Thread Alitalia - Agosto/Settembre 2017


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ripps

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17 Giugno 2017
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Il gigantesco disservizio programmato da Ryanair, con duemila cancellazioni di voli, è uno dei più imponenti della storia dell'aviazione

È quasi una ristrutturazione e cade in un momento molto delicato. Il numero uno della compagnia, Michael O'Leary, ha detto e ripetuto con enfasi che vuole acquistare Alitalia, o meglio il suo ramo di lungo raggio, rilevando aerei, piloti, equipaggi e manutenzioni. Saranno i commissari straordinari a decidere se l'offerta irlandese potrà essere presa in considerazione. Certo l'acquisto ora si fa più difficile perché l'onda di critiche sollevate da Ryanair renderebbe la vendita molto impopolare. Anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ieri è stato netto: «La situazione creata con la cancellazione dei voli Ryanair è molto grave. Sono stati provocati disagi ai nostri cittadini e noi pretendiamo un rispetto assoluto dei diritti del passeggeri».

Se una compagnia low cost «dura e pura» come Ryanair dovesse impadronirsi dell'ex compagnia di bandiera, che fine farebbe la cultura del servizio al passeggero di quest'ultima (che esiste al di là di ogni ironia)? L'impressione corrente è che i diritti dei passeggeri, anzi il rispetto verso di loro, siano ancora molto distanti tra le compagnie tradizionali e quelle a basso costo. Nella vendita di Alitalia non è quindi in gioco solo l'azienda, ma l'intero modello del viaggio. Più istituzionale da un lato e più furbesco dall'altro. Il successo delle low cost non è soltanto la riconosciuta efficienza degli aspetti operativi del volo, ma risiede anche in tanti risparmi minimi e nella pletora di costi accessori che si accompagnano al biglietto. Volere risparmiare non sempre fa risparmiare. L'ultimo esempio è recente: i due bagagli finora accettati a bordo da Ryanair sono stati ridotti a uno solo, a meno che non si paghi un supplemento. E di altri supplementi è costellata tutta la procedura d'acquisto.

In realtà i viaggiatori - che in numero crescono costantemente di anno in anno in tutto il mondo - sono ancora divisi in due grandi categorie: quelli senza esigenze, per i quali il trasporto e il risparmio sono tutto, e quelli con esigenze acclarate, che non vogliono rinunciare, anche in una semplice classe economica, ad accoglienza e confortevolezza, confidando poi sul fatto che un marchio tradizionale non abbandona il cliente in aeroporto, come talvolta avviene nei casi di disservizio delle low cost (si vedano le cronache di quest'estate). Il modello a basso prezzo naturalmente fa gola perché se ben gestito guadagna molto, e tante grandi compagnie hanno figliato al loro interno delle autonome società low cost. Esattamente come tante catene di grandi magazzini hanno creato marchi di hard discount. Eppure il contrario non è avvenuto: se Ryanair comprasse Alitalia sarebbe la prima volta in cui un vettore low cost acquista una compagnia tradizionale. Per quest'ultima sarebbe, in gergo aeronautico, un inesorabile downgrade

Paolo Stefanato, il Giornale.
 

ripps

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17 Giugno 2017
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ROMA (Reuters) - I costi che Ryanair dovrà affrontare in conseguenza del taglio dei voli previsto fino a fine ottobre non influiranno “con forza” sulle offerte presentate per Alitalia.

Lo ha detto il vice ministro dei Trasporti Riccardo Nencini.

“I numeri che sono stati pubblici dal Ceo di Ryanair parlano di 20-25 milioni di danno per il loro bilancio e non è una misura tale da poter influire con forza sulle offerte presentate. Sono numeri gestibili”, ha detto Nencini ai microfoni della trasmissione Rai ‘6 su Radio 1’.

La compagnia low cost irlandese ha annunciato la cancellazione di 40-50 voli al giorno fino a fine ottobre per far fronte alla mancanza di piloti, e ha detto che le misure di indennizzo per le centinaia di migliaia di passeggeri lasciati a terra costeranno 20-25 milioni di euro. Ma secondo gli analisti i costi saranno superiori ai 30 milioni.

Il 14 settembre scorso il Ceo di Ryanair Michael O‘Leary ha detto che la compagnia sta finalizzando l‘offerta vincolante per acquistare una parte della flotta di Alitalia.

O‘Leary aveva già annunciato interesse per l‘acquisto di 90 aerei dalla compagnia italiana in amministrazione controllata.

Il governo ha deciso di vendere Alitalia e dato mandato ai tre commissari straordinari di realizzare una cessione in blocco, o al massimo in due blocchi, dividendo la parte avio da quella di terra
 

panick

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16 Febbraio 2009
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Il gigantesco disservizio programmato da Ryanair, con duemila cancellazioni di voli, è uno dei più imponenti della storia dell'aviazione

È quasi una ristrutturazione e cade in un momento molto delicato. Il numero uno della compagnia, Michael O'Leary, ha detto e ripetuto con enfasi che vuole acquistare Alitalia, o meglio il suo ramo di lungo raggio, rilevando aerei, piloti, equipaggi e manutenzioni. Saranno i commissari straordinari a decidere se l'offerta irlandese potrà essere presa in considerazione. Certo l'acquisto ora si fa più difficile perché l'onda di critiche sollevate da Ryanair renderebbe la vendita molto impopolare. Anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ieri è stato netto: «La situazione creata con la cancellazione dei voli Ryanair è molto grave. Sono stati provocati disagi ai nostri cittadini e noi pretendiamo un rispetto assoluto dei diritti del passeggeri».

Se una compagnia low cost «dura e pura» come Ryanair dovesse impadronirsi dell'ex compagnia di bandiera, che fine farebbe la cultura del servizio al passeggero di quest'ultima (che esiste al di là di ogni ironia)? L'impressione corrente è che i diritti dei passeggeri, anzi il rispetto verso di loro, siano ancora molto distanti tra le compagnie tradizionali e quelle a basso costo. Nella vendita di Alitalia non è quindi in gioco solo l'azienda, ma l'intero modello del viaggio. Più istituzionale da un lato e più furbesco dall'altro. Il successo delle low cost non è soltanto la riconosciuta efficienza degli aspetti operativi del volo, ma risiede anche in tanti risparmi minimi e nella pletora di costi accessori che si accompagnano al biglietto. Volere risparmiare non sempre fa risparmiare. L'ultimo esempio è recente: i due bagagli finora accettati a bordo da Ryanair sono stati ridotti a uno solo, a meno che non si paghi un supplemento. E di altri supplementi è costellata tutta la procedura d'acquisto.

In realtà i viaggiatori - che in numero crescono costantemente di anno in anno in tutto il mondo - sono ancora divisi in due grandi categorie: quelli senza esigenze, per i quali il trasporto e il risparmio sono tutto, e quelli con esigenze acclarate, che non vogliono rinunciare, anche in una semplice classe economica, ad accoglienza e confortevolezza, confidando poi sul fatto che un marchio tradizionale non abbandona il cliente in aeroporto, come talvolta avviene nei casi di disservizio delle low cost (si vedano le cronache di quest'estate). Il modello a basso prezzo naturalmente fa gola perché se ben gestito guadagna molto, e tante grandi compagnie hanno figliato al loro interno delle autonome società low cost. Esattamente come tante catene di grandi magazzini hanno creato marchi di hard discount. Eppure il contrario non è avvenuto: se Ryanair comprasse Alitalia sarebbe la prima volta in cui un vettore low cost acquista una compagnia tradizionale. Per quest'ultima sarebbe, in gergo aeronautico, un inesorabile downgrade

Paolo Stefanato, il Giornale.
una volta tanto un condivisibile commento, pessimo invece l'intervento di Nencini che avrebbe fatto meglio a tacere ovvero a rimandare alle valutazioni dei commissari
 

EdoC

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Ma i fondi interessati ad Az (o comunque che hanno presentato un' offerta) che possibilità hanno di acquistare la parte volo della compagnia ? Dietro di loro è presente qualche compagnia (mediorientale) ?
Perchè credo che EasyJet e FR sono da considerarsi molto poco probabili, cosa resta ? LH da sola o qualche altra compagnia extra UE (EY) ? il ritorno ai vecchi soci con l' aiuto del governo? o il fallimento ?
Escludendo, almeno per ora, il terzo punto credo che le pretendenti in campo siano ben poche.
Tra l' altro sembra oramai certo che la vendita in blocco, utopistica, non sia minimamente possibile: già riuscire a vendere la parte volo per intero sarebbe un grande colpo dei Commissari. Ma credo che ci aspetteranno mesi molto ma molto lunghi .....
 

Paolo_61

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Ma i fondi interessati ad Az (o comunque che hanno presentato un' offerta) che possibilità hanno di acquistare la parte volo della compagnia ? Dietro di loro è presente qualche compagnia (mediorientale) ?
Perchè credo che EasyJet e FR sono da considerarsi molto poco probabili, cosa resta ? LH da sola o qualche altra compagnia extra UE (EY) ? il ritorno ai vecchi soci con l' aiuto del governo? o il fallimento ?
Escludendo, almeno per ora, il terzo punto credo che le pretendenti in campo siano ben poche.
Tra l' altro sembra oramai certo che la vendita in blocco, utopistica, non sia minimamente possibile: già riuscire a vendere la parte volo per intero sarebbe un grande colpo dei Commissari. Ma credo che ci aspetteranno mesi molto ma molto lunghi .....
Non sarebbe la prima volta che fondi speculativi entrano nell'azionariato di una compagnia aerea. Il problema per loro è che, per quanto ne so, queilli interessati sono tutti soggetti non comunitari che quindi dovrebbero avere un socio di maggioranza.
 

berioz

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Se Etihad vuole l'handling, possiamo dire che è già suo. 300 mln di crediti da mettere sul piatto rappresentano un vantaggio incolmabile per qualunque concorrente.
 

tiefpeck

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Se Etihad vuole l'handling, possiamo dire che è già suo. 300 mln di crediti da mettere sul piatto rappresentano un vantaggio incolmabile per qualunque concorrente.
Francamente, e non volertene personalmente, compensare un credito chirografario con il prezzo di un'offerta di acquisto da AS mi pare impossibile. Dove c'è scritto che si può fare?
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Francamente, e non volertene personalmente, compensare un credito chirografario con il prezzo di un'offerta di acquisto da AS mi pare impossibile. Dove c'è scritto che si può fare?
Non volertene personalmente, ma pensi che la parte volo venga via gratis e senza debiti con pure in pancia 600 mln di cassa?
I chirografari verranno pagati eccome, almeno in parte.
 

rr41

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PHP:
Non volertene personalmente, ma pensi che la parte volo venga via gratis e senza debiti con pure in pancia 600 mln di cassa?
I chirografari verranno pagati eccome, almeno in parte.
In cassa non c'è niente, chiunque sia l'acquirente, sempre ammesso che riesca il miracolo della vendita, dovrà restituire il prestito.
 

EdoC

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PHP:
In cassa non c'è niente, chiunque sia l'acquirente, sempre ammesso che riesca il miracolo della vendita, dovrà restituire il prestito.
Ho grossi dubbi che questo avvenga cosi come ho grossi dubbi che verranno pagati i debiti pregressi.
Il Governo ha fatto capire che il suo interesse primario è vendere Az intera o, visto che sarà difficile, vendere tutta la parte aviation per intera e tutta la parte handling per intero. E sono abbastanza convinto che lo possano fare salvo che i nuovi compratori debbano pagare i 600 mln e i debiti pregressi. Faranno un' altra bad company come già fatto in passato. Salvare Az a qualunque costo è l' obiettivo unico del governo: penso che siano stati fin troppo chiari al riguardo.
Bisognerebbe capire i risultati di questi mesi (che saranno sicuramente con il segno -) ma soprattutto la situazione di cassa considerando che i tempi saranno abbastanza lunghi.
Ovviamente potrà essere smentito.
ps. Che EY non partecipi alla parte aviation mi sembra molto strano: a meno che non siano già d' accordo con LH per operare un' offerta congiunta nelle prossime settimane.
 

Niccolò

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8 Agosto 2015
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Penso che sia pacifico che, almeno gran parte, dei 600.000 MLN non verrà restituita.
Se mai una compagnia privata dovesse acquistare Alitalia quando tratterà con i commissari nella "fase migliorativa" e dirà -compriamo due aerei di lungo raggio e assumiamo mille mila lavoratori, oppure paghiamo il debito. Cosa preferite?-. Cosa preferiranno i commissari rappresentanti del governo italiano?
 

rr41

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6 Febbraio 2012
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I commissari non sono rappresentanti del governo, non hanno il potere di rinunciare al credito né possono trasformare un prestito in un contributo a fondo perduto. Eventualmente può farlo solo il governo stesso.
 
Stato
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