Tutto parte 24 anni fa, da una promessa che feci a me stesso dopo un viaggio: non si possono lasciare le cose a metà, dissi a me stesso.
L’inizio, però, data all’incirca l’anno scorso, verso ottobre/novembre: arriva la solita telefonata di Sokol, che propone l’improponibile. Vuole fare il viaggio della vita, interessantissimo per carità, ma… a spanne, una spesa di 17.000 euro (e fin qua… uno dice: sarebbe per marzo 2018, c’è il tempo di pianificare i risparmi e poterselo, a fatica, permettere) ma soprattutto un viaggio di oltre 45 giorni! Una fesseria, manco fossimo tutti pensionati che non sanno dove andare a spese dell’INPS!
Sorry, Sokol: se possiamo spezzare, a me interessa una piccola parte soprattutto, ma tutto il giro non posso permettermelo.
Una settimana dopo, arriva la controproposta: e questa volta, dopo qualche giorno di riflessione, il sì arriva convinto. C’è da mantenere quella promessa, ci sono i soliti tre amici, c’è il consueto viaggio di quelli che “solo noi non ci tiriamo mai indrio”. Un anno a sbavare ed a pensare alla partenza, che puntualmente giunge la sera del 20 novembre: prima tappa, Buenos Aires, raggiunta con un comodissimo biglietto premio AZ in J, giusto per stare tranquilli. Qui il trio si da appuntamento, e da qui (ma non da EZE: si partirà da AEP) si metterà in moto verso Sud, non prima del solito scherzo all’organizzatore: all’ingresso in aeroporto, calci e spintoni a Sokol, che vorrebbe mandare aff…lo l’energumeno che lo spinge, salvo accorgersi che il buon nicolap, con la complicità degli altri due sodali, ha ben pensato di volere salutare a modo suo l’Amundsen de noantri…
AEP, dicevamo: il nostro 738 di Aerolinas ci attende al gate, per un voletto di circa 4 ore, destinazione USH
Comodi posti in fila di emergenza per tutti
Fuori, una distesa di code in vecchia e nuova livrea, unitamente a qualche “ferro vecchio” parcheggiato dall’altra parte
Pista 13 ci attende: si parte per l’avventura
Rivista di bordo, flotta e destinazione
Voliamo sempre sopra una distesa di nuvole, quindi poco da raccontare, salvo che l’aviogetto è dotato di winglet
La discesa e l’avvicinamento sono uno spettacolo: ci si incastra tra le montagne, con un panorama mozzafiato
Cortissimo finale
Bienvenidos a Ushuaia, Tierra del Fuego
Qualche foto qua e là del paesello
La ferita sempre aperta
Ushuaia sarebbe la fine del mondo, ma per noi è solo il punto di partenza
Sperando di avere migliore fortuna di questa
e di non fare la stessa fine di questi
L’ufficio della LADE: ci ha volato nicolap, con loro
Somiglianze
Gran bel mezzo all’aeroclub, peccato solo sia mantenuto in maniera discutibile
Torre di controllo
Il 23 novembre è il gran giorno: la partenza è prevista nel tardo pomeriggio, ma noi non stiamo più nella pelle, e vogliamo andare subito a vedere se il mezzo è arrivato
Eccola in porto: la MV Ushuaia, varata nel 1970, nata per ricerche e poi riadattata, a seconda delle necessità, in nave passeggeri e talvolta cargo. Un ferro vecchio robustissimo, piccolo (90 passeggeri) ma che svolgerà più che egregiamente il suo mestiere.
Andiamo a mangiare un sobrio e leggerissimo panino locale
e subito dopo a donare colesterolo ai bisognosi. Poi, con calma, si fa ritorno a recuperare i bagagli: il Comandante della spedizione scruta l’orizzonte
mentre il narratore tenta senza successo di provare a vedere se il miracolo di fare foto decenti riesce: niente da fare nemmeno a questo giro. Ho il sospetto che l’arte della fotografia non mi appartenga
Tutto pronto, si va al porto
Nessun passaporto inglese in tasca
Lei è pronta ad accoglierci
Tutto a posto: destinazione…
L’inizio, però, data all’incirca l’anno scorso, verso ottobre/novembre: arriva la solita telefonata di Sokol, che propone l’improponibile. Vuole fare il viaggio della vita, interessantissimo per carità, ma… a spanne, una spesa di 17.000 euro (e fin qua… uno dice: sarebbe per marzo 2018, c’è il tempo di pianificare i risparmi e poterselo, a fatica, permettere) ma soprattutto un viaggio di oltre 45 giorni! Una fesseria, manco fossimo tutti pensionati che non sanno dove andare a spese dell’INPS!
Sorry, Sokol: se possiamo spezzare, a me interessa una piccola parte soprattutto, ma tutto il giro non posso permettermelo.
Una settimana dopo, arriva la controproposta: e questa volta, dopo qualche giorno di riflessione, il sì arriva convinto. C’è da mantenere quella promessa, ci sono i soliti tre amici, c’è il consueto viaggio di quelli che “solo noi non ci tiriamo mai indrio”. Un anno a sbavare ed a pensare alla partenza, che puntualmente giunge la sera del 20 novembre: prima tappa, Buenos Aires, raggiunta con un comodissimo biglietto premio AZ in J, giusto per stare tranquilli. Qui il trio si da appuntamento, e da qui (ma non da EZE: si partirà da AEP) si metterà in moto verso Sud, non prima del solito scherzo all’organizzatore: all’ingresso in aeroporto, calci e spintoni a Sokol, che vorrebbe mandare aff…lo l’energumeno che lo spinge, salvo accorgersi che il buon nicolap, con la complicità degli altri due sodali, ha ben pensato di volere salutare a modo suo l’Amundsen de noantri…
AEP, dicevamo: il nostro 738 di Aerolinas ci attende al gate, per un voletto di circa 4 ore, destinazione USH



Comodi posti in fila di emergenza per tutti

Fuori, una distesa di code in vecchia e nuova livrea, unitamente a qualche “ferro vecchio” parcheggiato dall’altra parte


Pista 13 ci attende: si parte per l’avventura


Rivista di bordo, flotta e destinazione



Voliamo sempre sopra una distesa di nuvole, quindi poco da raccontare, salvo che l’aviogetto è dotato di winglet


La discesa e l’avvicinamento sono uno spettacolo: ci si incastra tra le montagne, con un panorama mozzafiato




Cortissimo finale

Bienvenidos a Ushuaia, Tierra del Fuego

Qualche foto qua e là del paesello


La ferita sempre aperta



Ushuaia sarebbe la fine del mondo, ma per noi è solo il punto di partenza

Sperando di avere migliore fortuna di questa

e di non fare la stessa fine di questi

L’ufficio della LADE: ci ha volato nicolap, con loro

Somiglianze


Gran bel mezzo all’aeroclub, peccato solo sia mantenuto in maniera discutibile



Torre di controllo

Il 23 novembre è il gran giorno: la partenza è prevista nel tardo pomeriggio, ma noi non stiamo più nella pelle, e vogliamo andare subito a vedere se il mezzo è arrivato

Eccola in porto: la MV Ushuaia, varata nel 1970, nata per ricerche e poi riadattata, a seconda delle necessità, in nave passeggeri e talvolta cargo. Un ferro vecchio robustissimo, piccolo (90 passeggeri) ma che svolgerà più che egregiamente il suo mestiere.
Andiamo a mangiare un sobrio e leggerissimo panino locale

e subito dopo a donare colesterolo ai bisognosi. Poi, con calma, si fa ritorno a recuperare i bagagli: il Comandante della spedizione scruta l’orizzonte

mentre il narratore tenta senza successo di provare a vedere se il miracolo di fare foto decenti riesce: niente da fare nemmeno a questo giro. Ho il sospetto che l’arte della fotografia non mi appartenga

Tutto pronto, si va al porto

Nessun passaporto inglese in tasca

Lei è pronta ad accoglierci


Tutto a posto: destinazione…
