Meridiana: puntiamo sulla Sicilia. E Cappellacci va all’attacco
L’annuncio dell’ad Scaramella: «Per i residenti voli a 50 euro tra Catania e Palermo e il resto d’Italia Ma non rinunciamo alla Sardegna: ci dà il 30% dei ricavi». Il governatore: scelta contro la storia
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di Guido Piga
INVIATO A ROMA. Sardegna e Sicilia. Scaramella e Cappellacci. Sembra il gioco delle coppie. Amori, tradimenti, promesse stracciate, ripicche. Ma non è un romanzo, è la realtà. Perché sulla continuità territoriale aerea – di cui domani si conosceranno i vincitori dei voli dall’Isola per Roma e Milano – è in corso uno scontro senza esclusioni di colpi.
La causa scatenante è un matrimonio, quello di Meridiana con la Sicilia, annunciato ieri, e la conseguente “gelosia” del governatore della Sardegna.
I fatti, per cominciare. A Roma, ieri alle 14, l’ad di Meridiana, Roberto Scaramella, ha svelato un piano inedito: «Meridiana farà una continuità territoriale privata tra Catania e Palermo e il resto d’Italia, con biglietti per i nati e i residenti in Sicilia da 50 euro a tratta. Senza imposizioni pubbliche come è successo in Sardegna, ma per nostra scelta». Impossibile non leggere la mossa come uno schiaffo a Cappellacci. Il quale ha impiegato un po’ di ore dalle parole di Scaramella prima di replicare duramente.
«Le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Meridiana appaiono, forse involontariamente, rivelatrici: infatti sembra emergere un atteggiamento che vede la compagnia ridimensionare il proprio impegno nell'isola e contemporaneamente annunciare operazioni ambiziose su altre destinazioni – ha tuonato Cappellacci con una nota –. Se fossero queste le reali motivazioni della mancata partecipazione ai bandi relativi ad Alghero e Cagliari saremmo in presenza di scelte aziendali che stridono con la storia di un’azienda, che è nata in Sardegna e che per anni ha avuto la sua missione legata alla nostra isola».
Accusa neppure tanto velata: Meridiana sta tradendo la Sardegna che tante gioie ha regalato alla compagnia dell’Aga Khan. Un passo indietro, per provare a capire. Anche nella Capitale Scaramella ha spiegato perché Meridiana non ha partecipato ai bandi per i voli da Cagliari e Alghero, presentando offerte solo per quelli da Olbia. «La Sardegna è il nostro mercato principale, con il 30% dei nostri ricavi. Ma siamo stati messi davanti a una scelta: continuare a risanare l’azienda oppure rischiare di farla fallire partecipando alla nuova continuità territoriale che creerà solo perdite? Abbiamo il dovere di tutelare l’azienda, i nostri dipendenti e abbiamo deciso di non correre quel rischio». Posizione nota, per la verità. Secondo i calcoli di Meridiana, la tariffa unica per residenti e turisti per nove mesi all’anno, e con un tetto massimo per i biglietti dei turisti in estate, è insostenibile giuridicamente («aiuti di Stato vietati» per Scaramella) e finanziariamente. Troppi pochi i soldi messi a disposizione dalla Regione per le compagnie. Una tesi di parte? No, anche del Pdl, partito di Cappellacci. L’ha ricordato avant’ieri a Olbia, durante il consiglio comunale sulla compagnia, il consigliere Renato Lai: «Avevamo presentato un’interrogazione, leggetela». Il primo firmatario è Giorgio Locci (Pdl). C’è scritto: «Le compensazioni previste per la tariffa unica, pari a 49,6 milioni di euro, non sono sufficienti: in base a tutti i parametri analizzati avrebbero dovuto essere di 63,1 milioni».
Ma, a Roma, Scaramella non si è limitato ad annunciare il piano Sicilia. Ha anche criticato per l’ennesima volta gli aiuti concessi dalla Regione alle compagnie low cost: «I soldi dovevano andare alle low cost per fare i voli internazionali, invece fanno i voli in Italia, senza avere qui le basi, senza pagare qui le tasse, senza dare lavoro in Italia – attacca l’ad –. Infatti in Italia le low cost ormai coprono il 50% del mercato, nel resto d’Europa arrivano massimo al 30%. Ho detto tutto. Ci si può chiedere tutto, ma non di azzerare la ripresa di Meridiana».
Che, chiude Scaramella, passa dalla Sardegna. «D’estate, con il nostro piano, abbiamo aumentato la redditività sui voli della Sardegna del 16%. Non rinunceremo al nostro mercato, questo è certo».
La Nuova Sardegna, 11 settembre 2013