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Mi.To

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1 Febbraio 2012
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Perugia
A parte il fatto che anche per date più vicine la disponibilità di tariffe "umane" rimane buona (ad esempio Mercoledì 6/9 AR a 143€), evidentemente sono già stati dimenticati i vecchi usi e costumi della navetta, quando fare un AR in giornata in un giorno feriale sotto i 400€ era praticamente una chimera. Anche se prenotavi con mesi di anticipo.
Domani i voli a/r costano almeno 400€. Non capisco perché devi sempre cercare il lato negativo per mettere in cattiva luce Alitalia. Mi sembri dragoni a volte.
 

belumosi

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Domani i voli a/r costano almeno 400€. Non capisco perché devi sempre cercare il lato negativo per mettere in cattiva luce Alitalia. Mi sembri dragoni a volte.
Prenotando sotto data i prezzi vanno quasi sempre alle stelle.
Comunque ecco un PR ufficiale di AZ del 18/10/2012 dove viene decantato il nuovo sistema tariffario semplificato sulla navetta con prezzi a partire da 99€ ow. Giusto il doppio di oggi. Ed erano già prezzi ritoccati al ribasso.

http://corporate.alitalia.it/it/media/comunicati-stampa/18-10-2012.html

PS Guarda che ritengo positivo il fatto che AZ abbia adeguato le proprie tariffe al mercato reale e non a quello drogato dal monopolio del quale ha goduto indebitamente per anni grazie ad una legge ad hoc.
 

india9001

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Cassano e Valeri (entrambi da Grandi Navi Veloci) nuovi CEO e CCO di AZ. Non ancora ufficiale.diciamo rumor al 99%
Grande Kenyaprince.

Cassano al momento linkedin lo da occupato negli Emirati Arabi Uniti................

Questo è Valeri: https://www.youtube.com/watch?v=Oa-kgQ9QFS4
Certo che passare da GD di GNV a CCO di AZ significa o che il primo posto non conta un cazzo o che il secondo è molto più importante
 

belumosi

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chi dice che non possa esserlo? ;)
Io! :D
Scherzi a parte, attenzione a non confondere l'astio verso AZ che traspariva chiaramente da alcuni articoli di GD all'inizio dell'era CAI, con analisi recenti più lucide e "cassate" come anti-AZ solo perchè presentavano una situazione drammatica. Che però era veritiera. Mentre non mi pare sia mai stato messo alla berlina nessun pennivendolo che ha sempre tenuto in palmo di mano AZ divulgandone ogni velina aziendale e spacciandola come articolo. E stando sempre attento a non criticare apertamente la compagnia. In pratica il buon giornalista italiano.
Anche alla conferenza stampa dell'accordo AZ-EY, l'unico che ha "osato" fare una domanda meno che banale (ha chiesto se c'era un lock-up per i soci italiani), è stato GD. E gli è stato educatamente risposto di farsi i caxxi suoi.
Quindi critica aperta quando il nostro si attaccava ad ogni appiglio pur di dare addosso a CAI, doverosa considerazione in tempi più recenti quando le sue analisi si sono rivelate del tutto veritiere.
 

kenyaprince

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20 Giugno 2008
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[h=1]Alitalia: la controllata Loyalty decisiva in piu' occasioni (MF)[/h]
[FONT=main-condensed_bold]09:09 MILANO (MF-DJ)--Per piu' volte nel giro di appena un anno e mezzo la controllata Alitalia Loyalty si e' rivelata determinante per la tenuta della capogruppo Alitalia. La newco, uno spin-off del programma fedelta' dei biglietti premio MilleMiglia, scrive MF, sembrava solo un artificio contabile per chiudere il bilancio meno peggio del previsto, e invece ha fatto la differenza in piu' occasioni. Grazie al valore di avviamento di 150 milioni euro generato dal conferimento del ramo d'azienda, Alitalia Loyalty ha risparmiato alla capogruppo l'onta dell'articolo del Codice Civile relativo alla riduzione del capitale per perdite. Con quella plusvalenza e' stato possibile ridurre ad appena 1,3 milioni la perdita netta accusata da Alitalia Spa nel primo trimestre 2013. In occasione del finanziamento bancario per 150 milioni euro concesso nei mesi scorsi ad Alitalia, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena hanno avuto in pegno le 500mila azioni ordinarie di Alitalia Loyalty. Con questo finanziamento, il debito a breve al 31 marzo 2014 e' salito a 589,7 milioni euro. Intanto ieri, la compagnia guidata da Gabriele Del Torchio ha annunciato la ripresa dei voli su Caracas, dopo che il Governo del Venezuela ha liberato i primi 50 milioni euro congelati alla compagnia.

Ilcorriere


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East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
[h=1]Alitalia: la controllata Loyalty decisiva in piu' occasioni (MF)[/h]
[FONT=main-condensed_bold]09:09 MILANO (MF-DJ)--Per piu' volte nel giro di appena un anno e mezzo la controllata Alitalia Loyalty si e' rivelata determinante per la tenuta della capogruppo Alitalia. La newco, uno spin-off del programma fedelta' dei biglietti premio MilleMiglia, scrive MF, sembrava solo un artificio contabile per chiudere il bilancio meno peggio del previsto, e invece ha fatto la differenza in piu' occasioni. Grazie al valore di avviamento di 150 milioni euro generato dal conferimento del ramo d'azienda, Alitalia Loyalty ha risparmiato alla capogruppo l'onta dell'articolo del Codice Civile relativo alla riduzione del capitale per perdite. Con quella plusvalenza e' stato possibile ridurre ad appena 1,3 milioni la perdita netta accusata da Alitalia Spa nel primo trimestre 2013. In occasione del finanziamento bancario per 150 milioni euro concesso nei mesi scorsi ad Alitalia, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena hanno avuto in pegno le 500mila azioni ordinarie di Alitalia Loyalty. Con questo finanziamento, il debito a breve al 31 marzo 2014 e' salito a 589,7 milioni euro. Intanto ieri, la compagnia guidata da Gabriele Del Torchio ha annunciato la ripresa dei voli su Caracas, dopo che il Governo del Venezuela ha liberato i primi 50 milioni euro congelati alla compagnia.

Ilcorriere


[/FONT]
...il valore assoluto delle banche-dati...un investimento (quasi) sempre molto remunerativo per chi, comprando, vuole accedere direttamente al cliente gia' fidelizzato...
 

kenyaprince

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Per quanto riguarda Niki sulle rotte da/per Vienna, per quanto riguarda AB invece mi dicono che saranno parecchi
 

kenyaprince

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C’è modo e modo di essere lasciati a casa, ma una cosa non cambia mai: a quelli dell’Alitalia va sempre meglio che agli altri. L’ennesima dimostrazione arriva dall’accordo firmato di recente dall’ex compagnia di bandiera ed Etihad, la società che, se tutto andrà come previsto, entro dicembre diventerà il principale socio dell’Alitalia con il 49 per cento delle quote. Per salvare la compagnia italiana dal fallimento il vettore di Abu Dhabi ha posto alcune condizioni. Una di queste riguarda i lavoratori. Il cui numero, ha chiesto, va ridotto di 2.171 unità. Detto, fatto. Governo e sindacati hanno accettato la richiesta e l’operazione è andata in porto. Tutto chiaro? Mica tanto.

Non tutti i lavoratori finiranno senza impiego. Dei 2.171 dipendenti in esubero, ha assicurato il governo, oltre mille verranno ricollocati in altre aziende, mentre a 250 assistenti di volo toccheranno i contratti di solidarietà. Saranno dunque circa 980 i dipendenti costretti a rimanere a casa con le mani in mano. Poveri loro, si dirà: un normale lavoratore in mobilità può arrivare a percepire al massimo un assegno da 1.100 euro al mese per due anni. Ma quelli dell’Alitalia non sono mai stati considerati come tutti gli altri. Loro sono speciali. E infatti, anche questa volta, potrebbero risultare più fortunati: fino a cinque anni di mobilità all’80 per cento dello stipendio.

Formula che, per un pilota con oltre 50 anni di età, significa poter incassare circa 6 mila euro al mese per il prossimo lustro. Ovviamente senza lavorare. Secondo quanto risulta a “l’Espresso”, è questo quello che hanno concordato l’8 agosto sindacati, compagnie aeree e società che gestiscono gli scali italiani. Un’intesa per ora priva di valore legale, visto che manca la firma del governo. Ma il fatto che l’incontro sia avvenuto nella sede del ministero del Lavoro indica con certezza che la benedizione dell’esecutivo c’è.

[h=1]VEDI ANCHE:[/h][h=1]Alitalia: Etihad compra, gli italiani pagano[/h][h=2]Dal 2008 a oggi la compagnia di bandiera ci è costata 6,5 miliardi. Ma ora anche la vendita peserà su contribuenti e viaggiatori. Grazie a uno speciale sussidio[/h]Chi salderà il conto finale? Tecnicamente, il Fondo speciale per il trasporto aereo. In pratica, a pagare saranno tutti i viaggiatori, visto che questo Fondo è alimentato quasi interamente dalla tassa di tre euro versata da ogni passeggero in partenza da un aeroporto nazionale. È lo stesso meccanismo già utilizzato per altri dipendenti dell’Alitalia, quelli finiti in cassa integrazione e mobilità dopo l’acquisto della compagnia da parte dei “capitani coraggiosi” della Cai di Roberto Colaninno nel 2008.

Pensato dal governo Berlusconi per far digerire ai sindacati gli esuberi della vecchia compagnia di bandiera, il Fondo concede ai propri beneficiari condizioni di favore rispetto ai dipendenti di altri settori. Per un normale lavoratore, infatti, il sussidio di cassa integrazione può durare al massimo due anni, con altri eventuali due di mobilità. La cifra pagata mensilmente dall’Inps è pari all’80 per cento dello stipendio, ma c’è un massimale di circa 1.100 euro.

Non funziona così per i lavoratori del settore aereo. I quali, proprio a partire dal 2008, godono di due vantaggi. Primo: il sussidio non dura due anni (di cassa integrazione) più due (di mobilità), ma quattro anni più tre. Secondo: non esiste un limite, cioè il lavoratore percepisce ogni mese l’80 per cento della retribuzione dell’ultimo anno. I privilegiati, in realtà, non sono solo i dipendenti dell’Alitalia. Non potendo concedere loro un vantaggio ufficiale del genere, pena le bacchettate della Commissione europea, Berlusconi ha esteso queste modifiche a tutti i lavoratori del settore. Oltre 13 mila persone, dunque, tra cui pure quelli di linee straniere come per esempio Air France, British Airways, Lufthansa, Aeroflot, persino le compagnie di Stato di Yemen e Libia.

Ora arrivano i nuovi esuberi Alitalia. E il cadeau diventa ancor più generoso rispetto al passato, dato che la mobilità sale da tre a cinque anni. Basterà la tassa di tre euro per garantire questa manna? Qualcuno, durante la trattativa al ministero, deve aver messo sul tavolo la questione. In una lettera mandata ai suoi iscritti, l’Anpac, il sindacato dei piloti, scrive infatti: «Alcuni “benefattori dei piloti” di parte sindacale sembra vogliano mettere un tetto in valore assoluto per massificare anche il fondo (tipo max 3.500 euro) ma non ci riusciranno. Sarebbe una assurda e iniqua discriminazione». Tradotto: visto che i soldi del Fondo potrebbero non bastare per allungare la mobilità ai nuovi lavoratori in esubero, qualcuno ha proposto di fissare un tetto massimo per l’assegno.

Come dire, togliamo qualcosa ai più fortunati per garantire l’aiuto a tutti. Un’idea che potrebbe rivelarsi particolarmente utile se il tentativo di ricollocare più della metà dei 2.171 lavoratori non dovesse andare in porto. Affinché le promesse del governo vengano mantenute è infatti necessario che diverse caselle finiscano al posto giusto. Per esempio, che Poste Italiane assuma 80 persone, che Atitech si faccia carico di altre 200, che i circa 100 piloti in uscita da Alitalia vengano assunti da Etihad. «Il fatto che più della metà dei lavoratori riesca a essere ricollocata è tutto da vedere», avverte Antonio Cepparulo, sindacalista della Filt-Cgil. Nel dubbio, sindacati e società del settore hanno già messo le mani avanti. «Le parti», è scritto nell’accordo che “l’Espresso” ha potuto leggere, «s’impegnano affinché venga fissata, entro la scadenza del 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Economia, la misura relativa all’incremento dell’addizionale sui diritti d’imbarco».

Insomma, se le parole hanno un senso, è in arrivo un rialzo della tassa aeroportuale, come peraltro già previsto dalla leggeDestinazione Italia. Sarebbe l’ennesimo regalo riservato ai dipendenti di Alitalia e pagato dai viaggiatori. Speriamo almeno che sia l’ultimo.


espresso
 

aa/vv??

Utente Registrato
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C’è modo e modo di essere lasciati a casa, ma una cosa non cambia mai: a quelli dell’Alitalia va sempre meglio che agli altri. L’ennesima dimostrazione arriva dall’accordo firmato di recente dall’ex compagnia di bandiera ed Etihad, la società che, se tutto andrà come previsto, entro dicembre diventerà il principale socio dell’Alitalia con il 49 per cento delle quote. Per salvare la compagnia italiana dal fallimento il vettore di Abu Dhabi ha posto alcune condizioni. Una di queste riguarda i lavoratori. Il cui numero, ha chiesto, va ridotto di 2.171 unità. Detto, fatto. Governo e sindacati hanno accettato la richiesta e l’operazione è andata in porto. Tutto chiaro? Mica tanto.

Non tutti i lavoratori finiranno senza impiego. Dei 2.171 dipendenti in esubero, ha assicurato il governo, oltre mille verranno ricollocati in altre aziende, mentre a 250 assistenti di volo toccheranno i contratti di solidarietà. Saranno dunque circa 980 i dipendenti costretti a rimanere a casa con le mani in mano. Poveri loro, si dirà: un normale lavoratore in mobilità può arrivare a percepire al massimo un assegno da 1.100 euro al mese per due anni. Ma quelli dell’Alitalia non sono mai stati considerati come tutti gli altri. Loro sono speciali. E infatti, anche questa volta, potrebbero risultare più fortunati: fino a cinque anni di mobilità all’80 per cento dello stipendio.

Formula che, per un pilota con oltre 50 anni di età, significa poter incassare circa 6 mila euro al mese per il prossimo lustro. Ovviamente senza lavorare. Secondo quanto risulta a “l’Espresso”, è questo quello che hanno concordato l’8 agosto sindacati, compagnie aeree e società che gestiscono gli scali italiani. Un’intesa per ora priva di valore legale, visto che manca la firma del governo. Ma il fatto che l’incontro sia avvenuto nella sede del ministero del Lavoro indica con certezza che la benedizione dell’esecutivo c’è.

[h=1]VEDI ANCHE:[/h][h=1]Alitalia: Etihad compra, gli italiani pagano[/h][h=2]Dal 2008 a oggi la compagnia di bandiera ci è costata 6,5 miliardi. Ma ora anche la vendita peserà su contribuenti e viaggiatori. Grazie a uno speciale sussidio[/h]Chi salderà il conto finale? Tecnicamente, il Fondo speciale per il trasporto aereo. In pratica, a pagare saranno tutti i viaggiatori, visto che questo Fondo è alimentato quasi interamente dalla tassa di tre euro versata da ogni passeggero in partenza da un aeroporto nazionale. È lo stesso meccanismo già utilizzato per altri dipendenti dell’Alitalia, quelli finiti in cassa integrazione e mobilità dopo l’acquisto della compagnia da parte dei “capitani coraggiosi” della Cai di Roberto Colaninno nel 2008.

Pensato dal governo Berlusconi per far digerire ai sindacati gli esuberi della vecchia compagnia di bandiera, il Fondo concede ai propri beneficiari condizioni di favore rispetto ai dipendenti di altri settori. Per un normale lavoratore, infatti, il sussidio di cassa integrazione può durare al massimo due anni, con altri eventuali due di mobilità. La cifra pagata mensilmente dall’Inps è pari all’80 per cento dello stipendio, ma c’è un massimale di circa 1.100 euro.

Non funziona così per i lavoratori del settore aereo. I quali, proprio a partire dal 2008, godono di due vantaggi. Primo: il sussidio non dura due anni (di cassa integrazione) più due (di mobilità), ma quattro anni più tre. Secondo: non esiste un limite, cioè il lavoratore percepisce ogni mese l’80 per cento della retribuzione dell’ultimo anno. I privilegiati, in realtà, non sono solo i dipendenti dell’Alitalia. Non potendo concedere loro un vantaggio ufficiale del genere, pena le bacchettate della Commissione europea, Berlusconi ha esteso queste modifiche a tutti i lavoratori del settore. Oltre 13 mila persone, dunque, tra cui pure quelli di linee straniere come per esempio Air France, British Airways, Lufthansa, Aeroflot, persino le compagnie di Stato di Yemen e Libia.

Ora arrivano i nuovi esuberi Alitalia. E il cadeau diventa ancor più generoso rispetto al passato, dato che la mobilità sale da tre a cinque anni. Basterà la tassa di tre euro per garantire questa manna? Qualcuno, durante la trattativa al ministero, deve aver messo sul tavolo la questione. In una lettera mandata ai suoi iscritti, l’Anpac, il sindacato dei piloti, scrive infatti: «Alcuni “benefattori dei piloti” di parte sindacale sembra vogliano mettere un tetto in valore assoluto per massificare anche il fondo (tipo max 3.500 euro) ma non ci riusciranno. Sarebbe una assurda e iniqua discriminazione». Tradotto: visto che i soldi del Fondo potrebbero non bastare per allungare la mobilità ai nuovi lavoratori in esubero, qualcuno ha proposto di fissare un tetto massimo per l’assegno.

Come dire, togliamo qualcosa ai più fortunati per garantire l’aiuto a tutti. Un’idea che potrebbe rivelarsi particolarmente utile se il tentativo di ricollocare più della metà dei 2.171 lavoratori non dovesse andare in porto. Affinché le promesse del governo vengano mantenute è infatti necessario che diverse caselle finiscano al posto giusto. Per esempio, che Poste Italiane assuma 80 persone, che Atitech si faccia carico di altre 200, che i circa 100 piloti in uscita da Alitalia vengano assunti da Etihad. «Il fatto che più della metà dei lavoratori riesca a essere ricollocata è tutto da vedere», avverte Antonio Cepparulo, sindacalista della Filt-Cgil. Nel dubbio, sindacati e società del settore hanno già messo le mani avanti. «Le parti», è scritto nell’accordo che “l’Espresso” ha potuto leggere, «s’impegnano affinché venga fissata, entro la scadenza del 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Economia, la misura relativa all’incremento dell’addizionale sui diritti d’imbarco».

Insomma, se le parole hanno un senso, è in arrivo un rialzo della tassa aeroportuale, come peraltro già previsto dalla leggeDestinazione Italia. Sarebbe l’ennesimo regalo riservato ai dipendenti di Alitalia e pagato dai viaggiatori. Speriamo almeno che sia l’ultimo.


espresso
Non vedo l'ora di godermi i miei quattro+tre anni di stipendio da 6000 euro al mese senza far nulla! E voi plebaglia, pagate!

Dunque: vivo la realtà dall'interno. Vi posso garantire che tutti, dall'ultima impiegata al primo dei comandanti stanno cercando in ogni modo di tenersi stretto il proprio lavoro.Siamo tutti preoccupati ed incazzati Non ho visto nessuno in questi due mesi (nemmeno chi si avvicina alla pensione) sgomitare per accaparrarsi un posto tra gli esuberi a palle all'aria con stipendi da sogno. Un motivo ci sarà...
 

nicolap

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10 Novembre 2005
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Non vedo l'ora di godermi i miei quattro+tre anni di stipendio da 6000 euro al mese senza far nulla! E voi plebaglia, pagate!

Dunque: vivo la realtà dall'interno. Vi posso garantire che tutti, dall'ultima impiegata al primo dei comandanti stanno cercando in ogni modo di tenersi stretto il proprio lavoro.Siamo tutti preoccupati ed incazzati Non ho visto nessuno in questi due mesi (nemmeno chi si avvicina alla pensione) sgomitare per accaparrarsi un posto tra gli esuberi a palle all'aria con stipendi da sogno. Un motivo ci sarà...
Il senso dell'articolo non è questo. Nessuno sostiene che tu sia contento, o che altri lo siano. L'articolo dice che, al solito, siete dei miracolati.
Tutta la solidarietà di questo mondo per la perdita del lavoro, ma vi volete paragonare ai disoccupati normali?
 

aa/vv??

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Il senso dell'articolo non è questo. Nessuno sostiene che tu sia contento, o che altri lo siano. L'articolo dice che, al solito, siete dei miracolati.
Tutta la solidarietà di questo mondo per la perdita del lavoro, ma vi volete paragonare ai disoccupati normali?
L'articolo dice che "il cadeau diventa più importante perché la mobilità sale da tre a cinque anni". Omettendo che NON c'è piu la cassa integrazione.
Capisco il dramma di chi perde il lavoro e non ha nulla ( vissuto da me in prima persona più volte). Ma il tono di sberleffo mi infastidisce perché dipinge una realtà in modo deviato. Non so perché i dipendenti di certe aziende abbiano più santi in paradiso di altri... io di certo non ho deciso di lavorare da una parte o dall'altra con l'ottica ai privilegi che avrei avuto in momenti di crisi. Inoltre correggo una imprecisione: la solidarietà non è per 250 aavv, ma per tutti gli oltre tremila. E serve (solidarietà appunto) a salvarne 250.
 
Stato
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