Gadget e consulenze a segretarie Tutti i retroscena del crac Myair
Ecco i nomi dei 30 indagati in relazione al dissesto del Gruppo Flyholding. La Procura di Vicenza ha chiuso le indagini a loro carico: ora deciderà , posizione per posizione, se chiederne il rinvio a giudizio o se archiviare. Luigi Agnolin (Bassano), Edgardo Badiali (Senegal), Aldo Bianchini (Thiene), Gianni Braidot (Gorizia), Tiziano Brazzale (Thiene), Idelbrando Brollo (Noventa di Piave), Hector Buyse (Palma di Maiorca), Antonino Ciaccio (Verona), Camillo Cimenti (Thiene), Marcello Crestani (Zugliano), Elvira D’Alessandro (Vicenza), Sergio Pietro Ermotti (Svizzera), Guglielmo Fanti (Castenedolo, Bs), Dino Fiorindo (Treviso), Fabio Gallassi (Roma), Andrea Carlo Gatti (Monza), Giuseppe Goffredo Gravina (Catania), Hugo Harrington (Surrey), Paolo Filippo Lardera (Milano), Maura Miserocchi (Domodossola), Arturo Nevi (Langhirano, Pr), Vincenzo Nicastro (Milano), Fabio Parini (Svizzera), Giancarlo Pizzocaro (Zoagli, Ge), Alberto Rossolini (Carbonera, Tv), Luca Soddu (Thiene), Vincenzo Soddu (Zané, Vi), Andrea Tiron (Romania), Filippo Tonolo (Sumirago, Va), Gianluigi Zenere (Thiene).
VICENZA Migliaia di euro che uscivano per sponsorizzare scuderie automobilistiche destinate a chiudere; per comprare stock di telecomandi-gadget da regalare ai passeggeri; per pagare improbabili consulenze alla segretaria personale del presidente; per disporre studi relativi a «velleitarie» prospettive di quotazioni in Borsa. E poi bilanci ritoccati e gonfiati anche di 120 milioni di euro per volta, cessioni di know how a compagnie aeree albanesi, vendite di biglietti ai viaggiatori per posti in realtà inesistenti. Sono soltanto alcune delle operazioni che la Procura di Vicenza ha contestato alla fallita compagnia aerea low cost Myair, secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta sul crac milionario delle società che facevano capo al Gruppo Flyholding. E mentre il sostituto procuratore Marco Peraro sta completando in questi giorni gli interrogatori dei 30 indagati preparandosi a chiedere il processo, emergono – dagli atti d’indagine – nuovi, significativi elementi sulle ragioni dello schianto della compagnia «regionale». Il grande crac. Un’avventura imprenditoriale, quella di Myair iniziata nel dicembre 2004 con il «doge» Carlo Bernini (deceduto nel gennaio 2011) sotto la regia di Vincenzo Soddu e con la presenza in consiglio dell’ex arbitro internazionale Luigi Agnolin. L’esperienza è finita malamente col fallimento dichiarato nel febbraio 2010: 107 milioni 945 mila 174 euro l’ammontare del passivo. Nello stesso anno hanno chiuso i battenti le altre aziende del gruppo: Myway Airlines (15 milioni di passivo), Myholding (16,4), Flyholding (20), Mygo gestita per anni da un trevigiano (2,5), Lite International Airways sa (57). Buchi su buchi che hanno portato all’ingloriosa fine del Gruppo. Un epilogo che, ritengono i magistrati, non è stato frutto di una sfavorevole congiuntura economica o di una concorrenza agguerrita, ma di una mala gestio con violazioni di natura penale. Eccole, nel dettaglio, le violazioni contestate dagli inquirenti a Myair. Gadget e sponsorizzazioni. I vertici, ritiene la Procura, hanno dissipato il patrimonio sociale con operazioni insensate. Quali? Tra il 2007 e il 2008 l’acquisto di telecomandi da dare in omaggio ai viaggiatori (725 mila euro); nello stesso periodo la sponsorizzazione di Gp Racing (262 mila 382 euro); nel 2009 la sponsorizzazione della scuderia Engineering Durango srl per 120 mila euro mentre i dipendenti non percepivano gli stipendi. E poi gli incarichi di consulenza e revisione «relativi al velleitario tentativo di quotazione in borsa», scrivono gli inquirenti, per un totale di 291 mila 740 euro. Consulenze alla segretaria. C’è stata, sostengono gli inquirenti, la distrazione del patrimonio attraverso il compenso per consulenze inesistenti, tra cui quello alla segretaria personale di Bernini (152 mila euro complessivamente) e la cessione di know how alla compagnia albanese Star Aiways (500 mila euro). Contabilità fantasiosa. Non va meglio sul fronte della tenuta della contabilità: secondo gli inquirenti venivano iscritte in bilancio attività «supportate da budget previsionali fantasiosi». Biglietti «finti». Gli amministratori sono accusati di non aver chiesto il fallimento della compagnia aerea quando lo stato di insolvenza era palese e irreversibile. In tale contesto, i vertici avrebbero al contrario fatto ricorso abusivo al credito. Come? Chiedendo prestiti a Veneto Banca e a Unicredit, riscadenziando i piani di rientro con i fornitori, vendendo ai viaggiatori biglietti aerei ben oltre la flotta disponibile. E infatti, molti passeggeri sono rimasti a piedi. Bilanci gonfiati. Sotto accusa quelli del 2006 (sopravvalutazioni di 97 milioni) del 2007 (129 milioni), del 2008 (120 milioni). La Procura di Vicenza ritiene che il meccanismo per truccare i bilanci fosse quello di iscrivere tra le immobilizzazioni immateriali valori di avviamento con segno positivo, mentre in realtà il segno era negativo. Questo, in particolare, sarebbe avvenuto con l’acquisizione di un ramo da My Way: fu iscritto un attivo di 60 milioni 839 mila euro, mentre c’era un valore negativo di 13,3 milioni.
di Sabrina Tomè
(Fonte: Il Mattino di Padova)
Ecco i nomi dei 30 indagati in relazione al dissesto del Gruppo Flyholding. La Procura di Vicenza ha chiuso le indagini a loro carico: ora deciderà , posizione per posizione, se chiederne il rinvio a giudizio o se archiviare. Luigi Agnolin (Bassano), Edgardo Badiali (Senegal), Aldo Bianchini (Thiene), Gianni Braidot (Gorizia), Tiziano Brazzale (Thiene), Idelbrando Brollo (Noventa di Piave), Hector Buyse (Palma di Maiorca), Antonino Ciaccio (Verona), Camillo Cimenti (Thiene), Marcello Crestani (Zugliano), Elvira D’Alessandro (Vicenza), Sergio Pietro Ermotti (Svizzera), Guglielmo Fanti (Castenedolo, Bs), Dino Fiorindo (Treviso), Fabio Gallassi (Roma), Andrea Carlo Gatti (Monza), Giuseppe Goffredo Gravina (Catania), Hugo Harrington (Surrey), Paolo Filippo Lardera (Milano), Maura Miserocchi (Domodossola), Arturo Nevi (Langhirano, Pr), Vincenzo Nicastro (Milano), Fabio Parini (Svizzera), Giancarlo Pizzocaro (Zoagli, Ge), Alberto Rossolini (Carbonera, Tv), Luca Soddu (Thiene), Vincenzo Soddu (Zané, Vi), Andrea Tiron (Romania), Filippo Tonolo (Sumirago, Va), Gianluigi Zenere (Thiene).
VICENZA Migliaia di euro che uscivano per sponsorizzare scuderie automobilistiche destinate a chiudere; per comprare stock di telecomandi-gadget da regalare ai passeggeri; per pagare improbabili consulenze alla segretaria personale del presidente; per disporre studi relativi a «velleitarie» prospettive di quotazioni in Borsa. E poi bilanci ritoccati e gonfiati anche di 120 milioni di euro per volta, cessioni di know how a compagnie aeree albanesi, vendite di biglietti ai viaggiatori per posti in realtà inesistenti. Sono soltanto alcune delle operazioni che la Procura di Vicenza ha contestato alla fallita compagnia aerea low cost Myair, secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta sul crac milionario delle società che facevano capo al Gruppo Flyholding. E mentre il sostituto procuratore Marco Peraro sta completando in questi giorni gli interrogatori dei 30 indagati preparandosi a chiedere il processo, emergono – dagli atti d’indagine – nuovi, significativi elementi sulle ragioni dello schianto della compagnia «regionale». Il grande crac. Un’avventura imprenditoriale, quella di Myair iniziata nel dicembre 2004 con il «doge» Carlo Bernini (deceduto nel gennaio 2011) sotto la regia di Vincenzo Soddu e con la presenza in consiglio dell’ex arbitro internazionale Luigi Agnolin. L’esperienza è finita malamente col fallimento dichiarato nel febbraio 2010: 107 milioni 945 mila 174 euro l’ammontare del passivo. Nello stesso anno hanno chiuso i battenti le altre aziende del gruppo: Myway Airlines (15 milioni di passivo), Myholding (16,4), Flyholding (20), Mygo gestita per anni da un trevigiano (2,5), Lite International Airways sa (57). Buchi su buchi che hanno portato all’ingloriosa fine del Gruppo. Un epilogo che, ritengono i magistrati, non è stato frutto di una sfavorevole congiuntura economica o di una concorrenza agguerrita, ma di una mala gestio con violazioni di natura penale. Eccole, nel dettaglio, le violazioni contestate dagli inquirenti a Myair. Gadget e sponsorizzazioni. I vertici, ritiene la Procura, hanno dissipato il patrimonio sociale con operazioni insensate. Quali? Tra il 2007 e il 2008 l’acquisto di telecomandi da dare in omaggio ai viaggiatori (725 mila euro); nello stesso periodo la sponsorizzazione di Gp Racing (262 mila 382 euro); nel 2009 la sponsorizzazione della scuderia Engineering Durango srl per 120 mila euro mentre i dipendenti non percepivano gli stipendi. E poi gli incarichi di consulenza e revisione «relativi al velleitario tentativo di quotazione in borsa», scrivono gli inquirenti, per un totale di 291 mila 740 euro. Consulenze alla segretaria. C’è stata, sostengono gli inquirenti, la distrazione del patrimonio attraverso il compenso per consulenze inesistenti, tra cui quello alla segretaria personale di Bernini (152 mila euro complessivamente) e la cessione di know how alla compagnia albanese Star Aiways (500 mila euro). Contabilità fantasiosa. Non va meglio sul fronte della tenuta della contabilità: secondo gli inquirenti venivano iscritte in bilancio attività «supportate da budget previsionali fantasiosi». Biglietti «finti». Gli amministratori sono accusati di non aver chiesto il fallimento della compagnia aerea quando lo stato di insolvenza era palese e irreversibile. In tale contesto, i vertici avrebbero al contrario fatto ricorso abusivo al credito. Come? Chiedendo prestiti a Veneto Banca e a Unicredit, riscadenziando i piani di rientro con i fornitori, vendendo ai viaggiatori biglietti aerei ben oltre la flotta disponibile. E infatti, molti passeggeri sono rimasti a piedi. Bilanci gonfiati. Sotto accusa quelli del 2006 (sopravvalutazioni di 97 milioni) del 2007 (129 milioni), del 2008 (120 milioni). La Procura di Vicenza ritiene che il meccanismo per truccare i bilanci fosse quello di iscrivere tra le immobilizzazioni immateriali valori di avviamento con segno positivo, mentre in realtà il segno era negativo. Questo, in particolare, sarebbe avvenuto con l’acquisizione di un ramo da My Way: fu iscritto un attivo di 60 milioni 839 mila euro, mentre c’era un valore negativo di 13,3 milioni.
di Sabrina Tomè
(Fonte: Il Mattino di Padova)