Thread AZ/CAI 11-14 ottobre

  • Autore Discussione Autore Discussione malpensante
  • Data d'inizio Data d'inizio

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Ieri ho visto per la prima volta uno degli Md80 storati, con le porte e le overwing completamente sigillate con quella specie di "stagnola" e il logo in coda parzialmente cancellato. Fin ora erano solo li parcheggiati senza nessun accorgimento perticolare.
 
Al 90% (io di aerei russi me ne intendo!!:cool:) quello è un IL-62M!;)

Oppure un foto ritoccata malissimo!!
 
Alitalia, Miccichè (Intesa), tenuta 16 soci Cai è "granitica"
"Discesa prezzo petrolio ci agevola moltissimo"

Washington, 11 ott. (Apcom) - "La tenuta dei sedici soci di Cai è
granitica: sono rimasti così interessati e affascinati dal progetto
industriale che lo hanno seguito, in un momento, ai primi di agosto, dove
sembrava difficile costruire quello che si è costruito. E sono altrettanto
fermi nel volerlo seguire fino ad adesso". Gaetano Miccichè, responsabile
corporate and investment banking di IntesaSanPaolo, intervistato a margine
degli incontri del Fmi a Washington, dopo lo slittamento dell'assemblea
Cai, vuole fornire un segnale tranquillizzante sulla coesione della cordata
che dovrà rilevare Alitalia. Alcuni tasselli, secondo il banchiere, stanno
poi andando al loro posto. Come il prezzo del petrolio. "La discesa del
prezzo del petrolio - che nel piano era a 138 dollari al barile - ci
agevola moltissimo. E un'ulteriore componente fondamentale è il reiterato
interesse da parte dei più importanti potenziali internazionali. Il fatto
che Lufthansa, Air France e anche British abbiano manifestato con i loro
chairman o managing director la volontà di fare questa operazione è una
conferma della solidità del piano e della credibilità dell'operazione nel
suo complesso". Miccichè segnala il prossimo passo più importante per il
decollo della nuova Alitalia. "Dobbiamo avere velocemente le autorizzazioni
comunitarie e il rinvio dell'assemblea è solamente un fatto formale perchè
non abbiamo le autorizzazioni comunitarie. Una volta ottenute queste la
società partirà, con uno dei partner per il quale la valutazione sarà
principalmente industriale". BOL 11-OTT-08
 
ALITALIA: storia e retroscena

BRUNO VESPA- VIAGGIO IN UN’ITALIA DIVERSA

ALITALIA: storia e retroscena di un’Italia diversa

Nella notte, un messaggio sul cellulare di Gianni Letta…
“Ho scritto a Rocco e Roberto che, per noi, la trattativa finisce qui. Noi
ce ne andiamo, e domani sciolgo la CAI.” Era la mezzanotte e mezza di
venerdì 26 settembre quando il cellulare piatto di Gianni Letta ricevette
questo messaggio da Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa
Sanpaolo e regista finanziario dell’operazione Alitalia-Cai. (Rocco era
Sabelli, amministratore delegato di Cai. Roberto era Colaninno, il
presidente).

Quando Letta ricevette il messaggio, tutte le finestre al piano nobile di
palazzo Chigi erano illuminate. In una stanza c’erano il Comandante Fabio
Berti e i rappresentanti dell’Anpac e quelli dell’Unione Piloti. In
un’altra, i segretari generali Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni
(Cisl), Luigi Angeletti (Uil) e Renata Polverini (Ugl). Il passaggio del
piloti alla categoria dei dirigenti, concordato con la compagnia,
richiedeva una ridiscussione del contratto con il personale firmato poche
ore prima dai segretari confederali.

Ma Angeletti minacciava la rottura, sentendosi scavalcato, e Bonanni dava
finalmente pubblico sfogo al suo antico odio verso i piloti: entrambi, con
la Polverini, volevano ottenere qualcosa in più del pattuito perché non si
pensasse che fosse solo merito di Epifani se la precedente trattativa per
il personale di terra si era sbloccata. I piloti, a loro volta, tiravano
la corda per strappare altre assunzioni. Si era creata, insomma, una
situazione drammatica e surreale che Letta, ogni tanto, descriveva al
telefono a un attonito Silvio Berlusconi, ritiratosi in Umbria per farsi
curare un “colpo della strega”.

Quando Letta ricevette il messaggio di Passera, Colaninno –collegato anche
lui al telefono- era accanto al sottosegretario. “Me ne vado” gli disse
asciutto il presidente Cai e si diresse verso l’altissima porta di legno
massiccio. Letta lo rincorse e lo fermò con un’invocazione:”Roberto, dove
vai? A questo punto ti chiedo di poter mostrare ai segretari generali il
messaggio che ci ha inviato Passera”. Colaninno annuì, Letta entrò nella
stanza accanto, aprì il cellulare argentato e lesse. Le tre vecchie volpi
del sindacato e la giovane nuova arrivata della Ugl, per la prima volta
ammessa a un’importante trattativa comune, sbiancarono.

Un paio d’ore dopo, alle 2 e mezzo del mattino di sabato 27 settembre, i
protocolli erano firmati. Letta si fermò fino alle 4 per avviare l’ultima
trattativa con gli assistenti di volo, poi spostata a lunedì 29. Ma ormai
era fatta. Poteva dormire qualche ora prima di andare a Castel Gandolfo,
da gentiluomo di Sua Santità, ad assistere accanto a Papa Benedetto XVI
alla festa della gendarmeria pontificia.

La sera di quello stesso sabato guardai il TG1 delle 20 nello studio di
Letta, ordinato come se non fosse il cuore pulsante del governo e non
fosse stato, nei venti giorni precedenti, la centrale operativa della più
drammatica trattativa politica e sindacale degli ultimi decenni.

…”Rivedendo il percorso a cose fatte” mi dice Gianni Letta “forse abbiamo
commesso l’errore di privilegiare la trattativa con i sindacati
confederali rispetto a quella con i piloti. Era giusto fare una trattativa
separata, ma doveva essere condotta in parallelo…”
 
Se LH mette un po' piu' di quote, oltre al problema dell'incompetenza imperante in CAI, potrebbe anche risolvere quello dei soci che riducono la loro partecipazione per leccarsi le ferite. Inoltre anche per gli altri l'investimento diventa meno rischioso, se il giocattolo invece che da quello sbruffone di Colaninno se lo gestisce qualcuno che sa come funziona.
 
..... Ora però ci accorgiamo che gli imprenditori non mettevano soldi loro?
ne ho visti pochi di imprenditori di grosso calibro mettere del proprio in grosse imprese o avventure.
Non per nulla quando queste avventure finiscono male "lorsignori" cadono in piedi, stanno bene come prima e continuano ad essere ricchi.
Non come i negozianti di quartiere che perdono del loro e fanno fatica a rimettersi su.
 
Secondo me l'incopetenza in fatto di aviazione di parte (se non tutti) degli imprenditori della cordata, sta facendo tremare più di qualcuno. Bisogna essere "mestiere" per gettarsi su una impresa come quella di una acquisizione di una compagnia aerea in agonia. Secondo me, molti di questi hanno fatto il passo più lungo della gamba ed ora, a sangue freddo, sono sicuro che stanno iniziando a pentirsi di quello che hanno fatto.. o almeno qualche dubbio in più di prima ce l'hanno di certo.

Personalmente vedevo bene l'acquisizione da parte di AF proprio perchè, alle spalle, AZ avrebbe avuto una Azienda già del settore, che conosce bene "la materia" e che, in passato è riuscita a far uscire dalle cattive acque la stessa compagnia aerea franco-olandese. Poi la storia dela compagnia che doveva necessariamente restare italiana per me è e sarà sempre una st***zata.

Speriamo bene... ma dubito che per il momento si possano dormire sonni tranquilli.

difficile non trovarsi d'accordo con quanto dici.
Soprattutto il finale del 2° paragrafo... classico slogan elettorale (quello dell'italianità, non il tuo commento)
 
Sui voli nazionali, non c'e' piu' la coca cola, solo quella light .

ricordo che stasera alle 21.15 la trasmissione REPORT parlera' di Alitalia
la coca non c'è proprio più,quella che hai trovato è una delle ultime:astonished:
ne sui nazionali ne sugli internaz,non so sugli intercont
sul medio hanno ridotto anche i pasti di business
 
Lunedì 13 Ottobre 2008, 8:25

Alitalia: Augusto Fantozzi fissa a fine mese dead line per il futuro della compagnia

Nuova scadenza: 31 ottobre. L'ultima dead line, la più aggiornata, fissata da Augusto Fantozzi per il futuro di Alitalia, cade a fine mese. Due dei principali protagonisti della vicenda – Roberto Colaninno e Carlo Toto – subiscono l'ennesimo rinvio, in una vicenda che li ha visti impegnati in prima persona e che incrocia i destini delle loro aziende. Del resto, la priorità assoluta dell'agenda economica e governativa italiana, Alitalia appunto, è stata spedita in secondo piano della crisi internazionale. Di fronte al crollo improvviso dei colossi bancari americani, la lenta agonia della compagnia di bandiera, gestita dallo Stato imprenditori, sembra sparire. Così come l'assistenza fornita da vari governi con prestiti-ponte e ricapitalizzazione, per quanto fastidiose per le tasche dei contribuenti e sgraditi all'Unione Europea, appaiono inezie rispetto ai piani di salvataggio presenti e futuri che i governi stanno approntando per le banche in crisi.
 
la coca non c'è proprio più,quella che hai trovato è una delle ultime:astonished:
ne sui nazionali ne sugli internaz,non so sugli intercont
sul medio hanno ridotto anche i pasti di business
Su un MD80 che ho preso qualche settimana fa nelle tasche c'era solo il cartoncino della safety, nè rivista, nè catalogo Griffair, nè sacchettini per le emergenze. Questo per tutti i posti che ho potuto osservare, non solo per il mio.
 
Su un MD80 che ho preso qualche settimana fa nelle tasche c'era solo il cartoncino della safety, nè rivista, nè catalogo Griffair, nè sacchettini per le emergenze. Questo per tutti i posti che ho potuto osservare, non solo per il mio.

Finiranno come le Aerolineas Argentinas.
Ad agosto sono stato ad Eze da Fco niente intrattenimento a bordo, niente coperte, niente cuscini, solo acqua e coca, niente alcolici (neppure a pagamento), niente succo di frutta. Catering ridotto al minimo tipo volo charter MXP/LGW degli anni 80.
Siccome non funzionavano le luci di lettura del marcione che lentamente attraversava l'altantico da nord a sud ho chiesto lumi ad un aavv che mi ha risposto: meglio che dormiate...se non iniziate a chiederci da mangaire e bere e non ne abbiamo.
Ciao.
d
 
Finiranno come le Aerolineas Argentinas.
Ad agosto sono stato ad Eze da Fco niente intrattenimento a bordo, niente coperte, niente cuscini, solo acqua e coca, niente alcolici (neppure a pagamento), niente succo di frutta. Catering ridotto al minimo tipo volo charter MXP/LGW degli anni 80.
Siccome non funzionavano le luci di lettura del marcione che lentamente attraversava l'altantico da nord a sud ho chiesto lumi ad un aavv che mi ha risposto: meglio che dormiate...se non iniziate a chiederci da mangaire e bere e non ne abbiamo.
Ciao.
d

Mammamia, sembra una scena di "Uccellacci e uccellini". :sconfortato:
 
CAI amari, le legnate di dagospia

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-465.htm

CAI AMARI! LA CORDATA SI SPEZZA: IN FUGA EMMA MARCEGAGLIA E CLAUDIO SPOSITO - LA FIGURACCIA DI COLANINNO A ‘REPORT’

CAI AMARI: LA CORDATA SI SPEZZA. IN FUGA LA MARCEGAGLIA E IL BERLUSCONE SPOSITO
Lo spettacolo che è andato in onda ieri sera con la firma di Milena Gabanelli, la piacentina che non piace ai Poteri Forti, era semplicemente imbarazzante. La ricostruzione dei fatti che hanno portato la cordata dei capitani coraggiosi a offrire il petto nel salvataggio di Alitalia, è stata accompagnata da alcune testimonianze di protagonisti che aprono interrogativi inquietanti sul futuro dell'operazione.
A vederli pasticciare con i numeri e con le parole, Augusto Fantozzi, Roberto Colaninno e Claudio Scajola, sembravano gli attori di un celebre film di Totò (non di Toto), la pellicola del '56 intitolata "La banda degli onesti" in cui il comico napoletano e Peppino De Filippo convincevano un tipografo a stampare banconote false, poi se ne liberavano contenti di tornare all'onestà.

"La partita non è chiusa", ha detto il 65enne Colaninno e c'è da credergli, perché l'elenco dei problemi che sono venuti fuori ieri sera è talmente lungo da far pensare che prima del decollo la Nuova Alitalia starà inchiodata per motivi tecnici, giuridici e finanziari. A rendere ancora più forte l'effetto comico si sono aggiunte le dichiarazioni di Claudio Scajola (il ministro dell'aeroporto di Albenga) che con aria impudente e sorniona ha minimizzato il conflitto di interessi tra l'advisor di Intesa, la Banca Leonardo di Braggiotti, e i magnifici 18 alcuni dei quali di questa banca sono proprietari.

Il momento più imbarazzante è stato quando il mantovano Colaninno, incalzato dalla piacentina Gabanelli, ha cercato tra le carte della sua scrivania la clausola dello statuto che dovrebbe impedire ai soci di Cai di vendere la loro quota prima di cinque anni. La clausola (lock up) non è saltata fuori e il padrone della Piaggio è affogato in una risata nervosa che la dice lunga sul pasticcio che regola l'operazione sulla quale il balbettante Fantozzi non ha escluso la possibilità "teorica" che la cordata si ritiri di fronte ad una valutazione di Alitalia superiore agli 800 milioni.

Al film "La banda degli onesti" bisogna aggiungere le notizie che Dagospia ha raccolto sui marciapiedi di Banca Intesa dove il portone è rimasto chiuso alle telecamere della Gabanelli. Secondo gli uscieri della banca di Corradino Passera ci sono almeno due soci che starebbero per abbandonare la cordata. Il primo è Claudio Sposito, il fedelissimo di Berlusconi che contribuì al salvataggio di Fininvest agli inizi degli anni '90 quando operava come plenipotenziario italiano per conto di quella Morgan & Stanley che oggi stesso potrebbe fallire. Dal 2003 Sposito gestisce il fondo Clessidra che è entrato in Aeroporti di Roma, ma sembra intenzionato a tirarsi fuori dal salvataggio Alitalia.

Il secondo nome che circola è davvero clamoroso, poiché si tratta di Emma Marcegaglia, la presidentessa di Confindustria che è entrata con cuore e soldi leggeri dentro Cai, e che secondo le ultime notizie avrebbe rinunciato. Corradino Passera è già stato messo al corrente da Sposito ed Emma dell'addio. A dir poco dolente, avrebbe pregato i due fuggiaschi di non propalare la notizia "altrimenti - avrebbe detto Passera - crolla tutto!". (The End)
 
Secondo gli uscieri della banca di Corradino Passera ci sono almeno due soci che starebbero per abbandonare la cordata. Il primo è Claudio Sposito. Dal 2003 Sposito gestisce il fondo Clessidra che è entrato in Aeroporti di Roma, ma sembra intenzionato a tirarsi fuori dal salvataggio Alitalia.

Il secondo nome che circola è davvero clamoroso, poiché si tratta di Emma Marcegaglia, la presidentessa di Confindustria che è entrata con cuore e soldi leggeri dentro Cai, e che secondo le ultime notizie avrebbe rinunciato. Corradino Passera è già stato messo al corrente da Sposito ed Emma dell'addio. A dir poco dolente, avrebbe pregato i due fuggiaschi di non propalare la notizia "altrimenti - avrebbe detto Passera - crolla tutto!". (The End)

Mah... La potenziale (per ora sembrerebbero voci di corridoio...o di usciere, appunto) defezione di Sposito potrebbe essere letta in chiave LH, che vuole sviluppare MXP a scapito di Roma, ecc ecc. La partecipazione della Marcegaglia fu contestata quasi subito da taluni che vi vedevano un conflitto di interessi (che a me non pare così clamoroso) per via della sua presidenza di Confindustria. Ma appunto la sua è una partecipazione molto simbolica almeno dal punto di vista finanziario (si parlava di € 10mln). Che Passera si preoccupi di queste defezioni mi lascia perplesso.
 
Ultima modifica:
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.