Thread Alitalia da Maggio 2013


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Mikkio

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16 Gennaio 2009
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A pag 23 di Repubblica c'è un articolo su Alitalia che ipotizza l'apertura di:
*Johannesburg
*Cape Town
*Bogotà
*Nairobi
*Seul
*Salvador de Bahia

e più collegamenti verso Abu Dhabi e verso gli hub di Af/Kl

l'arrivo di 3 nuovi A330.
 

kenyaprince

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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Johannesburg a Cpt erano state ipotizzate già mesi fa quando dissero che da settembre probabilmente avrebbero operato verso il Sudafrica (avevamo postato a febbraio le slot request).
Da quello che so io si era richiesto di operare la FCO-NBO-JNB ma sembra che non si sarebbe potuta fare in V la NBO-JNB per via del bilaterale.
 

MC205

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30 Luglio 2009
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Johannesburg a Cpt erano state ipotizzate già mesi fa quando dissero che da settembre probabilmente avrebbero operato verso il Sudafrica (avevamo postato a febbraio le slot request).
Da quello che so io si era richiesto di operare la FCO-NBO-JNB ma sembra che non si sarebbe potuta fare in V la NBO-JNB per via del bilaterale.
Ciao sul Giornale invece, pagine economia si parla di rumors del piano Del Torchio con SHA e OSA da MXP, che fosse la volta buona... e di SCL da Roma, altra voce interna invece è che AZ vorrebbe mettere il MXP JFK al pomeriggio per contrastare EK, questa a mio avviso sarebbe una grossa minxxxxta. Spero comunque che aldilà delle toto rotte in AZ alla fine capiscano che la metastasi è quella cloaca in fondo a viale forlanini
re NBO anch'io l'ho sentita, rimango perplesso perché non ha funzionato KQ con dei costi inferiori
aspettiamo il 27, anche per lo stipendio :D
 
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flyboy

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Da Repubblica di oggi (pag. 23)

Meno voli interni e sinergie col treno Alitalia tenta la carta internazionale

ROMA - Un nuovo piano industriale nell'autunno caldo di Alitalia.
Meno voli nazionali e nuove rotte di medio e lungo raggio, le uniche a gonfiare i ricavi, questa è la via scelta per scongiurare l'ennesima crisi.
Il progetto comprende il rehubbing a Fiumicino, in pratica un corposo potenziamento delle attività nello scalo e la ridistribuzione dei collegamenti da e verso gli altri aeroporti italiani e sinergie con le Ferrovie dello Stato per l'alta velocità.
La compagnia con il nuovo orario autunnale dovrà tagliare prezzi e frequenze delle rotte nazionali, deludendo le aspettative dei passeggeri di alcune città servite da Alitalia: Torino, Milano, Venezia, gli snodi serviti dall'alta velocità ferroviaria potrebbero subire un attento "restyling" e riduzione di collegamenti verso la Capitale.
A Torino, ad esempio, è stato chiuso pochi giorni fa da Alitalia il fast track che permetteva l'imbarco veloce verso Roma.
Un primo segnale del cambio di rotta.
Quello del nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio sarà il terzo piano industriale in quattro anni e, proprio per questo, dovrà rompere col passato, con le cattive pratiche della vecchia azienda statale che fino al 2008 svolgeva un ruolo improprio, quello di mamma a volte sprecona, sempre pronta a soccorrere anche poche decine di passeggeri negli angoli più sperduti del Paese magari soltanto per far piacere ad un rais-politico locale.
Ma l'Alitalia privata deve far quadrare i conti prima di essere ceduta ad un partner straniero e salvare un totale di 22mila posti di lavoro, indotto compreso.
Un sacrificio, inevitabile, di orari anche per le "navette" verso Fiumicino e Milano, già vissuto da tutti i più grandi Paesi europei, dalla Francia alla Spagna.
L'esempio cardine è quello di Air France: il gruppo transalpino ha stretto un'alleanza con i treni di Sncf per portare clienti da Strasburgo allo scalo di Parigi Roissy-Charles de Gaulle in treno, 500 chilometri serviti dalle rotaie del Tgv, con tanto di stop traumatico ai voli ormai semivuoti tra le due città.
Un esempio che calza a pennello con la Milano-Roma: anche qui 500 chilometri in 3 ore da Centro a Centro col treno, mentre gli aerei ormai girano in alcuni orari semivuoti.
Lo stesso trattamento, in futuro potrebbe essere riservato ad altre tratte aeree che coincidono con le stazioni dell'alta velocità: Firenze, Bologna e Napoli.
E nei prossimi giornii due amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e Alitalia, Mauro Moretti e Gabriele Del Torchio, hanno in agenda un incontro che potrebbe sfociare in un accordo per permetterebbe ai passeggeri del vettore di salire con un unico biglietto su un Frecciarossa a Bologna per recarsi allo scalo di Malpensa e volare sul medio e lungo raggio.
Il piano, quindi, terrà conto dell'emorragia di clienti sulla RomaMilano: dalle prossime settimane alcuni collegamenti giornalieri da Linate e da Roma saranno accorpati al mattino prestoo alla sera per favorire chi si sposta tra le città per lavoro o per salire su un volo di lungo raggio in coincidenza.
Spariranno alcune frequenze che oggi portano a casa un load factor (una percentuale di riempimento degli aerei) a volte inferiore al 40%.
Gli slot liberati dall'obbligo della "navetta" tra le due città saranno utilizzati per voli verso l'Europa o città del Meridione, come Catania, oggi scalo emergente e nuova "gallina dalle uova d'oro".
Il progetto allo studio punta in particolare sul rientro a Fiumicino di 15 aerei in più rispetto ad oggi, per poter massimizzare l'utilizzo dei velivoli anche in orari notturni riducendo la percentuale di personale in trasferta (il sistema utilizzato dalle compagnie low cost per abbattere le spese).
In quest'ottica possono diminuire ed essere razionalizzati i processi di manutenzione e la gestione degli orari dei voli in partenza da Fiumicino.
Il risparmio è stimato in quasi 30 milioni di euro l'anno.
Il piano si concentra in particolare sugli orari: diversi voli business partiranno prima al mattino per consentire ai passeggeri che si spostano per lavoro di avere qualche ora in più all'arrivo a destinazione, soprattutto quando si varca il confine europeo.
Maggiore attenzione, quindi, ai voli transatlantici e nuove aperture di collegamenti di medio e lungo raggio: il network Alitalia per il 2013 prevede complessivamente 26 destinazioni nazionali, 59 internazionali (con un occhio attento all'Est Europa) e 16 intercontinentali.
I numeri potrebbero ovviamente variare in corso di stesura del progetto che si concluderà a fine giugno.
In questo cambio di strategia resteranno a terra cinque o sei Airbus di medio-breve raggio mentre è prevista la riconfigurazione interna degli aerei di lungo raggio in servizio sul Nord Atlantico (meno classe business e più posti in economica).
Nel 2014, inoltre, arriveranno in flotta altri tre Airbus A330 di lungo raggio che serviranno a rafforzare i buoni risultati ottenuti nel primo trimestre in questa fetta di mercato.
Infatti, a fronte di un calo pesante dei ricavi da traffico, pari al 7,6% registrato dalla compagnia sulle tratte nazionali, i voli sull'internazionale col +1,2% e sull'intercontinentale con l'11,5%, ottengono risultati lusinghieri.
Una vera e propria scommessa che potrebbe invertire la rotta o dare il colpo di grazia alla compagnia.
Le nuove aperture allo studio sono Johannesburg o Cape Town, Bogotà, Nairobi, Seul, Salvador de Bahia, tra gli altri.
E più collegamenti verso Abu Dhabi e gli hub di Air France e Klm.
Ma resta l'incognita dei costi elevati di questo cambio di strategia, visto che in alcuni casi, occorre impiegare anche 20 milioni di euro per consentire l'apertura di una nuova tratta di lungo raggio.
Un impegno pesante e rischioso di questi tempi per Alitalia, considerati anche i risultati della rotta per Pechino, chiusa recentemente dopo pochi mesi di attività per carenza di passeggeri.
Per questo il successo o la sconfitta sul lungo raggio può decidere il futuro di Alitalia.
Ed è su questo tavolo che si giocherà l'ultima partita della compagnia.
 

MC205

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30 Luglio 2009
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DAL GIORNALE pag 24 Economia

Giovedì 27 Gabriele Del Torchio presenterà il suo piano industriale di Alitalia per i prossimi tre anni. I manager della compagnia sono in fermento per definire quelle che, ancora una volta, dovrebbero essere le linee rilancio.
Sui contenuti del documento c'è molta attesa: anche perché dovrà occuparsi non più di risparmi - ormai esauriti - ma soprattutto di espansione. Alcune indiscrezioni di buona fonte permettono di individuare due capitoli di intervento.
Il primo riguarda il lungo raggio. L'Alitalia in questi anni non ha avuto una strategia precisa; anzi, spesso ha agito in maniera frettolosa. I voli per Pechino e Los Angeles sono stati aperti e subito chiusi, come pure è stato chiuso il Milano-Miami (oggi operato da American), sono stati chiusi due voli per Newark, uno da Roma e uno da Milano, compensati da un solo nuovo collegamento con New York. Da ottobre sarà sospeso anche il volo per Fortaleza. Ebbene: è proprio sul lungo raggio, il prodotto a maggior valore aggiunto, che Del Torchio vorrebbe puntare. L'idea è quella di aumentare il numero di aerei wide-body di cinque macchine, da 22 a 27, con tre Airbus 330 e due Boeing 777, modelli già presenti in flotta. Si sta guardando a mercati in crescita, sui quali ci sia ancora spazio; si sta ragionando su Seul, Nairobi, Santiago del Cile, sul rafforzamento di Osaka da Malpensa e sull'apertura, sempre da Milano, di un volo diretto per Shanghai. Se confermato, si tratterebbe di un piano coraggioso, tenendo conto che comporterebbe investimenti importanti per un'azienda che di soldi da spendere non ne ha. Le stime correnti dicono che l'apertura di una nuova destinazione di lungo raggio costa non meno di 20 milioni, e che i tempi di ammortamento sono pluriennali. Dove Alitalia troverà questo denaro sarà interessante capirlo. Gli altri interventi riguarderanno il breve e medio raggio (Italia ed Europa). Nulla di deciso ma, a quanto si apprende, la squadra di Del Torchio sta valutando una trasformazione delle onde di traffico e su una sorta di rehubbing, ovvero di concentrazione dei voli a Fiumicino. Si tratta di questo: oggi l'organizzazione dei voli rispecchia una logica multibase; cioè in sei aeroporti italiani e in alcuni europei gli aerei dormono; l'ultimo volo della sera è quindi di allontanamento da Roma, città ove nel primo mattino gli aerei riconvergono. L'idea è quella di concentrare il più possibile il traffico serale su Roma, per ottimizzare tempi e soste; oggi Roma come base vale il 50% rispetto agli altri scali, salirebbe al 70%. Le sinergie calcolate varrebbero 30 milioni l'anno. Tuttavia un rischio c'è: modificando le onde di traffico del mattino, che oggi intendono soddisfare soprattutto la clientela d'affari che raggiunge Roma per ripartire in giornata, rischierebbe di essere rimesso in gioco anche il modello di clientela. Rischio non di poco conto.
 

zeppelin999

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23 Marzo 2007
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Da Repubblica di oggi (pag. 23)

Meno voli interni e sinergie col treno Alitalia tenta la carta internazionale

ROMA - Un nuovo piano industriale nell'autunno caldo di Alitalia.
Meno voli nazionali e nuove rotte di medio e lungo raggio, le uniche a gonfiare i ricavi, questa è la via scelta per scongiurare l'ennesima crisi.
Il progetto comprende il rehubbing a Fiumicino, in pratica un corposo potenziamento delle attività nello scalo e la ridistribuzione dei collegamenti da e verso gli altri aeroporti italiani e sinergie con le Ferrovie dello Stato per l'alta velocità.
La compagnia con il nuovo orario autunnale dovrà tagliare prezzi e frequenze delle rotte nazionali, deludendo le aspettative dei passeggeri di alcune città servite da Alitalia: Torino, Milano, Venezia, gli snodi serviti dall'alta velocità ferroviaria potrebbero subire un attento "restyling" e riduzione di collegamenti verso la Capitale.
A Torino, ad esempio, è stato chiuso pochi giorni fa da Alitalia il fast track che permetteva l'imbarco veloce verso Roma.
Un primo segnale del cambio di rotta.
Quello del nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio sarà il terzo piano industriale in quattro anni e, proprio per questo, dovrà rompere col passato, con le cattive pratiche della vecchia azienda statale che fino al 2008 svolgeva un ruolo improprio, quello di mamma a volte sprecona, sempre pronta a soccorrere anche poche decine di passeggeri negli angoli più sperduti del Paese magari soltanto per far piacere ad un rais-politico locale.
Ma l'Alitalia privata deve far quadrare i conti prima di essere ceduta ad un partner straniero e salvare un totale di 22mila posti di lavoro, indotto compreso.
Un sacrificio, inevitabile, di orari anche per le "navette" verso Fiumicino e Milano, già vissuto da tutti i più grandi Paesi europei, dalla Francia alla Spagna.
L'esempio cardine è quello di Air France: il gruppo transalpino ha stretto un'alleanza con i treni di Sncf per portare clienti da Strasburgo allo scalo di Parigi Roissy-Charles de Gaulle in treno, 500 chilometri serviti dalle rotaie del Tgv, con tanto di stop traumatico ai voli ormai semivuoti tra le due città.
Un esempio che calza a pennello con la Milano-Roma: anche qui 500 chilometri in 3 ore da Centro a Centro col treno, mentre gli aerei ormai girano in alcuni orari semivuoti.
Lo stesso trattamento, in futuro potrebbe essere riservato ad altre tratte aeree che coincidono con le stazioni dell'alta velocità: Firenze, Bologna e Napoli.
E nei prossimi giornii due amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e Alitalia, Mauro Moretti e Gabriele Del Torchio, hanno in agenda un incontro che potrebbe sfociare in un accordo per permetterebbe ai passeggeri del vettore di salire con un unico biglietto su un Frecciarossa a Bologna per recarsi allo scalo di Malpensa e volare sul medio e lungo raggio.
Il piano, quindi, terrà conto dell'emorragia di clienti sulla RomaMilano: dalle prossime settimane alcuni collegamenti giornalieri da Linate e da Roma saranno accorpati al mattino prestoo alla sera per favorire chi si sposta tra le città per lavoro o per salire su un volo di lungo raggio in coincidenza.
Spariranno alcune frequenze che oggi portano a casa un load factor (una percentuale di riempimento degli aerei) a volte inferiore al 40%.
Gli slot liberati dall'obbligo della "navetta" tra le due città saranno utilizzati per voli verso l'Europa o città del Meridione, come Catania, oggi scalo emergente e nuova "gallina dalle uova d'oro".
Il progetto allo studio punta in particolare sul rientro a Fiumicino di 15 aerei in più rispetto ad oggi, per poter massimizzare l'utilizzo dei velivoli anche in orari notturni riducendo la percentuale di personale in trasferta (il sistema utilizzato dalle compagnie low cost per abbattere le spese).
In quest'ottica possono diminuire ed essere razionalizzati i processi di manutenzione e la gestione degli orari dei voli in partenza da Fiumicino.
Il risparmio è stimato in quasi 30 milioni di euro l'anno.
Il piano si concentra in particolare sugli orari: diversi voli business partiranno prima al mattino per consentire ai passeggeri che si spostano per lavoro di avere qualche ora in più all'arrivo a destinazione, soprattutto quando si varca il confine europeo.
Maggiore attenzione, quindi, ai voli transatlantici e nuove aperture di collegamenti di medio e lungo raggio: il network Alitalia per il 2013 prevede complessivamente 26 destinazioni nazionali, 59 internazionali (con un occhio attento all'Est Europa) e 16 intercontinentali.
I numeri potrebbero ovviamente variare in corso di stesura del progetto che si concluderà a fine giugno.
In questo cambio di strategia resteranno a terra cinque o sei Airbus di medio-breve raggio mentre è prevista la riconfigurazione interna degli aerei di lungo raggio in servizio sul Nord Atlantico (meno classe business e più posti in economica).
Nel 2014, inoltre, arriveranno in flotta altri tre Airbus A330 di lungo raggio che serviranno a rafforzare i buoni risultati ottenuti nel primo trimestre in questa fetta di mercato.
Infatti, a fronte di un calo pesante dei ricavi da traffico, pari al 7,6% registrato dalla compagnia sulle tratte nazionali, i voli sull'internazionale col +1,2% e sull'intercontinentale con l'11,5%, ottengono risultati lusinghieri.
Una vera e propria scommessa che potrebbe invertire la rotta o dare il colpo di grazia alla compagnia.
Le nuove aperture allo studio sono Johannesburg o Cape Town, Bogotà, Nairobi, Seul, Salvador de Bahia, tra gli altri.
E più collegamenti verso Abu Dhabi e gli hub di Air France e Klm.
Ma resta l'incognita dei costi elevati di questo cambio di strategia, visto che in alcuni casi, occorre impiegare anche 20 milioni di euro per consentire l'apertura di una nuova tratta di lungo raggio.
Un impegno pesante e rischioso di questi tempi per Alitalia, considerati anche i risultati della rotta per Pechino, chiusa recentemente dopo pochi mesi di attività per carenza di passeggeri.
Per questo il successo o la sconfitta sul lungo raggio può decidere il futuro di Alitalia.
Ed è su questo tavolo che si giocherà l'ultima partita della compagnia.
Più o meno ci stiamo, se non cambiano idea per la ennesima volta...
 

FlyKing

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Genova - LIMJ
flyboy ha detto:
Quello del nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio sarà il terzo piano industriale in quattro anni
Oltre al piano Fenice di inizio epoca CAI e questo di Del Torchio, quale sarebbe il terzo piano industriale?
 

maclover

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Oltre al piano Fenice di inizio epoca CAI e questo di Del Torchio, quale sarebbe il terzo piano industriale?
Quello di Ragnetti, che pur dovendo percorrere la strada tracciata per il piano Fenice aveva proclamato un segno di svolta rispetto alla gestione Sabelli
 

FlyKing

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14 Aprile 2011
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Genova - LIMJ
Quello di Ragnetti, che pur dovendo percorrere la strada tracciata per il piano Fenice aveva proclamato un segno di svolta rispetto alla gestione Sabelli
Escludendo le grandi manovre di marketing di Ragnetti, non mi ricordo di cambiamenti apportati al piano industriale, se non i soliti proclami. Sabelli voleva più lungo raggio, cosa che il suo successore non ha reputato necessario portare avanti..
 

MC205

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30 Luglio 2009
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Ciao sul Giornale invece, pagine economia si parla di rumors del piano Del Torchio con SHA e OSA da MXP, che fosse la volta buona... e di SCL da Roma, altra voce interna invece è che AZ vorrebbe mettere il MXP JFK al pomeriggio per contrastare EK, questa a mio avviso sarebbe una grossa minxxxxta. Spero comunque che aldilà delle toto rotte in AZ alla fine capiscano che la metastasi è quella cloaca in fondo a viale forlanini
re NBO anch'io l'ho sentita, rimango perplesso perché non ha funzionato KQ con dei costi inferiori
aspettiamo il 27, anche per lo stipendio :D
Piccola correzione sui voli AZ -DL MXPJFK, non saranno al pomeriggio ma AZ dovrebbe slittare alle 1300 e DL alle 10:30 oppure AZ alle 10:30 e DL alle 13:00 sono ancora in trattativa, meglio temevo un "suicidio" con lo stesso orario di EK
 
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flyboy

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Piccola correzione sui voli AZ -DL MXPJFK, non saranno al pomeriggio ma AZ dovrebbe slittare alle 1300 e DL alle 10:30 oppure AZ alle 10:30 e DL alle 13:00 sono ancora in trattativa, meglio temevo un "suicidio" con lo stesso orario di EK
La 604 parte già da un pò da MXP alle 12.20.
 

MC205

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La 604 parte già da un pò da MXP alle 12.20.
Esatto, ma comunque c'è uno slittamento di 40 minuti di orario, non si sa ancora se DL o AZ
la sostanza che i due orari slitteranno, il mio timore era che si volessero "scontrare" con EK
alle 1500 winter schedule invece no meno male
 

belumosi

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Piccola correzione sui voli AZ -DL MXPJFK, non saranno al pomeriggio ma AZ dovrebbe slittare alle 1300 e DL alle 10:30 oppure AZ alle 10:30 e DL alle 13:00 sono ancora in trattativa, meglio temevo un "suicidio" con lo stesso orario di EK
Ci potrebbe essere un altro motivo. AZ pare fosse intenzionata ad andare per vie legali per bloccare le varie quinte concesse a MXP. Se lei stessa o DL dovessero mettere un volo alle 13, potrebbero sostenere che il volo EK in partenza alle 15 non apporta nessun reale vantaggio ai pax, ma drena solo incassi alle compagnie UE e americane, legittime destinatarie degli introiti delle rotte nord atlantiche.
 

BAlorMXP

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27 Febbraio 2006
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Non è un paragone. Si porta ad esempio... :rolleyes:
Il dubbio infatti è portare certi esempi difficilmente attuabili date le caratteristiche non certo simili della rete AV francese e quella italiana. CDG ha la possibilità, così come FRA, di poter usufruire della rete AV perche direttamente posizionato sulla linea Paris-Nord Europe. Quanto a Roma?
 
Stato
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