Il caso: Allarme per i ladri di pezzi di ricambio
Alitalia e i 46 aerei lasciati a terra
«Sono a rischio furti»
I timori del commissario: servono vigilantes
ROMA — Quando tutto questo sarà finito, quando il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, avrà venduto fino all’ultimo pezzo di quello che resta della vecchia compagnia e pagato (in parte) i creditori, forse allora potrà anche riderci sopra. Ma per adesso Fantozzi, pare, è solo arrabbiato. E preoccupato. Un sospetto gravissimo turberebbe da qualche tempo le notti del commissa*rio: che quei 46 aerei non comprati dalla nuova Alitalia e per questo rimasti a terra in vari aeroporti del Paese, in attesa di un altro acquirente, qualcuno, nottetempo, se li stia portando via pezzo pezzo. Piccoli furti, per carità, radio, computer di bordo, strumenti- motore, capaci però, se comprovati, di disperdere un patrimonio che è già limitato rispetto alle attese dei tanti, troppi creditori.
La preoccupazione sarebbe emersa giovedì scorso in seno al Comitato di sorveglianza che ha approvato la relazione trimestrale, una sorta di bilancio dell’andamento della gestione straordinaria di Alitalia apertasi il settembre scorso. In quella sede Fantozzi avrebbe avanzato il sospetto, per ora rimasto a questo punto poiché mancano de*nunce, che qualcuno stia smantellando gli aerei. Ma a che scopo?
Non è difficile immaginarlo. Anche il velivolo ormai inabile al volo, perché troppo vecchio, incidentato o addirittura precipitato, ha un suo importante valore economico: ogni pezzo è riciclabile, se opportunamente restaurato. Recenti inchieste giudiziarie hanno messo in luce il fenomeno delle «bogus part» (parti sospette) cioè dei pezzi di ricambio la cui affidabilità, da un punto di vista della si*curezza, non è accertata.
Ogni pezzo ha una sua scadenza indicata nella documentazione di accompagnamento. Finché quella data non è stata superata, il pezzo ha un grande valore economico sul mercato. Ma per quelli scaduti sono sorte società d’intermediazione, ai limiti o fuori della legalità, che falsificano le certificazioni allo scopo di riportare alla vendibilità ciò che non lo è più.
«Si tratta — si legge in una relazione del parlamentare Pino Pisicchio, datata 2005 — di un mercato ricchissimo, ca*pace di fornire margini di pro*fitto paragonabili a quelli offerti dal traffico di stupefacenti, un mercato che basa il suo lucroso commercio sulla esilità delle certificazioni cartolari ».
Ecco dunque spiegato a cosa potrebbe servire smantellare pezzo pezzo un aereo. Del resto, episodi di questo genere non sarebbero nuovi. Alcuni aerei intercontinentali di Alitalia, rimasti a terra per un piano di contingentamento nel 2001, subirono la stessa sorte.
Ma Fantozzi non si sarebbe lasciato scoraggiare degli eventi e avrebbe già una soluzione: assoldare 5-6 vigilantes che, almeno di notte, tengano d’occhio gli aerei sul piazzale, per evitare gli assalti.
C’è un unico problema: la vigilanza costa e i soldi sono sempre quelli attesi dai creditori. Al Commissario, la soluzione del caso.
Antonella Baccaro
Corriere della Sera
16 giugno 2009