Toto-Lotteria: cosa ne sarà di VBS?


airpilot

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«Ryanair a Montichiari? Appena ci saranno aeromobili»

«Le verifiche tecniche hanno dato esito positivo. Appena avremo aeromobili disponibili concentreremo le nostre attenzioni anche su Montichiari».

A dirlo John Alborante, sales & marketing manager Ryanair per l’Italia, oggi all’aeroporto Valerio Catullo, a margine della presentazione delle due nuove rotte, per Londra Stansted e Birmingham, che la compagnia irlandese attiverà da Verona dalla stagione estiva 2016.

http://www.giornaledibrescia.it/econ...bili-1.3046172
 

massi72

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14 Marzo 2009
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Gardone V.T. (Brescia, Lombardia)
«Ryanair a Montichiari? Appena ci saranno aeromobili»

«Le verifiche tecniche hanno dato esito positivo. Appena avremo aeromobili disponibili concentreremo le nostre attenzioni anche su Montichiari».

A dirlo John Alborante, sales & marketing manager Ryanair per l’Italia

http://www.giornaledibrescia.it/econ...bili-1.3046172
sì certo...
e quando avanzeranno auto da corsa ci sarà il Gran Premio di Formula 1 in Burundi...
 

AZ209

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Aeroporto Brescia, Ue: gestione al Catullo

«Si è giunti alla composizione della controversia pendente tra le parti e la concessione per lagestione totale dell’aeroporto di Brescia Montichiari è confermata in capo a Catullo Spa». Così una in una nota la società conferma la risoluzione della disputa sulla concessione per la gestione dell’aeroporto Montichiari di Verona Villafranca, che opponeva da una parte la società Valerio Catullo Spa e dall’altra la Sacbo di Bergamo Orio al Serio. I giudici della Corte di giustizia europea erano stati chiamati su richiesta del Consiglio di Stato a decidere sulla conformità ai principi comunitari della normativa italiana che consente a chi, come la Catullo, si trovi a gestire spazi aeroportuali, anche a titolo precario, di ottenere l’affidamento diretto della concessione per la gestione dello scalo senza il vaglio di una gara pubblica.

La società Valerio Catullo di Verona Villafranca Spa gestisce l’aeroporto veneto dal 1998, da ultimo grazie ad un decreto interministeriale del 18 marzo 2013. La Sacbo, società che gestisce l’aeroporto civile di Bergamo Orio al Serio, aveva impugnato tale concessione davanti al Tar di Brescia, che in qualità di giudice di primo grado aveva dato ragione alla Sacbo sulla base di alcuni vizi della domanda di concessione formulata dalla società Catullo. Di qui la richiesta del Consiglio di Stato alla Corte di giustizia europea, davanti al quale la Catullo ha impugnato la sentenza pronunciata dal Tar.

http://www.vvox.it/2016/01/13/50198/

 

airpilot

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Aeroporto Brescia, Ue: gestione al Catullo

«Si è giunti alla composizione della controversia pendente tra le parti e la concessione per lagestione totale dell’aeroporto di Brescia Montichiari è confermata in capo a Catullo Spa». Così una in una nota la società conferma la risoluzione della disputa sulla concessione per la gestione dell’aeroporto Montichiari di Verona Villafranca, che opponeva da una parte la società Valerio Catullo Spa e dall’altra la Sacbo di Bergamo Orio al Serio. I giudici della Corte di giustizia europea erano stati chiamati su richiesta del Consiglio di Stato a decidere sulla conformità ai principi comunitari della normativa italiana che consente a chi, come la Catullo, si trovi a gestire spazi aeroportuali, anche a titolo precario, di ottenere l’affidamento diretto della concessione per la gestione dello scalo senza il vaglio di una gara pubblica.

La società Valerio Catullo di Verona Villafranca Spa gestisce l’aeroporto veneto dal 1998, da ultimo grazie ad un decreto interministeriale del 18 marzo 2013. La Sacbo, società che gestisce l’aeroporto civile di Bergamo Orio al Serio, aveva impugnato tale concessione davanti al Tar di Brescia, che in qualità di giudice di primo grado aveva dato ragione alla Sacbo sulla base di alcuni vizi della domanda di concessione formulata dalla società Catullo. Di qui la richiesta del Consiglio di Stato alla Corte di giustizia europea, davanti al quale la Catullo ha impugnato la sentenza pronunciata dal Tar.

http://www.vvox.it/2016/01/13/50198/

Campa Cavallo....
 

AZ209

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Aeroporto Montichiari, il caso arriva alla Corte di giustizia europea

La disputa tra la Valerio Catullo Spa e la Sacbo di Bergamo Orio al Serio per la gestione dell'areoporto di Brescia Montichiari

Brescia, 16 gennaio 2016 - La disputa tra la Valerio Catullo Spa e la Sacbo di Bergamo Orio al Seriogiunge davanti alla Corte di giustizia europea. Materia del contendere la concessione per la gestione dell'areoporto di Brescia Montichiari.
I giudici Ue, su richiesta del Consiglio di Stato, dovranno decidere sulla conformità ai principi comunitari della normativa italiana che consente a chi, come la Catullo, si trovi a gestire spazi aeroportuali, anche a titolo precario, di ottenere l'affidamento diretto della concessione per la gestione dello scalo senza il vaglio di una gara pubblica.

La società Valerio Catullo di Verona Villafranca gestisce l'aeroporto veneto dal 1998, da ultimo grazie ad un decreto interministeriale del 18 marzo 2013. La Sacbo, società che gestisce l'aeroporto civile di Bergamo Orio al Serio, ha
impugnato tale concessione davanti al Tar di Brescia, che in qualità di giudice di primo grado ha dato ragione alla Sacbo sulla base di alcuni vizi della domanda di concessione formulata dalla società Catullo.
Di qui la richiesta del Consiglio di Stato alla Corte di giustizia europea, davanti al quale la Catullo ha impugnato la sentenza pronunciata dal Tar.


http://www.ilgiorno.it/brescia/aeroporto-montichiari-corte-europea-1.1649763
 

AZ209

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Pax aeroportuale per evitare le gare

Si è da poco conclusa la vicenda dall’aeroporto di Montichiari, conteso tra Verona e Bergamo. L’accordo è stato raggiunto per evitare la gara per l’affidamento della concessione e a danno di passeggeri e compagnie aeree. Privatizzazioni inutili e un piano di regolazione aeroportuale che manca.

La battaglia di Montichiari

Tra l’aeroporto Catullo di Verona e la società Sacbo di Bergamo la pace è ora ufficiale. Senza vinti, né vincitori tra gli scali in lotta, ma con due sicuri perdenti: i passeggeri e le compagnie aeree.

La società bergamasca che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio ha chiuso i contenziosi aperti contro l’affidamento quarantennale della concessione dello scalo di Brescia-Montichiari in capo ai veronesi.

Lo scalo bresciano è costato 76 milioni di investimenti per la sua apertura e che ha accumulato 65 milioni di perdite di gestione, con un traffico da aeroclub di 10mila passeggeri l’anno. La battaglia giudiziaria sulla gestione di Montichiari è annosa: l’aeroporto è stato a lungo conteso perché oggetto del desiderio di Bergamo, che ne vedeva la valvola di sfogo per il traffico delle merci; mentre Verona ha beneficiato della concessione per tenere lo scalo monclarense in naftalina. La querelle si è ora risolta con un comunicato congiunto una settimana dopo l’incontro “distensivo” al ministero dei Trasporti. Dove il ministro Graziano Delrio e l’Enac (cioè i regolatori pubblici) hanno convinto i contendenti (i gestori) a cessare la guerra giudiziaria. “Era una guerra che non giovava a nessuno e poteva creare danni a tutti” hanno affermato in coro i litiganti.

Un sistema in affanno

Ma quali possono essere i danni provocati da una gara? Perché dovrebbe essere un pericolo fare, finalmente, le gare per l’affidamento delle concessioni, come previsto dalla normativa europea, negli aeroporti italiani? Aprire una fase nuova di sviluppo nel settore aeroportuale che finora ha distrutto più ricchezza di quanta ne abbia creata non dovrebbe essere un danno. Basterebbe citare le deludenti prestazioni di Malpensa, che nonostante i costi pubblici (2 miliardi di euro) è ancora sottoutilizzato, per capire che il sistema aeroportuale è malato. Per non parlare di Fiumicino messo in ginocchio per mesi dal cortocircuito di un condizionatore e dal fuoco di sterpaglie vicine al sedime aeroportuale. Oppure la proliferazione di tanti piccoli aeroporti sostenuti non dal mercato, ma dagli enti locali che hanno fatto delle società di gestione dei veri e propri centri di consenso elettorale.

In Italia ci sono 112 scali operativi (novanta aperti al traffico civile, dieci militari e civili e undici solo militari); quelli commerciali sono 46. A dirlo è una recente indagine della Cassa depositi prestiti, dove si ricorda che l’impatto economico degli aeroporti sul Pil italiano è del 3,6 per cento contro una media europea del 4,1 per cento.

I livelli di efficienza e competitività degli scali hanno standard inferiori a quelli europei e a nulla è valsa la privatizzazione iniziata negli anni Novanta. Accelerata in questa fase dalla crisi economica, ha indotto gli enti pubblici proprietari degli scali – comuni, province e regioni, con accresciuto fabbisogno di liquidità – a vendere le loro quote.

In tutto ciò, il ricorso di Sacbo stava involontariamente per diventare la testa d’ariete per scardinare i vecchi e inefficienti equilibri del sistema aeroportuale italiano e da qui derivano le pressioni (la cosiddetta “moral suasion”) nei confronti di Bergamo perché lo ritirasse. C’era il rischio che la Commissione europea potesse mettere in discussione tutto l’assetto delle concessioni aeroportuali affidate senza competizione, dando il via libera alle gare europee. Ritirato anche il ricorso del Catullo al Consiglio di Stato, le società di gestione sperano di interrompere automaticamente anche il procedimento in sede europea.

“Fare sistema” per i gestori degli aeroporti italiani significa essere uniti per restare monopolisti con bassa redditività, scarse caratteristiche industriali, ma con rendite garantite da tariffe elevate e poco efficienti. Fino ad oggi si è gabellata per concorrenza l’apertura di uno scalo vicino a un altro, ma non attraverso una gara o per la concessione. Fino a quando è stato possibile, il concessionario coincideva anche con il gestore unico dei servizi di terra. E quando si è aperto minimamente il mercato, per tenere in vita le goffe e inefficienti società di handling, sempre in perdita con organici gonfiati e spese assai discutibili, si è fatto ricorso al ripiano dei disavanzi con le risorse del gestore. Cioè con veri e propri aiuti di Stato, come nel caso di Sea che è stata multata per oltre 400 milioni di euro dalla Unione Europea. A nulla servirà il recente piano aeroportuale che in realtà è un piano di ripartizione dell’influenza degli scali (la domanda non ha confini amministrativi).

Sarebbe servito un piano di regolazione aeroportuale capace di liberalizzare il mercato prima delle privatizzazioni e di nuovi pasticci e soprattutto prima delle acquisizioni e fusioni aeroportuali in corso, come quella veneta (Venezia Treviso Verona e Montichiari) e quella lombarda (Malpensa, Linate e Bergamo): veri e propri cartelli che giovano alle imprese e danneggiano gli utenti.


http://www.lavoce.info/archives/39518/pax-aeroportuale-per-evitare-le-gare/
 

Paolo_61

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Per una volta un articolo ben scritto e che mette in luce i veri difetti del sistema aeroportuale italiano, e i conseguenti costi per la collettività.
 

massyrm

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Montichiari: 100 milioni di passeggeri entro il 2023, ma servono 15 miliardi di euro

„Un progetto colossale, da 15 miliardi di euro, per il rilancio dell'aeroporto di Montichiari. Investimenti pari ad una piccola manovra finanziaria, per trasformare un piccolo scalo - ad oggi transitano meno di 20mila passeggeri, ma volano e atterrano più di 40mila tonnellate di merci - in uno dei più sontuosi hub aeroportuali di tutta Europa. Lo scrive il Corsera.“

L'obiettivo: raggiungere i 75 milioni di passeggeri nel 2020, i 100 milioni nel 2023.

fonte: http://www.bresciatoday.it/economia/Aeroporto-montichiari-europe-1.html


Cioè, tra 4 anni faranno i passeggeri di LHR e tra 7 se la giocano con ATL per la leadership mondiale, eh?! :D


qui l'articolo del corriere
 

aless

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12 Settembre 2006
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Ma il Corsera online ora vuole l'abbonamento per far leggere ste stronzate?
 

AZ209

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Londra.
Aeroporto di Montichiari, Catullo freddo sull’investimento di Sixing: «Con noi non hanno mai parlato»

Enrico Marchi: «Non stiamo cercando alleanze con investitori esteri. I nostri interlocutori più concreti sono i bresciani»

«Non stiamo cercando alleanze con investitori esteri - dice Enrico Marchi - e al momento non stiamo parlando con nessuno se non con gli industriali bresciani».
Il presidente di Save (società veneta concessionaria dell’80 per cento dell’aeroporto di Montichiari) accoglie con distaccata freddezza la proposta degli investitori esteri di mettere sul piatto 15 miliardi. A lanciare l’idea per far decollare il D’Annunzio è stato l’ingegner Michele Raucci, uomo di business e presidente della Sixing Holding, la società di Hong Kong che vorrebbe «rilevare» la pista di Montichiari e farne un hub europeo. In un’intervista al Corriere Raucci ha detto di voler partecipare ad una gara per ottenere la concessione, oggi in capo a Save-Abem. Ma con il presidente della Sixing Holding «noi non abbiamo mai parlato, nonostante siamo i titolari della concessione. Perciò - spiega Marchi - questo la dice lunga sulla concretezza di quella proposta».

A margine del convegno sul futuro dell’aeroporto bresciano, che si è tenuto ieri a Montichiari, il progetto di Raucci fa discutere, ma tutti per ora indicano altre priorità. «Adesso facciamo partire l’aeroporto - spiega Marco Bonometti - e poi si apriranno molti spazi di sviluppo e investimento». Il leader degli industriali è fiducioso: per lui il D’Annunzio può decollare se riesce a coniugare cargo leggero, pesante e passeggeri. Un mix che dovrebbe trovare nella posizione strategica di Montichiari il proprio perno. «La Tav può accelerare lo sviluppo passeggeri, le infrastrutture ci sono e il sistema Brescia - dice il leader di Aib - è unito» Anche se proprio ieri a Verona il sottosegretario ai trasporti Umberto Del Basso De Caro ha spiegato che il ministero è orientato a far transitare la Tav da Brescia by-passando Montichiari. Secondo Bonometti la priorità è partire, e farlo subito. «Se non riusciamo a uscirne nel breve, anche gli industriali - promette il leader di Aib - abbandoneranno il progetto». Pure il presidente della provincia di Brescia rilancia l’importanza del momento: «oggi o mai più» dice Pier Luigi Mottinelli. Il quale considera «positivo che gli investitori esteri guardino a Montichiari: è il segno - dice Mottinelli - che il D’Annunzio è considerato strategico».

Secondo lui la flessione di Malpensa, nei confronti di Linate, porta linfa nuova al D’Annunzio. Che oggi può muoversi senza più essere imprigionato nella «bagarre» amministrativa: Bergamo da una parte (Sacbo) e Venezia dall’altra (Save-Catullo) hanno fatto marcia indietro sui ricorsi. È da qui, «dalla certezza della concessione» che si parte. Ieri l’ha sottolineato anche Enrico Marchi. Il quale ha chiesto alla politica e agli enti locali di essere uniti:«è necessario che dietro l’aeroporto ci siano attori che lavorano all’unisono» ha detto il presidente di Save. Sottolineando che quella di Montichiari è «una sfida difficile», anche se «oggi ci sono le condizioni per partire». E a chi gli obietta che se il D’Annunzio riparte allora potrebbe oscurare Bergamo e Verona, Macchi risponde: «non siamo qui per togliere, ma per aggiungere». E l’esempio per lui è Verona: arrivati a Villafranca, Save è riuscita a «far crescere i voli, non a farli diminuire». Così per Macchi sarà a Montichiari, considerato una pedina che «amplia l’offerta e non una minaccia» per il sistema aeroportuale veneto. In più, la rete infrastrutturale di Brescia può essere un condizione di rilancio per il D’Annunzio: «l’offerta crea la domanda, pensate - dice Macchi - all’Autostrada del sole». Si respira fiducia. E lo stesso Bonometti riconosce che il presidente di Save è «un interlocutore credibile».

http://brescia.corriere.it/notizie/...to-da320eee-ea83-11e5-bfc8-b05a661f1950.shtml
 

Banana Joe

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20 Gennaio 2008
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Grazie
Allora è vero che i gas prodotte dalle discariche del bresciano non solo sono tossici, ora ci sono le prove che sono anche allucinogeni.