è ormai storia...


caffettiera

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7 Novembre 2005
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parte due

nella seduta precedente a quella qui sotto riportata l'allora ad di enav gualano andò in netto contrasto (litigarono in aula) con l'allora presidente dell'enav spano che andarono in netto contrasto con l'enac... praticamente se le suonarono tra loro sulle competenze e sulle responsabilità il tutto di-fronte ai deputati sbigottiti... il comitato di presidenza decise allora di sentirli assieme con una griglia di domande...

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza del trasporto aereo, l'audizione di rappresentanti dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e dell'Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV SpA). Sono presenti, in rappresentanza dell'ENAC, l'avvocato Di Palma, direttore generale, l'ingegner Salvatore Sciacchitano, vice direttore generale, il comandante Silvano Imparato, capo dipartimento sicurezza e l'ingegnere Francesco Saverio Della Porta, capo area infrastrutture aeroportuali; in rappresentanza dell'ENAV SpA, il professor Giulio Spano, presidente, l'ingegner Sandro Gualano, amministratore delegato, l'ingegner Fabio Marzocca, direttore generale, il colonnello Salvatore Metrangolo, condirettore generale, l'ingegner Carmine Cianci, responsabile unità operativa qualità e sicurezza, la dottoressa Diana Battaggia, responsabile dei rapporti con le istituzioni, il dottor Luciano di Giorgio, responsabile dei servizi tecnici, il dottor Santino Ciarniello, responsabile servizi traffico aereo, il dottor Gianfranco Moriggi, responsabile unità organizzativa personale, il dottor Pierluigi D'Aloia, direttore unità organizzativa qualità e sicurezza, la dottoressa Nicoletta Tomiselli, responsabile ufficio stampa.
Ricordo che l'odierna audizione dei rappresentanti dell'ENAC e dell'ENAV SpA è stata decisa dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del Comitato paritetico, al fine di esaminare ulteriormente alcune questioni che non è stato possibile analizzare adeguatamente in occasione delle precedenti audizioni.
In particolare, si è ritenuto necessario, al fine di integrare l'attività istruttoria dell'indagine, affrontare con i rappresentanti di tali enti alcuni punti, relativi soprattutto alla definizione delle relative competenze, sui quali nel corso delle precedenti audizioni si erano evidenziate, ad unanime avviso del Comitato, alcune discrasie nelle dichiarazioni rese rispettivamente dai rappresentanti dell'ENAC e dell'ENAV SpA.
In tale prospettiva si è convenuto sull'opportunità di procedere contestualmente all'audizione dei due enti, provvedendo altresì a definire, secondo gli orientamenti emersi nel Comitato, una griglia di domande, che sono state trasmesse nel pomeriggio di ieri ai soggetti da audire, onde mettere meglio a fuoco i temi che saranno oggetto dell'audizione ed acquisire conseguentemente elementi di informazione il più possibile precisi e dettagliati su una tematica che riveste un'importanza decisiva per l'individuazione dei principali elementi di criticità del settore dell'aviazione civile e per la definizione delle linee guida di una prossima riforma.
Per tali motivi, pur restando possibile, per i componenti del Comitato, porre ulteriori quesiti aggiuntivi rispetto a quelli già predisposti, alla luce delle dichiarazioni che saranno rese in sede di replica, raccomando vivamente a tutti colleghi di circoscrivere il più possibile i loro interventi, in aderenza agli argomenti già definiti.
La griglia di domande è particolarmente dettagliata ed abbiamo concesso poco tempo ai nostri ospiti per studiarla e definire la risposta più circostanziata possibile; la procedura è particolarmente complessa. Avanzo la proposta, riguardo alla quale vorrei conoscere il parere dei colleghi, di porre la domanda scritta, che quindi tutti conoscono - sia i commissari sia i destinatari della domanda stessa - per ottenere le risposte di ENAC ed ENAV, concludendo la serie degli interrogativi senza interventi da parte dei colleghi; alcuni quesiti saranno rivolti singolarmente ad ENAC e solo ad ENAV. Solo successivamente i commissari potranno intervenire, in base alle risposte. Preciso che le domande fanno riferimento ai documenti e resoconti stenografici: prego i commissari di procurarseli, perché a volte il richiamo è dettagliato e può essere utile avere i documenti. Ci sono osservazioni riguardo alla procedura che ho appena descritto?


EUGENIO DUCA. Durante le precedenti audizioni sono state rivolte domande, alle quali i nostri ospiti si erano riservati di fornire risposte per iscritto o in sede di ulteriore audizione. Ciò può essere oggetto della prima o della seconda parte dell'audizione?


PRESIDENTE. Lo riserverei alla seconda parte dell'audizione. I quesiti rivolti per iscritto ai rappresentanti di ENAC ed ENAV mi paiono onnicomprensivi. Mi auguro che alcune domande sulle quali l'onorevole Duca ritiene di non aver ricevuto sufficienti risposte siano già in parte contenute nel questionario, che mi pare includere tutte le perplessità, dubbi, interrogativi possibili. Successivamente, in base alle risposte rese, che potranno rivelarsi esaustive anche rispetto ad alcune precedenti risposte ritenute non complete, si potrà procedere ad un successivo intervento. Chiedo ai nostri interlocutori, poiché le domande sono 17, di rispondere in modo molto sintetico, senza nulla togliere alla completezza.
La prima domanda riguarda quali siano gli aggiornamenti o le modifiche al codice della navigazione necessarie per garantire una migliore tutela della sicurezza del trasporto aereo, in particolare per quanto riguarda la definizione delle funzioni del direttore d'aeroporto e la migliore attribuzione della funzione di coordinamento tra gli enti competenti sull'operatività degli scali aeroportuali.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Mi scuso a nome del presidente per la sua assenza, dovuta ad impegni internazionali legati ad incontri sulla security in America e in Canada; rappresento l'ente su delega del presidente stesso.
Per quanto concerne la domanda, riteniamo che esista la necessità di aggiornamento e modifica del codice della navigazione soprattutto per recuperare i mutamenti che si sono avuti, anche di carattere normativo, nell'assetto definito nel codice. Come avevamo già indicato nella relazione, non la norma di riferimento, ma le competenze delle potestà aeroportuali oggi trovano una lettura complessa, nel senso che vi sono atti normativi differenti che permettono un recupero dell'assetto istituzionale che presidia il sistema aeroportuale in Italia. Ciò era già indicato nel decreto legislativo n. 250 del 1997, ed è stata costituita un'apposita commissione che ha concluso i lavori (ne siamo a conoscenza perché siamo stati coinvolti in audizioni dalla commissione di studio Romanelli), che rappresenta una base per un possibile confronto; la commissione di studio ha lavorato sul recepimento degli annessi ICAO e quindi sin dalla adozione del decreto legislativo n. 250 del 1997 il legislatore ha avvertito, approvando l'articolo 13, la necessità di un assetto chiarificatore ricognitivo della complessità attuale del mondo aeroportuale in Italia, tenendo conto che il codice della navigazione è assolutamente arcaico, poiché risale al 1942.
Naturalmente, nelle more di questa complessa definizione codicistica, avvertiamo la necessità immediata di pervenire ad una migliore definizione dei compiti che devono essere assegnati all'interno di un sistema aeroportuale e, soprattutto, l'esigenza di un migliore inquadramento della figura del direttore dell'aeroporto. Inoltre, come abbiamo rappresentato anche nella lettera al presidente Romani, avvertiamo la necessità di attuare immediatamente una modifica normativa degli articoli 801 e 802 del codice della navigazione, i quali richiamano quasi tutto l'organico dell'ENAC nelle articolazioni territoriali a compiti di presidio passivo. Basti pensare che, proprio in relazione a quanto dispone l'articolo 802 del codice, c'è la necessità di un presidio 24 ore su 24. Porto l'esempio dell'aeroporto di Linate, il quale impegna 8 persone su un organico di 23 al presidio dell'ufficio controllo traffico.
Comunque, anche senza una modifica del disposto normativo, stiamo tentando in via interpretativa di migliorare il sistema, passando da un presidio passivo ad un ruolo ispettivo propositivo nel sistema aeroportuale. In questo senso, proprio oggi è all'esame della commissione di garanzia sugli scioperi una delibera che potrebbe, in una visione interpretativa dell'articolo 802, fare riferimento all'ENAC per attività di ispezione di carattere programmato e non solo per una necessità di presidio passivo del sistema.
Lascerei agli atti anche la relazione della commissione che ho citato.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Per quanto riguarda la coerenza del codice della navigazione, a nostro avviso si tratta di un argomento che va sicuramente approfondito. A noi interessa, in base alla nostra esperienza, soprattutto il riferimento alla parte operativa negli aeroporti e nella struttura che si occupa di traffico aereo nazionale.
Comunque, per esperienza vissuta negli aeroporti e nell'ambito di tale struttura, riteniamo che il codice vada modernizzato soprattutto per quanto concerne le disposizioni relative al direttore dell'aeroporto. Il dottor Di Palma ha già esposto il suo punto di vista; la nostra posizione è leggermente diversa perché, anche se concordiamo sulla necessità di modernizzare il codice della navigazione, riteniamo altresì che occorra intervenire sulla funzione di coordinamento delle interrelazioni tra i tre attori principali della sicurezza del trasporto aereo.
Ad esempio, nelle norme ICAO la funzione del direttore aeroportuale è definita in maniera precisa: è l'aerodrome authority. Ovviamente, vi sono casi nei quali questa funzione è esplicata più o meno bene; tuttavia riteniamo che la normativa in materia sia chiara, pur concordando sulla necessità di un suo ammodernamento. Dunque, a nostro avviso si deve intervenire sulla figura del direttore aeroportuale perché è importante ed ha compiti chiari.
Anche la funzione dell'ENAV in ogni aeroporto è chiara e ben definita: al riguardo, consegnamo al Comitato un documento in cui abbiamo raccolto sia la documentazione fornita nel corso dell'ultima audizione, sia la nuova documentazione emersa a seguito delle discussioni avvenute in questa sede. In proposito, riteniamo che ove venissero seguite alla lettera le disposizioni, oggi esisterebbe già un buon modello nell'ambito aeroportuale. Riteniamo che ridurre l'importanza del direttore aeroportuale (come è stato ventilato) a favore, per esempio, di altri enti - come l'ente di gestione -, possa far sorgere un conflitto di interessi.
A nostro avviso, quindi, la situazione attuale è buona ed occorre rispettare le regole; inoltre, i compiti del direttore aeroportuale sono già ben definiti. A titolo di esempio, vorrei leggervi una lettera del direttore dell'aeroporto di Lamezia, che rispondeva a comunicazioni nel nostro responsabile dell'aeroporto, in cui ribadisce in modo chiaro la propria titolarità di certe funzioni: «Da tutto quanto sopra, ne consegue che nei confronti della legge viene individuata quale figura unica responsabile il direttore di aeroporto che sarebbe, per quanto riguarda il sottoscritto, ben felice di poter ripartire le responsabilità nei confronti delle istituzioni, ed in particolare dell'amministrazione giudiziaria...».
Quindi, si tratta di una funzione ben definita dalla normativa; nell'eventuale riforma del codice di navigazione l'unica accortezza da seguire sarebbe quella di non indebolire questa figura che in un aeroporto costituisce l'elemento di riferimento per risolvere i problemi di rapporti che potrebbero nascere tra l'ENAV, il gestore aeroportuale e l'ENAC stessa.


PRESIDENTE. Passiamo al secondo quesito comune. Il Comitato paritetico chiede se si ravvisino, e quali siano, sovrapposizioni e conflitti di competenze, positivi o negativi, tra gli enti istituzionali preposti al governo del settore dell'aviazione civile, nonché tra questi e i soggetti concessionari delle gestioni aeroportuali.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Per quanto riguarda l'ENAV, non esistono conflitti di competenze: è questa la nostra conclusione. La relazione che abbiamo appena consegnato al Comitato, contenente tutta la documentazione precedentemente depositata, chiarisce in modo univoco e chiaro le competenze in ogni aeroporto (riferendosi soprattutto al ruolo del gestore aeroportuale, dell'ENAC ed al direttore di aeroporto). Noi ci teniamo molto: purtroppo vi stiamo riempiendo di documenti, ma noi intendiamo fornire il nostro contributo in termini di documentazione.
Al riguardo, ho letto anche alcune dichiarazioni - a volte, a mio avviso, anche generiche - rilasciate da altri enti su questo argomento. La nostra posizione è che ogni nostra affermazione deve essere sostenuta da un documento. Quindi, dalla documentazione che abbiamo fornito nel corso della precedente audizione e da quella di oggi emerge chiaramente che, se si segue la norma nel suo contenuto oggettivo, non esistono conflitti di competenze.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Quanto ha appena detto l'ingegner Gualano mi conforta ancora di più nel sostenere la tesi contraria; dico questo perché le sovrapposizioni normative sono talmente evidenti da rendere assolutamente necessario un compito ricognitivo tale da eliminarle. Ne citerò alcune. Consideriamo l'articolo 3 della legge relativa all'ENAV (decreto del Presidente della Repubblica n.145 del 1981) in relazione alla norma che fa riferimento all'ENAC come ente con capacità di regolazione tecnica. Tale articolo 3, alla lettera r), prepone l'ENAV all'emanazione della normativa tecnico-operativa dei servizi di competenza. È sufficiente questa citazione per comprendere quanto sia labile il terreno di differenziazione tra una regolamentazione tecnica ed una regolamentazione di normativa tecnico-operativa; da qui, come dicevo, nascono momenti di assoluta sovrapposizione. Lo stesso problema di sovrapposizione si pone tra la norma concernente il contratto di programma dell'ENAV e la legge n.18 del 1999 relativa ai servizi di assistenza di handling; mentre l'articolo 4 del contratto di programma ENAV, al punto 6, tratta questa materia come correlata all'apron, nella legge n.18 del 1999, nell'allegato che indica i servizi da liberalizzare, al punto 5.6 si individua invece la stessa materia quale servizio da liberalizzare; quindi, c'è una assoluta sovrapposizione da chiarire, probabilmente, in favore della direttiva recepita attraverso la legge n.18 del 1999.
Esiste anche un'altra importante questione, sempre relativa alla legge n.18 del 1999, in cui si richiama una funzione che viene addebitata alle società di gestione (con riferimento a questo aspetto, nella precedente audizione, richiamammo l'idea della concessione traslativa di potestà pubbliche). All'articolo 2, al comma 1, lettera c) si legge: «L'ente di gestione è il soggetto
cui è affidato, insieme ad altre attività, in via esclusiva il compito di amministrare e di gestire l'infrastruttura aeroportuale e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori presenti nel sistema aeroportuale considerato». È evidente che rispetto a ciò il direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme di cui si è parlato prima si troverà di fronte ad una norma che confligge con la sua potestà assoluta, richiamata esclusivamente nel codice del 1942.
Ancora, l'articolo 3 della legge n. 18 del 1999, al comma 13, stabilisce che l'ente di gestione assicura agli utenti la presenza in aeroporto dei necessari servizi di assistenza a terra fornendoli direttamente o coordinando l'attività dei soggetti che forniscono i suddetti servizi a favore di terzi o in autoproduzione. Ciò lascia intendere che quello tra il concessionario e il concedente sia l'unico rapporto che si instauri tra ENAC e mondo aeroportuale; spetta poi al gestore coordinare l'attività degli operatori aeroportuali, ma questo costituisce un principio peraltro fortemente affermato nel diritto, per esempio, in tema di danno ambientale. È chiaro che l'amministrazione non può e non deve ricercare una eventuale responsabilità di un soggetto subconcessionario, ma deve riferirsi, se il subconcessionario non abbia un patrimonio a garanzia del danno, esclusivamente al soggetto con cui ha un rapporto diretto.
Ritengo quindi che sia di importanza vitale stabilire se l'ENAC sia un ente di vigilanza di tutto il sistema aeroportuale o esclusivamente del concessionario, al quale poi rispondono tutti gli altri operatori del sistema medesimo. Non è una cosa da poco. Questa materia rientra nella competenza dell'Autorità di garanzia della concorrenza e del mercato perché, in questo caso, avremmo un concessionario che espleta attività in concorrenza con gli altri operatori. Facciamo l'esempio del servizio di handling, il quale è, nello stesso momento, espletato dal soggetto concessionario - la società di gestione - e da altri soggetti operanti all'interno del sistema aeroportuale. Segnaliamo con forza questa complessità del mondo aeroportuale e ribadiamo che abbiamo prospettato l'ipotesi di concessione traslativa - come definita nella legge relativa al servizio di handling, che recepisce una normativa comunitaria che ha una validità cogente immediata - proprio per affermare, con la nota della corte di appello di Venezia del 7 dicembre 2001 relativa al processo di Verona, una catena di responsabilità in tema di sicurezza negli aeroporti, che possa effettivamente garantire presidi di vigilanza all'interno del sistema aeroportuale.


PRESIDENTE. Passiamo al quesito successivo, cioè se si sia proceduto alla costituzione di un'apposita struttura organizzativa, a livello centrale, per favorire il coordinamento tra l'ENAV e l'ENAC.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Si tratta di attività distinte; l'ENAC ha provveduto a quanto prescritto dal contratto di programma, tenendo però anche conto che esiste un problema di coordinamento paritetico e non funzionale. Ricordo che quando fu diramato il primo provvedimento di riforma dell'aviazione civile dal ministro dei trasporti dell'epoca, il coordinamento era indicato come di tipo funzionale. Questo coordinamento funzionale tuttavia si è perso per strada, rimanendo esclusivamente un coordinamento paritetico tra due strutture sostanzialmente pariordinate, che riferiscono ambedue ad una vigilanza ministeriale.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Non esiste una struttura centrale di coordinamento tra ENAC ed ENAV, anche se una certa funzione di coordinamento dovrebbe essere effettuata dal dipartimento. Ciò non toglie comunque che non sussista un coordinamento giornaliero sui temi della sicurezza; su tali temi infatti tutti i giorni vi sono riunioni tra ENAC, ENAV e direttore dell'aeroporto e, molte volte, anche con il gestore dello stesso. Pertanto, la risposta alla domanda è «no», anche se poi ciò avviene in pratica.


PRESIDENTE. Passiamo al quarto quesito: quale sia la rispondenza degli aeroporti italiani alla regolamentazione ICAO e quali siano i risultati dell'azione di verifica promossa dall'ENAC in materia.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Per quanto concerne i servizi ENAV (e quindi per tutta la parte che riguarda il controllo del traffico aereo) c'è corrispondenza. Andrebbero, forse, messi un po' in ordine i risultati delle indagini svolte in ambito aeroportuale: mi riferisco, in particolare, alla rispondenza o meno alle norme ICAO e alle disposizioni di carattere generale. A tale proposito ho letto la documentazione che ha rilasciato il comandante Arnaudo in ordine alla visita effettuata all'aeroporto di Palermo.


PRESIDENTE. In merito a tale documentazione, ricordo ai colleghi, che sono 26 i punti sollevati dal comandante Arnaudo.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Per quanto concerne l'aeroporto di Palermo la competenza (e, quindi, la responsabilità) in tema di AVL, di segnaletica orizzontale e verticale era dell'ENAV. Durante un'analoga visita effettuata all'aeroporto di Catania è stato specificato che tale materia è di competenza della direzione aeroportuale. Purtroppo il Comitato paritetico ha avuto a disposizione soltanto la documentazione nella quale si specifica che la responsabilità è dell'ENAV, mentre l'altra non è stata allegata. Pertanto, raccomando che siano forniti al Comitato elementi omogenei o comunque corretti.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Il dipartimento della sicurezza dell'ENAC ha avviato una verifica ispettiva con riferimento a tutti gli aeroporti italiani.
Abbiamo quindi una scheda del rapporto di ispezione che oltre, alle rassicurazioni che possono provenire dalle articolazioni territoriali, evidenzia un impegno diretto della struttura centrale - peraltro anche in raccordo con l'ENAV - per una verifica di tutto il sistema aeroportuale italiano riportando dati assolutamente omogenei.
C'è, poi, tutta un'altra attività - ricordiamo le ispezioni condotte dal comandante Arnaudo, ma anche altre fatte direttamente dall'ENAC - volta a verificare situazioni di incongruenza rispetto alla garanzia della conformità alla normativa ICAO. Si tratta, comunque, allo stato attuale, di situazioni marginali: sono bonifiche di piste e sgommatura all'aeroporto di Cagliari, interventi sulle strutture locali ENAC, abbattimento all'aeroporto di Napoli di ostacoli che impediscono di rispettare le distanze.
Teniamo conto, però, che esiste un altro problema che vogliamo segnalare con forza al Comitato paritetico. L'Italia ha, un problema di status aeroportuale differenziato: vi è, cioè, lo status di aeroporto militare aperto al traffico civile e quello di aeroporto esclusivamente civile.
Abbiamo raggiunto un'intesa con il mondo dell'aviazione militare, proprio perché si possa, in tempi rapidi, giungere ad una maggiore specificità: l'aeroporto deve essere o civile o militare. Ciò in quanto per alcuni aeroporti aperti al traffico civile, certe procedure per la sicurezza dell'aereoportualità militare rappresentano degli ostacoli per l'aviazione civile. Quindi, sotto questo profilo, c'è la necessità che il mondo aeroportuale militare possa dotarsi di apposite infrastrutture in base alle sue capacità tecniche di sicurezza e quello civile possa avere le proprie.


PRESIDENTE. Con riferimento al punto 5, vorremmo sapere se si ritenga che l'integrale recepimento nell'ordinamento italiano della normativa emessa dall'ICAO e degli aggiornamenti periodici della stessa possa migliorare la qualità del trasporto aereo italiano ed il livello di sicurezza dello stesso; vorremmo anche sapere, con specifico riferimento all'aeroporto di Linate, se non si ritenga che l'integrale recepimento dell'annesso 14 ICAO avrebbe potuto evitare il verificarsi dell'incidente occorso l'8 ottobre scorso.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Premetto che per quanto riguarda il servizio di controllo del traffico aereo, da noi svolto, già rispondiamo alla normativa ICAO. Sulla questione se, in termini generali, nell'ambito dell'aviazione civile, il rispetto della normativa ICAO possa contribuire in modo sostanziale alla sicurezza, ritengo che tale conformità potrebbe rappresentare un importante contributo alla standardizzazione; pertanto la conformità alla normativa ICAO in termini generali per l'aviazione civile è raccomandabile. Pur essendo evidentemente un problema complesso, ciò potrebbe comunque fornire un contributo alla standardizzazione.
Sapete che il nostro è un mestiere complicato e siamo obbligati a rispondere alle norme ICAO, in quanto non si può consentire che si passi da uno spazio aereo ad un altro in condizioni di standard differenti. Non c'è dubbio quindi che tale conformità alla normativa ICAO in termini generali da parte dell'aviazione civile rappresenti un contributo importante; però non si può certamente dire che una struttura aeroportuale che non risponda alle norme ICAO non sia sicura.
La normativa ICAO, d'altronde, non è un vangelo; personalmente ho avuto modo di vedere proprio ieri l'elevato numero di deroghe alla normativa ICAO richieste dal FAA americano: proprio la normativa lo consente.
Si tratta, pertanto, di un problema complesso, ma non c'è dubbio che occorra procedere in quella direzione. Forse andava fatto prima, però ribadiamo che la struttura aeroportuale può essere ugualmente sicura, pur non rispondendo alla normativa stessa o eventualmente derogando in parte ad essa.
Quanto all'aeroporto di Linate, con riferimento all'incidente occorso l'8 ottobre scorso, la risposta è, in un certo senso, indirettamente desumibile dall'ultima affermazione che ho fatto.
Ribadendo che l'ENAV risponde a tale normativa, non mi sento di dare un giudizio sicuro sul fatto che l'incidente avrebbe potuto essere evitato nel caso in cui tutte le strutture e tutti gli enti che contribuiscono alla sicurezza dell'aeroporto di Linate avessero risposto alla normativa ICAO. Tale conformità poteva contribuire alla standardizzazione, ma francamente non me la sento di dare un giudizio su una questione sulla quale occorre riflettere a lungo.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Sul problema del recepimento nell'ordinamento italiano della normativa ICAO, l'ENAC già da tempo conduce una battaglia, tanto da essersi indotta a recepirla con propria delibera, con conseguente sconvolgimento del mondo istituzionale di riferimento, a tal punto che abbiamo dovuto riproporre per il recepimento una seconda delibera, dopo un chiarimento durato molto tempo.
Pertanto crediamo anche noi che il problema della standardizzazione, e soprattutto della conoscenza da parte degli operatori di regole certe, sia assolutamente importante nell'aviazione civile. Riteniamo quindi che in breve riusciremo a portare a compimento il recepimento degli annessi ICAO in Italia.
L'altra domanda fa riferimento in questo caso ad un soggetto giuridico licenziato nel nostro paese con legge speciale. Sicuramente il Comitato paritetico saprà che il sistema, sotto il profilo delle gestioni aeroportuali, è altamente differenziato: vi sono gestioni in affidamento totale e gestioni riconducibili all'articolo 17 della legge n. 135 del 1997, per le quali peraltro la Corte dei conti prevedeva un periodo di applicazione estremamente breve, mentre come al solito sta diventando estremamente lungo.
Il provvedimento che garantisce la gestione nell'aeroporto di Linate richiama espressamente, all'articolo 5, una gestione in conformità alla raccomandazioni e prescrizioni dell'ICAO. Quindi in questo caso c'è, anche se solo sul piano convenzionale la previsione di un recepimento immediato, quantomeno degli standard di riferimento della normativa ICAO. Su questo non vi è dubbio, così come per i principi di riferimento ICAO; quindi gli standard sono da considerarsi comunque all'interno del nostro ordinamento, in quanto esiste un recepimento della normativa ICAO da parte del legislatore, per ciò che attiene ai principi. In merito alle raccomandazioni, certamente incontriamo delle difficoltà, in quanto esse possono essere disattese anche con la procedura di cui all'articolo 38 (notificandolo naturalmente in sede internazionale); questo è il problema effettivo.
In merito al quesito su Linate, gli atti concludenti - almeno quelli in nostro possesso - portano a ritenere che il problema non sia il riferimento normativo, quanto la capacità professionale di chi doveva adottare determinati comportamenti in riferimento alla normativa ICAO. Quando si chiede di installare un cartello con riferimento alla normativa ICAO, esso dovrebbe essere di un certo tipo; se è diverso, lo si deve a segnalazioni che a mio avviso possono provenire anche dal personale di bordo. Mi riferisco ai piloti che avrebbero dovuto, o potuto - a seconda che si consideri o meno la natura di pubblico ufficiale di un pilota che utilizza un aeroporto - ritenere un obbligo la segnalazione di una mancanza di riferimento alla normativa ICAO. In merito a ciò rimando ad un documento a mio avviso importante. L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha fatto riferimento un suo ispettore «prestato», per le indagini, alla magistratura. Tale ispettore ha svolto la sua attività anche per noi ed ha frequentato l'aeroporto di Milano proprio in riferimento al piazzale ATA per il compimento degli esami dell'aviazione generale. Trovo strano che un ispettore così altamente qualificato non sia stato specificamente invitato a verificare se la segnaletica aeroportuale di Milano fosse conforme o meno alle norme; comunque se verifica una difformità ha certamente il dovere di segnalarla con forza. Se nell'utilizzo del piazzale ATA per gli atterraggi, e probabilmente anche del raccordo R6 si nota che c'è carenza di segnaletica orizzontale e verticale, il dovere di segnalazione avrebbe permesso a tutti i responsabili dell'aviazione civile italiana di ripristinare immediatamente una situazione di assoluta sicurezza e di conformità agli annessi ICAO.


PRESIDENTE. Mi pare che la sesta domanda sia stata sostanzialmente assorbita dalle risposte che avete appena fornito; nonostante ciò la leggo comunque qualora riteniate di dover aggiungere qualcosa. Si chiede quale sia il livello di recepimento nell'ordinamento nazionale della normativa ICAO, e se siano considerati funzionali i meccanismi di recepimento di tale normativa.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Signor presidente, di tale argomento abbiamo fatto una battaglia e vorremmo che divenisse pubblica. Già nella primavera del 2001 abbiamo tentato con una delibera di recepire gli annessi ICAO; è pervenuta una lettera del capo di gabinetto (in relazione tra l'altro ad una segnalazione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) nella quale si richiedeva di spiegare come e perché avessimo provveduto a dar luogo ad una delibera di recepimento. A tale missiva abbiamo risposto che ritenevamo tale attività insita nella nostra potestà di regolazione. Con una successiva lettera del gabinetto del ministro non solo ci viene contestata l'ipotesi di recepimento della normativa ICAO con delibera del consiglio ma si pregiudica anche la possibilità - da noi ritenuta certa - di recepire, sempre con delibera del consiglio, la normativa di riferimento già in essere; sto citando la lettera del giugno del 2001.
In relazione a fatti successivi abbiamo definito con il ministero una nuova delibera da sottoporre formalmente allo stesso per l'approvazione. Abbiamo adottato tale delibera che, ai sensi dell'articolo 11, abbiamo sottoposto a vigilanza ministeriale e sulla quale ci è stato fornito l'assenso per procedere. Sono a disposizione di questo Comitato tutte le procedure che, entro il 2002, dovrebbero completare il recepimento degli annessi ICAO, naturalmente a patto che le amministrazioni concertanti non le ostacolino così com'è già avvenuto, ad esempio, da parte del Ministero della salute in relazione ad una tematica relativa alle visite mediche per le licenze di volo. Richiamiamo l'attenzione sulla necessità che l'ente possa provvedere, non «di concerto» con le altre amministrazioni ma eventualmente «sentite» le altre amministrazioni; abbiamo sempre incontrato difficoltà laddove ci siamo occupati di competenze che si ritengono riconducibili ad altre amministrazioni dello Stato.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Signor presidente, come già ricordato prima, la nostra attività risponde alla normativa ICAO, soprattutto in termini di documentazione; a tutti i nostri controllori di volo abbiamo distribuito il manuale n.4444 ICAO nella versione originale in lingua inglese (questa scelta è stata presa dall'azienda alcuni anni or sono), corredato ed integrato da tutte le disposizioni, per così dire, locali. Desidero tranquillizzare tutti: per quanto ci riguarda ciò viene già fatto. Ovviamente, come abbiamo già detto prima, è importante operare una generalizzazione nell'introduzione delle norme, sempre a fini di standardizzazione; ma su ciò siamo già in regola.
Non esiste solo lo standard ICAO; in termini forse più industriali, stiamo introducendo altri tipi di standard e di certificazione come, ad esempio, lo standard ISO 9001. Per quanto riguarda l'ACC, il centro di controllo di Ciampino, raggiungeremo tale standard a partire da aprile; a noi interessa la normativa ICAO ma, il raggiungimento di standard a livello europeo e mondiale per quanto concerne tutte le nostre attività industriale. A Ciampino faranno seguito gli altri tre CRAV ed il piano prevede che entro circa 12 mesi otterremo l'omologazione ISO 9001 per tutto il complesso della nostra struttura.


PRESIDENTE. Passiamo al settimo quesito. Si chiede qual è, a giudizio di ENAV ed ENAC, il livello di rispetto, da parte degli operatori del settore, della normativa che regola le attività connesse con il volo in tutti i suoi aspetti e quali siano, a vostro avviso, le principali ragioni dei casi di mancato rispetto della stessa.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Per noi, fino a prova contraria, sussiste sempre l'idea che gli operatori rispettino la normativa. Naturalmente l'ente, a tal fine, provvede a sviluppare un programma di audit e di verifiche e di ciò ne abbiamo già dato contezza nella relazione trasmessa a questo Comitato la scorsa occasione, nella quale si legge un riferimento all'operato che svolge l'ente in termini di attività ispettive. Naturalmente, maggiore è la forza dell'ente in questa azione ispettiva, più elevata è la nostra capacità di verifica; sempre su questo aspetto abbiamo segnalato con forza la carenza di organico dell'ENAC rispetto proprio alle professionalità qualificate che permettono di svolgere adeguatamente questa attività. È inutile nasconderlo, signor presidente, quando dobbiamo confrontarci con una azienda da mettere a terra, per così dire, dall'altra parte del tavolo abbiamo interlocutori altamente qualificati, team altrettanto forti che, naturalmente, rivendicano ipotesi di risarcimento del danno nel caso di incapacità o di inesattezze effettuate dall'ENAC.
Naturalmente, abbiamo la necessità che da questa parte del tavolo, da parte dell'autorità, vi siano dei team altamente qualificati, che impieghino professionalità diverse: avvocati, economisti, ispettori, ingegneri. Alcune volte abbiamo affrontato queste contese e le abbiamo vinte perché siamo riusciti, in situazioni di difficoltà, a mettere a terra operatori aerei di livello nazionale. Abbiamo chiuso l'aeroporto di Catania, incontrando (è sufficiente leggere il Corriere della Sera) difficoltà a livello governativo rispetto ad un atto dovuto in relazione alla sicurezza delle operazioni di volo.
Abbiamo abbattuto due manufatti nell'aeroporto di Napoli, opponendoci ad una serie di resistenze. È inutile ricordare che l'attività di tutela della sicurezza incontra negli interlocutori una forte resistenza perché, fino a quando non si verifica l'incidente, si ritiene che la situazione sia sicura. Al contrario, riteniamo che se le regole non sono rispettate, vengono meno le condizioni di sicurezza; per questo motivo insistiamo sul recepimento della normativa ICAO, che standardizza i parametri di riferimento: se le lampadine sono 100, l'aeroporto è aperto, se esse sono 99, è chiuso; solo in questo modo si ottengono regole certe.
Non è possibile bloccare i procedimenti di assunzione dell'ENAC. Abbiamo impiegato quattro anni per definire un assetto minimale dell'ente e, ad ottobre del 2001, abbiamo messo a punto un assetto che rendeva possibile l'assunzione di nuovo personale; ricordo che da quattro anni, poiché non avevamo potestà giuridica per farlo, non abbiamo potuto compiere nuove assunzioni; la nuova legge finanziaria ha precluso, però, la possibilità di acquisire importanti professionalità. Bisogna tenere conto del fatto che senza ingegneri, piloti, avvocati e economisti, l'autorità dell'aviazione civile può essere responsabile di quanto accade ma non riuscirà a garantire i presidi della sicurezza, che sono richiesti dei membri del Comitato.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Il livello di osservanza e di professionalità del mondo aeronautico è, in generale, molto alto per quanto riguarda piloti, controllori, gestori aeroportuali, tecnici. Si tratta di un aspetto positivo, anche se in seguito citerò anche quelli negativi. Oggi, ad esempio è stato introdotta una nuova procedura di ruolo, la cui sigla è RVSM: ciò significa che a mezzanotte tutti paesi europei si sono uniformati ad una nuova procedura, in base alla quale si vola a 29 mila piedi con un limite di spaziatura verticale tra gli aeroplani di mille piedi invece di duemila. Si tratta di un'operazione riuscita, che è stata effettuata in tutta Europa questa notte: ciò significa preparazione da parte delle compagnie aeree, dei piloti, dei controllori e sviluppo di hardware e software. Quando le operazioni vengono preparate per tempo, con la professionalità richiesta, si ottengono risultati positivi. Ci sono stati anche casi negativi, situazioni nelle quali non viene rispettata la normativa: mi riferisco, ad esempio, all'episodio riguardante il sistema di monitoraggio delle luci (menzionato dal dottor Di Palma). Quando possiamo esercitare una funzione di controllo interveniamo ad esempio declassando, come nel caso citato, sei aeroporti: questa è stata una misura di pura garanzia di sicurezza; interveniamo quando è necessario. Tutto ciò riguarda l'aviazione commerciale.
È necessario affrontare situazioni in cui esistono standard diversi nello stesso aeroporto relativi alla professionalità dell'aviazione commerciale e a quella dell'aviazione generale. Il problema dell'opportunità di mescolare traffici con caratteristiche e parametri di tipo diverso era stato posto a Linate: si tratta di una questione molto rilevante sulla quale questa azienda, per quanto riguarda le sue competenze, è fortemente impegnata. L'azienda non ha un potere sanzionatorio, ma solo di segnalazione; anche se non è nostro compito, segnaliamo il problema e, se nessun altro lo fa, cerchiamo di intervenire.


PRESIDENTE. Veniamo alla domanda n. 8: attraverso quali attività e procedure ENAC ed ENAV assolvono i propri compiti in materia di tutela della sicurezza, in particolare per quanto riguarda l'adeguatezza, l'aggiornamento tecnologico e la manutenzione della strumentazione per il controllo aereo in terminale e per l'apron management, della segnaletica e delle infrastrutture aeroportuali in generale?


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Il tema della segnaletica orizzontale e verticale, degli aiuti visivi luminosi, è già stato affrontato nella seduta precedente: secondo noi, la normativa è chiara, esistono le convenzioni, gli atti di indirizzo e le leggi. Le abbiamo ripresentate in questo nuovo documento, tenendo conto anche di ulteriori osservazioni. Questo argomento è stato già discusso ed è ampiamente illustrato nel documento consegnato ai membri del Comitato.
Per quanto riguarda il tema più generale della sicurezza, abbiamo creato (anche se già esisteva nell'ente pubblico economico), con i criteri tipici di una Spa (dunque con una maggiore capacità di intervento), una nuova unità operativa di qualità e sicurezza, che si è dotata di un organigramma molto complesso: si tratta di un costo notevole per la società, che noi non consideriamo tale, ma come un importantissimo investimento che, siamo sicuri, consentirà risultati di qualità e sicurezza. Il criterio del binomio che unisce qualità e sicurezza ha avuto origine dal vertice dell'azienda, dal presidente, dal consiglio d'amministrazione e dall'amministratore delegato, che dovrà gestirlo. Non ho ricevuto nessuna osservazione dal consiglio d'amministrazione né dal nostro azionista, in riferimento a programmi che riguardano qualità e sicurezza: si tratta di una cultura che ha avuto origine al vertice dell'azienda e che dovrà permeare anche gli altri settori. A questo fine abbiamo dovuto impiegare consulenti, come nel caso particolare di ISO 9001, per il quale ci siamo rivolti ad una piccola società inglese di consulenza (APA), specializzata in questo tipo di certificazione per le società che operano nel campo dell'aviazione civile. Tutte le attività, le realizzazioni, la sostituzione di impianti di competenza dell'ENAV (lo suggeriamo all'aeronautica militare perché, a volte, dobbiamo produrre l'investimento, anticipando le risorse finanziarie, sulla base di accordi e convenzioni), la realizzazione di impianti, tecnologie hardware e software sono condotti sulla base del safety management.
Noi stiamo imponendo l'ISO 9001 ai nostri fornitori; non è possibile farlo subito, ma varrà per i prossimi due anni - lo abbiamo già detto alle società che operano nel settore - per tutta l'attività di manutenzione; ciò vale ovviamente anche per i fornitori di sistemi complessi, quali i sistemi di radioaiuto. Quindi, estenderemo la certificazione ISO 9001 subito, entro giugno, anche alle attività di manutenzione; ciò è estremamente importante in una società che produce servizi. Ovviamente, per fare tutto questo occorrono risorse; purtroppo in questo momento siamo in una fase critica, in quanto la finanziaria del 2000 ed adesso quella del 2001 prevedono un taglio dei contributi garantiti dal ministero dell'economia (quindi dallo Stato) per le attività degli aeroporti minori.
Scusate se mi soffermerò su questo aspetto, ma si tratta di un argomento estremamente importante. Otteniamo i nostri ricavi soprattutto dagli hub, dai grandi aeroporti (Malpensa, Fiumicino, Linate ed altri aeroporti maggiori) mentre negli aeroporti minori il nostro servizio è in perdita perché i costi superano i ricavi. Ad esempio, ricordo che l'aeroporto di Albenga ci costa tre miliardi di lire l'anno mentre i ricavi ammontano a 500 milioni di lire. In questo modo compensiamo gli investimenti che dobbiamo comunque fare perché dobbiamo garantire qualità e sicurezza anche negli aeroporti minori. Nel passato se ne teneva conto grazie a contributi statali: al riguardo, ricordo che nel 2001 sono stati tagliati 90 miliardi di lire nei quali rientravano i costi delle attività che svolgiamo per lo conto dello Stato, come i voli di Stato, i voli postali ed altro.
Essendo diventati una società per azioni, non possiamo avere bilanci o conti economici in perdita. Questo è un argomento estremamente importante e ne stiamo discutendo con il Ministro del tesoro e con il ministero dei trasporti, ma se alla fine non si troverà una soluzione, saremo obbligati a prendere in considerazione forme alternative di introito per riportare in attivo i nostri conti, ad esempio aumentando le tariffe, ma è una scelta che non vorremmo fare. Ciò è necessario per continuare a mantenere la sicurezza non solo nei grandi hub, ma anche negli aeroporti minori, per garantire la qualità e la sicurezza del servizio in tutti gli aeroscali.
Anche riguardo all'ipotesi di trasferire ai gestori aeroportuali attività riguardanti il controllo di torre (perché questa è stata una delle proposte prese in considerazione),la nostra posizione è chiara: a nostro avviso è possibile farlo, mettendo ovviamente in gara tale tipo di attività (il controllo di torre); tuttavia, come ho detto prima, non vedo come poi le piccole e medie società di gestione (ad esempio la società di gestione di Lamezia Terme) possano continuare nel piano di investimenti programmato, il quale prevede l'installazione di un radar per ogni aeroporto. Si tratta di un problema generale di cui occorre tener conto.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell' ENAC. Penso di aver già risposto prima: la nostra attività di ispezione, così come richiedono gli standard internazionali, è posizionata sull'elaborazione dei regolamenti e sulle conseguenti procedure e circolari, e dunque sulla verifica ispettiva dell'ottemperanza degli operatori a tali regolamenti e procedure. Naturalmente, esistono i presidi all'interno degli stessi operatori, ad esempio i vettori, cui noi qualifichiamo direttamente il sistema di controllo secondo la normativa internazionale di riferimento. Questa è la nostra attività.
Occorre tenere conto, come già segnalato nella relazione, di una importante implementazione di attività di standardizzazione sulle infrastrutture aeroportuali; abbiamo elaborato in tempi abbastanza rapidi 10 circolari che permettono di omogeneizzare sempre più le attività. Bisogna ricordare, inoltre, che l'eredità che abbiamo ricevuto nel settore dell'aviazione è sicuramente difficile, perché non esiste standardizzazione. Ricordo per tutti proprio la sentenza di Genova sul fenomeno del bird strike, in cui il giudice ci ha condannato, in qualità di amministrazione dello Stato, proprio in relazione al mancato recepimento della normativa internazionale di riferimento da parte dello Stato italiano: dunque, una specifica condanna dello Stato italiano per inottemperanza al recepimento della normativa ICAO di riferimento. Si tratta, quindi, di avviare e definire in tempi rapidissimi la standardizzazione e l'adozione della normativa di riferimento.


PRESIDENTE. Passiamo al quesito n. 9: il Comitato chiede a chi spetti vigilare se i piani di emergenza aeroportuale emanati dai direttori di aeroporto rispondano ai requisiti stabiliti dalle normative internazionali, a fronte delle segnalazioni in merito avanzate dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Spetta al direttore dell'aeroporto, che presiede il comitato aeroportuale per la sicurezza operativa.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. In questo caso, occorre segnalare che l'allerta dell'Agenzia per la sicurezza del volo è del 6 novembre del 2001, mentre già dal 24 settembre 2001 si è costituito presso la direzione generale un gruppo - i cui lavori si sono conclusi entro il 31 dicembre 2001, come previsto - per l'elaborazione di un piano di emergenza standardizzato. Quindi, tale esigenza di standardizzazione è stata colta dall'ENAC nella materia di riferimento sin dal mese di settembre, tenendo conto che essa trae origine da norme del codice della navigazione, anche in questo caso abbastanza superate (articoli 726 e 727), ed è meglio definita nell'annesso 14 dell'ICAO.


PRESIDENTE. Ma la domanda era a chi spetti vigilare se i piani di emergenza aeroportuale emanate dai direttori...


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Spetta al direttore dell'aeroporto. Su questo aspetto, c'è l'ordinanza del direttore dell'aeroporto...


PRESIDENTE. La vigilanza sul direttore dell'aeroporto in relazione alle conformità dei piani di emergenza: è questa la domanda.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Non è che ci sia propriamente una verifica: c'è un momento di coordinamento. Si ripropone il problema della figura del direttore dell'aeroporto, che naturalmente in apposite riunioni coinvolge tutto il mondo aeroportuale ai fini della definizione delle procedure che devono essere attuate nel piano di emergenza. In questo mondo complesso partecipano, con responsabilità esclusiva - questo vogliamo ripeterlo fino alla noia - i rappresentanti di tutte le altre amministrazioni, enti ed istituzioni che fanno parte di tale ambito. Dunque, il compito del direttore di aeroporto è quello di coordinare tutti i diversi soggetti che operano nel mondo aeroportuale, definendo un piano di emergenza.
Naturalmente, rispetto a questo emerge una necessità di...


MAURO FABRIS. Il quesito riguarda a chi spetti vigilare se il piano di emergenza aeroportuale risponde alle normative internazionali: o si risponde o ce ne andiamo via; oppure è sbagliata la domanda! Altrimenti, ci dica che non c'è nessuno che deve vigilare se i piani rispondono alle normative internazionali! Rispondeteci così, allora, ma non continuate a girare intorno alla questione!


PRESIDENTE. L'ingegner Gualano ha risposto che è il direttore d'aeroporto, quindi è come se non vi fosse vigilanza sull'operato dello stesso direttore; il dottor Di Palma ci parla di un comitato...


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Su tale argomento abbiamo anche segnalato, l'altra volta, rappresentando...


PRESIDENTE. Le rivolgo questa domanda: secondo voi, c'è bisogno di vigilare sull'operato del direttore dell'aeroporto? Oppure non se ne sente l'esigenza ed è sufficiente la responsabilità del direttore dell'aeroporto stesso?


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Non è sufficiente, tanto è vero che nella relazione consegnata durante l'ultima audizione abbiamo segnalato, nell'ambito di un'ipotesi di riforma e di riordino anche della funzione del direttore dell'aeroporto, la necessità di gerarchizzare questa figura nei confronti di altri soggetti.
Faccio un esempio; mentre il direttore dell'aeroporto, secondo il codice della navigazione, ha un proprio potere di ordinanza, il direttore generale dell'ENAC non possiede tale potere; il che significa che è intestata direttamente alla figura del direttore dell'aeroporto una potestà pubblica. Pertanto, è da ricondurre eventualmente ad una responsabilità superiore la possibilità di rimozione di quel direttore, ma non è certo che il direttore generale dell'ENAC possa interferire con una potestà che il codice della navigazione attribuisce esclusivamente a quella figura aeroportuale. Si tratta di un problema che abbiamo già segnalato; così come abbiamo segnalato con forza l'idea di ricondurre la responsabilità del direttore dell'aeroporto in una linea di gerarchia che arrivi anche ai vertici aziendali. Da parte nostra, all'articolo 10 del regolamento di organizzazione dell'ENAC, individuiamo la figura del coordinatore delle attività delle circoscrizioni, ma poi configuriamo questa come un'attività di coordinamento; quindi, c'è necessità di riunire tutti i direttori degli aeroporti - cosa che oramai facciamo ogni due settimane - con cui pensiamo di elaborare delle procedure di standardizzazione che possano poi essere ricollocate sul territorio. Si tratta di una problematica molto importante; fra l'altro, leggendo la giurisprudenza in materia, ci si rende conto che è la figura del direttore dell'aeroporto, se del caso, ad essere interessata - sulla base dell'assetto normativo vigente - da una serie di responsabilità.


PRESIDENTE. Quando al direttore dell'aeroporto di Linate, Vincenzo Fusco, al quale nel corso di una precedente audizione è stato chiesto quali fossero le sue competenze, egli ci ha parlato, al di là delle specificità, di funzioni, in un certo senso, passive.


EUGENIO DUCA. Primo fra pari!

PRESIDENTE. Non svolge, come direttore dell'aeroporto, una funzione attiva di ispezione; inoltre, ha detto che era l'ENAV ad avvisarlo se qualcosa non funzionava o la SEA se per esempio vi era un buco nella pista. Quindi, il direttore Fusco deve aspettare che qualcuno gli dica che qualcosa non funzioni perché possa intervenire. In sostanza, l'idea che ci siamo fatti è che il direttore di un aeroporto - che è un dipendente ENAC - non svolga una funzione di controllo autorevole ed attiva. In merito alla domanda su chi controlla e vigila sull'operatività del direttore dell'aeroporto, poco fa l'ingegner Gualano ha risposto dicendo che ciò spetta al direttore stesso.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Ho detto che spetta al CASO, cioè al comitato aeroportuale sicurezza operativa, il cui presidente è il direttore dell'aeroporto.


PRESIDENTE. Nel quesito n. 9 ci siamo posti il problema di chi vigilasse sul direttore dell'aeroporto ma, forse, non abbiamo posto la domanda centrale, e cioè quali sono, a vostro parere, le funzioni reali del direttore dell'aeroporto; dico questo perché mi sembra che su tale questione ci sia una certa discordanza di idee.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Questo aspetto merita, a mio parere, un chiarimento estremamente approfondito rispetto alla normativa vigente. Facciamo l'esempio dell'aeroporto di Linate: in tale caso, vi è un'ipotesi di reato intestato al direttore dell'aeroporto di Malpensa in relazione ad un presunto rapporto gerarchico tra il direttore dell'aeroporto di Linate e il direttore del sistema aeroportuale di Milano. Secondo me in quel caso si è preso un abbaglio, perché la responsabilità di un direttore aeroportuale non può essere modificata da un regolamento - da noi predisposto - di organizzazione del personale; ma quelle potestà rimangono sicuramente intestate al direttore dell'aeroporto.
Che cosa fa poi il direttore dell'aeroporto all'interno dello stesso? Questo aspetto mi sembra siamo riusciti a chiarirlo; comunque, esso si pone come un momento di coordinamento, in relazione però a responsabilità esclusive altrui negli assetti di propria competenza; sicuramente non è il direttore dell'aeroporto che può, in relazione ad una potestà dei vigili del fuoco, interferire su una modalità, ma può richiedere, nel momento in cui si svolga ad esempio una prova del piano di emergenza che risulti totalmente errata, che quel piano venga verificato di nuovo; in caso contrario, si deve ritenere che quel piano di emergenza sia congruente. Ripeto, il direttore dell'aeroporto è sicuramente un momento importante di coordinamento all'interno del sistema aeroportuale; la giurisprudenza dice inoltre che egli è il titolare del potere di polizia all'interno di tale sistema.


PRESIDENTE. Cito una parte del resoconto stenografico del 16 gennaio. Domanda: «Direttore Fusco, mi scusi, ma secondo l'articolo 2 del decreto legislativo istitutivo dell'ENAC fra i suoi compiti ci sono la regolamentazione tecnica, l'attività ispettiva, sanzionatoria e di certificazione, eccetera». Risposta: «Compiti dell'ENAC, non miei»; ad una successiva domanda: «Ma chi è che gira per l'aeroporto per capire se c'è qualcosa che non funziona?», la risposta è stata: «Io giro per l'aeroporto, ma non posso capire cose nelle quali non ho competenza; me le deve comunicare qualcun altro; non posso sapere ad esempio se una luce è rotta». Rispondendo ad una successiva domanda: «Svolgo un'attività ispettiva ma, ripeto, è di carattere generale, non posso svolgere un'attività ispettiva di carattere onnicomprensivo; non essendo ad esempio ingegnere aeronautico non posso sapere se le luci funzionano o meno, questo è un compito che spetta ad altri, i quali eventualmente devono trasmettermi le opportune segnalazioni».


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Quanto detto dal direttore dell'aeroporto di Linate, se ben interpretato, sostanzialmente corrisponde al vero. Comunque tutto è migliorabile; ad esempio la situazione, in termini di personale, della direzione aeroportuale relativa all'aeroporto di Linate è costituita da 23 unità; inoltre, il direttore dell'aeroporto presidia la circoscrizione dove ha sede la struttura aeroportuale, comprensiva per esempio anche dell'aeroporto di Bresso (che si caratterizza per un'attività aeroportuale di aviazione generale estremamente importante) e, nello stesso tempo, è anche il referente dell'amministrazione per l'aeroporto di Montichiari. Come dicevo prima, vi sono 23 persone che operano all'interno della direzione aeroportuale di Linate; tuttavia, poiché il direttore dell'aeroporto deve garantire un presidio H24 dell'ufficio controllo traffico aereo, 10 di tali unità sono dedicate esclusivamente a svolgere il lavoro di tale ufficio, e non invece a svolgere il compito ispettivo.
In una situazione in cui vi sia una società di gestione totale esiste un'ipotesi di concessione traslativa di potestà pubbliche, da attivare in relazione all'effettuazione di verifiche: per esempio, nel caso di presenza di una buca nella pista; in questo caso occorrerà rivolgersi al direttore dell'aeroporto il quale, come titolare del potere di polizia, firma l'ordinanza di chiusura dell'aeroporto; tuttavia, la verifica della buca compete, nel caso di Linate, alla SEA concessionaria dell'aeroporto (concessione del 1962 effettuata con legge provvedimento). Naturalmente, nulla esclude che il direttore dell'aeroporto possa non limitarsi ad un ruolo passivo, potendo invece assumere - questo è quello che stiamo pensando di fare - anche un ruolo attivo, che comprenda la verifica programmata, in relazione ad audit specifici svolti da gente professionalmente capace; quindi, occorre ricollocare l'ENAC, all'interno delle infrastrutture aeroportuali, oltre che in un sistema di vigilanza passiva, anche in quello di vigilanza attiva. È evidente che se un direttore di aeroporto si accorge de visu - questo riguarda anche il caso di Verona - che un aeromobile ha le ali coperte di neve ma non interdisce l'operatività dell'aeroporto, e il fatto venga segnalato da un addetto al traffico aereo, leggi sarà condannato dal giudice per questa sua omissione. In tutto ciò gioca il fatto che lo Stato inteso trasferire una concessione; e la concessione, a sua volta, trasferisce anche potestà pubbliche che non presidiano solo l'aspetto commerciale dell'operatività aeroportuale, ma anche altre situazioni, alcune delle quali intestabili alla società di gestione dell'aeroporto, altre intestabili a soggetti diversi.
Il momento di coordinamento deve essere presieduto dall'autorità aeroportuale: c'è infatti una fase in cui i vari soggetti rappresentano una situazione di difformità e di conseguenza il direttore dell'aeroporto deve intervenire per garantire la sicurezza aeroportuale. Responsabilità vi sarebbe stata se, in occasione di un incontro di coordinamento, qualcuno avesse presentato una situazione in cui doveva essere interdetta l'operatività aeroportuale e il direttore dell'aeroporto non avesse conseguentemente agito; in quel caso vi sarebbe stata una responsabilità esclusiva. Diversa invece è la situazione verificatasi, ad esempio, all'aeroporto di Forlì, che abbiamo chiuso quando è stata segnalata la presenza di una recinzione non adeguata; in quel caso sicuramente non competeva al direttore dell'aeroporto verificare se la recinzione fosse o meno adeguata, ma alla polizia.


PAOLO BRUTTI. Ma competeva a tutti: c'è di mezzo la vita delle persone! Scherziamo?


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Ma teniamo presente che l'aeroporto è presidiato da una complessità di soggetti: c'è la polizia...


PAOLO BRUTTI. È una totale burocratizzazione del sistema!


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Per esempio, all'aeroporto di Fiumicino è presente, per la polizia, un questore. È impensabile che il direttore dell'aeroporto possa scavalcare la potestà del questore su funzioni di competenza della polizia. Naturalmente poi il questore, in relazione ad un'eventuale necessità di interdizione dell'operatività aeroportuale, deve richiedere al direttore dell'aeroporto la chiusura dello stesso. Comunque, l'accertamento della difficoltà operativa compete alla struttura della polizia, tanto è vero che negli aeroporti non vengono inviati dei semplici soldati, bensì soggetti con poteri decisionali, come appunto il questore.


GIORGIO PANATTONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.


PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


GIORGIO PANATTONI. Credo che questa audizione sia di estrema importanza ai fini dell'acquisizione di elementi utili per lo svolgimento della nostra indagine conoscitiva; tuttavia credo che la stiamo svolgendo malissimo.
Proporrei di utilizzare il punto 9 della lista dei quesiti per illustrare come vorremmo che ci fossero fornite le risposte dai soggetti auditi oggi presenti. Ad esempio, a fronte del quesito contenuto nel punto 9, in cui è chiesto a chi spetti vigilare se i piani di emergenza aeroportuale emanati dai direttori di aeroporto rispondano ai requisiti stabiliti dalle normative internazionali, vorremmo una risposta molto diretta, di tipo affermativo o negativo o eventualmente che ci venga fatto presente che la domanda è stata mal formulata. Ci piacerebbe sapere, per esempio, se i direttori di aeroporto, sui piani di emergenza, hanno una responsabilità attiva o passiva. Possibile che dobbiamo sentirci dire che c'è l'auspicio di trasformare una responsabilità passiva in una responsabilità attiva, senza capire che questa è una rivoluzione culturale devastante, che porterebbe a cambiare gerarchie, rapporti, responsabilità, aziende e così via?


LUIGI MURATORI. Mi scusi, signor presidente, ma vorrei capire. Dal momento che stiamo parlando di metodo, le ricordo che prima avevo tentato invano di intervenire per proporre delle osservazioni. Vorrei quindi capire a questo punto se il metodo è nuovamente cambiato.


PRESIDENTE. Vorrei far presente che non esistono regole fisse di riferimento.
Mi sembra di capire che sia emerso, da parte di alcuni commissari, uno stato di insoddisfazione rispetto alle risposte fornite dai soggetti auditi, che vengono ritenute insufficienti.
A questo punto, quindi, proporrei di continuare con la lista dei quesiti; eventualmente, dove possibile, su alcuni punti più specifici, potremmo cercare di ottenere risposte più puntuali o addirittura di tipo affermativo o negativo. Una volta esauriti tutti i quesiti, potremo eventualmente formulare altre domande di chiarimento.
A tal proposito, per sua informazione, ingegner Gualano, vorrei ricordarle che, in un altro passaggio del resoconto stenografico del 16 gennaio 2002, il presidente del Comitato paritetico chiede al direttore dell'aeroporto di Linate se fra le sue funzioni vi sia quella ispettiva e poi l'onorevole Duca gli chiede se viene informato quando si verifica un inconveniente, come ad esempio un guasto alle luci. Ad entrambe le domande, la risposta è: «no».
Quindi, ingegner Gualano, il direttore dell'aeroporto di Linate afferma di non venire informato di un guasto alle luci.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Sicuramente, se c'è un guasto importante alle luci il direttore dell'aeroporto deve essere informato.


GIORGIO PANATTONI. Da chi?


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Da chi è responsabile delle luci.


GIORGIO PANATTONI. Chi è il responsabile delle luci?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Questo dipende dal tipo di aeroporto. Se sono aeroporti a gestione non totale può essere per esempio l'ENAV e sono certo che il responsabile dell'aeroporto di Bologna, per fare un esempio, informa il direttore di quell'aeroporto.


GIORGIO PANATTONI. Deve farlo; non «sono certo che lo fa».


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Certamente; deve farlo in modo assoluto. Personalmente, sono abituato a ragionare più in termini operativi che in punta di diritto.
Vorrei, comunque, riprendere quanto è stato detto prima, per offrire un contributo alla comprensione di ciò che avviene in un aeroporto. Il direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme dice ai controllori di volo (quindi all'ENAV): «Con ciò non si intendono disconoscere le responsabilità della torre di controllo e le competenze nella gestione in assoluta, piena e incondizionata autonomia sotto l'aspetto operativo della movimentazione all'interno dell'area di manovra, ma si vuole inquadrarle e riportarle alla giusta misura e a un livello non certo paritetico a quello del direttore dell'aeroporto».
Qui si fa capire che c'è il direttore dell'aeroporto e gli altri soggetti, i quali devono dare un contributo, anche se alla fine il responsabile è comunque il direttore dell'aeroporto.
Continuando: «Per pura esemplificazione, la competenza del controllore di torre nelle aree di manovra può essere equiparata a quella dell'addetto al traffico aereo sui piazzali e sulle restanti aree aeroportuali». Quindi fa una gerarchia. In secondo luogo...


MAURO FABRIS. Ma non ci interessa quello che dice il direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme. Ci interessa piuttosto che lei cominci a rispondere alle domande, possibilmente con dei «sì» e con dei «no». Le interpretazioni del direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme non ci interessano, mentre ci interessa la normativa e ciò che voi fate per farla rispettare.


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Ma questa è la normativa!


MAURO FABRIS. Mi scusi: l'interpretazione del direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme è la normativa?


SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV SpA. Sia l'uno che l'altro - statuisce il codice della navigazione - sono sottoposti alle disposizioni impartite in materia di traffico aereo dall'unica autorità riconosciuta in ambito aeroportuale, rappresentata dal direttore di aeroporto (sia ad aeroporto aperto, sia ad aeroporto chiuso), che pertanto ha competenza e responsabilità nei confronti della legge per l'intero sedime aeroportuale. Per me questa è la norma.


PRESIDENTE. Per ENAV, dunque, il direttore dell'aeroporto è competente e responsabile di tutto. Chiedo all'avvocato Di Palma se è d'accordo o meno con quanto detto dall'ingegner Gualano.


PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Non credo si possa rispondere in modo semplicemente affermativo o negativo
 

B787-FLR

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www.aviazionecivile.it
Queste audizioni si commentano da sole [xx(]

Un po' di domande:
- in che anno furono fatte tali audizioni
- quali sono stati i passagi successivi e le conclusioni
- come il nuovo codice della navigazione ha chiarito le competenze della DCA

Grazie
 

CTALIRQ

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7 Novembre 2005
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Firenze, Toscana.
Il punto cruciale mi pare il seguente:

Citazione:pRESIDENTE. Devo precisare che le procedure sono molto più restrittive di quanto, poi, non accada operativamente; lo si può constatare quando le categorie sono in agitazione, sia quella dei piloti sia quella dei controllori di volo. Se fossero sempre osservate le procedure, non si volerebbe più. Infatti, se oggi tali categorie volessero bloccare il trasporto aereo - lo si è sperimentato subito dopo l'incidente - farebbero, conformemente a quanto è previsto, muovere un aereo per volta. Potremmo, a quel punto, stabilire che rinunciamo al trasporto aereo perché vi sarebbe soltanto un ventesimo o un trentesimo dei voli che, invece, si effettuano normalmente. Dunque, i due personaggi chiave - il comandante ed il controllore - si prendono sempre le responsabilità più grosse perché, derogando alle norme o interpretandole, permettono al sistema di funzionare. Questo è il punto fondamentale.
Perciò, il codice della navigazione e le regole previste per l'organizzazione del trasporto aereo sono molto restrittive: non sarebbero possibili 70, 100, 200, 300 movimentazioni al giorno, se il controllore di volo ed il comandante non si prendessero delle responsabilità. Ecco perché, poi, quando si verifica un incidente, la colpa è sempre o dell'uno o dell'altro: invero, la colpa sarà di tutti e due, del comandante e del controllore che non ha saputo capire il comandante. Certo, se in casi del genere il controllore bloccasse tutto l'aeroporto od il comandante si opponesse, sicuramente non si verificherebbe alcun incidente e, tuttavia, non vi sarebbe neppure il trasporto aereo. È una considerazione che mi sembra importantissima. Quando categorie come quelle in oggetto vogliono fare lo sciopero bianco non si vola più; infatti, adottano il manuale alla lettera. Se ho portato tali argomenti, è stato per rendere più chiara la discussione.
 
Q

Quirino

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@concorde non credo ti manchi nulla ma io dovrei aver conservato il tutto in vari doc..
dico "dovrei" perchè nella bolgia "spero" di ritrovarli..

@B787-FLR
il grosso delle audizioni fu Gennaio 2002 ma iniziarono prima... sui contenuti lascio la parola a chi c'ha lavorato...
 

caffettiera

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7 Novembre 2005
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Citazione:Messaggio inserito da Quirino

@concorde non credo ti manchi nulla ma io dovrei aver conservato il tutto in vari doc..
dico "dovrei" perchè nella bolgia "spero" di ritrovarli..

@B787-FLR
il grosso delle audizioni fu Gennaio 2002 ma iniziarono prima... sui contenuti lascio la parola a chi c'ha lavorato...
trovali... mettili insieme... e tienili... io qualcosa non l'ho conservata
 

caffettiera

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7 Novembre 2005
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parte terza

come si può intuire, prima della riforma, regnava "madama la burocrazia"... una particolartà a completamento del quadro del trasporto aereo italiano: manca un terzo attore (cerco l'audizione) che "incasina" ulteriormente lo scenario, che concorre ancor di più al gioco del "io non c'entro" e cioè il dipartimento del ministero delle infrastrutture e trasporti

seguito dell'audizione di enac ed enav...

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza del trasporto aereo, il seguito dell'audizione di rappresentanti dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e dell'Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV Spa). Sono presenti, in rappresentanza dell'ENAC, il dottor Alfredo Roma, presidente, l'avvocato Pierluigi Di Palma, direttore generale, il comandante Silvano Imparato, capo dipartimento sicurezza, l'ingegnere Francesco Saverio Della Porta, capo area infrastrutture aeroportuali e la dottoressa Loredana Rosati, capo ufficio stampa; in rappresentanza dell'ENAV Spa, il professor Giulio Spano, presidente, l'ingegner Sandro Gualano, amministratore delegato, l'ingegner Fabio Marzocca, direttore generale, il colonnello Salvatore Metrangolo, condirettore generale, l'ingegner Carmine Cianci, responsabile unità operativa qualità e sicurezza, la dottoressa Diana Battaggia, responsabile dei rapporti con le istituzioni, il dottor Luciano di Giorgio, responsabile dei servizi tecnici, il dottor Santino Ciarniello, responsabile servizi traffico aereo, il dottor Gianfranco Moriggi, responsabile unità organizzativa personale, il dottor Pierluigi D'Aloia, direttore unità organizzativa qualità e sicurezza, la dottoressa Nicoletta Tomiselli, responsabile ufficio stampa.
Ricordo che sono state fornite una serie di risposte puntuali ai diciassette quesiti che il Comitato aveva sottoposto ai dirigenti dell'ENAC e dell'ENAV Spa.
L'ingegnere Gualano chiede per alcuni quesiti di poter dare una risposta più esaustiva ed il presidente Roma di compiere una breve introduzione, non avendo partecipato alla precedente audizione.
Do la parola al presidente Roma.

ALFREDO ROMA, Presidente dell'ENAC. La tragedia di Linate pesa sulla coscienza umana e professionale di tutti coloro che lavorano nel trasporto aereo. Lo scopo del Comitato è comprendere le imperfezioni del sistema di trasporto aereo attraverso la collaborazione degli enti preposti all'aviazione civile per renderlo sicuro, efficiente, economico, come richiede l'utente, per il quale tale servizio pubblico è nato.
Dopo l'incidente di Linate, dai resoconti stenografici precedenti, l'ENAV, l'ENAC e la SEA hanno dato l'impressione di preoccuparsi più delle colpe altrui che di compiere un esame di coscienza sulle proprie disfunzioni. Ciascuno, onestamente, dovrebbe ammettere che le imperfezioni sono presenti in ogni ente e devono essere corrette. L'ENAC ha seguito la strategia del «silenzio» ed ha compiuto un'indagine sull'incidente di Linate, che descrive anche le nostre inefficienze e le cui conclusioni sono state consegnate al Comitato.
Si tratta, ora, di completare una riforma, cominciata con le migliori intenzioni nel 1995 e continuata nel 1997 con l'istituzione dell'ENAC, che però, successivamente, è rallentata. Dall'insediamento del 18 novembre 1998, infatti, si è dovuto attendere tre anni per ottenere l'approvazione, dai ministeri concertanti, dello statuto, del contratto di programma e del regolamento di organizzazione. Ancora oggi, il decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, riguardante il passaggio dei sedimi aeroportuali all'ENAC, attende la firma della direzione generale del demanio.
Non si tratta di cercare precise responsabilità (sarà la magistratura a farlo), bensì di comprendere lo stato attuale del sistema e le sue inefficienze, per decidere le opportune modifiche. Troppo spesso ho ascoltato miriadi di citazioni di fonti normative, spesso per autoprotezione o per giustificazione. Ho sempre pensato che il diritto sia uno strumento importantissimo, ma prima bisogna avere chiara la strategia, gli obiettivi (che in questo caso sono relativi ad un servizio pubblico), lo scenario esterno, nazionale ed internazionale, per decidere la veste giuridica tale da permetterne il raggiungimento.
Senza soffermarsi su troppi dettagli, conseguenti ad un quadro giuridico inessenziale e non chiaro, il completamento della riforma poggia sui ruoli del gestore aeroportuale e del direttore di aeroporto. Un altro aspetto essenziale è la separazione tra ente regolatore ed ente fornitore del servizio, per quanto riguarda l'air traffic management.
Il ruolo di direttore dell'aeroporto richiama, immediatamente, la necessità di riformare il codice della navigazione, riguardante la parte aerea. Il lavoro è stato in parte compiuto dalla commissione, istituita nel 1999, dal ministro Treu. In futuro, più che del ruolo del direttore aeroportuale, parlerei, in generale, di quello normativo e di controllo dell'ENAC.
La mia opinione sulle gestioni aeroportuali è che il gestore deve avere maggiori responsabilità e competenze. In aeroporto operano troppi enti, che rispondono a vertici diversi, per cui anche l'attività di coordinamento risulta molto difficile: il gestore deve, veramente, gestire. Il termine inglese di authority, usato in tale contesto, non corrisponde a quello giuridico italiano, ma riflette soltanto il potere di governare un sistema, evitando così le frammentazioni di competenze e di responsabilità. Ad esempio, se il gestore aeroportuale avesse la proprietà e la gestione degli AVL e dei radio aiuti di aeroporto, come gli ILS, potrebbe decidere autonomamente di passare da un ILS di categoria 2 ad un altro di categoria 3, oppure di installare un radar di terra, aumentando la sicurezza e la capacità aeroportuale, senza dipendere dalle decisioni dell'azienda fornitrice del servizio di air traffic management.

PRESIDENTE. Comunico che ieri è avvenuto un incontro con la commissione Riggio, dove erano presenti l'onorevole Riggio, il generale Fornasiero ed altri componenti. La Commissione ha consegnato ufficialmente la sua relazione conclusiva, che acquisiamo agli atti del Comitato.
Nel colloquio abbiamo sottolineato la necessità di continuare il percorso intrapreso. Il Ministero è disponibile a collaborare con il Comitato, affinché, anche attraverso il disegno di legge in materia di infrastrutture e trasporti, sia possibile giungere in tempi certi ad una nuova normativa. Ho proposto l'adozione di un testo unico, che regoli, complessivamente, il settore, disperso in una normativa frammentaria e spesso contraddittoria.
Sono stati consegnati, inoltre, dal dottor Di Palma documenti sulla ricognizione delle procedure adottate negli aeroporti per la realizzazione della segnaletica orizzontale e sullo stato di attuazione degli interventi negli aeroporti, ispezionati dalla commissione ministeriale, presieduta da Arnaudo.
Ringrazio, inoltre, per la solerzia, un componente il Comitato, che ha permesso di acquisire agli atti l'allegato 14 ICAO, che, nonostante le richieste degli Uffici della Camera, non era stato possibile ricevere. Infine, è stato consegnato il piano strategico 2002-2004 dell'ENAV, di cui avevamo avuto solo una sintesi.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Ho chiesto qualche giorno di tempo per raccogliere la documentazione, al fine di rispondere, esaurientemente, ai quesiti presentati dal presidente e da altri componenti il Comitato, in riferimento all'organizzazione del piazzale dell'aeroporto di Linate e alle cartine.
Si voleva conoscere quali fossero le cartine a disposizione del controllore di volo. Si tratta di un argomento, trattato dalla magistratura, ma ho preparato una documentazione pubblica, in quanto presente negli archivi delle società.
Proverò a spiegare i rapporti che intercorrono tra la direzione aeroportuale, l'ENAV, l'ENAC e le società di gestione per arrivare a spiegare quali cartine avesse il controllore di volo.
Cominciamo dal marzo del 1996, quando il dirigente CAV dell'aeroporto di Linate, dipendente ENAV, nell'allegato 1 della documentazione prodotta, propone alla direzione aeroportuale una serie di interventi, risultanti nella lettera di trasmissione alla direzione CAV. Nella lettera si propongono, considerando la scarsa definizione dell'ASMI (in quel momento esisteva il vecchio radar di terra), una serie di interventi che vanno dalla lettera a) alla lettera g). Nella lettera d) l'ENAV aveva proposto la segnaletica ICAO diurna e notturna completa di cartelli luminosi nei punti 1-2-3-4-5 della cartina allegata. Altre proposte importanti, ad esempio alla lettera g), riguardano la semaforizzazione ai sensori nei punti in A e B della cartina. Di fatto, la direzione aeroportuale decise per tali proposte di vararne soltanto due su sette. Nella cartina dell'allegato 1 A potete osservare che in alto, dove è scritto hangar, si trova il piazzale ovest di Linate, a sinistra l'R6 ed a destra l'R5, al centro il termine di pista ed, infine, l'area dell'Apron. Se osserviamo la cartina dell'allegato 1B troviamo la proposta dell'ENAV, dove in basso a destra c'è lo STOP 4 (S4), a sinistra i semafori A e B, dei quali il primo è all'inizio dell'imbocco del raccordo R5 nord (che ricorderete il controllore aveva detto al pilota di imboccare). È chiaro che sarebbe stato molto importante avere il semaforo A, perché il controllore, probabilmente, lo avrebbe dato come punto di riporto (ricordiamo che siamo nelle condizioni di visibilità 2, in cui il pilota vede ed il controllore non vede), ma è stato installato soltanto il semaforo al punto B.
Voglio far capire a fondo come si sviluppano determinati meccanismi nei rapporti tra enti ed operatori negli aeroporti.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Secondo il parere dell'ENAV, bisognerebbe, invece, leggere il documento.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Certamente, secondo il parere di ENAV. L'altro giorno ho detto che ogni affermazione sarà supportata da prove documentali.
L'allegato 2 reca la lettera di indizione della riunione del Ministero dei trasporti, quindi, della direzione aeroportuale, per la DCA, in cui erano presenti l'ENAV, la SEA, l'Alitalia e l'AOC, che è il comitato operatori aeroportuali. Nella riunione si trattava di un problema importante, inerente la configurazione di 6 piazzole, dato che in quel momento il traffico di Linate era molto forte, per cui bisognava decidere come organizzare il piazzale. A pagina 2 dell'allegato 2, interviene il direttore Passaretti il quale precisa, concordemente con i rappresentanti della società di gestione presenti, che, per quanto riguarda le segnalazioni luminose richieste sugli STOP, inizialmente verranno realizzate solo quelle diurne; inoltre, finché non sarà realizzato il sistema semaforico concordato non si potrà dare inizio alle operazioni di trasferimento degli aeromobili all'ATA. Inequivocabilmente, il direttore dell'aeroporto decide di attuare solo due delle sette proposte dell'ENAV, non includendo le richieste fondamentali del semaforo A e della segnaletica notturna, che, a loro volta, probabilmente, intervenendo in condizioni di scarsa visibilità, avrebbero favorito la localizzazione dell'aeromobile. A seguito di questa riunione il direttore dell'aeroporto ha trasmesso a tutti i partecipanti una comunicazione dove si legge: «Si trasmette il resoconto della riunione tenutasi presso la scrivente direzione», come figura nell'allegato 3. Purtroppo - e qui è il punto chiave - alle decisioni prese in quella riunione non è seguita alcuna ordinanza. In pratica sono state emesse le cartine allegate che non comprendono né il semaforo, né i segnali S1, S2, S3, S4 ed S5.
Sono riportate anche ulteriori ordinanze e comunicazioni, alcune delle quali risalenti al 27 gennaio 1999, di cui all'allegato 5.

EUGENIO DUCA. Mi scusi, ingegnere, ma il contenuto dell'allegato 4 è la cartina attualmente in dotazione ai controllori di volo?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. No! Parliamo del giorno dell'incidente, adesso è cambiata. Però è una mia deduzione nata dall'indagine (come promisi la scorsa volta) svolta nell'ambito della direzione generale e che ha permesso di raccogliere questi documenti ora a disposizione. È mia opinione, quindi, che il controllore avesse questa cartina.

PRESIDENTE. Vorrei circostanziare meglio la domanda dell'onorevole Duca. Sulla cartina in mano agli operatori della torre, il segnale S4 non è riportato?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Non lo so.

PRESIDENTE. Se questa è la cartina che avevano in mano il segnale non è presente!

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Se quella era la cartina il segnale, infatti, non era riportato.
Nell'allegato 8 trovate un'ordinanza, emessa il 9 novembre 2001, dal direttore dell'aeroporto, la quale riporta a pagina 2 la seguente dicitura: «Le planimetrie allegate fanno parte integrante della presente ordinanza». Quindi da tali planimetrie (in particolare nell'ultima pagina dell'allegato) potete rilevare come le cartine attualmente in dotazione ai controllori riportino il segnale S4.

PRESIDENTE. Questa, invece, è la cartina che è stata consegnata dopo l'incidente?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Sì. Dopo l'incidente.

PRESIDENTE. Quindi lei ci ha mostrato la cartina sia prima sia dopo l'incidente?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Sì, ed alla fine del nostro documento vi è la conferma di quanto detto. L'intero processo può essere così riassunto: ci giunge una segnalazione assieme a tutta la documentazione cartacea e su supporto magnetico necessaria per il printing, ossia la pubblicazione di cartine avviene sulla base di informazioni che ci vengono dalla direzione aeroportuale. Abbiamo riportato un esempio riguardante Venezia (allegato 9); vi è una comunicazione del 16 gennaio 2002 nella quale si legge: «Per il seguito di competenza, si invia copia cartacea e su supporto magnetico per la nuova segnaletica diurna e notturna nei punti di attesa delle bretelle da B1 a B8. Si richiede, pertanto, ove nulla osti, l'aggiornamento nei manuali AIP-Italia, come peraltro richiesto da SAVE con foglio...», eccetera. Abbiamo qui riportato, quindi, un esempio tipico dei rapporti tra ENAV Spa e la direzione aeroportuale concernenti la pubblicazione delle cartine (printing).

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Ritengo che questa sarà materia di approfondimento da parte dei giudici, ma vorrei comunque segnalare al Comitato che un verbale, peraltro esaminato minuziosamente da esperti, deve essere letto nella sua interezza. In precedenza è stato citato l'intervento del direttore al capoverso di pagina 2 (allegato 2) e non si cita, sempre nello stesso documento, il punto 1 di pagina 1 in cui si rileva come la proposta ENAV Spa si riduca solamente ad una segnaletica di carattere diurno ed il direttore non fa che prenderne atto. Si legge infatti che è stato deciso che la segnaletica in argomento sarà realizzata soltanto: «diurna nei punti 1, 2, 4 e 5 e anche notturna nel punto 3». Solo in seguito interviene quindi il direttore, ma esclusivamente per prendere atto di una posizione già definita.
Ritengo quindi che la lettura di tali carteggi dovrebbe essere molto attenta e lasciata a professionisti in grado di verificarne adeguatamente il contenuto, e non possa, invece, essere oggetto di una simile discussione; altrimenti, a mio avviso, non ci troviamo di fronte ad un'indagine conoscitiva ma ad una lettura, molto di parte, di determinati documenti. I verbali in questione, che sicuramente sono in possesso della magistratura e faranno parte di accertamenti sulle responsabilità, non possono essere letti in questa sede ed in questo modo. Riferiamoci integralmente a documenti, ma senza commentarli, anzi riportandoli per intero allo stesso modo degli atti successivi che sono atti di trasmissione a soggetti intervenuti in quel comitato, quindi ENAV Spa (sia CRAV sia CAV), ma evitiamo di commentare documenti probanti.

ILARIO FLORESTA. Rivolgo subito una domanda alla quale seguiranno alcune mie considerazioni. Al di là delle carte e di tutta questa mole di elaborati che ci sono giunti, vorrei conoscere, definitivamente, a chi spetti la competenza dell'aggiornamento della cartina di Linate, che da quanto si evince qui non sembra dipendere dall'ENAV Spa.
La domanda è specifica per il caso di Linate, ma a mio avviso si sta tergiversando, perché questa sede è quella di un Comitato paritetico per un'indagine conoscitiva sulla sicurezza nel trasporto aereo ed è ciò di cui vorrei parlare. È su questo tema che verranno svolte le considerazioni politiche.
Rilevo però che è in atto un ulteriore scontro, forse l'ultimo, e vi chiedo, auspicando onestà e che si getti il cuore oltre l'ostacolo, di chi fosse tale competenza: dottor Di Palma, chi doveva segnare i punti S4, S2 e S3, voi, l'ENAV Spa o la SEA Spa?
Da quanto comprendo, è in circolazione una lettera nella quale si afferma che tutti gli aeroporti e le società di gestione totale dovevano trasferire all'ENAV Spa gli aspetti relativi alle segnaletiche luminose, orizzontali e verticali. Da quanto si evince dalle precedenti audizioni ciò riguarderebbe soprattutto due società, SEA Spa (quindi Milano) e Aeroporti di Roma. Da queste carte sembra che SEA Spa abbia una responsabilità di reporting, ma su disposizioni date da chi? Al termine delle mie considerazioni vorrei sapere, una volta per tutte e senza trincerarsi dietro letture di documenti, parziali o meno che siano, di chi era questa responsabilità. Vi prego di rispondere, anche perché poi lo vorrà sapere la magistratura.
Presidente Roma, ho apprezzato il suo intervento; voi, insieme all'ENAV Spa, non avete dato l'immagine, quale dovrebbe essere, di responsabili istituzionali. In questo Comitato si voleva comprendere cosa fare per rimodulare il comparto della sicurezza nel trasporto aereo, abbiamo assistito, invece, a larvate accuse l'un contro l'altro armati, in pratica ad uno scaricabarile su certe responsabilità: il nodo è proprio questo. Abbiamo rilevato come sulla disgrazia di Linate incombano quattro rilevanti responsabilità, tre delle quali sono da addebitarsi a quel povero pilota (bontà all'anima sua) e una invece non si capisce a chi: questo è quanto vorrei comprendere!
Personalmente, non avendo potuto partecipare per intero all'ultima audizione, il 24 gennaio scorso, ne ho letto il resoconto stenografico e ho ritenuto opportuno annotarne alcuni punti. Al di là di chi abbia fatto tali affermazioni, sia ben chiaro ciò, perché mi trovo al di sopra delle parti e la mia è una condanna di tutte le persone che sono qui intervenute, sono giunto alla conclusione che il comparto, come bene ha affermato il presidente all'inizio dell'audizione, va assolutamente ridisegnato. Si deve approntare un testo unico perché nelle condizioni attuali ed in un settore così delicato si rischia di non comprendere nulla, specie di fronte ad un rimpallo di responsabilità come quello che si rileva dalle affermazioni e dalla gran mole di documentazione trasmessaci.
Per quanto riguarda invece l'audizione del 24 gennaio scorso, leggo dal resoconto alcune dichiarazioni del dottor Di Palma, il quale afferma che: «L'ente di gestione è il soggetto cui è affidato, insieme ad altre attività, in via esclusiva il compito di amministrare e di gestire l'infrastruttura aeroportuale e di coordinare e contrattare le attività dei vari operatori presenti nel sistema aeroportuale considerato. È evidente che rispetto a ciò il direttore dell'aeroporto di Lamezia Terme di cui si è parlato prima si troverà di fronte ad una norma che confligge con la sua potestà assoluta, richiamata esclusivamente nel codice del 1942».
Ancora lo stesso dottor Di Palma ha affermato: «Ritengo quindi che sia di importanza vitale stabilire se l'ENAC sia un ente di vigilanza di tutto il sistema aeroportuale o esclusivamente del concessionario, al quale poi rispondono tutti gli altri operatori del sistema medesimo». Cosa vuol dire con le parole: «sia di importanza vitale stabilire»? Non è già stabilito? Ancora stiamo cercando di capirlo?
Cito ancora le dichiarazioni del dottor Di Palma rese il 24 gennaio scorso: «Faccio un esempio; mentre il direttore dell'aeroporto, secondo il codice della navigazione, ha un proprio potere di ordinanza, il direttore generale dell'ENAC non possiede tale potere; il che significa che è intestata direttamente alla figura del direttore dell'aeroporto una potestà pubblica». Ma stiamo scherzando! Quindi il «capo in testa», il direttore generale dell'ENAC, ha requisiti inferiori a quelli del direttore aeroportuale? Presidente, può darsi che sia così, ma allora va ridisegnato tutto altrimenti, sul serio, non si comprenderà nulla. Condanno, nel senso buono, tutte le persone qui intervenute che non hanno avuto la voglia e la volontà di collaborare con questo Comitato al fine di comprendere quali siano le vere difficoltà che affliggono il traffico aereo e per capire come giungere ad un testo unico. Leggendo tali affermazioni mi convinco sempre di più, presidente, che dovremo mettere mano in questo settore; ho segnato molti altri punti delle dichiarazioni rese nelle scorse audizioni sulle quali in seguito potremo anche discutere.
Forse è giunto il momento di creare un gruppo di lavoro serio, che non può essere quello della commissione Riggio. Presidente, ho letto la bozza di cui lei parlava prima (e che ora sembra sia diventata definitiva) ed ho avuto la netta sensazione che non si badi a regolare il traffico aereo o ad intervenire nel settore della sicurezza, bensì, a tutelare ancora gli interessi di un individuo piuttosto di un altro, di un ente piuttosto di un altro, di chi vuole gestire gli aeroporti, dell'ENAV o dell'ENAC: non ci siamo! Dichiaro in questa sede che, o si fa una seria ed attenta valutazione delle difficoltà del comparto, per giungere poi ad un testo unico, oppure non sottoscrivo alcun progetto o disegno di legge. Credo che anche il Governo faccia bene a non intervenire direttamente; vi è una Commissione, questa, che, insieme ai colleghi del Senato, è deputata a lavorare su tale tema: allora che si lavori, si voli alto e non si tutelino gli interessi dell'uno o dell'altro. Quanto è accaduto, purtroppo, a Linate non è di nostra competenza ma della magistratura; comunque, spero di ottenere risposte precise al termine del mio intervento.
Signor presidente, come uomo che ha ricevuto un mandato ed ha ottenuto tantissimi voti, avverto il diritto-dovere di vigilare affinché si approvi una legge che regoli veramente questo comparto. Devo comunque affermare che rimango molto deluso da tutti gli interlocutori intervenuti in questa sede i quali hanno dimostrato di non saper volare alto e lavorare per le istituzioni.

GIORGIO PANATTONI. Non desidero commentare la dinamica dell'incidente di Linate. Tuttavia, desidero utilizzare i dati per capire se, quanto è stato predisposto, fatto e controllato, risponda a norme di sicurezza adeguate o meno. Provo a ricostruire l'interessante racconto del dottor Gualano.
Dal resoconto della riunione del 13 marzo 1996, presente nell'allegato 2, nel terzo capoverso emerge la necessità di effettuare, tra gli altri, alcuni interventi e risulta la decisione di effettuarli. Si afferma che bisogna realizzare la segnaletica ICAO diurna e notturna in diversi punti, ritenuta una necessità. Nella pagina successiva, però, si decide di realizzare solo la segnaletica diurna e non si conosce l'autore della decisione. Si tratta, quindi, di un primo elemento di confusione, poiché nello stesso verbale prima si decide di approntare la suddetta segnalazione e, poi, senza che si conosca da chi, di realizzarla diversamente dalle necessità precedentemente individuate.
Nell'allegato 3 è presente una lettera di trasmissione, riguardante il resoconto della riunione, tenutasi presso la scrivente direzione in data 13 marzo, dopoché non c'è che il «buio», mancando, infatti, l'ordinanza. Si stabilisce l'intervento, successivamente, si muta decisione e, ancora dopo, la si cancella, non essendo stata più resa esecutiva. Qual è stato il motivo e chi aveva la responsabilità di controllare la decisione, la sua modifica ed il suo annullamento? Abbiamo un esempio classico di confusione devastante, sia nelle procedure sia nelle norme, ed è inutile vagliare documenti di interventi opportuni inattuati.
Accetto ed ho trovato interessante l'introduzione dell'ingegner Roma, ma ritengo necessario affrontare i problemi evidenziati e riconosciuti, cominciando, però, dall'esempio citato. Tali documenti rappresentano la fotografia di un sistema sbagliato, inefficiente e con una devastante confusione di poteri senza controllo. Dovreste, allora, svolgere le vostre considerazioni in tal maniera, come ho appena fatto io, perché solo così è possibile andare avanti. Sarebbe opportuna un'analisi del genere, piuttosto che la difesa della propria« parrocchia », discolpandosi ed accusando altri. Da un'attenta lettura, peraltro, appare chiaro che tutti hanno commesso errori.

PRESIDENTE. Dal caso particolare di Linate e dalle sue contraddizioni si può desumere una norma di carattere generale ed ho cercato, allora, di ricostruire le famose competenze sugli AVL.
Nel decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 1981, n. 145, all'articolo 3, lettera b) è stabilito che l'ENAV provvede al potenziamento, all'ammodernamento ed alla costruzione di impianti ed apparati di assistenza radio o visuale, alla loro installazione, ivi comprese le acquisizioni di terreno e le opere demaniali e di manutenzione. Mi pare una definizione sufficiente e, ragionevolmente, esatta. Nella legge 21 dicembre 1996, n. 665, istitutiva dell'ENAV, il precedente concetto è riportato, ma solo facendo riferimento al decreto appena citato, tant'è che in base all'articolo 2, comma 1, l'ente fornisce i servizi di assistenza al volo, di cui agli articoli 3 e 4, che ho appena letto; successivamente però non si completa la norma e comincia la confusione, anche da voi giustamente rilevata, sostenendosi che all'ente competono, in particolare, l'organizzazione e l'erogazione di servizi di traffico aereo, consistenti nel servizio di controllo della circolazione aerea. Si interviene, quindi, correggendo e modificando un precedente riferimento normativo di definizione delle competenze in materia di AVL dell'ENAV, rendendo, però, tutto più ambiguo, per competenze che sembrano aggiungersi, determinando molta confusione. Al di là dell'individuazione delle responsabilità, voglio capire quali problemi bisogna risolvere.
Suscitò un certo clamore il «famoso» telex del direttore aeroportuale di Linate, il dottor Fusco, redatto nel 1995. L'ENAC,
in quel momento, sosteneva ragionevolmente che le competenze appartenevano ad AAAVTAG, poi ENAV, dato che la «confusa» legge 21 dicembre 1996, n. 665, non era ancora stata approvata. Peraltro, la confusione, maggiore e definitiva, interviene con una direttiva del 1998 dell'allora ministro Burlando, in cui si stabilisce che, in materia di aiuti visivi e luminosi, lo svolgimento di attribuzioni dell'ENAV, limitatamente ai beni la cui titolarità patrimoniale risulta ancora controversa (in contestazione con la SEA), potrà, in ogni caso, concretizzarsi in una verifica tecnica di tipo documentale, nonché ispettiva. Si desume dall'interpretazione ministeriale del combinato disposto dei due atti (una legge ed un decreto del Presidente della Repubblica) che le attribuzioni siano soltanto una verifica tecnica di tipo documentale, nonché ispettiva.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV. Mi scusi Presidente, riguardo a che cosa?

PRESIDENTE. Stiamo parlando di AVL e della totale confusione collettiva. Ovviamente, ENAV cerca con la direttiva Burlando di limitare le proprie competenze; ENAC, invece, sostiene il valore prevalente dell'esposto nel decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 1981, n. 145, ed, in maniera più confusa, nella legge 21 dicembre 1996, n. 665.
Noi legislatori dobbiamo intervenire, in quanto, al di là delle vostre difese d'ufficio per l'assenza di definizione di competenze e di verifica dell'insufficienza della normativa, abbiamo dettato norme sbagliate, per di più confuse, ulteriormente, dalla direttiva Burlando che, probabilmente mal consigliato, non si concilia con il dettato delle due norme precedenti.
Vi chiedo, quindi, se possiamo ritenere giusta ed attendibile una tale ricostruzione, sembrandomi di aver perlomeno individuato qualche punto di crisi.

GIULIO ANTONIO LA STARZA. Ritengo sia attendibilissima e per chiarire ulteriormente chiederei al dottor Di Palma, che era componente dell'allora gabinetto Burlando, se abbia partecipato alla sua stesura ed alle sue eventuali valutazioni.

MAURO FABRIS. Confermo che, purtroppo, le risposte ai diciassette quesiti presentati non risolvono i nostri dubbi.
Dottor Gualano, lei, precedentemente, ha riferito sulla questione della cartina in dotazione al personale della torre di controllo il giorno dell'incidente di Linate; tuttavia, nel finale, conferma di non avere grandi certezze.
Quali cartine hanno, allora, gli operatori nelle torri di controllo? Lei presuppone che ognuno sia libero di avere una sua dotazione?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Certo che lo sappiamo; tuttavia, lei sa bene che non posso dire di quale cartina disponesse la torre di controllo quel giorno, in quanto c'è il segreto istruttorio sulla vicenda. Non può farmi una domanda del genere ed in quel modo.

PRESIDENTE. Il senatore Fabris glielo aveva già domandato e lei rispose, anche, di non sapere e di non poter dire che cartina avesse il controllore; alla replica del senatore lei rispose, poi, di ritenere che esistessero più cartine, sicuramente molte più di una. Al di là del fatto, quindi, che la cartina in questione possa essere sequestrata dalla magistratura, probabilmente, le altre sono di pubblico dominio. Non può sostenere, allora, di non poter rispondere per l'indagine della magistratura su delle cartine in dotazione ai vari controllori, confermando, inoltre, la loro pubblicità.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV. Posso rispondere che si trattava della cartina ufficiale.

MAURO FABRIS. Comunque, sapete che cosa hanno in dotazione i vostri operatori?

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV. Certo che lo sappiamo.

MAURO FABRIS. Nella stampa specializzata di qualche tempo fa è comparsa una lettera del presidente ENAV, indirizzata all'amministratore delegato, evidenziando difficoltà di gestione, e più di qualche giornalista commentava la presenza di forti disaccordi nella dirigenza. Vorrei essere rassicurato sul miglioramento delle relazioni gestionali e delle tensioni interne.

LUIGI MURATORI. Stiamo esaminando problemi che riguardano la sicurezza, così, invece, cadiamo sul pettegolezzo!

MAURO FABRIS. Saranno pettegolezzi e difese d'ufficio niente affatto richiesti; evidentemente, ti senti coinvolto tanto quanto altri. Pregherei i colleghi di scindere i ruoli, quando sono nel Comitato.

ILARIO FLORESTA. Anche noi sappiamo buttare il cuore oltre l'ostacolo!

MAURO FABRIS. Anche se il collega sembra irritarsi, ho osservato in tali disfunzioni interne pesanti ricadute per la sicurezza e, pertanto, chiedo, non ritenendolo un pettegolezzo, se la situazione sia cambiata.
L'ingegnere Salvi, nella nota che ci ha fatto pervenire, ha posto delle domande - a mio avviso stringenti - sul perché ENAC ed ENAV Spa non abbiano assolto ai loro compiti di vigilanza secondo norme e direttive che pure in questo paese esistono. Siccome, nonostante le diciotto domande che abbiamo posto, non siamo riusciti a capire perché tali controlli non siano stati eseguiti, vorrei chiedere, ad entrambi i nostri ospiti, i motivi per i quali non si sia potuto assolvere a questi compiti di vigilanza. Vi sono forse problemi di intervento? Sul tema del comitato di sicurezza, la scorsa volta, ci è stato risposto che nessuno può controllare i controllori: quindi nessuno potrebbe sanzionare il mancato rispetto delle delibere dei comitati che si occupano di sicurezza negli aeroporti. Vorrei, allora, capire cosa non funzioni in questo meccanismo. Mi sembra che un collega, intervenuto prima di me, abbia sottolineato come non manchino le sedi e gli organismi deputati ad occuparsi della sicurezza negli aeroporti. Quindi non si capisce perché le decisioni assunte, poi, magari non vengono applicate.
Con il tredicesimo quesito da noi posto, si chiedeva se fossero stati compiuti degli interventi, ed in che misura, in relazione alle segnalazioni della commissione di monitoraggio sulla sicurezza aeroportuale fin dal 1999 (le note schede). Mentre ENAC ci ha risposto positivamente in relazione agli aeroporti di Genova, Milano, Napoli, Bologna, eccetera, ENAV Spa si è riservata di farci pervenire delle schede al riguardo: chiedo pertanto di acquisire tale documentazione.
Vorrei ora rivolgere una domanda di stretta attualità che riguarda il tema della sicurezza. Abbiamo letto in questi giorni quanto è avvenuto a Fiumicino senza capire bene cosa sia avvenuto a quei sei aerei, se siano stati montati, rimontati, eccetera. È possibile che quando negli aeroporti avvengono tali episodi, qualcuno se ne accorga? Ricordo che stiamo parlando di sei aerei, di un evento verificatosi presso il maggior aeroporto nazionale e che ciò potrebbe avere altre implicazioni. Anche in questo caso vorrei qualche chiarimento, considerato che si è ripetuto uno scaricabarile tra le funzioni del direttore e quelle degli altri che vigilano negli aeroporti. Nessuno si è accorto che nell'aeroporto di Fiumicino sono stati smontanti sei aerei e ne sono stati venduti alcuni pezzi?

ALFREDO ROMA, Presidente dell'ENAC. Lo smontaggio è stato autorizzato.

MAURO FABRIS. Va bene, ma ho letto sulla stampa che ENAC ha presentato anche su questo argomento alcune osservazioni; vorrei quindi sapere se vi è una procedura e se avete la possibilità di svolgere controlli ed interventi al riguardo.

Con il quattordicesimo quesito chiedevamo chi sia il responsabile della segnaletica luminosa, orizzontale e verticale. Nell'ordine, ENAV Spa ha risposto che è il direttore dell'aeroporto ed ENAC ha precisato che è competenza esclusiva dell'ENAV Spa. Siccome la risposta è totalmente contrastante, ripropongo il quesito; se vorrete risponderci, bene, in caso contrario rimarrà agli atti che ognuno ritiene che sia responsabilità dell'altro. Desidererei un chiarimento almeno in ordine alla localizzazione della segnaletica: è possibile che chiunque lo desideri possa localizzare nell'aeroporto la segnaletica che crede?
Infine si è parlato molto di investimenti sulla sicurezza, sia da parte di ENAC sia di ENAV Spa. Se i risultati sono questi mi sembra di poter dire che qualcosa non abbia funzionato. Forse non ha funzionato la formazione degli operatori? E da ciò probabilmente prende spunto la denuncia del generale Fornasiero, da voi duramente contestata. Oppure non hanno funzionato gli investimenti nelle tecnologie? Voi in quali tecnologie investite, nelle migliori che si possono trovare a livello mondiale, oppure vi rivolgete esclusivamente all'industria nazionale o a quella europea? Vorrei capirlo, perché nei vostri resoconti continuate a citare ingenti spese per formare la cosiddetta cultura della sicurezza e ciò in relazione sia al personale sia alle tecnologie; inoltre anche dalla vostra analisi, tutto sommato, emerge che qualcosa al riguardo non funziona. Allora vorrei comprendere, considerato che ciò interessa anche gli anni passati (e quindi non singole colpe personali), se non abbia funzionato l'investimento nel personale o se abbiate sbagliato, forse, nello scegliere le aziende - nazionali od internazionali - per la fornitura di tecnologie.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Rispetto alle richieste di chiarimenti premetto che abbiamo predisposto per il Comitato una memoria scritta su quanto aveva evidenziato il presidente Romani. Ciò al fine di verificare, aeroporto per aeroporto, come si svolgano concretamente determinate operazioni sulle quali, comunque, già nella scorsa occasione avevamo riferito. Il problema della segnaletica è stato posto in evidenza da un fatto specifico, che è sicuramente motivo di dibattito...

PRESIDENTE. La invito a rispondere innanzitutto alle domande, alla fine poi potrà fare le sue valutazioni. L'onorevole Floresta, ad esempio, le ha rivolto un interrogativo specifico sul quale, se crede, può anche dichiararsi non competente a rispondere (visto che il quesito era rivolto anche all'ENAV Spa). Prego i nostri ospiti di rispondere nell'ordine agli interrogativi che vi sono stati rivolti.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Vi è un problema di dipendenza funzionale del direttore dell'aeroporto, ma ciò è naturale. In tutti gli ordinamenti pubblici esiste un rapporto in base al quale un determinato funzionario espleta un'attività di cui non deve rispondere in maniera gerarchica; in quanto direttamente titolare di potestà pubbliche resta inquadrato, esclusivamente, in una organizzazione di carattere amministrativo. Il codice della navigazione, quindi, attribuisce determinate potestà direttamente al direttore dell'aeroporto e, allo stesso tempo, lo inquadra anche in un assetto organizzativo che lo rende responsabile di fronte ad una azienda. In questo quadro abbiamo affermato che a noi spetta, eventualmente, la possibilità - già esercitata - di rimozione del direttore dell'aeroporto, ma non certo la possibilità di sostituirci nell'attività, se non fornendo, eventualmente, indirizzi su determinate materie (come sta avvenendo) e ciò tramite riunioni di coordinamento tra tutti i direttori degli aeroporti. Tale situazione deriva dall'aver individuato, a livello centrale, una figura di coordinamento proprio perché anche noi abbiamo verificato che su tale tema vi era una carenza, peraltro già segnalata dalla magistratura sull'episodio del bird strike di Genova; sostanzialmente, in assenza di recepimenti normativi mancano gli indirizzi specifici da seguire. Per quanto attiene all'episodio specifico di Linate ed al problema dell'esecuzione e manutenzione della segnaletica, riteniamo, come abbiamo già scritto ed affermato la scorsa volta (rinviamo, quindi, anche al nostro documento) che questa sia una responsabilità di SEA Spa. Al contrario ritenevamo - e riteniamo tuttora - che la vigilanza, al riguardo, sia da attribuire ad ENAV Spa. Naturalmente anche noi abbiamo svolto verifiche su tutto il sistema aeroportuale che è caratterizzato da una difficoltà di status aeroportuale; da quanto abbiamo verificato oggi, aeroporto per aeroporto, risulta evidente che in alcuni scali interviene l'Aeronautica militare, in altri l'ENAC ed in altri ancora l'ENAV Spa; comunque sono tutti interventi che portano alla soluzione della vicenda.
Per le altre domande e sul tema della segnalazione al Parlamento sottolineo, innanzitutto, che tale segnalazione è contenuta nella relazione della Corte dei conti depositata in Parlamento già lo scorso anno. In essa si dà atto, tra l'altro, che sulla concreta possibilità dell'ente di poter rispettare gli impegni presi in materia di sicurezza, milita il forte impegno delle strutture responsabili. Tuttavia, in ordine alle raccomandazioni che attengono agli assetti organizzativi, deve prendersi atto che non può dirsi ancora completato il processo costitutivo ed ovviamente neppure iniziato quello di potenziamento della componente tecnico-ispettiva; devono peraltro costituire motivo di preoccupazione i persistenti accenni al riaccendersi di un clima conflittuale a causa delle tensioni accumulatesi nella prima fase di sistemazione del personale (tabelle di equiparazione) e delle non poche aspettative maturate sul nuovo contratto, eccetera. Quanto ho appena citato è un estratto della relazione della Corte dei conti al Parlamento in ragione, anche, della capacità dell'ENAC di ricollocare vecchie amministrazioni, argomento sul quale si riteneva opportuna una riforma.

PRESIDENTE. A chi è rivolta, in particolare, la sua risposta?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Al senatore Fabris, sul problema dei rapporti con gli organi di vigilanza rispetto ai quali, sempre nella memoria che abbiamo oggi trasmesso, risulta, proprio in relazione ai lavori richiesti dal comitato Arnaudo, che mentre tale comitato segnalava indistintamente alle amministrazioni la necessità di compiere degli interventi, le risposte fornite...

PRESIDENTE. Avvocato Di Palma, le chiedo scusa, ma devo invitarla nuovamente a rispondere in maniera specifica e nell'ordine alle domande che le sono state poste. Mi sembra non abbia risposto al quesito posto dall'onorevole Panattoni, né ha detto se sia attendibile la mia ricostruzione; all'onorevole La Starza non ha risposto e quello del senatore Fabris è stato l'ultimo intervento. Le chiedo cortesemente, pertanto, di rispondere nell'ordine e senza aggiungere elementi ed argomenti che non riguardano le domande che le sono state rivolte; al termine potrà aggiungere le sue considerazioni.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Se posso completare quanto...

PRESIDENTE. No, la prego di rispondere alle domande. In sede di audizione questa è la prassi: chi è audito risponde con precisione; poi, se vuole, aggiunge altro.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Per quanto riguarda il quesito dell'onorevole La Starza rispondo che, certamente, come consulente dell'onorevole Burlando ho contribuito all'elaborazione dell'atto di indirizzo, anche sulla base di indicazioni pervenute dall'ENAV Spa. Inoltre, con lettera del capo di gabinetto dell'allora presidente Mancini, la vigilanza sul tutto il sistema degli AVL viene attribuita all'ENAV Spa. Naturalmente esiste un problema connesso e fa bene il presidente a richiamare quel tipo di impostazione e ricostruzione normativa, da cui derivano questioni sulle quali non si è, in seguito, fatta chiarezza. Ciò anche in relazione ad una lettera del capo di gabinetto il quale, vorrei precisare, all'epoca, esercitava la vigilanza sull'ENAV Spa. Solamente con l'onorevole Burlando la vigilanza sull'ENAV Spa viene trasferita alla direzione dell'aviazione civile; al contrario all'epoca della lettera del capo di gabinetto la vigilanza sull'ENAV Spa veniva espletata direttamente dal gabinetto del ministro.
Detto ciò assume, pertanto, valore di atto di vigilanza la lettera del capo di gabinetto del 1995 con la quale si trasferisce ad ENAV Spa la responsabilità della segnaletica orizzontale e verticale. Questo atto viene peraltro confermato da ultimo in relazione proprio all'attuazione delle raccomandazioni Arnaudo. Infatti, il 21 marzo, rispondiamo ad Arnaudo, con i documenti degli interventi, cercando proprio di definire le azioni di competenza dell'ENAV Spa e dell'ENAC, ma sulle azioni che riteniamo di competenza ENAV Spa nessuna risposta diversa ci perviene dal dipartimento dell'aviazione civile. Al riguardo, riteniamo che il suddetto dipartimento, proprio perché deputato alla vigilanza degli enti, fosse la sede idonea evidentemente a chiarire, rispetto a soggetti come ENAC ed ENAV Spa, i differenti ruoli e le diverse competenze, soprattutto le situazioni di chiaroscuro da noi evidenziate. Al contrario, la potestà di vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si è espletata in questi anni a livello di facoltà interdittiva dell'operatività dell'ENAC; mentre vi è un richiamo nella legislazione in base al quale, in sede di vigilanza, si deve considerare quella necessità di autonomia di cui gli enti devono disporre come condizione per presidiare al meglio le proprie funzioni...

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma io le ho chiesto una cosa diversa. Lei sta rispondendo a me?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. In parte.

PRESIDENTE. Mi auguro di sì! Ho avanzato una ricostruzione...

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Nella quale mi ritrovo.

PRESIDENTE. Con tale ricostruzione ho sottolineato le contraddizioni fra il decreto del Presidente della Repubblica n. 145 del 1981, la legge n. 665 del 1996 e la direttiva del ministro Burlando. Vorrei sapere se lei concorda con tale ricostruzione, considerato poi che la direttiva Burlando è il punto di difesa dell'ENAV Spa per sostenere che le competenze non sono sue. Le chiedo se può confermare l'attendibilità di tale ricostruzione, che chiarisce per certi versi il fatto che ENAV Spa ha potuto, a questo punto, affermare che non è sua competenza e voi, con assoluta ed altrettanta legittimità, sostenere che invece è competenza loro in quanto sia il decreto del Presidente della Repubblica n. 145, sia la legge n. 665 prevedono una cosa totalmente diversa: questa è la risposta che mi aspettavo e che lei non mi ha fornito.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. La direttiva Burlando attiene agli AVL, una parte dell'annesso XIV dell'ICAO. Viene così attribuita ad ENAV Spa, ed in maniera esclusiva, con lettere successive del capo di gabinetto, la vigilanza sugli AVL ...

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. No. Non successive!

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Contestuali o successive, posso produrle e mi riservo di farlo. Ciò per quanto attiene agli impianti visivi luminosi.
Vi è una problematica, contigua ma diversa, invece, per quanto riguarda la segnaletica orizzontale e verticale che non concerne l'atto di indirizzo del ministro Burlando. Vi è un problema connesso - ed in ciò do ragione per averlo evidenziato - che ingenera sicuramente confusione, problema peraltro non chiarito neanche da atti successivi dell'autorità di vigilanza (sia nostra, sia dell'ENAV Spa) e rispetto ai quali si è continuato ad operare in una situazione di incertezza. Esistono, al riguardo, anche atti concludenti con i quali abbiamo continuato a scrivere al ministero, ritenendo che questa fosse una competenza dell'ENAV Spa e mai il ministero ci ha risposto che non era vero.
La funzione di dirimere la questione non riguarda noi o l'ENAV (perché entrambi soggetti alla vigilanza ministeriale), ma esclusivamente il Ministero.

ILARIO FLORESTA. Sostiene, quindi, di non saper individuare il responsabile del mancato riporto sulla cartina di Linate della segnalazione S 4.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Su Linate vorrei richiamarmi ad atti concludenti. Il primo è la segnaletica, così definita in quel verbale di Linate.

PRESIDENTE. Dottor Di Palma, sa risolvere il problema?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. No, non posso.

PRESIDENTE. Non può saperlo perché non di sua competenza: è corretto?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Sto richiamando soltanto gli atti concludenti.

PRESIDENTE. Le ripeto la domanda: è nelle condizioni di venire informato da un suo dipendente?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Mi attengo agli atti.

PRESIDENTE. Dottor Di Palma, mi risponda. Le sto facendo una semplice domanda.

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Non sono informato.

PRESIDENTE. Può rispondere ad alcune delle domande del senatore Fabris?

PIERLUIGI DI PALMA, Direttore generale dell'ENAC. Siamo a conoscenza dell'indagine sullo smontaggio di aeromobili a Fiumicino, sin dal luglio-agosto 2001 per aver collaborato con la magistratura, ma le ordinanze della stessa hanno impedito un nostro tempestivo intervento.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Le competenze dell'ENAC, previste dall'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, riguardano, in materia di segnaletica e di impianti aeroportuali, la regolamentazione tecnica, ossia l'attività ispettiva, sanzionatoria, di certificazione, di autorizzazione, di coordinamento e di controllo, nonché la tenuta di registri e di albi nelle materie di competenza; esse riguardano inoltre la razionalizzazione e la modifica delle procedure attinenti ai servizi aeroportuali, secondo la normativa vigente. Altre competenze sono stabilite dallo statuto; le compete infine la regolamentazione e la certificazione tecnica, attività concernenti i provvedimenti di autorizzazioni, concessioni e licenze, nonché coordinamento, controllo, ispezione ed attività sanzionatorie, progettazione costruzioni, manutenzione ed esercizio delle infrastrutture degli impianti aeroportuali. Sostanzialmente, la competenza del controllo della segnaletica orizzontale e verticale è dell'ENAC.
Sulla ricostruzione compiuta dal presidente, mi permetto di osservare che la questione della visuale riguarda le luci di pista. La legge, stabilendo come competenza la costruzione, non può concernere la pittura, altrimenti avrebbe previsto la responsabilità di pitturare le scritte sui raccordi e sulla pista. La legge infatti fa riferimento alla costruzione di apparecchiature visuali.

PRESIDENTE. Lei sta dicendo che visuale non significa pittura.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Faccio riferimento alla costruzione di impianti visuali.

PRESIDENTE. Una scritta a terra non rientra nella categoria visuale.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Assolutamente no. Lei ha omesso di riportare la convenzione esistente tra SEA e Stato.

PRESIDENTE. Ritenevo prevalente la legge dello Stato.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Si tratta di una legge dello Stato. La convenzione è come una legge. Non prendete in considerazione la convenzione tra la SEA e lo Stato e valorizzate dei pezzi di carta di un capo di gabinetto! Sono un ingegnere, ma su tale questione non transigo. Lei non ha citato il punto fondamentale della convenzione: nell'articolo 2.2, la SEA si impegna ad assicurare la gestione in conformità delle norme internazionali, comunitarie e nazionali, che regolano il funzionamento degli aeroporti, aperti al traffico civile, e lo svolgimento di servizi di assistenza a terra. All'articolo 2.3 la SEA è responsabile della conduzione, manutenzione, ordinaria e straordinaria degli immobili, degli impianti, delle infrastrutture concernenti l'attività di gestione. Non possiamo discutere sulla prevalenza o meno tra una convenzione ed una legge; si tratta di un punto, comunque, incontrovertibile.
Concludendo, le competenze di ENAC concernono la regolamentazione tecnica, autorizzazione, coordinamento, controllo ed ispezione in materia di progettazione, costruzione, manutenzione ed esercizio di infrastrutture ed impianti aeroportuali, sicurezza operativa, vigilanza sull'attività di SEA, quale società affidataria della gestione aeroportuale. La mia risposta è chiara: non si tratta di competenze dell'ENAV.
Sulla questione di Fiumicino, preciso che non si tratta di responsabilità dell'ENAV e sulla segnaletica orizzontale e verticale, ho già risposto.
Il senatore Fabris, che è a conoscenza di tensioni interne alla nostra società, si è riferito ad una lettera del presidente, in cui mi si contesta una serie di impostazioni e non di fatti di gestione aziendale. Mi permetto di far cortesemente presente che il bilancio sarà approvato a giugno (è il primo approvato come Spa) e, attraverso la mia relazione, sarò messo alla prova con fatti consistenti.
Sui rilievi compiuti dal presidente, che lo stesso ha comunicato a tutti i membri della commissione Riggio, sappiate che il capo di gabinetto del Ministero dell'economia e delle finanze ha chiesto spiegazioni. Non ho risposto pubblicamente, ma il capo di gabinetto ha ricevuto da me un corposo dossier, in quanto sono abituato a rispondere con documentazione, nel quale i rilievi sono stati assolutamente respinti e si dimostra la loro scorrettezza. Se richiesto, posso fornire al senatore Fabris la documentazione in questione.

MAURO FABRIS. Se il Ministero ha chiesto informazioni, evidentemente, non si trattava di pettegolezzi. Tralasciando il merito, vorrei sapere se ciò ha comportato disfunzioni interne con ricadute sulla sicurezza.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. La critica del presidente era inerente alla gestione accentrata dell'amministratore delegato, di cui mi assumo la responsabilità. Ho amministrato venti aziende nella mia vita, sono andate tutte bene e riuscirò altrettanto con l'ENAV, ovviamente, con la massima trasparenza, rispondendo a tutte le autorità. Credo che il presidente conviene circa la necessità di avere un responsabile, che nel bene e nel male sono io. Se non siete d'accordo, sostituitemi con un altro, ma vedrete che farà le stesse cose. Le tensioni esistenti tra me ed il presidente non hanno generato minimamente alcun problema per la sicurezza.
Sulla sicurezza delle scelte in materia di radar e di software operate dall'industria italiana, senza voler compiere una sua difesa, basta poco per constatare che le attrezzature presenti riguardano solo marchi interni e, quindi, aprire il mercato ha significato reciprocità. Attualmente, il complesso radaristico e di software annessi, fornito dall'Alenia Marconi system, con gli indirizzi dell'ENAV, è diventato uno dei primi al mondo e l'Italia, oltretutto, si trova all'avanguardia anche per i sistemi di telecomunicazioni; tuttavia, sul wind shear, l'ENAV e l'industria italiana sono rimaste abbastanza indietro. Per quanto riguarda il radar di terra si è trattato di un problema organizzativo del passato, ma, attualmente, stiamo completando tutte le collocazioni previste e mi impegnerò anche per gli aeroporti di Torino e di Venezia, che vanteranno i migliori radar del mondo.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Premetto che anche in questa occasione mi ero ripromesso di sorvolare sull'argomento, però l'ingegner Gualano mi dà lo spunto - in pratica un invito - a parlare.

PRESIDENTE. Professore, lei dovrebbe rispondere alle nostre domande.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. La mia voleva essere solo una premessa prima di affrontare alcune questioni come quella, ad esempio, sottolineata dal senatore Fabris.
Nella prima audizione di fronte alla commissione Riggio, dove non era presente l'ingegner Gualano - immotivatamente in quanto era stato invitato - ho presentato, e letto, una relazione molto chiara e, per certi aspetti, esplicita. In quell'occasione chiesi al presidente se dovessi presentare una relazione ed egli mi rispose affermativamente; posso, pertanto, sostenere che non si è trattato di un volantinaggio o di una distribuzione di documenti svolta su mia iniziativa. Confermo tutto quanto ho scritto come persona informata sui fatti e ricordo che ho ripetuto ciò anche a Milano di fronte all'autorità giudiziaria. Tralascio, quindi, il contenuto di questo documento che, a mio avviso, andava comunque approfondito; aggiungo che ne ho consegnato copia all'ingegner Gualano per correttezza e perché non mi nascondo.
Non ho consultato la documentazione, i volumi e gli incartamenti (ancora mi devono essere trasmessi) che egli ha inviato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma ho comunque avuto modo di accedervi. L'ingegner Gualano non smonta niente, invia molta documentazione e cerca di ripercorrere situazioni e temi «triti e ritriti» che non inficiano minimamente quanto ho affermato.
Per la verità, nella mia attività (e con poteri che non ho) non vorrei che si prendesse come fatto personale fra me e l'amministratore delegato ...

PRESIDENTE. Credevo che la sua premessa fosse propedeutica alla domanda del senatore Fabris. Devo dire che tale premessa è abbastanza lunga, la invito, quindi, a concluderla, ricordandole, professore, che si trova in una sede pubblica. Continui, la prego, ma risponda anche alla domanda del senatore Fabris.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Alla domanda se attualmente l'ENAV Spa viva una situazione di completa sicurezza o se il presidente si senta tranquillo rispetto alla sicurezza erogata, la mia risposta è no! (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, un attimo!

ILARIO FLORESTA. Vorrei rivolgere una domanda al professor Spano.

PRESIDENTE. Darò la parola prima a chi non è intervenuto. Onorevole Floresta, lei interverrà dopo i colleghi che non hanno ancora parlato.

VITTORIO PESSINA. Il panorama al quale stiamo assistendo durante le audizioni in questa sede vede alcune società protagoniste, tra cui l'ENAV Spa ed l'ENAC, le quali, anziché instaurare tra loro un dialogo costruttivo, collaborano con riluttanza o non collaborano affatto. Ciò per paura, forse, di perdere quell'autonomia che assicura loro la gestione di ricavi, posti di lavoro o quant'altro. Le società di gestione sono parse, inoltre, concentrate più sui piani finanziari anziché su quelli industriali, al solo fine, credo, di giungere all'obiettivo della privatizzazione; vi sono società private, quindi, che per sopravvivere, in un mercato che richiede forti capitali, risparmiano su tutto. Questo è uno scenario abbastanza deludente che, se vogliamo, non va certo nella direzione della sicurezza nel volo. Sappiamo anche - leggo dall'edizione odierna de Il Sole 24 ore - che la commissione Riggio, incaricata di elaborare alcune soluzioni, ha presentato ieri le proprie risultanze ai soggetti che abbiamo qui audito nelle precedenti sedute.
Da ciò emerge un quadro analogo alla nostra visione del problema, ossia una situazione di grande confusione nella quale non si riescono a trarre le fila per giungere a conclusioni concrete sulla base delle quali lavorare. Detto ciò chiedo al Comitato se non sia il caso, forse, di prevedere un'ulteriore audizione - a mio avviso molto significativa - nella quale ascoltare i rappresentanti della commissione Riggio. Si aggiungerebbe, così, un elemento forse decisivo in questo panorama che vede troppi protagonisti e dove non si riescono a trovare soluzioni utili per il prosieguo del nostro lavoro.

PRESIDENTE. Senatore Pessina, probabilmente non ha avuto occasione di ascoltare la mia premessa nella quale preannunciavo che la relazione della commissione Riggio è stata consegnata ufficialmente ieri mattina alle 9,30 al sottoscritto, quale presidente del Comitato. Ne approfitto anche per ricordare che mancano solamente le audizioni dei ministri dell'interno e della difesa per poter considerare sostanzialmente concluso il nostro lavoro.
Ritengo che le contraddizioni emerse siano numerose ma, anche, identificate. La commissione Riggio e lo stesso professor Riggio hanno dato massima disponibilità a collaborare con le due Commissioni (infatti i lavori proseguiranno poi nelle singole sedi del Senato e della Camera) e pertanto possiamo ritenerci nelle condizioni di giungere ad una, chiamiamola così, rivoluzione normativa (pervenendo anche ad un testo unico) che rinnovi completamente il settore.

EUGENIO DUCA. L'audizione odierna mi pare abbastanza strana; ascoltando l'intervento introduttivo del presidente Roma mi è parso chi ci trovassimo alla conclusione dei nostri lavori; con quel taglio e le ulteriori informazioni fornite al Comitato, ritengo che ormai il quadro sia, almeno per quanto mi riguarda, completo. A mio avviso quanto abbiamo ascoltato è esauriente: infatti, le audizioni di rappresentanti dell'ENAV Spa e dell'ENAC, dei responsabili della direzione del ministero, della SEA Spa, del presidente Franchi e la relazione della Corte dei conti definiscono il quadro della situazione.
Semmai, si potrebbero chiedere ai nostri ospiti suggerimenti, che pure in qualche misura ci sono stati forniti, anche se c'è chi lo ha fatto in modo più preciso e chi invece in maniera più sfumata. Credo, comunque, che la Commissione dovrà svolgere un'ulteriore riflessione perché in sostanza enti che dovevano essere vigilati dal ministero non lo sono stati ed il dottor Di Virgilio ci ha spiegato anche che sarebbe stato impossibile esercitare tale vigilanza con le condizioni, almeno di organico, nelle quali si è trovato.
Abbiamo ascoltato come alcune competenze che gli enti vigilanti dovevano avere rispetto ad altri organismi siano state parzialmente esercitate o addirittura da qualche soggetto rifiutate. L'esempio della SEA Spa, citato poco fa dall'ingegner Gualano, è evidente: si rivendicano proprietà e competenze, salvo poi rifiutarle e attribuirle ad altri nel momento in cui si verificano determinati eventi. Ciò deriva anche dal quadro normativo vigente e da una serie di azioni di riforma importanti che ci hanno permesso di resistere in momenti di forte crescita del traffico. Se non ricordo male, l'ENAC ha speso in quattro anni di più di quanto non abbia speso in 40 anni la direzione...

ALFREDO ROMA, Presidente dell'ENAC. Per investimenti!


EUGENIO DUCA. Come ha ricordato poc'anzi il presidente vi è qualcosa che va rivisto. La stessa segnalazione sulla carenza di organico, lamentata un po' da tutti gli enti, è un altro degli elementi che sicuramente non ha giovato. Su ciò chiedo, se possibile, un ultimo ed ulteriore contributo; mi pare di capire che un po' tutti convengano sulla considerazione che all'ENAC dovrebbero essere assegnate ulteriori competenze in termini di certificazione, anche se non so se ciò sia da estendere fino alla vigilanza dei contratti di programma.
Credo che un'ulteriore riflessione vada svolta sulla liberalizzazione dell'ENAV Spa; da quanto è emerso la societarizzazione e la capacità di sveltire sono da considerarsi positivamente, ma credo che le vicende poste in luce sul tema della sicurezza, a parte il caso specifico di Linate, debbano far riflettere sulla considerazione che da qui a tre anni si possa arrivare a liberalizzare questo settore. Credo - ripeto - che su ciò noi, in quanto legislatori, dovremo svolgere una riflessione, e chiedo ai nostri ospiti, invece, quali esperti del settore, qualche suggerimento in tal senso.

ILARIO FLORESTA. Mi trovo d'accordo con quanto affermato dal collega Duca: la premessa del presidente Roma lasciava presagire un abbassamento dei toni ed un tentativo di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Però in tema di sicurezza, ad una domanda ben specifica formulata da un commissario, il presidente Spano asserisce di vivere dei momenti di turbamento rispetto alla sicurezza che l'ENAV Spa deve fornire nel comparto del traffico aereo. Questa è un'asserzione estremamente grave e delicata, che riporta il discorso, oltre che alla normativa, al problema della gestione dell'ENAV Spa che non avremmo dovuto affrontare in questa sede. È un tema che spetta, a mio avviso, alla competenza del consiglio di amministrazione. In questa sede si discute di sicurezza in relazione ad una gestione accentrata da parte dell'amministratore delegato ed allora chiedo al presidente Spano di essere più preciso. Perché non si sente sicuro rispetto alla gestione? Perché pensa che qualcosa non abbia funzionato e che ciò abbia avuto ripercussioni sulla sicurezza?
Vorrei capire se, secondo il presidente Spano, esistono motivi reali per ritenere ciò e vorrei altresì conoscere il motivo per cui ha fatto simili affermazioni sulla gestione del consiglio di amministrazione di cui egli stesso fa parte. Ritengo quantomeno strano che si venga a discutere di questo in un Comitato parlamentare; se invece è un problema di consiglio di amministrazione, di incompatibilità, di organizzazione interna e di quant'altro la sede deve essere un'altra. In quanto componente di questo Comitato, vorrei comprendere meglio le questioni attinenti la sicurezza del trasporto aereo.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Innanzitutto ritengo che questa non sia la sede adatta per aprire un dibattito su tali argomenti. Faccio presente che il consiglio d'amministrazione dell'ENAV Spa, che è l'ente sovrano incaricato dall'azionista, il Ministero dell'economia e delle finanze, mi ha confermato l'incarico. Al di là di tutte le rimostranze, quello che conta è che il consiglio all'unanimità, tranne che per il presidente Spano, ha confermato il mio incarico perché ritiene che il mio operato vada nella direzione giusta.
In secondo luogo, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti possiede tutta la documentazione, quindi è al corrente e non è intervenuto; il Ministero dell'economia e delle finanze è anch'esso al corrente, avendolo informato personalmente, e ritengo che ciò rappresenti un fatto interno. Se poi si vuole aprire un dibattito, non credo sia corretto farlo in una sede pubblica dove, evidentemente, il tema è diverso. Chiaramente sono solo un invitato, però ciò mi sembra inopportuno e ricordo, inoltre, che gli enti competenti si sono già espressi, il consiglio di amministrazione si è espresso! Chiedo cortesemente, quindi, che tale argomento venga discusso nelle sedi opportune e non pubblicamente. Quando si rivolgono critiche, le si deve, poi, provare in consiglio di amministrazione, in un bilancio, negli organi tecnici e così via.

RENZO LUSETTI. Sono rimasto sconcertato dagli ultimi interventi ed in ufficio di presidenza mi riserverò di argomentare meglio ciò che sto per dire. Per quanto ascoltato, per le gravi affermazioni rese in sede pubblica ed alla luce delle contraddizioni emerse,
 

caffettiera

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7 Novembre 2005
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seguito...

chiedo una nuova audizione del ministro delle infrastrutture, essendo tutto ciò di rilevanza politica. Poiché credo nel primato della politica, mi sembra giusto che il ministro sia di nuovo audito per esprimere le sue valutazioni politiche.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. All'onorevole Floresta confermo le precedenti affermazioni. L'episodio di Linate ha rappresentato la più grande tragedia, alla quale, personalmente, ho assistito nei miei 33 anni di esperienza nel settore dei trasporti, in realtà aeroportuali significative, come Roma e Milano, ed in veste di amministratore delegato di due compagnie aeree (di cui una è Alitalia team) e di presidente dell'ENAV. L'accaduto di Linate doveva insegnare a lavorare meglio, ma in effetti non l'ha fatto. Se mi chiedete, dopo avere ascoltato tutti i protagonisti, la mia franca opinione sugli AVL, sulla segnaletica diurna e notturna e sull'approntamento dei radar, non nascondo la mia confusione.
È chiaro che l'idillio si è consumato dopo la tragedia di Linate; in precedenza, vivevamo tutti bene: c'era un certo afflato e si lavorava secondo obiettivi. Che si trascurassero, poi, alcuni problemi, è risultato evidente e lo abbiamo constatato tutti, ma mai c'è stata la volontà di approfondire, in quanto, chi poteva, si metteva a disposizione per risolvere le carenze rilevate.
Rimango preoccupato, però, perché, dopo l'accaduto e le audizioni seguite, anziché analizzare le problematiche esistenti, non si è ancora deciso di avviare un progetto comune, che veda la partecipazione congiunta del gestore aeroportuale, dell'ENAC e dell'ENAV, per disciplinare la materia.

GIULIO ANTONIO LA STARZA. La disciplina ci compete.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Comunque, poteva essere un modo propedeutico per agevolare il vostro lavoro.
I problemi dell'ENAV non si sono esauriti l'8 ottobre, ma sono continuati in fatti, anche gravi, che ho lamentato sei giorni fa attraverso due lettere, inviate all'amministratore delegato, che non hanno avuto risposta, sulle riduzioni delle separazioni in quota.
Non entro nelle situazioni per evidenziare la disorganizzazione dell'azienda, ma esamino, semplicemente, i suoi documenti: abbiamo un direttore generale che non è in grado di operare, perché, pur avendone le capacità e le competenze, preferisce così; tuttavia, se esponessi i motivi, apparirei come il solito presidente dell'ENAV Spa che ha sempre qualcosa da ridire. Se, infatti, si acquisiscono i verbali del magistrato della Corte dei conti, riferiti non al triennio passato, ma all'attuale attività dell'ENAV Spa...

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Che cosa c'entrano queste cose?

PRESIDENTE. Ingegner Gualano, in questa sede ognuno è responsabile di ciò che dice e lei non può permettersi di interrompere. Non faccia commenti, perché non ha la parola!

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Mi riferisco a documenti della gestione 2001, sottoscritti sia dal collegio sindacale sia dal magistrato delegato della Corte dei conti, e non al triennio trascorso, con il quale l'ingegner Gualano sostiene di non avere nulla a che fare, in quanto non in forza all'ENAV. Il che è vero in parte, perché per metà dell'anno 2000 è stato commissario straordinario della società, pur avendo sostenuto nella scorsa audizione di essere amministratore delegato dell'ENAV solo dal primo gennaio 2001. Mi dovrebbe, allora, dire se i sei mesi trascorsi come commissario avessero o meno una loro validità.
Tale discorso è utile solamente per ripercorre in termini organizzativi (intendendomi di organizzazione di aziende complesse) le problematiche di un'azienda, che non funziona, in quanto è diretta da una persona accentratrice.

DONATO TOMMASO VERALDI. Che c'entra questo?

PRESIDENTE. Il presidente dell'ENAV sta parlando del malfunzionamento della sua azienda.

DONATO TOMMASO VERALDI. Signor presidente, sono questioni che non interessano il Comitato. Lei ha interrotto dieci volte l'ingegner Gualano, chiedendogli di rispondere alle domande. Dovrebbe fare altrettanto con il presidente dell'ENAV!

PRESIDENTE. Lei può fare un intervento sull'ordine dei lavori.

DONATO TOMMASO VERALDI. Lo faccio e le chiedo di usare la medesima forma usata finora: alle domande dei commissari, gli interpellati rispondano. Le attuali domande sull'organizzazione di un ente non riguardano la sicurezza degli aeroporti. Le chiedo, allora, di intervenire sull'audito, come, precedentemente, ha fatto.

PRESIDENTE. L'onorevole Floresta ha chiesto spiegazioni sulle gravi affermazioni del professor Spano di non poter garantire la sicurezza del trasporto aereo in Italia.

DONATO TOMMASO VERALDI. Lo chieda alla Corte dei conti!

PRESIDENTE. Che cosa c'entra la Corte dei conti? Il presidente, delegato alla vigilanza del controllo aereo, ha affermato, pubblicamente, di non poter garantire la sicurezza del trasporto aereo. Un commissario ne chiede, legittimamente, i motivi ed il professor Spano, citando alcuni episodi concernenti l'azienda di cui è presidente, li sta spiegando.

DONATO TOMMASO VERALDI. L'ingegner Gualano stava facendo lo stesso e lei l'ha interrotto.

PRESIDENTE. Le domande sono esaurite e se l'ingegner Gualano...

DONATO TOMMASO VERALDI. Non si può, però, parlare a ruota libera!

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore, il Comitato, fino a prova contraria, è da me presieduto, per cui faccio concludere il professor Spano, dopodiché lei può prendere la parola.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Non andrò fuori tema. Il riferimento al verbale del magistrato della Corte dei conti serve ad evidenziare che, dopo l'incidente di Linate, si esamina l'organizzazione aziendale e si esprimono critiche, da me anticipate, che lo stesso magistrato aveva già presentato in giugno. Posso leggere un passaggio della sua relazione?

PRESIDENTE. Professor Spano, adducendone le ragioni, lei deve spiegare i motivi che l'hanno convinta ad affermare, in modo chiaro e negativo, di non sentirsi in grado di garantire la sicurezza del trasporto aereo: ne deve spiegare i motivi senza andare oltre.

GIULIO SPANO, Presidente dell'ENAV Spa. Non mi sento tranquillo sulle procedure operative che impattano sulla sicurezza ed una settimana fa ho fatto l'ultimo grave rilievo. Ho scritto per ben due volte all'amministratore delegato, senza avere risposta, evidenziando la pericolosità di una procedura, da noi definita in linea con il resto degli aeroporti europei e disattesa, in particolare, dal responsabile dell'aeroporto di Fiumicino, che aveva presentato le sue rimostranze, non essendo stata predisposta la disciplina delle organizzazioni di nostra competenza.
Sono preoccupato per l'organizzazione dell'azienda, come rilevato dal magistrato della Corte dei conti e dal collegio sindacale, per le consulenze ed i consulenti, che si sovrappongono ai nostri capaci dirigenti, determinando confusione su confusione, per le assunzioni.

GIULIO ANTONIO LA STARZA. Ho sentito dire che sul RSVM non siamo all'altezza della situazione. Il 24 gennaio è scaduto il termine e l'ENAC ha obbligato tutti i vettori a dotarsi della certificazione; tuttavia, l'ENAV non sembra essere aggiornata ed è pronta ad applicare la procedura di riduzione della separazione di tipo verticale tra due aerei, abbassata da 2.000 a 1.000 piedi. È un serio problema di sicurezza.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Il sistema è stato avviato in collaborazione con tutti i paesi europei. Faccio presente che la lettera del presidente Spano, come ha detto, risale a sei giorni fa, ma le problematiche sono state presentate, prima dell'incidente, al presidente della commissione Riggio a fine settembre. Esiste un documento nel mio archivio, molto simile a quello consegnato alla commissione Riggio una settimana fa, che elenca le nostre controdeduzioni.
Tornando all'argomento del RVSM, il presidente non è un'economista, non è un ingegnere e non è un gestore.

GIULIO ANTONIO LA STARZA. Le compagnie aeree si sono dovute dotare delle strumentazioni necessarie previste, facendo un notevole investimento, mentre l'ENAV non risulta adeguatamente preparato. Se è così, si permetta, allora, una proroga per tutti i vettori.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Vedete come si tramutano le informazioni. Preciso che ulteriori chiarimenti potrà fornirli il dottor Ciarniello, che è responsabile del settore operativo dell'ENAV Spa e che ha seguito gli aspetti relativi all'istruzione, al training e alla progettazione. Su tali argomenti ciò che conta è quanto lui afferma (Commenti). No! No mi scusi ma...

PRESIDENTE. Non raccolga tutte le interruzioni. La prego, prosegua nella risposta.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. A mio avviso, egli è la persona titolata, più di me, del presidente, della Corte dei conti e dei giornalisti. La sua risposta chiarisce quelle che sono le mie affermazioni sull'inefficienza di un servizio. La scorsa volta ho affermato che sarà l'Eurocontrol a decidere e non il presidente, né il consiglio. Saranno delle commissioni specializzate a stabilire ciò.

SANTINO CIARNIELLO, Responsabile servizi traffico aereo dell'ENAC. Gli impianti sono stati adeguati per l'attivazione delle procedure RVSM a partire dalla data prescritta a livello europeo. Il problema cui si è riferito il presidente è far giungere le previsioni meteorologiche di rotta, per quanto riguarda le turbolenze, ai centri di controllo. I nostri centri previsionali si trovano a Milano e a Roma Fiumicino; il dirigente responsabile ha organizzato il tutto in modo da far pervenire le previsioni dal centro di Milano ai quattro centri; ricordo che queste previsioni giungono dalla Germania e che quindi vengono trasferite via e-mail o tramite fax. Il giorno successivo, o due giorni dopo, egli ha organizzato le cose in modo tale che il centro di Fiumicino costituisse una riserva (backup) per il centro di Milano. Assicuro, comunque, che le nostre attrezzature per il controllo RVSM sono adeguate.

ILARIO FLORESTA. Vorrei rivolgere una domanda al presidente Spano. Le lettere di osservazione che egli, giustamente, da presidente dell'ENAV Spa invia...

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Alle quali risponderò domani mattina!

ILARIO FLORESTA. La prego!

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. Non ho avuto il tempo materiale per rispondere a tali osservazioni. Risponderò domani mattina!

PRESIDENTE. Ingegner Gualano, se vuole può rispondere anche adesso. Onorevole Floresta, lei ritiene utile tornare sull'argomento?

ILARIO FLORESTA. No! Vorrei chiedere al presidente Spano se vede, anche al di fuori dell'ENAV Spa, altri motivi oggetto di osservazione e di eventuali inefficienze. Lei ha inviato lettere di osservazioni anche a SEA Spa, ENAC, eccetera?
All'amministratore delegato vorrei chiedere, invece, perché non si dà risposta ai quesiti che pone il presidente dell'ENAV Spa. Credo che egli abbia tutto il diritto di controllare se le cose funzionino o meno; anzi, ad una domanda specifica rivolta al dottor Spano per sapere se egli ritiene che la gestione possa incidere sulla sicurezza del volo, è stato risposto sì, ma ho ascoltato al riguardo anche argomentazioni che non ho ben compreso. Allora vorrei sapere da lei se tali argomentazioni possono portare a gravissime conclusioni come quella di considerare dubbia la sicurezza del volo, in relazione al servizio che presta ENAV Spa.

SANDRO GUALANO, Amministratore delegato dell'ENAV Spa. No, nel modo più assoluto! Sono pronto in qualsiasi sede, sia essa tecnica, universitaria od internazionale - qui è il punto - a provare che il sistema RVSM, e quindi dell'aviazione civile italiana, per quanto riguarda l'ENAV Spa (chiamerò a rispondere delle affermazioni che sono state fatte) è adeguato in tutti i suoi aspetti, funzionali, organizzativi, del settore meteorologico, come ha affermato il direttore della parte operativa: confermo ciò nel modo più assoluto! Si è anche affermato che le compagnie aeree non si sono ancora adeguate al sistema RVSM. Bisogna stare attenti a non incorrere, per motivi commerciali, in distorsioni della verità. Credete forse che sia semplice fare ciò che ho fatto il giorno 24 a mezzanotte? È stato complicato e mi meraviglio che il presidente di una società faccia certe affermazioni in una sede pubblica quando conosce benissimo l'impegno che hanno assunto tutti i tecnici dell'ENAV Spa e anche delle compagnie aeree. Siamo invece tutti soddisfatti di come è partito un servizio che solo un mese fa ci faceva tremare! Mi meraviglio che si venga in una sede pubblica a contestare un fatto senza prove documentali!

PRESIDENTE. Ringrazio tutti gli intervenuti. La proposta di ascoltare in questa sede il ministro Lunardi sarà valutata in sede di ufficio di presidenza.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.25.
 

caffettiera

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quella sopra è stata l'audizione più scandalosa...

presidente e amministratore delegato dell'enav che litigano... il presidente che ritiene che l'enav gestita dall'amministratore delgato non operi in sicurezza. vi rendete conto della gravità dell'affermazione? non è un'azienda che produce modellini di trenini elettrici...
 

I-DAVE

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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Non mi intendo dei problemi giuridici che muovono enti come ENAC, ENAV e le società di gestione, i compiti specifici e le responsabilità, ma mi consolo col fatto che nemmeno loro hanno le idee ben chiare al riguardo (purtroppo, e i risultati si sono visti).

Thread illuminante, capire qualcosa da queste trascrizioni, per chi non è avvezzo al campo, è quasi impossibile, ma è palese che qualcosa che non vada ci sia...

DaV
 

caffettiera

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Non mi intendo dei problemi giuridici che muovono enti come ENAC, ENAV e le società di gestione, i compiti specifici e le responsabilità, ma mi consolo col fatto che nemmeno loro hanno le idee ben chiare al riguardo (purtroppo, e i risultati si sono visti).

Thread illuminante, capire qualcosa da queste trascrizioni, per chi non è avvezzo al campo, è quasi impossibile, ma è palese che qualcosa che non vada ci sia...

DaV
qualcosa che non andava... ora il codice è stato riformato!

nel nostro sistema ci sono 4+ 1 attori:

l'enac
l'enav
le società di gestione
il dipartimento del ministero

i vettori aerei (alitalia in primis)

i primi quattro prima della riforma giocavano allo scarico delle responsabilità, alla concentrazione di potere senza responsabilità ho assistito a frasi del tipo "è colpa tua che mi hai autorizzato l'atto" "io ti ho autorizzato l'atto perchè era un atto dovuto ma la responsabilità resta in capo a te" "come pui lasciarmi in capo la responsabiità quando in fase istruttoria mi hai fatto apportare delle modifiche..."

comunque sia prima della riforma vivevamo con la legge primaria (il codice) ferma al 1945 e il sistema che andava avanti per atti amministrativi su atti amministrativi (spesso in contrasto tra loro) senza dimenticare, poi, che nel frattempo erano intervenute delle norme cogenti europee recepite e attuate senza modificare il codice...
 

caffettiera

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notarella divertente...

abbiamo perso 8 mesi tra liti per capire a chi assegnare gli AVL nel nuovo codice... proprietà, manutenzione, uso... siamo arrivati anche, perchè nessuno dei soggetti li voleva in toto, a tracciare una linea che prevedeva la center line, VASI e PAPI all'enav tutto il resto al gestore...

altri mesi sono stati persi per l'apron... liti tra enav e gestore... con l'enav (lo so che farò arrabbiare i controllori che leggono il forum) che pretendeva di muovere gli aerei senza averne la responsabilità se questi andavano a sbattere, pretendevano di codificare la frase (che mi son tenuto sulla scrivania per mesi e mesi bella in grande) "spinga sotto la sua responsabilità"

[:p]
 

CTALIRQ

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notarella divertente...

abbiamo perso 8 mesi tra liti per capire a chi assegnare gli AVL nel nuovo codice... proprietà, manutenzione, uso... siamo arrivati anche, perchè nessuno dei soggetti li voleva in toto, a tracciare una linea che prevedeva la center line, VASI e PAPI all'enav tutto il resto al gestore...

altri mesi sono stati persi per l'apron... liti tra enav e gestore... con l'enav (lo so che farò arrabbiare i controllori che leggono il forum) che pretendeva di muovere gli aerei senza averne la responsabilità se questi andavano a sbattere, pretendevano di codificare la frase (che mi son tenuto sulla scrivania per mesi e mesi bella in grande) "spinga sotto la sua responsabilità"

[:p]
Dai a TUTTI i mezzi che operano sul piazzale una radio e l'obbligo di contatto cn la TWR e allora dirò "cleared for pushback"!
Come posso avere responsabilità se non ho i mezzi per garantire la sicurezza delle autorizzazioni che emetto??
Posso solo dare informazioni, no??
Per semplificare le cose io classificherei l'Apron come spazio aereo "G"!! [8D]

(non vorrei, con questa mia, cne nella prossima release del CNA venga fuori che l'ATC sia responsabile pure degli spazi aerei non controllati...) [:0]
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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qualcosa che non andava... ora il codice è stato riformato!
Grazie per la precisazione, pensavo fosse una situazione ancora in corso.

Se non ho capito male, le trascrizioni sono gli atti processuali per la tragedia del SAS a Linate: a costo di essere caustico, noto con che ci sono volute 117 bare per fare quella riforma :(

DaV
 

caffettiera

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(non vorrei, con questa mia, cne nella prossima release del CNA venga fuori che l'ATC sia responsabile pure degli spazi aerei non controllati...) [:0]


lo sai anche tu... questo è l'altro tema scottante... fastidioso per voi!!! eheheh stile.. li vedo ma non li vedo!!! c'è una guerra sottile su questo tema!

:D[8D]
 

caffettiera

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Come posso avere responsabilità se non ho i mezzi per garantire la sicurezza delle autorizzazioni che emetto??
Posso solo dare informazioni, no??
Per semplificare le cose io classificherei l'Apron come spazio aereo "G"!! [8D]



su questo ti do ragione. infatti, nel nuovo codice, non ne avete la responsabilità! i mezzi sono responsabili di se stessi!

ti faccio una domanda (maliziosa lo ammetto): e se avessimo dato l'apron al gestore? ehehehehe
 

CTALIRQ

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(non vorrei, con questa mia, cne nella prossima release del CNA venga fuori che l'ATC sia responsabile pure degli spazi aerei non controllati...) [:0]


lo sai anche tu... questo è l'altro tema scottante... fastidioso per voi!!! eheheh stile.. li vedo ma non li vedo!!! c'è una guerra sottile su questo tema!

:D[8D]


La guerra sarà sottile, il tema scottante, ma la questione è di una semplicità clamorosa:
Vogliamo che TUTTO ciò che vola sia controllato?
Io non ho problemi... trasformiamo TUTTO lo spazio aereo italiano in classe "A" o "B", non c'è bisogno di cambiare le regole attuali o di inventarsene di nuove...
Gli strumenti li abbiamo (o li avete, per meglio dire...) già tutti!

Però dobbiamo essere coscienti che questo significherebbe la morte dell'aviazione generale... e il problema si auto-risolverebbe da solo...

Niente più nessun VFR che decolla " a discrezione" da una piccola aerosuperficie, ma TUTTO soggetto a autorizzazione ATC!!
Mitico... non vedo l'ora!!!:D

Riguardo poi al fatto che "li vedo, ma non li vedo" mi sa che non ti ricordi bene...
Sei sicuro che i ns radar "vedano" tutto??
Il VFR vola a bassa quota la maggior parte del tempo... sei sicuro che siano sempre sotto copertura radar??
TUTTE le valli alpine sono coperte???
Ma dai...
 

CTALIRQ

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Come posso avere responsabilità se non ho i mezzi per garantire la sicurezza delle autorizzazioni che emetto??
Posso solo dare informazioni, no??
Per semplificare le cose io classificherei l'Apron come spazio aereo "G"!! [8D]



su questo ti do ragione. infatti, nel nuovo codice, non ne avete la responsabilità! i mezzi sono responsabili di se stessi!

ti faccio una domanda (maliziosa lo ammetto): e se avessimo dato l'apron al gestore? ehehehehe


Il fatto che i mezzi siano responsabili di se stessi non cambia di una virgola il problema...
Sarebbe come un incrocio in cui c'è un vigile che però può regolamentare solo il traffico proveniente da una strada, perchè dalle altre ogni macchina fa come gli pare (pur essendo responsabile di se stessa)...

Come potrei emettere un'auotorizzazione non avendo possibilità di intervenire sull'environment circostante l'oggetto della mia autorizzazione?

A questo punto diciamo che per entrare in pista non c'è più bisogno di autorizzazione dalla TWR, ma che chi vi entra lo fa sotto la sua responsabilità!!!
Siamo al ridicolo...

Infine, la tua domanda non è per niente maliziosa: io (personalmente) lo avrei dato il servio apron alle società di gestione... poi mi sarei fatto due risate...
Sono convinto che ENAV non ci avrebbe rimesso gran che in termini economici, perchè cmq sempre a lei sarebbe spettato il compito di formare i vari operatori e non mi sarei stupito se, alla fine, fosse diventata subappaltatrice di quel servizio...
Ma forse è parlare del sesso degli angeli...

Cmq è sempre un piacere confrontarsi con te. :)
Forse avremmo dovuto confrontarci meglio durante le tue visite al ns comune, "grosso", amico!

Ciao

Roberto
 
Q

Quirino

Guest
rispondo io per lui ... che ora mai sta all'agriporto di Firenze...
a Malpensa non sarebbe stata praticabile perchè i piazzali sono troppo a ridosso delle piste...
nel senso che lo spazio fisico è poco per cui, ad esempio, un pilota che libera la 35L su raccordo L avrebbe dovuto conttatare per pochi secondi una frequenza ground (gestita da Enav) e successivamente un frequenza apron (gestita da Sea)...

sulla frase non rispondo :)D) ... resta inteso che stiamo parlando di fraseologia riconosciuta a livelli internazionale...

sulla riforma resto perplesso dal ruolo assunto da ENAC a livello periferico e sulla fase di transizione nel passaggio di competenze ENAC-Gestore...

puoi dirmi qualcosa in più sul dipartimento del ministero? qual è il suo rapporto con ENAC? e con gli altri?