Riapre la scuola piloti Alitalia


Io credo che la proposta di AZ sia il classico e banale caso di win win per tutti.
Ne trae vantaggio Alitalia, ne trae ancor più vantaggio il giovane talento che ha una prospettiva per il futuro.

Il fatto che la paga sarà molto bassa non mi sorprende, né mi fa gridare allo scandalo. Siamo nella prima decade del nuovo secolo. Sono successe un po' di cose, ed il mercato del lavoro si è evoluto (in peggio) in tutti i settori. La sciura Pina/Gina/Lina che faceva le pulizie ha dovuto abbassare il suo tariffario, Nonna Isa ha abbassato i prezzi nel suo supermercato al dettaglio causa crisi, in tanti sono falliti e si sono dovuti inventare una nuova vita, una nuova attività, una nuova modalità per arrivare a fine mese e tirare un sospiro di sollievo perché il conto in banca non è andato in negativo.

Così va il mondo. Così gira il bastardo mondo del lavoro (e della finanza). Fin qui i fatti.
A fronte di questo contesto economico e sociale, ogni volta che sento parlare in generale del mondo dell'aviazione mi stupisco. Perché chi ne parla si astrae spesso dal contesto, come se tutto ciò che è accaduto sia un incidente che non lo tocca, come se la crisi che abbiamo attraversato ed in cui siamo ancora impantanati non abbia affatto intaccato l'industria del trasporto aereo.

E' sano formare i giovani. E' opportuno dar loro modo di entrare nel mondo del lavoro. E' necessario creare opportunità per le nuove leve.
Parliamo di poche posizioni. Poche. I numeri così ridotti annullano qualsiasi polemica sul fatto che i nuovi piloti siano carne da macello sottopagata mentre i più stanno a casa in cassa.
Chi alimenta tali polemiche lo fa in modo pretestuoso. Oserei dire insensato. Perché le numeriche così irrilevanti non spostano di una virgola il problema di chi è in cassa.

Al contrario, per chi è ancora in fase post adolescenziale e vuole intraprendere la carriera del pilota, questa rappresenta un'occasione formidabile. Per mettersi in gioco, per crescere, per uscire da casa di mamma&papà, per poter realizzare il suo sogno. Ma, soprattutto, per come la vedo io è un segno del fatto che la generazione dopo la mia (io sono fortunato e per un pelo sono entrato nel mondo del lavoro poco prima della crisi) HA UN FUTURO. Può ambire ad andarsene di casa e lavorare con uno stipendio vergognoso, ma che gli consentirà di entrare nel mondo del lavoro in una compagnia aerea che non è proprio tra le peggiori al mondo, e che gli permetterà di fare esperienza e di scappare via appena possibile verso chi gli offrirà un contratto migliore.

Il resto è polemica sterile ed inutile.

Bellissimo il discorso sulla collocazione dei giovani, sarei d'accordo con te anche sui numeri esigui se si trattasse solamente di una politica messa in atto dalla sola Alitalia, magari solo in un periodo di recessione è crisi economica come tu citavi. La dinamica però è ben più ampia e merita, a mio
parere, un'argomentazione che va ben oltre il condivisibili discorso sul futuro dei giovani. Fossero solo 24 i ragazzi, sarebbe una goccia nell'oceano, pur costituendo - a mio modesto parere -un pericoloso precedente ( motivo per cui fui tra quelli che si opposero strenuamente al concetto di salario di ingresso in AZ express qualche anno fa ). Il discorso diventa un po' più complesso quando, a farlo, é la quasi totalità delle compagnie aeree Europee ( non solo quelle in difficoltà ... ) seppur con metodi diversi tra loro, comprese quelle che fanno utile e che forse non avrebbero bisogno del gruzzolo derivante da tal politica. A quel punto la goccia nell'oceano diventa un mare. A me quindi sembra che, in alcuni casi, la pelle dei giovani venga venduta come arma da usare per successive trattative sui rinnovi contrattuali ( cosa che, in molte realtà, è già stata fatta ). Non mi inoltro oltre consapevole che alcune dinamiche sindacali potrebbero far rizzare i capelli ad alcuni utenti del forum. Mi limito ad un enorme in bocca al lupo, di cuore, ai nuovi pinguini.
 
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