Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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geardown3green

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Secondo anello di Saturno
La sentenza dice che ita li assumerà quando arriverà il loro turno… e non dal 15/10/2021 per ora restano in cigs almeno questo è quello che si è capito
La sentenza dice che ITA li dovrà assumerà perché c’è la continuità aziendale con Alitalia per cui viene applicato l’art 2112 cod. civ. , cosa che ITA NON aveva alcuna intenzione di fare…

Il resto è pari alla supercazzola degli intramontabili…amici miei…a cui questa ennesima farsa italiota assomiglia sempre di più….
 
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leerit

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3 Settembre 2019
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Ita e Alitalia: il rebus delle sentenze sul lavoro, ma l'alleanza con Lufthansa non è in discussione

Le ultime sentenze dei giudici del Lavoro hanno dato ragione ad alcuni ex dipendenti di Alitalia, stabilendo che potrebbero entrare in Ita. L'operazione con Lufthansa, però, non è a rischio



Le ultime sentenze dei giudici del Lavoro, che prevedono il possibile approdo di ex dipendenti di Alitalia in Ita Airways, non mettono in crisi l'operazione con Lufthansa. La compagnia aerea tedesca entrerà in quella italiana, come da accordi, con il 41% del capitale, con l'opzione di salire fino ad ottenere maggioranza nei prossimi anni. Venerdì scorso è arrivata la terza sentenza favorevole ai dipendenti del vecchio vettore di bandiera. In ogni caso Ita può ricorrere contro le decisioni.
Con la sentenza di venerdì, sono 246 gli ex piloti e assistenti di volo che hanno beneficiato, con modalità e termini differenti, di pronunciamenti favorevoli a una loro riassunzione nella nuova compagnia italiana, nelle more di un percorso che transita da Bruxelles, Colonia e Roma.

Ita e Alitalia, cosa hanno deciso i giudici del Lavoro

Il tribunale ordinario del lavoro di Roma, giudice monocratico Paolo Mormile ha accertato «il diritto dei ricorrenti (174, al netto dei 185 iniziali, di cui 11 ritiratisi per conciliazione e rinuncia, ndr) ad essere assunti a tempo indeterminato alle dipendenze di Ita, in esecuzione della presente pronuncia, anche in deroga alle procedure di reclutamento del personale vigente in azienda, con decorrenza giuridica ed economica, dalla data di sottoscrizione dei singoli contratti individuali di lavoro, conservando il medesimo inquadramento economico-normativo posseduto ex ante».

Di fatto quindi il giudice Mormile garantisce ai 174 dipendenti che hanno fatto ricorso, il diritto all’assunzione presso la nuova compagnia, ma l’inizio dell’attività lavorativa dipende da quando Ita riterrà di poterli riassumere.
E’ un verdetto sui generis che lascia aperti i tempi per formalizzare i nuovo rapporti di lavoro. Sempre che Ita non vinca l'eventuale ricorso.

Ita-Lufthansa: l'operazione va avanti

Il dispositivo «rigetta le domande volte all’accertamento del passaggio in continuità dei rapporti di lavoro dei ricorrenti e alla violazione dei criteri di imparzialità e trasparenza nelle procedure di reclutamento». Prima della sentenza di venerdì (motivazioni tra 60 giorni), ci sono stati altri due verdetti: uno ha aperto all'ingresso in Ita di 71 ex dipendenti, l’altro una dipendente alla quale è stato fissato stipendio e grado. Ora sarebbe necessario che la Cassazione riassumesse in una posizione unitaria l’indirizzo che dovrà assumere Ita. In ogni caso il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, si è dichiarato fiducioso dell’ok Ue all'ingresso della compagnia tedesca in Ita entro fine anno.


 

Vincenzo Bova

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No, loro sono creditori di Alitalia e non di ITA e beneficeranno (nei tempi e nei luoghi prescritti) di quanto incassato dall'Amministrazione Straordinaria con la cessione del ramo "aviation".
L' amministrazione straordinaria dalla cessione del ramo aviation ha incassato un euro. Ovviamente tutto a vantaggio di ITA poiché è stata annullato il bando di gara e, si è andati a trattativa diretta con ITA in accordo con la DG Competition che prima aveva sempre detto che per la cessione si sarebbe dovuta fare una gara trasparente aperta a tutti i soggetti interessati.
I primi a fare causa dovevano essere i creditori che per questa cessione ad ITA per un solo euro ( aeroplani compresi) non vedranno mai più i loro soldi.

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Fewwy

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I primi a fare causa dovevano essere i creditori che per questa cessione ad ITA per un solo euro ( aeroplani compresi) non vedranno mai più i loro soldi.
Assolutamente.

I creditori hanno strumenti (mi viene in mente, per esempio, l'azione revocatoria) per tutelarsi da operazioni che minino l'integrità patrimoniale del proprio debitore.
Se la cessione è stata fatta ad un prezzo incongruo, hanno modo di andare in tribunale e contestare l'operato dell'AS.

Una volta che i beni sono passati al nuovo soggetto, però, non si può andarli ad escutere per una asserita (o reale) continuità, se non si riesce prima a far dichiarare l'inefficacia della cessione nei propri confronti ai sensi dell'art. 2901 c.c. (eventus damni e scientia fraudis).
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Credo e spero, nell'ottica che venga perseguito il giusto e dunque la giustizia, che essendosi modificate le condizioni generali dell'intera vicenda (sempra venga dichiarata la non-discontinuita' anche per queste eventuali cause) chi e' rimasto ennesimamente bruciato dall'altrettanto ennesima bad-company, o comunque dalla fallita Alitalia, possa recuperare quanto gli e' dovuto.
 
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Paolo_61

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L' amministrazione straordinaria dalla cessione del ramo aviation ha incassato un euro. Ovviamente tutto a vantaggio di ITA poiché è stata annullato il bando di gara e, si è andati a trattativa diretta con ITA in accordo con la DG Competition che prima aveva sempre detto che per la cessione si sarebbe dovuta fare una gara trasparente aperta a tutti i soggetti interessati.
I primi a fare causa dovevano essere i creditori che per questa cessione ad ITA per un solo euro ( aeroplani compresi) non vedranno mai più i loro soldi.

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Un giudice ha già autorizzato la cessione dei beni, non c’è nessuno spazio per azioni contro ITA o contro la procedura. Le uniche azioni possibili sono contro la vecchia AZ pre dichiarazione di insolvenza.
Per altro anche eventuali revocatorie possono esse azionate dalla procedura, non certo dai singoli creditori
 
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OneShot

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Credo e spero, nell'ottica che venga perseguito il giusto e dunque la giustizia, che essendosi modificate le condizioni generali dell'intera vicenda (sempra venga dichiarata la non-discontinuita' anche per queste eventuali cause) chi e' rimasto ennesimamente bruciato dall'altrettanto ennesima bad-company, o comunque dalla fallita Alitalia, possa recuperare quanto gli e' dovuto.
Non gli faranno causa diretta: hanno riavuto in cambio altri contratti con la nuova ITA, no?
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...

…perché dormiva in aula durante l’interrogatorio.
La giurisprudenza è una comica.
Titolo acchiappa-click a parte, penso occorra studiare il documento per sentenziare a nostra volta.
Certo, che la nostra legislatura apra ad infinite interpretazioni svilendone la valenza e' effettivamente un problema, tanto piu' in un paese di azzeccagarbugli come l'Italia.
 

Blos

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Titolo acchiappa-click a parte, penso occorra studiare il documento per sentenziare a nostra volta.
Certo, che la nostra legislatura apra ad infinite interpretazioni svilendone la valenza e' effettivamente un problema, tanto piu' in un paese di azzeccagarbugli come l'Italia.
Da Corriere.it:

Ita, annullato il licenziamento del pilota che dormiva in volo: non si è potuto difendere
di Redazione Economia

Si era addormentato mentre riportava a casa, a Roma, i passeggeri di un volo Ita Airways partito da New York, destinazione Roma. Ma ora il giudice del lavoro di Roma ha annullato il licenziamento del pilota che aveva schiacciato un pisolino in orario lavorativo, perché illegittimo, e condanna il datore di lavoro a risarcirlo. Non solo il pilota avrà anche diritto a ricevere lo stipendio dal momento del licenziamento (il 26 maggio 2022) oltre ai «contributi assistenziali e previdenziali ma, ha stabilito il giudice Luca Redavid, Ita dovrà anche reintegrare il pilota. La compagnia avrebbe infatti violato la procedura contenuta nello Statuto dei lavoratori, impedendo al pilota di difendersi.

La dinamica
Era la notte del 30 aprile 2022 quando si sono perse le tracce, per dieci minuti, del volo Ita Airways AZ609. L’aereo, un Airbus A330-200 decollato da New York sette ore e mezza prima, non ha risposto ai controllori di terra in territorio francese, facendo temere il peggio e facendo quindi immediatamente scattare le procedure d’allarme che prevedono pure la messa in allerta dei caccia militari. I jet, alla fine, non erano stati utilizzati. E il velivolo civile era atterrato regolarmente nella capitale italiana. Sebbene i passeggeri non fossero mai stati in pericolo, era stata avviata un’indagine interna volta a stabilire che cosa fosse davvero accaduto.
Tre settimane dopo la vicenda il comandante era stato licenziato perché — spiega ancora Ita — l’«indagine ha portato all’individuazione di un comportamento non conforme alle procedure in vigore sia durante il volo che una volta atterrato». La compagnia parlava di «condotta professionale non coerente alle norme comportamentali e lavorative» e sottolineava le «forti incongruenze tra le dichiarazioni rese del comandante e l’esito delle investigazioni interne» che hanno portato al venire meno del «rapporto fiduciario in ambito lavorativo».

Le motivazioni
L’annullamento del licenziamento risale al 21 luglio scorso e riguarda la modalità - secondo il giudice illegittime — con cui è stato formalizzato il licenziamento. Nella lettera, Ita sostiene che l’addormentamento avrebbe determinato - insieme ad altri comportamenti - «un gravissimo rischio per la sicurezza del volo e dei passeggeri». Questa è l’accusa della compagnia.
Ma sono illegittime le modalità con cui Ita ha mosso queste contestazioni e formalizzato il licenziamento. La compagnia ha violato l’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori. Un’azienda può licenziare un dipendente (per quella che considera un “giusta causa”) ma rispettando una procedura specifica.
L’articolo 7 della legge 300/1970 prevede l’obbligo, per il datore di lavoro che intenda adottare un provvedimento disciplinare, di contestare l’addebito al lavoratore. La contestazione deve essere specifica, deve esporre i fatti in modo chiaro per consentire al lavoratore di individuare il comportamento contestato e difendersi. Questa procedura - ricorda ancora il giudice del lavoro di Roma - è la sola a «consentire al lavoratore di difendersi adeguatamente». Se un’impresa evita il binario procedurale corretto, l’intera procedura di licenziamento è illecita. Anzi: è addirittura «inesistente». E anche «il fatto contestato non esiste a priori ». Insomma, il pilota non può essere licenziato perché non si è potuto difendere.


Il Giudice, quindi, non ha contestato la "giusta causa" del licenziamento, ma ha ritenuto illegittime le modalità del licenziamento perché in violazione della procedura prevista dallo Statuto dei Lavoratori.
 
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