Primo sciopero delle compagnie low cost l'8 giugno


Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Si fermano le low cost Sciopero l’8 giugno
per Ryanair, easyJet, Volotea e Air Malta


Arriva lo sciopero delle compagnie low cost. Il prossimo 8 giugno si fermeranno, infatti, per 4 ore i piloti, gli assistenti di volo e il personale di Ryanair, Malta Air e Volotea in Italia, una protesta a cui si è aggiunto il personale anche di easyJet e quello della società Crewlink.

Lo stop sarà dalle 10 alle 14 e si preannuncia un giorno di fuoco per il trasporto aereo italiano.

A proclamare lo sciopero la Filt Cgil e Uiltrasporti, in risposta al "perdurare dell'impossibilità di un confronto dedicato alle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante".

"Tra le questioni aperte – spiegano le organizzazioni sindacali – ci sono il mancato adeguamento ai minimi salariali del Ccnl e il perdurare di un contingency agreement non più attuale, un'arbitraria decurtazione economica in busta paga, a fronte di presunti ammanchi nelle vendite, il mancato pagamento della malattia, il rifiuto delle compagnie di concedere giornate di congedo obbligatorio durante la stagione estiva".

Si prevedono numerosi disagi per i passeggeri in un periodo già di alta stagione e con in voli presi d’assalto dai primi vacanzieri.

 
Si fermano le low cost Sciopero l’8 giugno
per Ryanair, easyJet, Volotea e Air Malta


Arriva lo sciopero delle compagnie low cost. Il prossimo 8 giugno si fermeranno, infatti, per 4 ore i piloti, gli assistenti di volo e il personale di Ryanair, Malta Air e Volotea in Italia, una protesta a cui si è aggiunto il personale anche di easyJet e quello della società Crewlink.
Praticamente mettono in mezzo Air Malta che non c'entra niente e inseriscono nomi del tutto sconosciuti ai non addetti ai lavori tipo Crewlink o Malta Air, che per il viaggiatore comune sono soltanto e semplicemente Ryanair. 😅
 
Non mi è mai capitato di incappare in uno sciopero aereo, secondo voi con un volo easyJet schedulato l'8 giugno alle 9:15 posso stare tranquillo?
 
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Si fermano le low cost Sciopero l’8 giugno
per Ryanair, easyJet, Volotea e Air Malta


Arriva lo sciopero delle compagnie low cost. Il prossimo 8 giugno si fermeranno, infatti, per 4 ore i piloti, gli assistenti di volo e il personale di Ryanair, Malta Air e Volotea in Italia, una protesta a cui si è aggiunto il personale anche di easyJet e quello della società Crewlink.

Lo stop sarà dalle 10 alle 14 e si preannuncia un giorno di fuoco per il trasporto aereo italiano.

A proclamare lo sciopero la Filt Cgil e Uiltrasporti, in risposta al "perdurare dell'impossibilità di un confronto dedicato alle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante".

"Tra le questioni aperte – spiegano le organizzazioni sindacali – ci sono il mancato adeguamento ai minimi salariali del Ccnl e il perdurare di un contingency agreement non più attuale, un'arbitraria decurtazione economica in busta paga, a fronte di presunti ammanchi nelle vendite, il mancato pagamento della malattia, il rifiuto delle compagnie di concedere giornate di congedo obbligatorio durante la stagione estiva".

Si prevedono numerosi disagi per i passeggeri in un periodo già di alta stagione e con in voli presi d’assalto dai primi vacanzieri.


Bello scrivere di aviazione e non distiguere Air Malta da Malta Air.
 
«Mancano acqua e cibo per gli equipaggi»: è questa una delle motivazioni con cui i rappresentanti dei dipendenti di Ryanair hanno proclamato uno sciopero di 4 ore che mercoledì 8 giugno rischia di paralizzare in Italia l’attività del colosso dei voli low cost. L’agitazione è stata indetta dalla Filt Cgil e Uil trasporti e riguarderà la fascia oraria dalle 10 alle 14. A fermarsi saranno piloti e assistenti di volo. Coinvolti anche i lavoratori di Malta Air e Crewlink, che fanno capo sempre a Ryanair.
I sindacati in una nota spiegano di aver deciso di ricorrere all’arma dello sciopero «vista l’impossibilità di aprire un confronto dedicato alle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante». «Tra le questioni aperte - specificano le organizzazioni sindacali - il mancato adeguamento ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale, il perdurare di un accordo sul taglio degli stipendi (contingency agreement) non più attuale, le arbitrarie decurtazioni della busta paga, il mancato pagamento delle giornate di malattia, il rifiuto della compagnia di concedere giornate di congedo obbligatorio durante la stagione estiva e la mancanza di acqua e pasti per l’equipaggio».Nel luglio del 2018 era stato proclamato - unico precedente - uno sciopero a livello continentale dei dipendenti di Ryanair.

«In assenza di segnali concreti da parte di Ryanair - affermano infine Filt Cgil e Uiltrasporti - quella di mercoledì 8 sarà solo la prima azione di sciopero di una serie che interesserà tutto il periodo estivo». Il personale della compagnia irlandese ha minacciato analoghi scioperi anche in Belgio, Spagna, Francia e Portogallo.
L’Enac ha reso noto che saranno garantiti comunque alcuni collegamenti con le isole (Sicilia e Sardegna); in particolare due voli tra Cagliari e Torino e altrettanti tra Bergamo e Trapani.

 
Non conosco nel dettaglio le rivendicazioni ne' quanto le stesse siano fondate o meno; in linea di massima credo lo siano, nella stessa identica misura in cui il mondo del lavoro in Italia versa in evidente condizione di sottosalariato e, spesso, sfruttamento.
Il tutto grazie a leggi compiacenti che consentono tale giungla di contratti, sottocontratti e altri rapporti di lavoro infami, inclusi quelli di terze parti.
Da utente e' impossibile rendersi conto di queste dinamiche; ho volato ancora recentemente con FR internazionale e ho toccato con mano l'ottimale organizzazione di base, tipo puntualita', rotazione aeromobili, crew, servizi, app, gate experience, boarding. Insomma, da utente pago poco e ho il servizio per cui pago, quindi nulla da eccepire.
Eppure, behind the scenes, la situazione dell'organizzazione e gestione del lavoro e dei lavoratori sembra essere pessima e inammissibile; per cui mi domando, anziche' riempire gli aeromobili a tariffe stracciate (compensate ovviamente dai sussidi pubblici), non sarebbe possibile arrivare ai medesimi LF rialzando le tariffe e garantendo ai lavoratori una migliore condizione professionale ed economica? Il gap tra le LCC's e le majors e' spesso notevole in termini di tariffa, quindi anche rialzandole sarebbero comunque ampiamente concorrenziali.
 
Non conosco nel dettaglio le rivendicazioni ne' quanto le stesse siano fondate o meno; in linea di massima credo lo siano, nella stessa identica misura in cui il mondo del lavoro in Italia versa in evidente condizione di sottosalariato e, spesso, sfruttamento.
Il tutto grazie a leggi compiacenti che consentono tale giungla di contratti, sottocontratti e altri rapporti di lavoro infami, inclusi quelli di terze parti.
Da utente e' impossibile rendersi conto di queste dinamiche; ho volato ancora recentemente con FR internazionale e ho toccato con mano l'ottimale organizzazione di base, tipo puntualita', rotazione aeromobili, crew, servizi, app, gate experience, boarding. Insomma, da utente pago poco e ho il servizio per cui pago, quindi nulla da eccepire.
Eppure, behind the scenes, la situazione dell'organizzazione e gestione del lavoro e dei lavoratori sembra essere pessima e inammissibile; per cui mi domando, anziche' riempire gli aeromobili a tariffe stracciate (compensate ovviamente dai sussidi pubblici), non sarebbe possibile arrivare ai medesimi LF rialzando le tariffe e garantendo ai lavoratori una migliore condizione professionale ed economica? Il gap tra le LCC's e le majors e' spesso notevole in termini di tariffa, quindi anche rialzandole sarebbero comunque ampiamente concorrenziali.
La risposta ovviamente è no. FR riempie gli aerei perché il costo del biglietto (salvo in alta stagione, quando riempie a tariffe in linea o superiori alle legacy) è infimo e "crea domanda".
 
La risposta ovviamente è no. FR riempie gli aerei perché il costo del biglietto (salvo in alta stagione, quando riempie a tariffe in linea o superiori alle legacy) è infimo e "crea domanda".

Il mio è un post puramente utopico, e so perfettamente che non succederà mai... ma:

La tariffa media pagata dal viaggiatore FR (calcolata dividendo il n. di passeggeri del 2019 con le revenues dello stesso anno) è nell'ordine dei 50 euro. Se fosse 55 farebbe così grande differenza per i passeggeri? Magari ai biellesi si, a tutti gli altri magari no, e in un mondo utopico si potrebbe avere un trattamento più decente per i lavoratori, specialmente per quelle categorie tipo handler e pulizie, veramente trattati in maniera dickensiana.
 
Il mio è un post puramente utopico, e so perfettamente che non succederà mai... ma:

La tariffa media pagata dal viaggiatore FR (calcolata dividendo il n. di passeggeri del 2019 con le revenues dello stesso anno) è nell'ordine dei 50 euro. Se fosse 55 farebbe così grande differenza per i passeggeri? Magari ai biellesi si, a tutti gli altri magari no, e in un mondo utopico si potrebbe avere un trattamento più decente per i lavoratori, specialmente per quelle categorie tipo handler e pulizie, veramente trattati in maniera dickensiana.
La tariffa media è un indicatore estremamente fallace (in questo caso), perché la media è composta da chi, in alta stagione ha pagato tariffe "fuori dal mondo" e chi, letteralmente, ha pagato 2 euro per essere trasportato da A a B. Ho un enorme, quasi infinito, rispetto per il revenue management di FR, e sono convinto che se ci fosse stato spazio per quei 5 euro in più lo avrebbero sfruttato.
Il trasporto aereo è una commodity, e come tale deve essere considerato.
 
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Il mio è un post puramente utopico, e so perfettamente che non succederà mai... ma:

La tariffa media pagata dal viaggiatore FR (calcolata dividendo il n. di passeggeri del 2019 con le revenues dello stesso anno) è nell'ordine dei 50 euro. Se fosse 55 farebbe così grande differenza per i passeggeri? Magari ai biellesi si, a tutti gli altri magari no, e in un mondo utopico si potrebbe avere un trattamento più decente per i lavoratori, specialmente per quelle categorie tipo handler e pulizie, veramente trattati in maniera dickensiana.
Scusa, dimenticavo: i lavoratori FR probabilmente preferiscono essere trattati "in maniera dickensiana" piuttosto che non lavorare.
 
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La tariffa media pagata dal viaggiatore FR (calcolata dividendo il n. di passeggeri del 2019 con le revenues dello stesso anno) è nell'ordine dei 50 euro.
Io - da qualche loro presentazione ppt - ricordavo anche meno, tipo 36 euro.

Certo, sicuro cambia se consideri o meno le ancillaries.
 
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A questo si aggiunge il personale ENAV del centro di controllo di Milano, questo presumo che sarà davvero impattante
 
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La tariffa media è un indicatore estremamente fallace (in questo caso), perché la media è composta da chi, in alta stagione ha pagato tariffe "fuori dal mondo" e chi, letteralmente, ha pagato 2 euro per essere trasportato da A a B. Ho un enorme, quasi infinito, rispetto per il revenue management di FR, e sono convinto che se ci fosse stato spazio per quei 5 euro in più lo avrebbero sfruttato.
Il trasporto aereo è una commodity, e come tale deve essere considerato.

Sono d’accordo sul fatto che sia una commodity, ma commodity =/= da sfruttamento legalizzato.

Scusa, dimenticavo: i lavoratori FR probabilmente preferiscono essere trattati "in maniera dickensiana" piuttosto che non lavorare.

Non concordo per niente. La differenza non deve essere tra lavorare e non lavorare, ma tra lavorare con contratti di 3 mesi/fare turni 6-on-3-off con turni di 12 ore (due esempi a caso) e avere un minimo di sicurezza economica e di trattamento umano. E non è un problema delle sole LCC, è comune a tutta l’industria.
 
Sono d’accordo sul fatto che sia una commodity, ma commodity =/= da sfruttamento legalizzato.
Commodity vuol dire elevata elasticità al prezzo. Vogliamo qualche migliaio di disoccupati del settore in più? Basta imporre una tariffa minima e il gioco è fatto.
 
Commodity vuol dire elevata elasticità al prezzo. Vogliamo qualche migliaio di disoccupati del settore in più? Basta imporre una tariffa minima e il gioco è fatto.

Lascio perdere, mi sa che o non mi capisci o non mi sto spiegando bene.
 
Fa anche più dispiacere che in Italia nello stesso settore occupazionale ci siano lavoratori sfruttati e lavoratori ultraprotetti da decenni di prebende e sovvenzioni. Basterebbe trasferire qualche risorsa dai secondi ai primi, magari lo stesso mercato risulterebbe più equilibrato.
 
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