Ammesso la chiacchierata sia corretta si parla di 14 voli settimanali sugli USA (il dubbio è se si intendano 7 per senso e quindi 14 in totale......o 14 per direzione , 28 A/R).
Fossero il secondo caso sarebbero due partenze giornaliere, magari spalmate su 6-7 rotte.
Potrebbe magari voler dire un paio di 787 + 8 737 basati a FCO nel programma di più lungo corso, facendo così i 10 aeromobili secondo le parole del vettore.
Ipotesi Cina la vedo dura invece, dubito siano contemplati vettori diversi da italiani e cinesi sulle relazioni tra i due paesi.
Piuttosto penso molto più probabile uno sforamento a Nord verso il Canada, mercato libero e dalle caratteristiche pressoché uguali.
Dal 2017 ecco i voli low cost Italia-Usa
Norwegian punta su Roma (e Milano)
Lo dice al «Corriere» il Chief commercial officer che mira anche all’Asia. Dalla Capitale 14 voli diretti, ogni settimana, «a partire da meno di 200 euro» con i Boeing 787
Tra sedici mesi si decolla da Roma per la costa Est e Ovest degli Stati Uniti «a meno di 200 euro per tratta». Voli diretti e su jet efficienti. Poi, se tutto procede per il verso giusto, toccherà a Milano. Nel frattempo potrebbero aprirsi varchi anche per la Cina, «mercato che con la vostra capitale ha volumi di traffico decisamente interessanti». Eccoli i piani per l’Italia di Norwegian Air Shuttle, la terza compagnia low cost d’Europa per numero di passeggeri. A sintetizzarli in una chiacchierata con il Corriere della Sera è Thomas Ramdahl, Chief commercial officer del vettore con base a pochi chilometri da Oslo, una flotta attuale di 106 velivoli e da diversi mesi in prima linea nel mercato — già affollato — dei collegamenti Europa-Nord America e in quello, sempre più agguerrito, delle low cost che passano sopra l’Atlantico.
Le fasce di prezzo
Verso gli Usa (o l’Europa, dipende dai punti di vista) a prezzi mai visti? Ci hanno provato, con poco successo, Laker Airways (verso le fine degli anni Settanta) e People Express (negli anni Ottanta). Ora è la volta — a condizioni di mercato diverse — dell’islandese Wow Air, della canadese Air Transat, della tedesca Eurowings e, appunto di Norwegian Air Shuttle. «Vogliamo puntare sull’Italia — spiega Ramdahl — per questo dal 27 marzo apriamo a Fiumicino la base operativa per le nuove sette destinazioni europee. Poi, nell’estate 2017, tocca ai voli verso gli Stati Uniti quando arriveranno gli altri Boeing 787 Dreamliner». Interpellato sulla frequenza il Chief commercial officer di Norwegian anticipa che si tratterà — all’inizio — di 14 collegamenti settimanali da Roma verso le città della costa orientale e occidentale degli Usa «a meno di 200 euro per tratta». È probabile che le fasce di prezzo imiteranno quelle previste per Parigi da luglio: 179 euro per New York, 199 euro per Miami (Fort Lauderdale) e Los Angeles.
La configurazione a bordo
Capitolo delicato, per i passeggeri, è la comodità. «Non abbiamo installato i sedili che diventano dei letti — precisa Ramdahl — ma questo perché non abbiamo né la Prima classe, né la Business». La configurazione è quella a due classi. L’Economy (259 posti) che prevede uno spazio con il sedile davanti — secondo il sito specializzato SeatGuru — di 79-81 centimetri e una larghezza di 43,7. La Premium Economy (32 posti) che conta una distanza tra le file di 1,17 metri e uno spazio di 48,3 centimetri. Il Wi-Fi, nei voli intercontinentali, resta off limits, «ma ci stiamo ragionando. Intanto c’è, gratuito, l’intrattenimento a bordo».
Le strategie delle compagnie «tradizionali»
«I piani di Norwegian Air Shuttle dimostrano che i cieli transatlantici diventeranno ancora più affollati e interessanti», dice al Corriere Pieter Elbers, amministratore delegato e presidente del colosso olandese Klm. Preoccupati? «No, perché il nostro tipo di mercato ha fondamenta solide: è interessante vedere come si muovono le low cost, ma noi siamo un’altra cosa». Lo stesso concetto lo ribadisce anche Nat Pieper, senior vice president della statunitense Delta Air Lines per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. «Il servizio che offriamo è completamente diverso da quello fornito dai vettori “no frills”», ragiona Pieper poco dopo aver presentato ad Amsterdam l’ampliamento del network con l’accordo di codeshare sull’asse Nord America-Europa-India con Klm e l’indiana Jet Airways.
Il bacino di mercato
Una differenza che Ramdahl però respinge. «Non solo. Perché in più operiamo su aerei nuovissimi mentre molti di loro su bolidi vecchi. È questo — oltre ad altri accorgimenti — che ci consente di tenere bassi i prezzi». Soprattutto per i passeggeri che si muovono per turismo, fa intendere il Chief commercial officer. E che hanno come destinazione Roma. Perché anche se il vettore del Nord Europa insiste sul fatto che la nazionalità non conta, sono i viaggiatori americani quelli più interessanti per loro sia perché molti, sia perché in media spendono di più, sia perché l’Italia — quanto a patrimonio artistico — non ha rivali.
http://www.corriere.it/cronache/16_...no-90dd8fd2-eafd-11e5-bfc8-b05a661f1950.shtml