Thread Alitalia da Maggio 2013


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Ci hanno riferito che la trattativa prevederebbe non meno di 1gg a settimana di solidarietà. Non so se si parla solo di pers di terra o anche volo.
 
mah, vorrei capire
prima siamo in esubero, poi ti danno il part time, poi ti danno la cigs (ma solo agli aavv e con quali criteri boh), poi ti chiedono di rinunciare al pt per i mesi estivi a causa dell’incremento di attività previsto per il periodo da giugno a settembre,
ora ulteriore solidarietà....
chi mi fa un riassuntino?
 
E' l'accordo sottoscritto al Ministero che lo prevede, ma come ho aggiunto al mio post per ora la perequazione e' utopia.

infatti e' utopia, visto che ci sono persone che ad oggi hanno gia' fatto 50 giorni di cigs.. cosi come c'e' gente che ha accettato la solidarieta' espansiva per far assumere dalla cassa integrazione e poi si ritrova a fare le giornate di cigs...
 
Alitalia, ultima chiamata: ecco il piano Del Torchio per tentare di evitare il crac

Il nuovo amministratore delegato ha pochi mesi per salvare la compagnia dal disastro. Ripartendo da zero. La perdita del primo trimestre è di 157 milioni nei primi tre mesi del 2013, i ricavi sono diminuiti del 6 per cento e il risultato netto segna un meno venti per cento

di Daniele Martini | 2 giugno 2013

Tagli alla flotta, voli cancellati e mazzate ai dipendenti non sono gli ingredienti della ricetta per l’Alitalia del nuovo amministratore, Gabriele Del Torchio, 62 anni. Dopo essersi reso conto in fretta in che frullatore è finito, il capo della malmessa compagnia aerea cerca di organizzare il primo pronto soccorso. Con una inversione a U rispetto al passato, ritiene sia arrivato il momento di puntare sul lungo raggio provando a rialzare la testa.

La fotografia della compagnia è raggelante. Nata nel 2008 con il peccato originale di una mossa a effetto di Silvio Berlusconi per vincere le elezioni, zeppa di dipendenti irritati per le botte ricevute e delusi da mille fanfaronate al vento, l’Alitalia dei “patrioti” è appesantita dal fardello di 1 miliardo e 23 milioni di euro di debito, 56 milioni in più rispetto alla fine 2012 che in parte si sono già mangiati i 95 milioni di prestito concessi di malavoglia a febbraio da una pletora di azionisti litigiosi e malmostosi che hanno preferito questa strana soluzione rispetto a un aumento di capitale. La perdita del primo trimestre è di 157 milioni, il passivo 2012 di 280, nei primi tre mesi 2013 i ricavi sono diminuiti del 6 per cento e il risultato netto segna un meno 20 per cento. La possibilità di un fallimento è tutt’altro che peregrina, l’unica speranza è che l’estate porti passeggeri e incassi.

“Lo so, la situazione è disperata, sarà durissima” , ammette Del Torchio. “Il debito ci sta uccidendo, tutti i creditori saranno soddisfatti, ma tenteremo di rimodulare i termini con le banche allungando le scadenze, se possibile. Di certo, però, solo con i tagli si muore. Ho lavorato in tante aziende, ma non ne ho vista nessuna che si riprende mortificando la produzione”, riflette l’amministratore che ha buttato nel cestino il vecchio piano industriale che prevedeva, per esempio, la radiazione di almeno 10 A320. Ne presenterà uno nuovo prima della fine di giugno.

Oltre il Milano-Roma

Nei prossimi giorni incontrerà i banchieri dei 12 istituti che intrattengono rapporti con la compagnia, a cominciare dai quattro più esposti, Banca Intesa, che è anche azionista, Unicredit, Popolare Emilia e Monte dei Paschi, sperando di riuscire a ottenere qualcosa in modo da tirare un po’ il fiato. Sul debito pesano in particolare le rate per il leasing degli aerei, 636 milioni, e qui Del Torchio proverà a ridiscutere i contratti sostituendo aerei per il corto raggio con quelli per il lungo. L’errore capitale di Alitalia è stato proprio quello di puntare tutto sul mercato domestico tentando di sfruttare, con una buona dose di opportunismo manageriale, la graziosa dote del monopolio Roma-Milano avuta nel 2008 da Berlusconi.

Quel regalo ha sortito l’effetto opposto di quello sperato: perdite a rotta di collo. Del Torchio lo riconosce: “Basta con la scelta perdente di puntare tutto sul Roma-Milano”. Sulla sua scrivania in bella vista c’è una tabellina con le quote di mercato di aerei e treni nel segmento business. Quattro anni fa l’aereo spadroneggiava con il 71,1 per cento, oggi è già sceso al 65,7, nel 2016 sprofonderà al 57,2. Stando così le cose, piuttosto che insistere sul Roma-Milano, è più ragionevole venire a patti con la realtà e a questo proposito Del Torchio pensa casomai a un qualche accordo con le Ferrovie e per questo si è già riservatamente incontrato con il suo omologo dei treni, Mauro Moretti.

Secondo il nuovo amministratore di Alitalia il futuro della compagnia passa dal lungo raggio, cosa più semplice a dire che a fare, però, con i conti in quello stato. Magari riaprendo quelle rotte chiuse o emarginate troppo in fretta in passato. Tipo la Cina, forse non più Pechino ma Shanghai, e la promettente Argentina di Papa Francesco. E intensificando i collegamenti con gli Stati Uniti, anche da Milano, e ritornando anche sullo scalo di Newark. E poi il rehubbing tentando di usare di più e meglio gli aerei, riportandoli fin dal prossimo autunno a Fiumicino dopo che i suoi predecessori li avevano sparpagliati per mezza Italia. Oggi i piloti della compagnia italiana volano poco, loro malgrado, appena 650 ore l’anno, quelli dei concorrenti europei 900 ore e ci sono aziende che vorrebbero sforare anche questo tetto di legge.

Oltre il Milano-Roma

I soldi che Del Torchio prende all’Alitalia, 650mila euro lordi l’anno, dopo un taglio del 20 per cento deciso da lui stesso, probabilmente da soli non bastano a spiegare la sua decisione di tuffarsi in una causa apparentemente persa. Figlio di un operaio, riuscì a laurearsi alla Statale di Milano perché alla Montedison, dove aveva trovato lavoro, gli permettevano di uscire un po’ prima per studiare. Ora è uno di quei manager che non ritiene i licenziamenti una medaglia al merito.

Nel primo faccia a faccia con i sindacati si è conquistato una prudente attenzione. L’ennesimo casus belli erano le pulizie a bordo dopo che la ditta esterna, la Nas, infarcita di ex dipendenti Alitalia, era andata a gambe all’aria. Per pulire si erano mobilitati un po’ di dirigenti e impiegati provocando la reazione risentita dei sindacati che avevano diffidato l’azienda dal ricorrere a espedienti del genere. Per raffreddare subito lo scontro, Del Torchio ha assunto a tempo determinato 40 dipendenti ex Nas per le pulizie e incontrato i sindacati concordando una soluzione tampone in attesa di tempi migliori. Se ci saranno.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-piano-per-salvare-compagnia-dal-crac/611123/
 
aggiungo, dall'alto della mia ignoranza in materia:
non bisognava essere molto competenti per capire che puntare tutto sul medio raggio era una grande stupidità. ripeto, qui sul forum un ignorante come me, e tanti altri molto più competenti di me, l'hanno scritto più volte. non ha senso il medio raggio, xche ci si finisce per scontrare con le LC, perchè si sapeva bene che prima o poi AV avrebbe sottratto molte quote del milano-roma.....bisogna essere dei supermanaggger a 6 zeri per capire questo?? direi di no.....
allora, perchè puntare sul medio e non sul lungo:
furi dagli equivoci, e diciamoci francamente quello che tutti sappiamo:
perchè il socio di maggioranza relativa aveva qs interesse (legittimo), in modo da convogliare il lungo raggio sui suoi 2 hub;
perchè c'era una commessa di una mare di A320 di AP....a chi rifilarli, altrimenti???
 
perchè il socio di maggioranza relativa aveva qs interesse (legittimo), in modo da convogliare il lungo raggio sui suoi 2 hub;
perchè c'era una commessa di una mare di A320 di AP....a chi rifilarli, altrimenti???

Verissimo e ciò dimostra che non hanno mai avuto interesse nel benessere di AZ ma solo nel traghetterla verso il prossimo proprietario AF senza scontentare quest'ultimo.
Quindi non era solo una voce la storia dei 320.....bene che ci abbiano ripensato,anche se,se volessero sostituire dei narrow body con dei widebody,comunque metterebbero a terra alcune unità di narrow.
 
Ci hanno riferito che la trattativa prevederebbe non meno di 1gg a settimana di solidarietà. Non so se si parla solo di pers di terra o anche volo.

Ormai tutte le grandi aziende stanno applicando contratti di solidarietà, e mi stupiva che AZ non ci fosse ancora arrivata. Tra gli ultimi che li hanno adottati, giusto per fare due nomi, ci sono Telecom Italia e più recentemente Vodafone.

Il contratto di solidarietà tra l'altro ben si presta ad una realtà come Alitalia: può infatti essere applicato per singolo settore, ed all'interno del singolo settore può variare in base alla numerosità degli esuberi dichiarati.
Così, sparando a caso giusto per esemplificare, nel Marketing vengono dichiarati pochi esuberi, e pertanto la rotazione per solidarietà prevederà che si stia a casa 1 gg al mese; in Amministrazione e Controllo le eccedenze sono maggiori, e pertanto si starà a casa 1 gg alla settimana, in IT non vengono dichiarati esuberi, e non si apllica la solidarietà.
Da questo discorso resteranno sicuramente fuori tutti i settori già colpiti da cigs.

Il contratto di solidarietà comporta il pagamento al 60% della giornata non lavorata, con integrazione dell'Inps fino all'80% MA solo fino al 31 dicembre 2013, salvo che il Governo non proroghi. Vengono proporzionalmente scalate ferie e permessi, così come eventuali ticket per il pasto.
Per quanto ne so, sono esclusi i dirigenti (ma non conosco ovviamente le singole realtà aziendali).
 
Ormai tutte le grandi aziende stanno applicando contratti di solidarietà, e mi stupiva che AZ non ci fosse ancora arrivata. Tra gli ultimi che li hanno adottati, giusto per fare due nomi, ci sono Telecom Italia e più recentemente Vodafone.

Il contratto di solidarietà tra l'altro ben si presta ad una realtà come Alitalia: può infatti essere applicato per singolo settore, ed all'interno del singolo settore può variare in base alla numerosità degli esuberi dichiarati.
Così, sparando a caso giusto per esemplificare, nel Marketing vengono dichiarati pochi esuberi, e pertanto la rotazione per solidarietà prevederà che si stia a casa 1 gg al mese; in Amministrazione e Controllo le eccedenze sono maggiori, e pertanto si starà a casa 1 gg alla settimana, in IT non vengono dichiarati esuberi, e non si apllica la solidarietà.
Da questo discorso resteranno sicuramente fuori tutti i settori già colpiti da cigs.

Il contratto di solidarietà comporta il pagamento al 60% della giornata non lavorata, con integrazione dell'Inps fino all'80% MA solo fino al 31 dicembre 2013, salvo che il Governo non proroghi. Vengono proporzionalmente scalate ferie e permessi, così come eventuali ticket per il pasto.
Per quanto ne so, sono esclusi i dirigenti (ma non conosco ovviamente le singole realtà aziendali).

CAIAZ ha sfruttato fin dal giugno 2009 la solidarietà espansiva, pure abusandone.
 
alcune considerazioni:
1)di sicuro viste le parole del nuovo CEO, le' una presa d'atto che la gestione fin qui e' stata fallimentare, complimenti a sabelli ed al CDA innanzitutto

2)senza il supporto dei soci, o chi rimarra' nessun CEO puo' fare molto in un'orizzonte temporale cosi' breve, e vista la situazione economica di molti soci air france compresa la vedo dura

3)af ormai e' fuori dala partita e citarla come colòpevole delle strategie sbagliate e' fuorviante ed errato

4)le banche possono anche ristrutturare il debito un po' piu' a lungo ma la cosa non e' strategica per un rilancio

ergo delle due l'una o il CEO tira fuori dal cilindro una partnership pesante, ovviamente europea, che lo rilanci sul lungo raggio come di ce lui, visto che la gurerra con le LCC pare persa ijn partenza o mi aspetto dimissioni e conseguente commissariamento nel giro di pochi mesi.
altre soluzioni non ne vedo oltre alle tasche di pantalone ovviamente...
 
Ultima modifica:
Comunque questo articolo é già stato pubblicato la settimana scorsa alcune pagine indietro nel thread e non é un intervista a Del Torchio.Kenya ce le ha pubblicate in anteprima qualche giorno prima del fatto quotidiano.
 
Quanto tempo ci potrebbe volere per acquisire qualche macchina di lungo raggio, e quanto tempo per lanciare una rotta profittevole ?
Di macchine ne servirebbero almeno cinque o dieci ? Con questa situazione, i costi sarebbero sostenibili ?
E' possibile cambiare i contratti di leasing o altro per avere qualche 330 al posto di alcuni 320 ?

In generale: questo cambio di tendenza, per di più proposto alle soglie dell'alta stagione, porterebbe più costi o più benefici nel breve termine ( visto che di tempo ce ne sta poco...) ?

Grazie
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.