Questione ambientale e settore aviazione


Perchè tentare sempre una reductio ad absurdum estremizzando le cose? Riscrivendo leggermente i tuoi punti potremmo dire:

a) L'aviazione costituisce al momento il 4% delle emissioni inquinanti, ma è uno dei settori le cui emissioni stanno crescendo più rapidamente.

b) L'aviazione fornisce importanti benefici a livello economico e sociale.

c) L'aviazione fa quello che puo' per ridurre l'inquinamento per km volato, ma il settore ha ovviamente interesse a far si che si voli il più possibile.


Per evitare che questo 4% di emissioni diventi l'8%, poi il 16% e via dicendo nei prossimi decenni, cosa pensate di fare nel vostro piccolo?


Propongo alcune soluzioni, ditemi quali implementerete e suggeritene di nuove.

1) Riflettere se sia necessario prendere l'aereo per andare in vacanza.
Se si è appassionati di cultura Giapponese, o si è sempre sognato un fine settimana all'ombra del Big Ben, ci sono poche alternative. Se invece si vogliono fare 5 giorni al mare c'è veramente bisogno di andare in un resort all-inclusive alle Canarie o c'è un'alternativa più vicina e raggiungibile con altri mezzi?

2) Visitare i parenti? Certo che si!
Avendo parenti lontani andate a trovarli in aereo. Quando possibile, combinate le visite a più parenti in un unico viaggio (esempio a caso: abito in Inghilterra e ho parenti sia nel Centro che nel Nord Italia - provo quando possibile a combinare i due in un unico giro).

2/3/4) Non c'e' bisogno di andare a tutte le conferenze/incontri con i clienti/fornitori.
Quando si tratta di nuovi clienti/fornitori, o di conferenze a cui si va per stabilire nuovi rapporti di lavoro/contatti, è essenziale andare di persona. Quando si tratta di colleghi/clienti etc. con cui si lavora da lungo tempo, si può valutare se una videoconferenza sia una valida alternativa.


Solo ragionando in questo modo potremo evitare che l'aviazione, da settore oggi relativamente virtuoso rispetto alle emissioni di CO2 di altri settori, diventi in futuro una delle principali fonti di inquinamento.

Tutte le tue proposte hanno un effetto zero sull'inquinamento globale.
Perché tanto che tu faccia meno viaggi al sistema non frega una mazza, gli aerei decolleranno lo stesso.
Se non vai in Giappone ma a Diano Marina sposti solo il tuo inquinamento dal cielo all’autostrada o alla ferrovia. Poi te la raccomando l’efficenza energetica dei condizionatori anni 90 delle pensioni (mi rifiuto di chiamarli alberghi) liguri.
E secondo te il sistema di depurazione delle acque, di riciclo dei rifiuti è più eco saver a Tokyo o a Varigotti?
L’inquinamento in aviation si riduce solo con motori più efficienti che consumano meno, con aerei dal ciclo di vita più lungo, con il minor numero di parti possibile da sostituire e Intervalli di manutenzione più distanziati tra di loro.
Con tempi di taxi che andrebbero dimezzati rispetto ad oggi, con rotte dirette e non archeologiche con waypoint ogni 2 metri. Con quote ottimizzate come da manuale di volo del costruttore, per trovarsi sempre laddove si brucia il meno possibile, e non il meno alto possibile perché tanto tra soli 20 minuti lo devo fare scendere di nuovo.
Il resto è aria fritta.
 
L’inquinamento in aviation si riduce solo con motori più efficienti che consumano meno, con aerei dal ciclo di vita più lungo, con il minor numero di parti possibile da sostituire e Intervalli di manutenzione più distanziati tra di loro.
Con tempi di taxi che andrebbero dimezzati rispetto ad oggi, con rotte dirette e non archeologiche con waypoint ogni 2 metri. Con quote ottimizzate come da manuale di volo del costruttore, per trovarsi sempre laddove si brucia il meno possibile, e non il meno alto possibile perché tanto tra soli 20 minuti lo devo fare scendere di nuovo.
Il resto è aria fritta.

Aggiungerei, ridurre la produzione di rifiuti a bordo, come:
- riduzione, se non non eliminazione, di riviste e giornali che nessuno legge a favore di contenuti accessibili via app
- imballi vari di nylon: coperte e cuscini (perche' ad esempio non cucire una tascona impermeabile su cui siano ripiegati, tipo sacco a pelo?), cuffiette e salviettine (perche' non consegnate dal crew al primo giro?)
- contenitori cibi/bevande: bicchieri, piattini e scatoline in materiale riutilizzabile resistente a lavaggi ad altissima temperatura
- salviettine mani in bagno: perche' non sviluppare un soffiatore adatto?

Pur pesando una frazione rispetto alla CO2 prodotta per passeggero (1 o 2 kg VS qualche quintale), a differenza della CO2 questi sono visibili al passeggero e visto il cresente awareness verso il tema ambientale, potrebbero creare un vantaggio competitivo per la compagnia.

Su quest' ultimo punto, sarebbe bello vedere SkyTrax e gli altri ranking institutes creare la categoria "Most Sustainable Airline" e inserire nel rating le stelline per la sostenibilita'.

Sono convinto che la spinta per la sostenibilita' puo' venire solamente dal mercato: un po' perche' sostenibilita' nel long run significa cost reduction, ed un po' per la scelta consapevole dei consumatori.
 
Ultima modifica:
Vorrei ricordare una interrogazione parlamentare della fine dell'ottocento a Londra, dove si diceva che con la crescita prevista del traffico (principalmente trainato da cavalli) la montagna di rifiuti solidi equini per le strade di Londra avrebbe superato i dieci piedi in cinquant'anni.

I tuoi ricordi di quando eri bambino mettono sempre i brividi! :)
 
Aggiungerei, ridurre la produzione di rifiuti a bordo, come:
- riduzione, se non non eliminazione, di riviste e giornali che nessuno legge a favore di contenuti accessibili via app
- imballi vari di nylon: coperte e cuscini (perche' ad esempio non cucire una tascona impermeabile su cui siano ripiegati, tipo sacco a pelo?), cuffiette e salviettine (perche' non consegnate dal crew al primo giro?)
- contenitori cibi/bevande: bicchieri, piattini e scatoline in materiale riutilizzabile resistente a lavaggi ad altissima temperatura
- salviettine mani in bagno: perche' non sviluppare un soffiatore adatto?

Pur pesando una frazione rispetto alla CO2 prodotta per passeggero (1 o 2 kg VS qualche quintale), a differenza della CO2 questi sono visibili al passeggero e visto il cresente awareness verso il tema ambientale, potrebbero creare un vantaggio competitivo per la compagnia.

Su quest' ultimo punto, sarebbe bello vedere SkyTrax e gli altri ranking institutes creare la categoria "Most Sustainable Airline" e inserire nel rating le stelline per la sostenibilita'.

Sono convinto che la spinta per la sostenibilita' puo' venire solamente dal mercato: un po' perche' sostenibilita' nel long run significa cost reduction, ed un po' per la scelta consapevole dei consumatori.

La questione sull'uso delle plastiche a bordo è minima. Quando lavoravo in BA e c'era ancora Geoff Van Klaveren a occuparsi di strategy avevamo implementato un progetto per ridurre le plastiche a Waterside, e si parlava anche di roba a bordo; invitiamo la collega che si occupa di "War on Waste", o WoW per gli amici (già con un nome del genere si capiscono le finalità marchettistiche) e questa snocciolava numeri a prima vista impressionanti. A fine meeting, l'amico che si occupava di big data per Engineering mi fa "a fare compressor washes più di frequente, e ad usare meno l'APU quando si è a terra, si risparmia in CO2 in un mese quanto questi dicono di potercela fare in un anno.

Ciò detto, ben venga che si faccia e in tanti lo fanno; ma non ha senso dire "guardatemi, ho levato la plastichina dalla coperta" quando poi, a terra, passi un'ora e mezza con l'APU accesa. Il problema grosso, e torno a ripetermi, è che questa è una questione in cui dovrebbero dettare i trend la scienza e l'ingegneria, e tutti li si segue, non Leonardo di Caprio o Lewis Hamilton (non metto Greta in mezzo perchè almeno lei dice di ascoltare la scienza).
 
Detto questo, e lo dico da ecologista convinto, la materia va sottratta con vigore all'emotività e spesso al fervore ideologico degli ecologisti, restituita alla scienza e da lì trasformata in politica.

Mi "quoto per quotarti".

Ciò detto, ben venga che si faccia e in tanti lo fanno; ma non ha senso dire "guardatemi, ho levato la plastichina dalla coperta" quando poi, a terra, passi un'ora e mezza con l'APU accesa. Il problema grosso, e torno a ripetermi, è che questa è una questione in cui dovrebbero dettare i trend la scienza e l'ingegneria, e tutti li si segue, non Leonardo di Caprio o Lewis Hamilton (non metto Greta in mezzo perchè almeno lei dice di ascoltare la scienza).
 
Se hai fonti degli anni '70 sulle stime sulle emissioni ci CO2 alla data odierna (o al 2000, va bene lo stesso) e le posti qui le leggo con interesse.

Non è andata proprio così. Diciamo che non hai proprio portato delle certezze granitiche a sostegno delle tue tesi, e soprattutto che tendi ad impacchettare le stesse con formule lessicali che hanno il solo scopo di favorire la lettura che tu suggerisci.

Eccoti accontentato circa le stime degli anni '70. Questo articolo del '72 fa una stima della concentrazione di CO2 in ppm all'anno 2000. Confrontandolo con i dati vedrai che non sbaglia poi di così tanto: https://sites.fas.harvard.edu/~eps5/writing_assignment/CLIMATE_BKGD/Sawyer_Nature_1972.pdf

Piuttosto, visto che mi sembra di essere uno dei pochi che si prende la briga di fornire fonti e numeri a supporto delle proprie tesi, perchè non inizi anche tu a fornirci qualche dato a supporto delle tue opinioni? Per esempio le scansioni dei documenti di cui parli qualche post sopra questo. Oppure, visto che ritieni poco attendibili le proiezioni dell'ICAO, qualche altra proiezione - possibilmente di un organismo internazionale - secondo te più affidabile? Attendo fiducioso, specialmente sul secondo punto.

Le proiezioni non sono mai certezze granitiche, ma rappresentano la stima più attendibile del futuro in base ai dati disponibili. Mi sembra che in mancanza di altre fonti che mostrino il contrario, possiamo essere d'accordo che, dai dati e dalle stime oggi disponibili, l'aviazione sarà un settore le cui emissioni cresceranno più rapidamente della media degli altri settori. Suggerirei quindi di spostare la discussione su:

i) Se sia consigliabile tentare di ridurre questa crescita e
ii) Come fare senza causare gravi danni economici e sociali alla nostra società.
 
Aggiungerei, ridurre la produzione di rifiuti a bordo, come:
- riduzione, se non non eliminazione, di riviste e giornali che nessuno legge a favore di contenuti accessibili via app
- imballi vari di nylon: coperte e cuscini (perche' ad esempio non cucire una tascona impermeabile su cui siano ripiegati, tipo sacco a pelo?), cuffiette e salviettine (perche' non consegnate dal crew al primo giro?)
- contenitori cibi/bevande: bicchieri, piattini e scatoline in materiale riutilizzabile resistente a lavaggi ad altissima temperatura
- salviettine mani in bagno: perche' non sviluppare un soffiatore adatto?

Pur pesando una frazione rispetto alla CO2 prodotta per passeggero (1 o 2 kg VS qualche quintale), a differenza della CO2 questi sono visibili al passeggero e visto il cresente awareness verso il tema ambientale, potrebbero creare un vantaggio competitivo per la compagnia.

Su quest' ultimo punto, sarebbe bello vedere SkyTrax e gli altri ranking institutes creare la categoria "Most Sustainable Airline" e inserire nel rating le stelline per la sostenibilita'.

Sono convinto che la spinta per la sostenibilita' puo' venire solamente dal mercato: un po' perche' sostenibilita' nel long run significa cost reduction, ed un po' per la scelta consapevole dei consumatori.

Grazie MindOnAir e TW 843, proprio come suggerivo nel mio ultimo post sarebbe più interessante spostare la discussione sul "come" invece che sull'attendibilità delle stime ICAO.

Tutte le tue proposte hanno un effetto zero sull'inquinamento globale.
Perché tanto che tu faccia meno viaggi al sistema non frega una mazza, gli aerei decolleranno lo stesso.
Se non vai in Giappone ma a Diano Marina sposti solo il tuo inquinamento dal cielo all’autostrada o alla ferrovia. Poi te la raccomando l’efficenza energetica dei condizionatori anni 90 delle pensioni (mi rifiuto di chiamarli alberghi) liguri.
E secondo te il sistema di depurazione delle acque, di riciclo dei rifiuti è più eco saver a Tokyo o a Varigotti?
L’inquinamento in aviation si riduce solo con motori più efficienti che consumano meno, con aerei dal ciclo di vita più lungo, con il minor numero di parti possibile da sostituire e Intervalli di manutenzione più distanziati tra di loro.
Con tempi di taxi che andrebbero dimezzati rispetto ad oggi, con rotte dirette e non archeologiche con waypoint ogni 2 metri. Con quote ottimizzate come da manuale di volo del costruttore, per trovarsi sempre laddove si brucia il meno possibile, e non il meno alto possibile perché tanto tra soli 20 minuti lo devo fare scendere di nuovo.
Il resto è aria fritta.


TW 843, reitero che nel mio post stavo riformulando alcune affermazioni precedentemente postate per mostrare come estremizzando un concetto di per sè ragionevole lo si può far sembrare assurdo. Non era intesa come la lista delle mie soluzioni al problema.
 
La questione sull'uso delle plastiche a bordo è minima.
....
Ciò detto, ben venga che si faccia e in tanti lo fanno; ma non ha senso dire "guardatemi, ho levato la plastichina dalla coperta" quando poi, a terra, passi un'ora e mezza con l'APU accesa.
Appurato che un'ora di APU vale come un milione di plastichine, non trovo corretto dire che non serva a nulla. Ad esempio, si può calcolare quanto brucino tutti gli Ulisse+Griffair portati a spasso per il globo 365 giorni l'anno? Oltre alla carta necessaria per produrli?
Visto che comunque alcune cose (tipo apu) fai fatica a levarle (posso garantirti che imbarcare senza apu è una delle esperienze peggiori), credo sia opportuno iniziare dal cosiddetto superfluo.
 
Appurato che un'ora di APU vale come un milione di plastichine, non trovo corretto dire che non serva a nulla. Ad esempio, si può calcolare quanto brucino tutti gli Ulisse+Griffair portati a spasso per il globo 365 giorni l'anno? Oltre alla carta necessaria per produrli?
Visto che comunque alcune cose (tipo apu) fai fatica a levarle (posso garantirti che imbarcare senza apu è una delle esperienze peggiori), credo sia opportuno iniziare dal cosiddetto superfluo.

Cito l'APU perche' e' una soluzione inefficiente a un problema che ha altri modi per essere risolto. Ground power e PCA. Molto piu' efficienti, meno dispendiose sull'ambiente. Basta volerlo. Cosi' come single engine taxing, e via dicendo. Tutta roba che si puo' eliminare oggi, e che vale per un aereo come anni di Ulisse e Griffair portati a spasso in aria. Per carita', facciamo pure quello, ma Pareto non lo insegnano a scuola da decenni mica per nulla.
 
Eccoti accontentato circa le stime degli anni '70. Questo articolo del '72 fa una stima della concentrazione di CO2 in ppm all'anno 2000. Confrontandolo con i dati vedrai che non sbaglia poi di così tanto: https://sites.fas.harvard.edu/~eps5/writing_assignment/CLIMATE_BKGD/Sawyer_Nature_1972.pdf
Premesso che all'anno 2000 i valori non erano quelli indicati dall'articolo, ma che poco importa visto che sono gli attuali (vent'anni dopo, tuttavia), le conclusioni dell'articolo sono tutt'altro che sensazionaliste, invitando all'approfondimento più che all'allarme.
 
Ma ci mancherebbe, eccoti il capostipite di una generazione di mitomani.

https://www.resilience.org/stories/2006-03-08/nuclear-energy-and-fossil-fuels/

Grazie nicolap; mi quoto perchè, come detto sopra, sarei sopratutto interessato al secondo punto da me elencato:

"Perchè non inizi anche tu a fornirci qualche dato a supporto delle tue opinioni? Per esempio le scansioni dei documenti di cui parli qualche post sopra questo. Oppure, visto che ritieni poco attendibili le proiezioni dell'ICAO, qualche altra proiezione - possibilmente di un organismo internazionale - secondo te più affidabile? Attendo fiducioso, specialmente sul secondo punto."

Premesso che all'anno 2000 i valori non erano quelli indicati dall'articolo, ma che poco importa visto che sono gli attuali (vent'anni dopo, tuttavia), le conclusioni dell'articolo sono tutt'altro che sensazionaliste, invitando all'approfondimento più che all'allarme.

Non mi pare di aver detto che le stime fossero perfette. Noterai però che la stima più recente citata nell'articolo parla di 375ppm, invece che le 370ppm effettivamente misurate (quella di Bolin a cui presumo ti riferisci è di ben 6 anni prima). Direi un buon risultato. In ogni caso non ho mai sostenuto nulla circa al sensazionalismo o meno dell'articolo. Mi hai chiesto una fonte a supporto di una mia affermazione e te la ho fornita, punto.
 
Grazie nicolap; mi quoto perchè, come detto sopra, sarei sopratutto interessato al secondo punto da me elencato:

"Perchè non inizi anche tu a fornirci qualche dato a supporto delle tue opinioni? Per esempio le scansioni dei documenti di cui parli qualche post sopra questo. Oppure, visto che ritieni poco attendibili le proiezioni dell'ICAO, qualche altra proiezione - possibilmente di un organismo internazionale - secondo te più affidabile? Attendo fiducioso, specialmente sul secondo punto."

Tendi a portare il discorso in direzione delle conclusioni che sposi ma che non sembri interessato a discutere. Di fatto è come se mi chiedessi "dato che non credi a queste percentuali sull'olocausto ecologico, dimmi quali sono le percentuali del tuo olocausto ecologico" senza considerare che potrei anche non considerarlo come tale. Ergo, dimostrami tu, inoppugnabilmente, gli scenari che sostieni.

Non mi pare di aver detto che le stime fossero perfette. Noterai però che la stima più recente citata nell'articolo parla di 375ppm, invece che le 370ppm effettivamente misurate (quella di Bolin a cui presumo ti riferisci è di ben 6 anni prima). Direi un buon risultato. In ogni caso non ho mai sostenuto nulla circa al sensazionalismo o meno dell'articolo. Mi hai chiesto una fonte a supporto di una mia affermazione e te la ho fornita, punto.
I dati di vent'anni fa non sono quelli, ma poco importa. Cosa significa quindi l'articolo? Che i dinosauri sono nuovamente alle porte?
 
Tendi a portare il discorso in direzione delle conclusioni che sposi ma che non sembri interessato a discutere. Di fatto è come se mi chiedessi "dato che non credi a queste percentuali sull'olocausto ecologico, dimmi quali sono le percentuali del tuo olocausto ecologico" senza considerare che potrei anche non considerarlo come tale. Ergo, dimostrami tu, inoppugnabilmente, gli scenari che sostieni.

Quindi, se in sede di discussione delle politiche future non viene fatto riferimento a relazioni di organi ufficiali (in questo caso ICAO e Parlamento Europeo) ed alla grande maggioranza della comunità scientifica, a cosa si deve fare riferimento?
A me sembra che il tuo appoccio sia "speriamo che si sbaglino, tanto qualcuno lo ha già fatto negli anni '70". Se fosse così, onestamente, mi aspetterei qualcosina in più da chi si siede a quei tavoli.

I dati di vent'anni fa non sono quelli, ma poco importa. Cosa significa quindi l'articolo? Che i dinosauri sono nuovamente alle porte?

Che le proiezioni non siano una scienza esatta siamo d'accordo. Ma è anche ragionevole pensare che i modelli previsionali odierni siano decisamente migliorati rispetto a quelli di 50 anni fa.
 
Quindi, se in sede di discussione delle politiche future non viene fatto riferimento a relazioni di organi ufficiali (in questo caso ICAO e Parlamento Europeo) ed alla grande maggioranza della comunità scientifica, a cosa si deve fare riferimento?
A me sembra che il tuo appoccio sia "speriamo che si sbaglino, tanto qualcuno lo ha già fatto negli anni '70". Se fosse così, onestamente, mi aspetterei qualcosina in più da chi si siede a quei tavoli.
No, il mio approccio è: lasciamo che siano gli scienziati a dirci cosa fare, chiedendo poi ai politici di trasformarlo in legge. Tutti gli altri astenersi, grazie.

Che le proiezioni non siano una scienza esatta siamo d'accordo. Ma è anche ragionevole pensare che i modelli previsionali odierni siano decisamente migliorati rispetto a quelli di 50 anni fa.
Ce lo dimostra la finanza.
 
Tendi a portare il discorso in direzione delle conclusioni che sposi ma che non sembri interessato a discutere. Di fatto è come se mi chiedessi "dato che non credi a queste percentuali sull'olocausto ecologico, dimmi quali sono le percentuali del tuo olocausto ecologico" senza considerare che potrei anche non considerarlo come tale. Ergo, dimostrami tu, inoppugnabilmente, gli scenari che sostieni.


I dati di vent'anni fa non sono quelli, ma poco importa. Cosa significa quindi l'articolo? Che i dinosauri sono nuovamente alle porte?

Andiamo con ordine. Riguardo ai dati del 2000 la media di ppm di CO2 era quasi esattamente 370 (vedere qui: https://www.co2.earth/monthly-co2 direi che della NOAA ci possiamo fidare), mentre la stima all'epoca più recente nell'articolo del 1972 che ti ho fornito è di 375ppm (vedere il 5 riferimento nella bibliografia). Quindi reitero quanto detto nel mio post precedente.

L'articolo significa che tu mi hai chiesto una fonte che mostrasse che negli anni '70 si potessero fare stime attendibili sulle emissioni future e io ti ho fornito un esempio.

Riguardo alla prima parte del tuo commento, tu mi hai chiesto di fornire fonti che confermassero le mie affermazioni. Lo ho fatto, fornendoti varie stime tra cui quelle dell'ICAO, che mi è sembrata una fonte che non spara numeri a caso. In risposta, hai mostrato scetticismo verso queste fonti, e io ti ho a mia volta chiesto di fornire qualche fonte che giustificasse questo scetticismo. Oltre ad un articolo assolutamente OT sulle stime fatte negli anni '70 per le riserve petrolifere negli Stati Uniti d'America, non lo hai fatto.

Non mi sembra c'entri niente l'olocausto ecologico. Se ho mai accennato al fatto che la crescita delle emissioni del settore aviazione possa causare un olocausto (termine che non amo) o disastro ecologico, ti pregherei di fornire a me e agli altri utenti il numero del post per facilitare la discussione.

Concludo richiedendoti quanto sopra: ovvero, hai qualche fonte che possa giustificare il tuo scetticismo verso le stime dell'ICAO? Se la risposta è no, chiudiamo questa discussione, prendiamo queste stime per buone e passiamo oltre.
 
Tendi a portare il discorso in direzione delle conclusioni che sposi ma che non sembri interessato a discutere.

Mi ero perso questa parte. Direi che in qualunque discussione sia abbastanza lapalissiano tentare di portare il discorso verso le conclusioni in cui si crede.
 
No, il mio approccio è: lasciamo che siano gli scienziati a dirci cosa fare, chiedendo poi ai politici di trasformarlo in legge. Tutti gli altri astenersi, grazie.

Mi sembra che sull'argomento clima/emissioni la scienza si sia espressa a sufficienza.
 
Mi sembra che sull'argomento clima/emissioni la scienza si sia espressa a sufficienza.

Senza entrare nell’ambito del complottismo, la voce della scienza in merito non è univoca ne compatta: ci sono altrettanti scienziati che coi loro numeri confutano quelli dei colleghi. Chi ha ragione? Siamo condannati all’estinzione? È tutto finito? Oppure è un cliclo storico come c’è ne sono avuti in passato? Boh