamo in 4 e ce ne andiamo tutti contenti con 250€ nel portafoglio e un albergo pagato per la notte.
Andiamo a dormire all’Intercity Hotel, vicino alla Cargo City Sud, non è niente di spettacolare, ma va più che bene. Ecco due foto, ingresso e camera.
Mangiamo qualcosa noi quattro fortunati e decidiamo di fare un giro in centro a Francoforte: ci sono stato l’anno scorso a Capodanno, il centro ed il fiume Meno valgono una piccola gita, soprattutto se spesata da mamma Lufthansa! La temperatura è polare, ci facciamo portare al Römerberg e da lì andiamo a vedere il fiume, ritornando a piedi fino a Hauptwache, da dove riprendiamo il taxi fino all’albergo. Alcune foto di Francoforte:
Römerberg
Il fiume Meno
Il grattacielo della Commerzbank
Tornati in hotel prendiamo da bere nel bar interno, il JU-52, a tema totalmente aeronautico. All’interno, appeso al soffitto, c’è lui:
Dopo aver finito l’ennesima ottima birra della giornata, nel caso specifico una Dunkelweiß, andiamo a dormire, dandoci appuntamento alle 7 a colazione, visto che saremo sul volo LH4010 delle 8.40.
L’indomani mattina un bellissimo sole mi sveglia, il cielo è azzurro e la temperatura esterna è di -12°C. Facciamo colazione e andiamo in aeroporto. La fila ai varchi è lunga ma scorre veloce e in 10’ siamo di fronte al B11, assegnato al volo per TRN che sarà operato dal BAE146 di Air Dolomiti di cui al TRN-FRA, prima tratta di questo viaggio.
Bene di nuovo: qui poteva di nuovo finire il viaggio, bla bla bla come ho scritto sopra, invece nel Nord Italia è in corso una delle peggiori nevicate degli ultimi 50 anni. Linate e Malpensa sono già chiusi, la situazione a Torino sta diventando peggiore col passare dei minuti e il nostro volo viene dapprima ritardato e poi cancellato!
Nessun problema, troveremo una soluzione, penso. Lufthansa propone due soluzioni: la prima è un “comodo” treno da FRA a Torino con 5 cambi (Mannheim, Basel, Lugano, Chiasso e Milano C.le) per un totale di 10 ore di viaggio, mentre la seconda è di essere messi in lista d’attesa su tutti i voli per l’Italia, col rischio però di non partire nel caso perduri la chiusura degli aeroporti e/o gli aerei siano già tutti pieni.
Dei miei compagni di overbooking della sera prima, Loredana e Fulvio, una coppia cuneese sulla 50ina, decidono di andare in treno, mentre Chiara, di Pinerolo di ritorno da Parigi, resta con me ad aspettare l’evolversi della situazione.
Esclusi gli aeroporti già chiusi (TRN, LIN e MXP), il primo volo per il Centro-Nord Italia è LH4060 per FLR, al quale seguirà il volo per BLQ dopo le 16.
Ecco l’imbarco B12 del volo per FLR e la relativa lista d’attesa (io sono il primo grazie alla FTV, Chiara la seconda, abbiamo scoperto di avere cognomi simili):
Veniamo accettati a bordo, posti 9A e 9B, di fianco ai motori. Scendiamo di corsa, saliamo sull’interpista e durante il viaggio scatto qualche foto:
A340-300 D-AIKG sotto la doccia calda
Trova l’intruso…(anche se sono 2)
A318 OE-LDC Austrian in taxi
Il nostro Avro RJ85 D-AVRI per FLR
Francoforte (FRA/EDDF) – Firenze (FLR/LIRQ)
Volo Lufthansa LH4060 del 07/01/2009 operato da Lufthansa Cityline
Aeromobile: Avro RJ85 D-AVRI
Seat: 09A
Orario: 11.35-13.00
Block to block: 11.56-13.19
In air: 12.00 (RWY 18) – 13.15 (RWY 05)
LF: quasi pieno, 3 posti liberi in Y
Chiuse le porte, andiamo verso la pista 18 per decollare in direzione Sud. Il Comandante annuncia una durata del volo di 1h15’. La rincorsa è abbastanza lunga e prendiamo quota sino a raggiungere l’azzurro del cielo.
Appena ruotati
Paesaggio tedesco imbiancato
Finalmente l’azzurro sopra di noi e le nuvole sotto
Il servizio prevede un panino di segale al formaggio e una barretta di Lindt fondente buonissimo. A questi aggiungo un bicchiere di rosso e il caffè, mentre Chiara beve il bianco ma non il caffè, dato che glielo rovescio addosso: che figura di m…. sorry again!!
Le nuvole sotto di noi non si spostano e continuo a non avere punti di riferimento, fino a quando il Primo Ufficiale parla, dicendo che siamo sopra Parma, che attrreremo di lì a 25 minuti e che il tempo a Firenze è piovoso con 7°C di temperatura.
Dopo poco entriamo nelle nuovle e ne usciamo, riesco a fare alcune foto della campagna toscana e dell’atterraggio prima di appoggiarci sulla 05 di FLR.
Campagna toscana:
Autostrada A11 Firenze-mare
Inversione di marcia in pista
Verso il parcheggio
I nostri bagagli non sono stati caricati in tempo, li aspettiamo ma niente, al Lost&Found c’è una gran coda, passa un’ora prima del nostro turno e finalmente facciamo le nostre denunce.
Dobbiamo ora trovare il modo di andare alla stazione per prendere un treno per Torino. Un ragazzo in fila con noi, Luca, ci offre un passaggio che accettiamo volentieri.
Sulla strada da FLR a Firenze S.M.N.
Arriviamo in stazione e prendiamo i biglietti per l’Eurostar AV per Torino delle 16.49, a 54€ l’uno, c’è tempo di un caffè e di una foto alla Chiesa di Santa Maria Novella.
Il treno arriva da Roma con dieci minuti di ritardo e le fermate previste sono Bologna C.le, Milano Rogoredo, Milano P.G. e Torino P.S., con i tratti BO-MI e NO-TO percorsi sulla linea ad alta velocità.
Firenze S.M.N. – Torino P.N.
Treno Eurostar AV 9494 del 07/01/2009
Treno: ETR500 Alta Velocità
Carrozza 6, posto 45
Orario previsto: 16.49-20.40
Orario effettivo: 17.00 (binario 10) – 22.20 (binario 16)
Il vagone n° 6 è pieno al 70% circa, mentre quello successivo è praticamente vuoto causa guasto al riscaldamento. Partiamo con 10 minuti di ritardo e fino a Bologna recuperiamo qualcosa, arrivando nel capoluogo felsineo con solo 5 minuti di ritardo. Stiamo fermi però 10’ al blocco di ingresso di Bologna C.le, portando così il ritardo a 15’, che diventeranno venti alla partenza (anche se Trenitalia continua a indicare 15’).
Binario 1 Centrale di Bologna
A questo punto mi aspetto di entrare sulla linea AV, magari senza andare a 300 km/h a causa dell’abbondante nevicata, invece procediamo sulla linea storica e arriviamo a Rogoredo con 80’ di ritardo. Nel frattempo il capotreno annuncia che è aperta la carrozza ristorante, ci guardiamo in faccia e ci andiamo, dato che arriveremo a Torino ben oltre l’ora di cena.
Menu
Primo: pennette con salsa di noci per entrambi
Chiara prende una caprese
Io passo direttamente al dolce: torta al cioccolato
Ci beviamo una bottiglia di Chardonnay Piave “Villa Sandi” 2005
Dopo una breve sosta a Milano Porta Garibaldi proseguiamo per Torino e a Novara ci mettiamo sulla linea ad alta velocità, tenendo però una media di 120 km/h che porta il ritardo totale a 100 minuti.
Arriviamo al binario 16 di Torino Porta Nuova alle 22.20.
Il padre di Chiara mi dà uno strappo fino a casa e ci salutiamo, io salgo in casa e svengo sul letto.
È stato un bellissimo viaggio, mi sono divertito tantissimo con gli amici a Belgrado e gli inconvenienti meteorologici hanno aggiunto un po’ di pepe, aumentando il mio divertimento. Lufthansa si è comportata incredibilmente bene, dimostrando per l’ennesima volta di meritare la fiducia che le ho dato e che continuerò a darle. “Lufthansa: there’s no better way to fly!”
Spero di non avervi annoiato, vi ringrazio tutti per l’attenzione e aspetto, come sempre, le vostre impressioni ed i vostri suggerimenti.
I-CRIS
Buongiorno a tutti! Dopo il TR di presentazione (http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=91535) , eccomi pronto per una nuova cronaca di viaggio. Questa volta approfitto delle miglia premio di Lufthansa e me ne vado a trovare degli amici a Belgrado, conosciuti nel 2003 in Montenegro: Andreja, sua moglie Sladjana e la piccola Nastasija, 3 anni e 4 mesi, che non ho ancora conosciuto.
Prenoto il volo il 19 dicembre, ultimo giorno di lavoro, e trovo subito il Fly Smart con orari comodi, quasi perfetti, anche se avrei preferito volare all’andata via MUC, per l’aeroporto e per arrivare un paio d’ore prima, ma va bene così, a caval donato non si guarda in bocca!
Il piano di viaggio è molto semplice e mi lascia circa un’ora e mezza di transito a Francoforte all’andata e due ore abbondanti al ritorno:
02/01/2009: TRN – FRA 10.45 – 12.20 LH 4011
02/01/2009: FRA – BEG 13.55 – 15.45 LH 3406
06/01/2009: BEG – FRA 16.40 – 18.55 LH 3407
06/01/2009: FRA – TRN 21.35 – 22.50 LH 4018
ma sarà destinato a variare in mille modi a seguito di nebbie, overbooking e nevicate copiose sul Nord Italia, tramutando un semplice viaggio alla scoperta di una nuova città in un’avventura che ricorderò per molto tempo, anche grazie alla compagnia trovata per strada.
La mattina del 2 gennaio mi sveglio, guardo fuori e la nebbia la fa da padrona: porca miseria, speriamo di non ritardare troppo il primo volo, altrimenti dovrò inventarmi qualcosa per arrivare a Belgrado ad orari umani.

L’aerostazione è abbastanza piena già alle 9 del mattino, non sono tanti i voli in partenza, ma il periodo di vacanze fa sì che il casino aumenti e le code ai check in prendano una forma triangolare, tipicamente nostrana.
Ho fatto check in online la sera prima, percui vado solo a lasciare il bagaglio al banco della F/J, non c’è nessuno in coda e la FTV me ne dà diritto.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa da fotografare e trovo questo esemplare di Alfa MiTo 955 che troneggia tra le zone A e B dell’area check in:

Passo il varco di sicurezza e vado verso la vetrata a vedere com’è la situazione in pista. La valutazione è sconsolante:

Nel frattempo mi do allo spotting, per quel poco che si può fare con questa visibilità e con una compattina da 7 mega e 3x di zoom digitale. Fotografo un 320 AP, un 319 AZ e il 737 BA:
AP A320 EI-DSE da/per FCO (dall’aerostazione)

AZ A319 I-BIDC da/per FCO (fotografato dall’aereo per FRA)

BA 737 G-DCXO da/per LGW (fotografato dal finger dei gates 3-4)

L’aereo da FRA è atteso alle 10.10 ma è in ritardo a causa della nebbia e atterra solo alle 10.34 per pista 36: l’imbarco, previsto alle 10.15, viene prima rimandato alle 10.45 e poi alle 11.30 a causa della fitta nebbia. Non dispero ancora, una volta ho fatto TRN-FRA con Air Dolomiti in 59’ di volo effettivo, quindi non tutto è perso, posso ancora farcela per la coincidenza.
Torino (TRN/LIMF) – Francoforte (FRA/EDDF)
Volo Lufthansa LH4011 del 02/01/2009, operato da Air Dolomiti
Aeromobile: Bae 146 I-ADJH
Seat: 14A
Orario: 10.45-12.20
Block to block: 12.33-13.50
In air: 12.42 (RWY 36) -13.45 (RWY 25L)
LF: circa 85%, equamente distribuito tra J e Y
Terminato l’imbarco dopo pochi minuti, il Comandante annuncia un’ulteriore attesa fino ad un’ora per la nebbia fitta a Caselle, dice che la visibilità è di 200 metri e che una legge italiana prevede che in tali condizioni si possa muovere un solo aereo per volta in tutto l’aeroporto. Non lo sapevo, chiedo agli esperti del forum se ho inteso bene o meno, dato che gli altoparlanti grattavano un po’. Nel frattempo arriva un 319 AZ, I-BIDC, da FCO mentre parte il 318 AF per CDG: l’aeroporto è ufficialmente aperto, è già qualcosa.
Per ingannare l’attesa chiedo alla gentilissima AV un orario Lufthansa, voglio già cominciare a studiare le soluzioni alternative per arrivare a Belgrado, dal momento che la probabilità di perdere la connessione cresce di minuto in minuto. Le soluzioni sono due:
FRA-BEG (LH3408 22.15-00.05 con B733)
FRA-MUC (LH978 17.20-18.15 con AB6) + MUC-BEG (LH3404 19.30-20.55 con ARJ)
La prima mi farebbe arrivare troppo tardi, dal momento che chi mi viene a prendere e mi ospita ha una bimba piccola. Con la seconda soluzione faccio un volo in più, torno a rivedere MUC dopo quasi un anno, volo per la prima volta sull’A300-600 e per la prima volta faccio la tratta FRA-MUC.
Ovviamente preferisco il giro via Monaco, bisogna solo vedere se Lufthansa sarà d’accordo. Nel frattempo, ancora fermi sul piazzale di Caselle, guardo altre possibili soluzioni, via TXL con Jat Airways e via ZRH con Swiss, ma sono poco praticabili. Alle 12.25 il Comandante annuncia il permesso di accendere i motori, vengono chiuse le porte e inizia la dimostrazione di sicurezza. Togliamo il blocco alle 12.33 e ci dirigiamo a passo d’uomo in pista 36, ci allineiamo al fondo della pista, togliamo i freni e stacchiamo tra i raccordi Bravo e Charlie: la rincorsa mi è sembrata molto lunga per un aeromobile relativamente piccolo come il BAE!
Allineamento

Dopo due secondi dal decollo…

Dopo altri due secondi…

La nebbia sopra il Piemonte è fittissima e bassissima, si dirada solo sul Lago Maggiore e la vista è splendida, con Arona, Verbania e le Isole Borromee.

A bordo, come sempre su EN, sto comodissimo nonostante la mole non proprio minima.

Passato il Lago Maggiore saliamo sulle Alpi a FL210 ad una velocità – dice il Primo Ufficiale – di 700 km/h e seguendo la rotta MXP-ZRH-STR-FRA.
Comincia il servizio di bordo, solito ottimo standard di Air Dolomiti con la confezione Settimocielo, oggi nera con grissini, salame, formaggio e un dolcetto con l’uvetta.


Il volo prosegue tranquillo, a parte qualche piccola turbolenza, la gente a bordo è mediamente silenziosa, più che altro preoccupata per le proprie coincidenze, ci immergiamo nelle nuvole, scendiamo e siamo in avvicinamento a FRA

Atterriamo alle 13.45 sulla 25L dopo 63’ di volo, frenata brusca e andiamo verso i parcheggi dei Regional, dove troviamo ad aspettarci l’interpista.
La mia coincidenza è, di fatto, persa, devo andare al Terminal B e, anche ipotizzando di utilizzare il teletrasporto, arriverei a Belgrado senza bagaglio.
Entrato in aerostazione vado verso il Terminal B: posto una foto sicuramente banale, ma ogni volta mi fa piacere esserci.

Dopo essermi assicurato che il volo sia già partito, mi reco al Transfer Centre di Lufthansa, dove mi viene comunicato che sono stato automaticamente riprometto sul volo serale. Ringrazio, ma chiedo se sia possibile passare via MUC e vengo dirottato alla biglietteria. La signorina, una volta ascoltata la mia richiesta, mi chiede: “Sir, are you sure? You’ll have one more connection!”. Brava, è proprio quello che voglio, e le spiego anche i motivi, presentandomi ai suoi occhi probabilmente come un pazzo fanatico di aeroporti (che è poi quello che sono). Ottenute le carte d’imbarco, devo ritornare al Terminal A, percui devo ripassare i controlli di sicurezza: la coda è lunghissima e decido di passare prima in Lounge. Entro nella Business Lunge B44, prendo qualcosa da mangiare e bere e guardo gli aerei passare. Qualche foto:
Gnam…

Boeing 737-800W Sun Express TC-SUL

Airbus 340-300 Lufthansa D-AIFC

Vista del banco self service

Approfitto dei computer a disposizione per controllare in diretta la situazione degli aeroporti italiani (sorry per il flash di ritorno)

Esco dalla lunge e mi incammino di nuovo verso il Terminal A, passo il controllo passaporti, il varco di sicurezza e mi ritrovo davanti all’uscita A16, dove è già parcheggiato D-AIAK che mi porterà a MUC.

Sono in anticipo per l’imbarco e faccio ancora due passi: all’uscita A20 stanno imbarcando un 320 in vecchia livrea diretto a LYS. Si tratta di D-AIRX, cerco di fotografarlo, dei due tentativi si salva solo la foto al musetto.


Intanto viene chiamato l’imbarco per MUC

Francoforte (FRA/EDDF) – Monaco di Baviera (MUC/EDDM)
Volo Lufthansa LH978 del 02/01/2009
Aeromobile: A300-600 D-AIAK
Seat: 35H
Orario: 17.20-18.15
Block to block: 17.36-18.26
In air: 17.52 (RWY 18) – 18.21 (RWY 08L)
LF: circa 75%, con molti crew in must-go in J
La J è una vera business, l’aereo è configurato per le tratte intercontinentali, anche se viene principalmente usato per muovere i pendolari settimanali tedeschi tra Francoforte, Monaco e Berlino. Di seguito un paio di foto della J e della Y che si va riempiendo


E ancora una di D-AIRX in partenza per LYS (avevo pensato di tagliare l’ala del mio aereo per fare bene la foto, ma poi c’ho ripensato)!

Una volta a bordo accumuliamo un po’ di ritardo perché bisogna sbarcare la valigia di un passeggero mancante. Penso intanto alla mia valigia: mi è stato garantito che il sistema la dirotterà automaticamente, ho fiducia in Lufthansa.
Togliamo il blocco alle 17.36 e ci dirigiamo verso la 18, passiamo accanto alla Cargo City Nord, acceleriamo e stacchiamo da terra alle 17.52, virando subito in direzione Est. Gli AV saltano subito al lavoro, il volo è brevissimo ma vedo che in J viene servito un vassoio e da bere, mentre in Y solo una bevanda: prendo un bicchiere di Chardonnay Salento 2005, riempito quasi fino all’orlo. Sarò stato preso per un ubriacone, moi? Valli a capire sti tedeschi!
Dopo una decina di minuti il Comandante annuncia che abbiamo iniziato la discesa verso Monaco, gli AV cominciano a ritirare tutto ma non fanno in tempo a passare nel corridoio destro, percui atterro a Monaco col bicchiere in mano dopo 29’ di volo per pista 08L. Andiamo ad attaccarci al G24, esco, passo il controllo passaporti e mi dirigo un momento in Lounge H24 a fare un nuovo pieno di birra tedesca e, soprattutto, caramelle Haribo!
Dopo meno di dieci minuti esco e vado all’uscita H24, il cancello è già aperto, passo il codice a barre della carta d’imbarco e scendo al bus: l’aereo è parcheggiato all’area Regional, insieme agli EN che fanno la spola con l’Italia.

Monaco di Baviera (MUC/EDDM) – Belgrado (BEG/LYBE)
Volo Lufthansa LH3404 del 02/01/2009, operato da Lufthansa Cityline
Aeromobile: Avro RJ85 D-AVRH (sull’orario era indicato un CR7)
Seat: 6F
Orario: 19.30-20.55
Block to block: 19.34-20.56
In air: 19.47 (RWY 08R) – 20.47 (RWY 12)
LF: circa 30%, J class vuota
Salgo a bordo e scopro che siamo 25 a bordo a bordo di questo ARJ, sono un po’ deluso perché, visto lo scarso LF, avrei preferito il CR7: esteticamente mi piace di più. Dopo qualche minuto arrivano gli ultimi passeggeri, ma non arriviamo alla trentina. Chiusa la porta, le due AV fanno la dimostrazione di sicurezza con uno scazzo addosso talmente grande da poter essere notato anche dalla torre di controllo. Andiamo verso la pista 08R, diamo la precedenza ad un paio di aerei in atterraggio e decolliamo in meno di 15”. Il Comandante ha previsto una durata del volo di 65’ e ci annuncia che il tempo a Belgrado è sereno, con una temperatura di -8°C.
Dopo il decollo procediamo verso Sud-Est e il FO annuncia che passeremo sopra Klagenfurt, Lubiana e Zagabria prima di scendere verso la capitale serba.
Il servizio è minimo e svolto senza un sorriso, non che mi cambi la vita, però credo che un sorriso dica molto di più di mille parole. Viene distribuito un microscopico e ghiacciato panino con una fetta di tacchino (credo) e un mini Mars, ai quali accompagno l’ennesima birra della giornata, questa volta una Warsteiner.
Terminato il servizio le AV spariscono, ricomparendo all’annuncio dell’atterraggio per controllare le cinture di sicurezza e la posizione degli schienali. Ci allineiamo sulla pista 12 e atterriamo dolcemente dopo un’ora esatta di volo. Attacchiamo al finger, sono tra i primi a scendere, ed eccomi finalmente arrivato: Aerodrom Beograd “Nikola Tesla” (scusate la scarsa messa a fuoco).

Il controllo passaporti è velocissimo, la poliziotta mi saluta con un bel sorriso e mi stampa il timbro sulla pagina del passaporto più piena, ignorando le venti pagine ancora intonse. I bagagli arrivano dopo un paio di minuti (c’è ben poco traffico per essere l’aeroporto di una città capitale), esco e trovo Andreja: che gioia rivedere i vecchi amici!!
PARTE SECONDA: BEOGRAD!
Belgrado è la capitale della Repubblica di Serbia, così rinominata dopo la separazione dal Montenegro (Paese confinante con capitale Podgorica). Supera il milione e mezzo di abitanti, coprendo oltre un quinto degli abitanti della Serbia. Fondata da una tribù celtica e originariamente chiamata Singidunum, passa attraverso la lunga dominazione dei Romani, che la eleggono a sede della legione Flavia Felix. Nei secoli successivi Belgrado diventa terra di scambio tra gli imperi europei e quello bizantino-ottomano.
Nel 1878 il congresso di Berlino riconosce l’indipendenza della Serbia con Belgrado capitale e la situazione politica resta relativamente tranquilla fino al 1914 quando, allo scoppio della prima guerra mondiale, prima l’Austria e poi Germania e Bulgaria invadono il Paese. Vinta la guerra, si costituisce la Jugoslavia, con l’unione tra serbi, croati e sloveni.
La seconda guerra mondiale vede salire alla ribalta, dopo diverse vicende, i partigiani dell’Armata Rossa di Tito, che governerà la Jugoslavia fino al 1980, garantendo alla sua nazione un ruolo di “Svizzera comunista”, corteggiata sia dall’Unione Sovietica che dagli Stati Uniti.
Gli anni recenti sono nella memoria di tutti, anche dei più giovani, e questo è uno dei motivi che oggi, a due settimane dal ritorno a casa, mi rendono ancora più felice di aver conosciuto questa città e questo popolo.
Belgrado è attraversata dal fiume Sava e dal Danubio, totalmente navigabile, e la loro confluenza forma la separazione tra la città e Novi Beograd, la parte nuova e residenziale della città, interessante solo per il più importante centro commerciale della Serbia, il Delta City.
Il clima è prettamente continentale, le stagioni sono ben definite, con inverni molto rigidi, estati calde fino a superare i 35°C e mezze stagioni molto piacevoli, il periodo migliore per apprezzare questa tipica capitale dell’Europa Orientale.
La moneta è il dinaro serbo, il cui tasso di cambio si aggira sui 90 RSD per un euro.
Il centro di Belgrado si sviluppa intorno a Terazije, una lunga piazza dove sorge, tra gli altri, l’Hotel Mosca, il più vecchio della città. Dalla piazza di Terazije ci sono sinteticamente due possibilità.
La prima è andare sulla via pedonale Knez Mihailova che porta alla Fortezza che sovrasta la confluenza della Sava e del Danubio, mentre la seconda è girare verso piazza della Repubblica, dominata dalla statua del Principe Mihailo Obrenovic, e da lì andare verso Skadarlija, il ritrovo della vita notturna quando la temperatura lo permette.
Belgrado, come ogni città in cui la religione ortodossa è preminente, è piena di chiese meravigliose. Tra tutte svetta il Tempio di St. Sava, fondatore della Chiesa Ortodossa Serba, la Cattedrale di fronte al Patriarcato e la Chiesa di San Marco, la più grande tra tutte.
Per gli appassionati di calcio, Belgrado è sede dei due club più importanti della ex Yugoslavia, la Stella Rossa (Crvena Zvevda) ed il Partizan. È pressoché impossibile trovare per le strade gente con i colori delle squadre addosso: il rischio di aggressioni, anche molto violente, è troppo elevato e la Polizia schiera sempre molti agenti durante le gare del campionato, soprattutto in occasione dei derby.
Di seguito alcune foto:
Esterno e interno del Tempio di St. Sava


Il primo McDonald’s aperto oltre-cortina (Andreja mi ha detto che il giorno dell’aperura c’erano più di 150 metri di gente in coda per entrare)

Lo stadio “Marakana”, casa della Stella Rossa

Eredità della guerra dei Balcani, ancora e orgogliosamente visibili


Kralia Milana, viale che collega Terazije a Piazza Slavija, centro dei trasporti pubblici belgradesi

Knez Mihailova

L’interno del “Ruski Zar”, il caffè più antico della città (sembra Vienna)

La Fortezza di Belgrado e la confluenza tra Sava (a sinistra) e Danubio (dall’alto)


Esterno e interno della Cattdrale del Patriarcato


Esterno e interno della Chiesa di San Marco


Il Parlamento

Piazza Repubblica

Skadarlija


La casa della Principessa Ljubica, edificio del XIX secolo, oggi utilizzato per mostre sullo stile del XIX secolo stesso

Il Municipio di Belgrado

PARTE TERZA: IL RITORNO (meglio conosciuta come “La storia infinita”)
Il ritorno a casa prevede una comoda coincidenza a Francoforte, con partenza da Belgrado a metà pomeriggio. Pianifico di andare a Slavina a prendere il bus per l’aeroporto ma Sladjana insiste per accompagnarmi in macchina. La macchina non si accende, dopo che è stata tenuta all’aperto a -10°C, non riesco a stupirmi. Mi chiamano un taxi e sulla strada per l’aeroporto (20 minuti dal centro di Belgrado, senza traffico) chiacchiero col tassista, molto disponibile anche a rispondere alle mie domande sulle cose che ci passano accanto durante il viaggio.
Arrivo all’aeroporto appena dopo le 14, il check in è ancora chiuso, esco e fotografo di nascosto (qui gli spotter sono molto poco graditi) la facciata dell’aerostazione.

Lascio il bagaglio al drop off, passo il controllo passaporti e il varco di sicurezza e sono airside. Dopo qualche acquisto al duty free cerco un bar per spendere gli ultimi dinari. Prendo una birra Amstel, l’unica disponibile, dopo che per 3 giorni avevo bevuto solo Niksicko, la birra serba più diffusa.
Il bar è davanti al gate 4, quello da cui imbarcherò per FRA. Alle 15.35 arriva puntuale dalla Germania D-ABED, un 737-300. Eccolo in fase di parcheggio con un A320 Swiss diretto a ZRH dietro di lui in push-back.

Per accedere alla sala dell’imbarco bisogna superare un ulteriore controllo radiogeno. L’imbarco comincia alle 16.20 e in 10’ siamo tutti a bordo.
Belgrado (BEG/LYBE) – Francoforte (FRA/EDDF)
Volo Lufthansa LH3407 del 06/01/2009
Aeromobile: B737-300 D-ABED
Seat: 13F
Orario: 16.40-18.55
Block to block: 16.35-18.35
In air: 16.44 (RWY 12) – 18.32 (RWY 07L)
LF: circa 60%, con 3 pax paganti e un equipaggio in J
Dal mio finestrino vedo UR-VVE, un 737 Aerosvit diretto a Kiev.

Il LF non è altissimo, i due posti accanto a me sono liberi, in J viaggiano 3 pax e un crew fuori servizio. Il sedile è comodo, largo e lungo a sufficienza.

Togliamo il blocco leggermente in anticipo e andiamo verso la pista 12, sulla quale entriamo al Bravo. Non c’è nessuna foto del decollo a disposizione, sono venute troppo mosse e usare il flash non era una valida ipotesi.
Nel messaggio di benvenuto il Comandante dice che la durata del volo sarà di 1h40’ e che passeremo dalle parti di Vienna, Salisburgo e Monaco, iniziando lì la discesa su FRA.
Poco dopo il decollo inizia il servizio, ci propongono un panino bretzel con formaggio e un dolce di riso soffiato, ai quali accompagno succo di mela e caffè nero. Il panino, seppur piccolo, era veramente buono!
Ci avviciniamo a Francoforte e penso che atterreremo per una delle due piste 25 ma ad un certo punto, guardando sotto, vedo l’aeroporto (no foto, troppo mossa, sorry again!) e proseguiamo ancora per 5 minuti prima di virare per atterrare dolcemente per 07L dopo 1h48’ dal decollo.
Andiamo ad attaccare al gate A24 ma ci fermiamo qualche metro prima: scendiamo con le scale e via bus ci portano al Terminal B, visto che il Terminal A è dedicato ai voli Schengen. Salendo al controllo passaporti mi accorgo della coda presente e decido di andare nella lounge B44 per farmi una doccia e mangiare qualcosa.
Le pile della macchinetta sono scariche, le metto un po’ in carica sul tempo della doccia e della cena e per questo motivo non so foto (ma credo che su a.net ce ne siano a iosa).
La doccia è ottima, ho a disposizione un bagno con water, lavandino, doccia larga, 3 asciugamani, un asciugacapelli e un set da barba, oltre a shampoo e sapone. Dopo mezzora di goduria sotto l’acqua vado a mangiare qualcosa: la selezione è discreta, cibo caldo e freddo, tanta bevande e, ovviamente, tanta birra!
Alle 20.15 mi rendo conto che sono ancora al Terminal B e devo attraversare l’aeroporto per arrivare all’imbarco del volo per Torino al gate A18. Alle 20.40 sono lì, sembra piuttosto pieno e ovviamente tutti sono già in piedi in coda venti minuti prima dell’apertura dell’imbarco: come si vede che il volo è diretto in Italia!
Bene, qui poteva finire il viaggio, con un tranquillo volo FRA-TRN con un atterraggio dolce per pista 36 dopo aver ammirato la mia città di notte arrivando da nord, passando Superga, poi giù, virata, Mirafiori, Santa Rita, Campidoglio, Lucento, Vallette, fino a Borgaro e quindi il paese di Caselle….
…poteva, dicevo, invece la dea bendata decide che oggi è il mio giorno fortunato e alle 20.50 l’impiegata di Lufthansa prende il microfono e dice la parolina magica: overbooking! Mi catapulto al banco per farmi spostare sul volo dell’indomani mattina (sono rientrato a lavoro il 12) e qualcun altro mi segue: alla fine siamo in 4 e ce ne andiamo tutti contenti con 250€ nel portafoglio e un albergo pagato per la notte.
Andiamo a dormire all’Intercity Hotel, vicino alla Cargo City Sud, non è niente di spettacolare, ma va più che bene. Ecco due foto, ingresso e camera.


Mangiamo qualcosa noi quattro fortunati e decidiamo di fare un giro in centro a Francoforte: ci sono stato l’anno scorso a Capodanno, il centro ed il fiume Meno valgono una piccola gita, soprattutto se spesata da mamma Lufthansa! La temperatura è polare, ci facciamo portare al Römerberg e da lì andiamo a vedere il fiume, ritornando a piedi fino a Hauptwache, da dove riprendiamo il taxi fino all’albergo. Alcune foto di Francoforte:
Römerberg

Il fiume Meno

Il grattacielo della Commerzbank

Tornati in hotel prendiamo da bere nel bar interno, il JU-52, a tema totalmente aeronautico. All’interno, appeso al soffitto, c’è lui:

Dopo aver finito l’ennesima ottima birra della giornata, nel caso specifico una Dunkelweiß, andiamo a dormire, dandoci appuntamento alle 7 a colazione, visto che saremo sul volo LH4010 delle 8.40.
L’indomani mattina un bellissimo sole mi sveglia, il cielo è azzurro e la temperatura esterna è di -12°C. Facciamo colazione e andiamo in aeroporto. La fila ai varchi è lunga ma scorre veloce e in 10’ siamo di fronte al B11, assegnato al volo per TRN che sarà operato dal BAE146 di Air Dolomiti di cui al TRN-FRA, prima tratta di questo viaggio.

Bene di nuovo: qui poteva di nuovo finire il viaggio, bla bla bla come ho scritto sopra, invece nel Nord Italia è in corso una delle peggiori nevicate degli ultimi 50 anni. Linate e Malpensa sono già chiusi, la situazione a Torino sta diventando peggiore col passare dei minuti e il nostro volo viene dapprima ritardato e poi cancellato!
Nessun problema, troveremo una soluzione, penso. Lufthansa propone due soluzioni: la prima è un “comodo” treno da FRA a Torino con 5 cambi (Mannheim, Basel, Lugano, Chiasso e Milano C.le) per un totale di 10 ore di viaggio, mentre la seconda è di essere messi in lista d’attesa su tutti i voli per l’Italia, col rischio però di non partire nel caso perduri la chiusura degli aeroporti e/o gli aerei siano già tutti pieni.
Dei miei compagni di overbooking della sera prima, Loredana e Fulvio, una coppia cuneese sulla 50ina, decidono di andare in treno, mentre Chiara, di Pinerolo di ritorno da Parigi, resta con me ad aspettare l’evolversi della situazione.
Esclusi gli aeroporti già chiusi (TRN, LIN e MXP), il primo volo per il Centro-Nord Italia è LH4060 per FLR, al quale seguirà il volo per BLQ dopo le 16.
Ecco l’imbarco B12 del volo per FLR e la relativa lista d’attesa (io sono il primo grazie alla FTV, Chiara la seconda, abbiamo scoperto di avere cognomi simili):


Veniamo accettati a bordo, posti 9A e 9B, di fianco ai motori. Scendiamo di corsa, saliamo sull’interpista e durante il viaggio scatto qualche foto:
A340-300 D-AIKG sotto la doccia calda

Trova l’intruso…(anche se sono 2)

A318 OE-LDC Austrian in taxi

Il nostro Avro RJ85 D-AVRI per FLR

Francoforte (FRA/EDDF) – Firenze (FLR/LIRQ)
Volo Lufthansa LH4060 del 07/01/2009 operato da Lufthansa Cityline
Aeromobile: Avro RJ85 D-AVRI
Seat: 09A
Orario: 11.35-13.00
Block to block: 11.56-13.19
In air: 12.00 (RWY 18) – 13.15 (RWY 05)
LF: quasi pieno, 3 posti liberi in Y
Chiuse le porte, andiamo verso la pista 18 per decollare in direzione Sud. Il Comandante annuncia una durata del volo di 1h15’. La rincorsa è abbastanza lunga e prendiamo quota sino a raggiungere l’azzurro del cielo.
Appena ruotati

Paesaggio tedesco imbiancato

Finalmente l’azzurro sopra di noi e le nuvole sotto

Il servizio prevede un panino di segale al formaggio e una barretta di Lindt fondente buonissimo. A questi aggiungo un bicchiere di rosso e il caffè, mentre Chiara beve il bianco ma non il caffè, dato che glielo rovescio addosso: che figura di m…. sorry again!!
Le nuvole sotto di noi non si spostano e continuo a non avere punti di riferimento, fino a quando il Primo Ufficiale parla, dicendo che siamo sopra Parma, che attrreremo di lì a 25 minuti e che il tempo a Firenze è piovoso con 7°C di temperatura.
Dopo poco entriamo nelle nuovle e ne usciamo, riesco a fare alcune foto della campagna toscana e dell’atterraggio prima di appoggiarci sulla 05 di FLR.
Campagna toscana:

Autostrada A11 Firenze-mare

Inversione di marcia in pista

Verso il parcheggio

I nostri bagagli non sono stati caricati in tempo, li aspettiamo ma niente, al Lost&Found c’è una gran coda, passa un’ora prima del nostro turno e finalmente facciamo le nostre denunce.
Dobbiamo ora trovare il modo di andare alla stazione per prendere un treno per Torino. Un ragazzo in fila con noi, Luca, ci offre un passaggio che accettiamo volentieri.
Sulla strada da FLR a Firenze S.M.N.

Arriviamo in stazione e prendiamo i biglietti per l’Eurostar AV per Torino delle 16.49, a 54€ l’uno, c’è tempo di un caffè e di una foto alla Chiesa di Santa Maria Novella.

Il treno arriva da Roma con dieci minuti di ritardo e le fermate previste sono Bologna C.le, Milano Rogoredo, Milano P.G. e Torino P.S., con i tratti BO-MI e NO-TO percorsi sulla linea ad alta velocità.


Firenze S.M.N. – Torino P.N.
Treno Eurostar AV 9494 del 07/01/2009
Treno: ETR500 Alta Velocità
Carrozza 6, posto 45
Orario previsto: 16.49-20.40
Orario effettivo: 17.00 (binario 10) – 22.20 (binario 16)
Il vagone n° 6 è pieno al 70% circa, mentre quello successivo è praticamente vuoto causa guasto al riscaldamento. Partiamo con 10 minuti di ritardo e fino a Bologna recuperiamo qualcosa, arrivando nel capoluogo felsineo con solo 5 minuti di ritardo. Stiamo fermi però 10’ al blocco di ingresso di Bologna C.le, portando così il ritardo a 15’, che diventeranno venti alla partenza (anche se Trenitalia continua a indicare 15’).
Binario 1 Centrale di Bologna

A questo punto mi aspetto di entrare sulla linea AV, magari senza andare a 300 km/h a causa dell’abbondante nevicata, invece procediamo sulla linea storica e arriviamo a Rogoredo con 80’ di ritardo. Nel frattempo il capotreno annuncia che è aperta la carrozza ristorante, ci guardiamo in faccia e ci andiamo, dato che arriveremo a Torino ben oltre l’ora di cena.
Menu
Primo: pennette con salsa di noci per entrambi

Chiara prende una caprese

Io passo direttamente al dolce: torta al cioccolato

Ci beviamo una bottiglia di Chardonnay Piave “Villa Sandi” 2005

Dopo una breve sosta a Milano Porta Garibaldi proseguiamo per Torino e a Novara ci mettiamo sulla linea ad alta velocità, tenendo però una media di 120 km/h che porta il ritardo totale a 100 minuti.
Arriviamo al binario 16 di Torino Porta Nuova alle 22.20.

Il padre di Chiara mi dà uno strappo fino a casa e ci salutiamo, io salgo in casa e svengo sul letto.
È stato un bellissimo viaggio, mi sono divertito tantissimo con gli amici a Belgrado e gli inconvenienti meteorologici hanno aggiunto un po’ di pepe, aumentando il mio divertimento. Lufthansa si è comportata incredibilmente bene, dimostrando per l’ennesima volta di meritare la fiducia che le ho dato e che continuerò a darle. “Lufthansa: there’s no better way to fly!”
Spero di non avervi annoiato, vi ringrazio tutti per l’attenzione e aspetto, come sempre, le vostre impressioni ed i vostri suggerimenti.
I-CRIS
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