Alitalia abbandona Caselle Addio ai voli per Sud e isole
La Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle, chiede aiuto ai vertici del Comune di Torino e della Regione, ma anche a Confindustria e Camera di Commercio per dare un futuro allo scalo «infrastruttura fondamentale per l’economia regionale».
Il motivo? Alitalia, infatti, a partire dal primo ottobre non volerà più su Alghero, Bari, Catania, Lamezia, Napoli, Palermo e Reggio Calabria. Con la riorganizzazione legata all’ingresso di Ethiad, infatti, l’ex compagnia di bandiera cancella tutti i collegamenti da Torino per il Sud e assicurerà solo i voli per Roma e Tirana. Torino e il Piemonte, così non potranno più raggiungere la Calabria usando un aereo. Giuseppe Donato e Roberto Barbieri, presidente e amministratore delegato di Sagat, spiegano che «nonostante lo sforzo della società per ridurre al minimo l’impatto negativo di questa decisione, serve uno sforzo corale di enti pubblici e del mondo imprenditoriale piemontese».
Il sindaco Piero Fassino tra i destinatari della lettera, ha deciso di convocare per lunedì pomeriggio in Comune un vertice urgente.
Enti locali in campo
Fassino vuole verificare con Chiamparino, ma anche con i presidenti degli industriali (Mattioli e Carbonato) e della Camera di Commercio (Alessandro Barberis) quali iniziative assumere «sia verso Alitalia sia verso altre compagnie» per garantire il mantenimento dei collegamenti dallo scalo torinese. L’incontro di sabato con i parlamentari piemontesi voluto dalla Regione sarà «un’occasione importante di mobilitazione di tutto il territorio su questo e altri temi per noi importanti», spiega Chiamparino. E aggiunge: «Dobbiamo coordinarci e faremo il possibile per contrastare questa inconcepibile perdita della quasi totalità dei collegamenti. Faremo pressing sul governo ma dobbiamo tenere presente che ormai Alitalia non è più a maggioranza pubblica».
Sconcerto a Caselle
Donato e Barbieri non nascondono lo sconcerto per una decisione che definiscono «incomprensibile». E spiegano: «Il traffico complessivamente generato dalle tratte cancellate da Alitalia supera, su base annua, il mezzo milione di passeggeri». Senza dimenticare che «si tratta di rotte fortemente redditizie perché con alti coefficienti di riempimento».
Alternative e incentivi
Sagat, secondo gli amministratori, «si è subito attivata per cercare soluzioni con vettori alternativi che, unitamente ad eventuali collegamenti con scali intermedi, possano diminuire l’impatto negativo di queste cancellazioni». E qui entrano in gioco enti locali e mondo imprenditoriale. Sagat, in sostanza, chiede iniziative di carattere economico per incentivare l’arrivo di altre compagnie. «Il risultato positivo delle nostre iniziative commerciali – scrivono i vertici Sagat – dipende però dalla volontà dei vettori di aprire collegamenti su Torino piuttosto che su altri scali nazionali». Di fatto è la certificazione di una concorrenza tra diversi sistemi territoriali e la scelta, naturalmente, è legata alle migliori offerte che possono essere messe in campo per favorire la localizzazione di queste compagnie. Donato e Barbieri lo spiegano chiaramente: i vettori valuteranno sulla «base di considerazioni economiche» se attivare «collegamenti sul nostro aeroporto anche in considerazione del limitato numero di aeromobili disponibili».
I numeri del «Pertini»
La decisione di Alitalia, infatti, rischia di frenare un trend positivo per l’aeroporto che a luglio ha fatto registrare un incremento del 16,5 per cento del traffico passeggeri contro una media nazionale del 4,2. Anche il mese di agosto ha fatto registrare un segno più: «Nei primi otto mesi dell’anno – spiega Sagat – c’è stato un progresso del 9,1% anche grazie alla performance dei voli internazionali. Crescita realizzata senza il ricorso ad alcun contributo pubblico e che adesso rischia drammaticamente di essere vanificato».
http://www.lastampa.it/2014/09/04/c...ud-e-isole-gG8aWlpBLUZEvsNhf6uyMO/pagina.html