Thread Alitalia da febbraio 2015


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eugeniod1995

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7 Settembre 2009
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EDI/PSR
Sul sito dell'aeroporto di Edimburgo (qui) è apparso questo:


Immagino sia un charter, anche se non capisco perché sia inserito nella pagina…
Avete maggiori informazioni?
 

vixr

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8 Febbraio 2015
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Qualcuno sa che è successo ad I-BIMA?
Mi spiego meglio: Questo A319 oggi ha volato da Il Cairo a Fiumicino arrivando in orario. Successivamente ha perso moltissimo tempo a Fiumicino a tal punto da decollare alle 10.50 anzichè alle 07.30 e atterrare a Linate alle 11.39 anzichè alle 8.40. Adesso è decollato da PMO in direzione LIN con quasi tre ore di ritardo.
Volevo chiedervi se ci fossero stati problemi a FCO o un qualche guasto.
 

Paolì

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5 Dicembre 2014
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Pisa
Volevo chiedervi se ci fossero stati problemi a FCO o un qualche guasto.
Non so se ha avuto qualche guasto ma penso che FCO stamattina abbia avuto qualche problema, visto che due AZ sono stati dirottati su PSA
 

Esteban

Utente Registrato
17 Febbraio 2015
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E' iniziato anche un programma di riqualificazione degli ambienti di lavoro, con lo scopo di riicreare le condizioni per riavvicinare tutti i dipendenti alla Compagnia. Anche per il Personale Navigante è stata ribadita la necessità di riorganizzare la qualità della vita (vedi pasti crew, hotel, prima colazione. ecc.).
Stanno facendo passi in avanti. A noi manco le colazioni ci pagavano. Per non parlare della pena del pasto a bordo. Ma annatevene, va', sti pezzenti
 
Ultima modifica:

Edoardo

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16 Settembre 2011
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Chi paga i cassintegrati di lusso
Ricordate la promessa che la cassa integrazione extra-lusso dei dipendenti Alitalia non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani? Non è andata così

Ricordate la promessa che la cassa integrazione extra-lusso dei dipendenti Alitalia non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani? Non è andata così. Lo denuncia un dossier Inps: il «fondo volo» pesa sulla fiscalità generale addirittura per il 96%. E ancora oggi, sette anni dopo il «salvataggio» della «italianità» della compagnia, i cittadini mantengono tra i quasi diecimila cassintegrati 152 che prendono da dieci a ventimila euro. Più due che sfiorano i trentamila.
Per capire la gravità dell’accusa dell’Istituto presieduto da Tito Boeri, che ha deciso di mettere on-line i dati così che gli italiani possano vedere quanto certi privilegi siano insostenibili, va fatto un passo indietro. E va riletta un’Ansa dell’aprile 2006 dove, con la notizia della operatività del Fondo speciale per il trasporto aereo istituito dal governo Berlusconi nel 2004, si spiegava: questo fondo «opera presso l’Inps senza oneri per la finanza pubblica». Un impegno ribadito, nel corso degli anni, più volte.
Ma è così? Basta intendersi sulle parole. Da anni infatti questa «cassa» è alimentata da una specie di pubblico pedaggio pagato da ogni passeggero che tocca un aeroporto nazionale. All’inizio era di un euro. Poi è salito a due. E infine a tre. Soldi che pesano sui biglietti, quindi sui cittadini che volano e in definitiva, dato che chi vola per lavoro da qualche parte scarica poi le spese di viaggio, su tutti gli italiani.

Come una vera e propria sovrattassa
Una tabella sulle fonti di finanziamento del «fondo» da 2007 al 2014 dice tutto: la quota dei contributi delle aziende e dei lavoratori del settore cala al 4%, quella della gabella sui biglietti s’impenna fino al 96%. Anzi, nel 2013 addirittura al 98%: «5,4 milioni di euro dalle aziende e dai lavoratori del settore e 217,8 milioni dai “3 euro a biglietto”».
Assurdo, accusa l’Inps. Tanto più che questa tassa è caricata «indipendente dal costo del biglietto. Chi viaggia low cost paga tanto quanto chi viaggia in business». Per il resto, il Fondo è «alimentato da un contributo sulle retribuzioni a carico dei datori di lavoro (0,375%) e dei lavoratori (0,125%) del settore» ma questo versamento è calcolato solo su una parte della retribuzione: «Ad esempio, un pilota che percepisce un salario mensile di 10.000 euro, di cui circa 4000 euro di indennità di volo, versa al Fondo un contributo di 7,5 euro mensili». Dopo di che, se resta a spasso, ne prende circa 8000: mille volte di più.
Fatti i conti, i costi per contenere il più possibile i disagi dei dipendenti delle compagnie aeree finiti in mobilità e soprattutto dei piloti e del personale di volo che già venivano da una storia di privilegi (si pensi che nel ‘97 il trattamento per piloti e personale di volo prevedeva la pensione a 47 anni e un’età minima contributiva di soli 23 e tutto ciò due anni dopo la riforma Dini!) sono cresciuti e cresciuti, al di là della truffa dei furbi beccati a lavorare per altre compagnie straniere, fino a diventare esorbitanti.
Per capirci, dice l’Istituto di previdenza, il fondo «preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti, più del finanziamento annuo per la lotta alla povertà attraverso il Sostegno di inclusione attiva». Per un totale, dal 2007 al 2014, di quasi un miliardo e 400 milioni di euro. Una somma stratosferica. Servita per pagare ai cassintegrati delle varie compagnie aeree in crisi 80% «della retribuzione comunicata dall’azienda all’Inps al momento della richiesta del trattamento integrativo, fino a un massimo di 7 anni».
Il che ha significato il pagamento nel 2012, l’anno di picco, di 4366 assegni mensili superiori ai 2000 euro, 896 superiori ai 5mila, 399 superiori ai 10mila e 35 che sfondavano addirittura i 20 mila euro lordi. Oggi, certo, sono calati. Ma esistono ancora «casi limite in cui la prestazione si avvicina ai 30 mila euro lordi al mese». Cifre da capogiro rispetto al tetto di 1168 euro previsto per la cassa integrazione dei comuni mortali.
E non è finita qui. Alla vigilia dell’ultimo Natale, con gli italiani distratti dagli ultimi (magri) acquisti, il ministero del Lavoro nella scia della abrogazione avvenuta nel 2013 della soppressione del «fondo volo» prevista per il 2014, ha prospettato in una nota che questo Fsta possa trasformarsi, dal 1° gennaio 2016, in un fondo di solidarietà. Fosse prorogata anche la sovrattassa sui ticket aerei, dice l’Inps, «il Fsta diverrebbe l’unico fondo di solidarietà alimentato prevalentemente da proventi a carico della fiscalità generale».
Di più: «Nell’agosto e nel dicembre del 2014 sono stati raggiunti, per importanti crisi del settore, accordi a livello governativo con le parti sociali, che prevedono una estensione della durata della prestazione di ulteriori due anni, fino ad un massimo di 9 anni». Nove anni! All’80% dell’ultimo stipendio. Più i contributi. E quasi tutto a carico dei cittadini.
Ma non basta ancora. Spiega infatti l’Istituto guidato da Boeri che dopodomani, lunedì, «è convocata una riunione del Comitato Amministratore del Fondo per discutere, fra gli altri argomenti, la possibilità di erogare le prestazioni del Fondo anche ad aziende che non hanno la regolarità contributiva». Cioè quelle che, violando le leggi, non erano in regola neppure nel versamento dei contributi dei dipendenti. Una vera ciliegina sulla torta...



http://www.corriere.it/economia/15_...so-26453c70-c49c-11e4-ab5e-6baf131e67e8.shtml
 

nicolap

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Oggi è bel tempo a Roma, quindi bisognerà aspettare stasera, quando le imbarcazioni da diporto rientreranno in porto a Fiumicino e Riva di Traiano, per sentire le smentite.
 

falco108

Bannato
8 Novembre 2012
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Chi paga i cassintegrati di lusso
Ricordate la promessa che la cassa integrazione extra-lusso dei dipendenti Alitalia non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani? Non è andata così

Ricordate la promessa che la cassa integrazione extra-lusso dei dipendenti Alitalia non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani? Non è andata così. Lo denuncia un dossier Inps: il «fondo volo» pesa sulla fiscalità generale addirittura per il 96%. E ancora oggi, sette anni dopo il «salvataggio» della «italianità» della compagnia, i cittadini mantengono tra i quasi diecimila cassintegrati 152 che prendono da dieci a ventimila euro. Più due che sfiorano i trentamila.
Per capire la gravità dell’accusa dell’Istituto presieduto da Tito Boeri, che ha deciso di mettere on-line i dati così che gli italiani possano vedere quanto certi privilegi siano insostenibili, va fatto un passo indietro. E va riletta un’Ansa dell’aprile 2006 dove, con la notizia della operatività del Fondo speciale per il trasporto aereo istituito dal governo Berlusconi nel 2004, si spiegava: questo fondo «opera presso l’Inps senza oneri per la finanza pubblica». Un impegno ribadito, nel corso degli anni, più volte.
Ma è così? Basta intendersi sulle parole. Da anni infatti questa «cassa» è alimentata da una specie di pubblico pedaggio pagato da ogni passeggero che tocca un aeroporto nazionale. All’inizio era di un euro. Poi è salito a due. E infine a tre. Soldi che pesano sui biglietti, quindi sui cittadini che volano e in definitiva, dato che chi vola per lavoro da qualche parte scarica poi le spese di viaggio, su tutti gli italiani.

Come una vera e propria sovrattassa
Una tabella sulle fonti di finanziamento del «fondo» da 2007 al 2014 dice tutto: la quota dei contributi delle aziende e dei lavoratori del settore cala al 4%, quella della gabella sui biglietti s’impenna fino al 96%. Anzi, nel 2013 addirittura al 98%: «5,4 milioni di euro dalle aziende e dai lavoratori del settore e 217,8 milioni dai “3 euro a biglietto”».
Assurdo, accusa l’Inps. Tanto più che questa tassa è caricata «indipendente dal costo del biglietto. Chi viaggia low cost paga tanto quanto chi viaggia in business». Per il resto, il Fondo è «alimentato da un contributo sulle retribuzioni a carico dei datori di lavoro (0,375%) e dei lavoratori (0,125%) del settore» ma questo versamento è calcolato solo su una parte della retribuzione: «Ad esempio, un pilota che percepisce un salario mensile di 10.000 euro, di cui circa 4000 euro di indennità di volo, versa al Fondo un contributo di 7,5 euro mensili». Dopo di che, se resta a spasso, ne prende circa 8000: mille volte di più.
Fatti i conti, i costi per contenere il più possibile i disagi dei dipendenti delle compagnie aeree finiti in mobilità e soprattutto dei piloti e del personale di volo che già venivano da una storia di privilegi (si pensi che nel ‘97 il trattamento per piloti e personale di volo prevedeva la pensione a 47 anni e un’età minima contributiva di soli 23 e tutto ciò due anni dopo la riforma Dini!) sono cresciuti e cresciuti, al di là della truffa dei furbi beccati a lavorare per altre compagnie straniere, fino a diventare esorbitanti.
Per capirci, dice l’Istituto di previdenza, il fondo «preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti, più del finanziamento annuo per la lotta alla povertà attraverso il Sostegno di inclusione attiva». Per un totale, dal 2007 al 2014, di quasi un miliardo e 400 milioni di euro. Una somma stratosferica. Servita per pagare ai cassintegrati delle varie compagnie aeree in crisi 80% «della retribuzione comunicata dall’azienda all’Inps al momento della richiesta del trattamento integrativo, fino a un massimo di 7 anni».
Il che ha significato il pagamento nel 2012, l’anno di picco, di 4366 assegni mensili superiori ai 2000 euro, 896 superiori ai 5mila, 399 superiori ai 10mila e 35 che sfondavano addirittura i 20 mila euro lordi. Oggi, certo, sono calati. Ma esistono ancora «casi limite in cui la prestazione si avvicina ai 30 mila euro lordi al mese». Cifre da capogiro rispetto al tetto di 1168 euro previsto per la cassa integrazione dei comuni mortali.
E non è finita qui. Alla vigilia dell’ultimo Natale, con gli italiani distratti dagli ultimi (magri) acquisti, il ministero del Lavoro nella scia della abrogazione avvenuta nel 2013 della soppressione del «fondo volo» prevista per il 2014, ha prospettato in una nota che questo Fsta possa trasformarsi, dal 1° gennaio 2016, in un fondo di solidarietà. Fosse prorogata anche la sovrattassa sui ticket aerei, dice l’Inps, «il Fsta diverrebbe l’unico fondo di solidarietà alimentato prevalentemente da proventi a carico della fiscalità generale».
Di più: «Nell’agosto e nel dicembre del 2014 sono stati raggiunti, per importanti crisi del settore, accordi a livello governativo con le parti sociali, che prevedono una estensione della durata della prestazione di ulteriori due anni, fino ad un massimo di 9 anni». Nove anni! All’80% dell’ultimo stipendio. Più i contributi. E quasi tutto a carico dei cittadini.
Ma non basta ancora. Spiega infatti l’Istituto guidato da Boeri che dopodomani, lunedì, «è convocata una riunione del Comitato Amministratore del Fondo per discutere, fra gli altri argomenti, la possibilità di erogare le prestazioni del Fondo anche ad aziende che non hanno la regolarità contributiva». Cioè quelle che, violando le leggi, non erano in regola neppure nel versamento dei contributi dei dipendenti. Una vera ciliegina sulla torta...



http://www.corriere.it/economia/15_...so-26453c70-c49c-11e4-ab5e-6baf131e67e8.shtml
Se non sbaglio, qua di parla di Alitalia SAI.
L'articolo parla di piloti di CAI e LAI....potete aprire una discussione apposita ?
 

falco108

Bannato
8 Novembre 2012
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Mi risulta che si parla di Alitalia SAI. L'articolo parla del passato...Oppure spiegatami perchè hanno dovuto creare SAI ......
Quell'articolo è meglio spostarlo nella discussione dei 36 ladroni....per non "mandare in vacca" questa discussione...
 

nicolap

Amministratore AC
Staff Forum
10 Novembre 2005
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Roma
Mi risulta che si parla di Alitalia SAI. L'articolo parla del passato...Oppure spiegatami perchè hanno dovuto creare SAI ......
Quell'articolo è meglio spostarlo nella discussione dei 36 ladroni....per non "mandare in vacca" questa discussione...
Sono sicuro che quando aprirai un tuo forum, sarà tutto ordinato correttamente.
 

nicolap

Amministratore AC
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10 Novembre 2005
29,125
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Roma
Ok....capisco , quindi, che questo articolo è volutamente postato in questa discussione.....anche se non riguarda l'attuale Alitalia
Si. Si tratta di un piano segreto di Edoardo, di cui non possiamo svelare i dettagli, ma che potrebbe portare a grandi rivoluzioni nel campo della farmaceutica.
Comprenderai la riservatezza.
 

Cataplomosifone

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
7 Ottobre 2011
2,105
9
Ciao Cataplomosifone, io con l' iphone l'ho potuta aggiornare adesso, posso dirti che è identica o cambia pochissimo con la versione per Android, ma rispetto a quella ca****ta che era la vecchia è nettamente migliore
Aggiornata:

Grafica migliorata molto.
stesse funzioni della precedente.
Adesso se accedi al MM hai anche lo status indicato e puoi richiedere il retrocredito delle miglia.
Stesse carte d'imbarco scomodissime.
Stesso problema del check in tramite App: Anche se sei loggiato non associa il tuo numero di MM al check in. provato adesso a fare il check in tramite app per un volo di martedì prox e ovviamente è uscita la BP senza sky priority...

e poi dico io: ci vuole tanto a fare BP da poter inserire in passbook? eddai caxxo...
 

filippomartinix98

Utente Registrato
31 Agosto 2014
667
0
A bordo di un MD80
Aggiornata:

Grafica migliorata molto.
stesse funzioni della precedente.
Adesso se accedi al MM hai anche lo status indicato e puoi richiedere il retrocredito delle miglia.
Stesse carte d'imbarco scomodissime.
Stesso problema del check in tramite App: Anche se sei loggiato non associa il tuo numero di MM al check in. provato adesso a fare il check in tramite app per un volo di martedì prox e ovviamente è uscita la BP senza sky priority...

e poi dico io: ci vuole tanto a fare BP da poter inserire in passbook? eddai caxxo...
Sai dove c'è un'altra grandissima pecca, quando si cerca di comprare un volo, io ho cercato un GOA-FCO, a giugno e pensando di essere troppo avanti ho provato con aprile, sia come cliente MM sia come pax qualunque e mi dà ora e numero di volo ma non i dettagli, questo accade sui voli sia nazionali che internazionali. Ci vorrebbe pochissimo. Quello che ho sottilineato del tuo post dice tutto, una cosa dovevano migliorare su tutto, però.....
 
Stato
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