Così svanisce il sogno del volo a 1 euro - CdS


malpensante

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bel paese là dove 'l sì suona
Controrivoluzione

Così svanisce il sogno del volo a 1 euro


BERLINO — Anche i rivoluzionari più sfrontati hanno i loro momenti difficili. Quello che ha dovuto ammettere ieri Michael O'Leary — l'irlandese che ha inventato Ryanair e negli anni scorsi ha preso d'assalto il mondo burocratico delle aerolinee europee tradizionali — è uno di questi. È il riconoscimento della crisi: una faccia bella della globalizzazione, quella che ha fatto volare a basso costo milioni di persone che altrimenti non si sarebbero mosse da casa, è in guai seri.
Il costo del cherosene, raddoppiato in un anno, rischia di mettere il punto finale al capitolo dei viaggi a Palma e a Edimburgo per un euro (più tasse), alla «nuova era» dell’aereo per tutti, alla moltiplicazione degli aeroporti. E alla «generazione low-cost», sacco a pelo non più on-the-road, non più in treno: senza fronzoli e posti numerati ma in aereo. Perché la caduta della compagnia irlandese non viene dagli errori di O’Leary. È che il mondo a basso costo si va spegnendo. E, come Ryanair, tutte le aerolinee a tariffe basse hanno un ginocchio a terra. La settimana scorsa, la numero due del settore, easyJet, ha perso più del dieci per cento quando ha annunciato i suoi dati finanziari. Ed Air Berlin, la numero tre d’Europa che voleva sfidare in casa sua Lufthansa, è addirittura stata costretta a rinunciare all’acquisizione (contratto già siglato) di Condor, viaggi a lungo raggio. Per tutte le altre è la stessa cosa: il costo del carburante fa saltare il modello di business dei vettori low-cost, che vivono sulla capacità di riempire completamente i loro aerei partendo da tariffe bassissime. In una fase in cui il rallentamento dell’economia europea già riduce il numero di persone disposte a volare, l’esplosione del costo del cherosene provoca disastri. Willie Walsh, concorrente interessato ma pur sempre numero uno di British Airways, sostiene che «l’era delle tariffe molto basse è dietro di noi, il settore non ha futuro se non fa entrare i costi nei prezzi», cioè se non fa pagare di più.
In effetti, è quello che già si vede. Le offerte grandiose ci sono ancora, soprattutto nella pubblicità. Però, le compagnie cercano di aumentare le cosiddette «entrate ancillari», quelle che non vengono dal prezzo del biglietto. Ad esempio si stanno diffondendo a rapidità supersonica sovraprezzi per il costo del cherosene (ovviamente), per la prenotazione se non è fatta online, per caricare un bagaglio nella stiva, per riservare un certo posto a sedere, per usare la carta di credito, oltre al solito panino a pagamento. Con il risultato che il costo reale, in teoria, può anche raddoppiare. Il problema è che — calcolano gli analisti del settore — ogni dieci per cento di aumento dei prezzi, il numero dei passeggeri cala del sei-sette per cento. Ragion per cui le compagnie low-cost, per non tradire se stesse, cercano anche di abbassare i loro costi operativi, che però sono già bassi e quindi spingono a soluzioni estreme. Per consumare meno carburante gli aerei devono essere più leggeri. Per cui — riportava il settimanale tedesco Spiegel — molte aerolinee hanno ridotto la quantità di acqua che caricano sull’aereo (quella da usare nei bagni). Air India ha cambiato mansioni a piloti e attendenti di volo non magri. Germanwings — la compagnia low-cost della Lufthansa — è arrivata a eliminare i portacenere nelle cabine di pilotaggio (230 grammi). Misure disperate. In effetti, una certa disperazione circola: dall’inizio dell’anno, nel mondo sono fallite almeno 24 aerolinee, un’epidemia che a questa velocità non si era mai propagata. In più, le compagnie low-cost ridimensionano programmi e network: per la stagione invernale, Ryanair, easyJet e Air Berlin hanno ridotto il numero delle rotte che avevano previsto. Riassunto: le tariffe, palesi e «ancillari», sono sempre meno low di qualche mese fa; i progetti di espansione sono ridimensionati e anzi i voli vengono ridotti; parecchie compagnie a basso costo probabilmente dovranno chiudere o vendersi ad altre con spalle più robuste. «Dopo questo periodo di consolidamento resteranno solo cinque aerolinee in Europa — prevede il capo del ramo tedesco di easyJet, John Kohlsaat — British Airways, Air France-Klm, Lufthansa, Ryanair e noi». Con una massiccia riduzione dei collegamenti e della concorrenza (di prezzo).
La stagione del volare facile, insomma, è avviata a finire. Tra l’altro, l’Unione europea sta preparando una direttiva sulla base della quale l’aviazione civile entrerà nella lista dei settori che dovranno pagare per le emissioni di anidride carbonica dal 2012: costerà alle aerolinee più di tre miliardi di euro l’anno e potrebbe fare a pezzi, definitivamente, gran parte delle compagnie a basso costo. E anche questa volta, forse, il sacco a pelo dovrà tornare nell’armadio.

Danilo Taino
Corriere della Sera
 

kenadams

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13 Agosto 2007
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L'aviazione civile è un settore davvero curioso: si passa dall'entusiasmo al panico in pochi istanti. Dopo l'11 settembre 2001 sembrava che non dovesse esserci più gente disposta a volare in tutto il mondo, quando è arrivata la SARS c'era chi pronunciava l'estrema unzione del 50% delle linee aeree mondiali. Poi è scattata la crescita e via entusiasmo e previsioni di crescita folli. Ora che il prezzo del petrolio è alto riprende il panico ed è la fine del mondo un'altra volta. Possibile che in questo settore non esistano mezze misure?
Per esempio, chi ha detto che il petrolio costerà sempre così tanto? Se fra un anno dovesse esser calato assestandosi attorno ai $100 a barile?
 

giangi

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7 Febbraio 2008
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.
se stai dietro a tutti questi giornalisti che per far l articolo scrivono :
"Air India ha cambiato mansioni a piloti e attendenti di volo non magri. Germanwings — la compagnia low-cost della Lufthansa — è arrivata a eliminare i portacenere nelle cabine di pilotaggio (230 grammi). Misure disperate"

misure disperate? a me viene da ridere a chi crede quello che scrive il sig. Taino, magari i posaceneri li avranno anche tolti, pare che non si possa fumare :D.
Opterei anche per una bella divisa estiva...tutti in mutande, poteva scrivere anke questa
 

smiling

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15 Maggio 2007
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A parte che sparano un sacco di caxxate ormai sti qui, mi sembra la gara a chi crea più panico e falsa di più il mercato. Io non lo so, non mi sembro particolarmente mago, ho solo anticipato la programmazione voli invernale di 2/3 mesi rispetto al solito -rischiando un po' più del solito perchè certezze assolute non si possono mai avere fino all'ultimo e se la mia media volo degli ultimi 25 voli europei in un anno era di 37 euro circa (variabile con e senza bagaglio a seconda dei periodi), nei prossimi 7 voli programmati fino a gennaio la media è scesa a 21.65 euro!
 

Barney's Version

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28 Maggio 2008
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Quella espressa da Taino è un'opinione, un punto dal quale partire per una riflessione.

La domanda che mi e vi pongo è: ci sarà una crisi strutturale del low cost e soprattutto del modello spinto di RYR, piuttosto che di quello ibrido alla Easyjet? Già tempo addietro c'era chi sosteneva che RYR avrebbe dovuto rivedere il proprio modello, per affrontare le sfide del futuro.
 

smiling

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15 Maggio 2007
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Quella espressa da Taino è un'opinione, un punto dal quale partire per una riflessione.

La domanda che mi e vi pongo è: ci sarà una crisi strutturale del low cost e soprattutto del modello spinto di RYR, piuttosto che di quello ibrido alla Easyjet? Già tempo addietro c'era chi sosteneva che RYR avrebbe dovuto rivedere il proprio modello, per affrontare le sfide del futuro.
Si effettivamente EZY fino ad ora oltre al bagaglio non si è spinta, continua ad aumentare ma non è andata oltre. E' entrata in amadeus e continua a mantere una buona componenti affari. Vedremo...
 

smiling

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15 Maggio 2007
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Ma non capiscono niente sti qua.

Dal CdS ancora

"Il caro petrolio costa tanto alla low cost irlandese (+93% rispetto al 2007) che rischia di chiudere l'anno 2008/2009 con una perdita pari a 60 milioni di euro."

Non è che ha una perdita di 60m di euro, ma 60m di euro in meno rispetto ai PROFITTI dell'anno scorso o alla peggio un breakeven cioè profitti = 0 dove sono compensate entrate e uscite...
Poi ci si chiede come mai la borsa perde!
 

james84

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11 Marzo 2007
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L'aviazione civile è un settore davvero curioso: si passa dall'entusiasmo al panico in pochi istanti. Dopo l'11 settembre 2001 sembrava che non dovesse esserci più gente disposta a volare in tutto il mondo, quando è arrivata la SARS c'era chi pronunciava l'estrema unzione del 50% delle linee aeree mondiali. Poi è scattata la crescita e via entusiasmo e previsioni di crescita folli. Ora che il prezzo del petrolio è alto riprende il panico ed è la fine del mondo un'altra volta. Possibile che in questo settore non esistano mezze misure?
Per esempio, chi ha detto che il petrolio costerà sempre così tanto? Se fra un anno dovesse esser calato assestandosi attorno ai $100 a barile?
E' vero, molte "notizione" che ci rendevano vicinissimi alla fine del mondo sono passate miseramente in secondo piano, per poi svanire (vedi SARS).
Quello che mi chiedo in questo specifico caso è: i prezzi scenderanno insieme al prezzo del petrolio (quando ciò accadrà) oppure i vari O'Leary, Stelios & Co. saranno così avidi da alzarli ulteriormente per avere profitti?
 

maxlanz

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L'aviazione civile è un settore davvero curioso: si passa dall'entusiasmo al panico in pochi istanti. Dopo l'11 settembre 2001 sembrava che non dovesse esserci più gente disposta a volare in tutto il mondo, quando è arrivata la SARS c'era chi pronunciava l'estrema unzione del 50% delle linee aeree mondiali. Poi è scattata la crescita e via entusiasmo e previsioni di crescita folli. Ora che il prezzo del petrolio è alto riprende il panico ed è la fine del mondo un'altra volta. Possibile che in questo settore non esistano mezze misure?
Per esempio, chi ha detto che il petrolio costerà sempre così tanto? Se fra un anno dovesse esser calato assestandosi attorno ai $100 a barile?

Concordo con questo post.
D'altra parte mancando il caldo record, la siccità record, l'esodo record e tutti gli altri record storici che ogni estate si verificano, di qualcosa di eclatante dovranno pur parlare, no? :)

Ciao
Massimo
 

i-givo

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LIMF
L'aviazione civile è un settore davvero curioso: si passa dall'entusiasmo al panico in pochi istanti. Dopo l'11 settembre 2001 sembrava che non dovesse esserci più gente disposta a volare in tutto il mondo, quando è arrivata la SARS c'era chi pronunciava l'estrema unzione del 50% delle linee aeree mondiali. Poi è scattata la crescita e via entusiasmo e previsioni di crescita folli. Ora che il prezzo del petrolio è alto riprende il panico ed è la fine del mondo un'altra volta. Possibile che in questo settore non esistano mezze misure?
Per esempio, chi ha detto che il petrolio costerà sempre così tanto? Se fra un anno dovesse esser calato assestandosi attorno ai $100 a barile?
hai perfettamente ragione!
In 10 giorni circa rivedono politiche di sviluppo che hanno richiesto mesi se non anni, gettandole alle ortiche. Sulla base di una situazione che potrebbe essere contingente.
Da un alto comprano aerei come noccioline (sono aerei nuovi che risparmiano carburante, ma intanto costano un sacco di soldi dirtti e indiretti), dall'altro li mettono a terra a manciate.
Appunto, tolgono i portacenere (o dicono che..) pari a 230gr. e ogni equipaggio di condotta ha una 20ina di kg di ...carte in valigia (lo so...che commenti ci saranno..ma uso un paradosso).
Rivedono il peso del personale e poi ti distribuiscono l'edizione domenicale del LA Times, pari alla Treccani.
4-5 gg dopo l'11/9 falliscono o chiudono compagnie, quando neppure un evento fisico e materiale come lo tsunami o un terremoto di gigantesche proporzioni ha fatto chiudere attività produttive per sempre.
eliminano la "carta" di compagnia (EK, per circa 1 ton) da bordo degli aerei e mettono le docce (EK) con relativa scorta d'acqua

Comportamenti decisamente umorali, repentini, oserei dire schizofrenici, privi di riflessioni, portati avanti a moduli predeterminati e breve termine (tanto fra 2-3 anni "io" sarò altrove in un'altra azienda...)

Prodotti dei new managements dove tutto deve essere subito, dove manca l'esperienza del passato, dove si deve far vedere che si sta facendo qualcosa - e di significativo - altrimenti non è si un buon manager?
Forse i miei sono discorsi stile "ai miei tempi", ma ciò che ci circonda spesso è un vuoto mentale.
 

i-givo

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LIMF
Ma non capiscono niente sti qua.

Dal CdS ancora

"Il caro petrolio costa tanto alla low cost irlandese (+93% rispetto al 2007) che rischia di chiudere l'anno 2008/2009 con una perdita pari a 60 milioni di euro."

Non è che ha una perdita di 60m di euro, ma 60m di euro in meno rispetto ai PROFITTI dell'anno scorso o alla peggio un breakeven cioè profitti = 0 dove sono compensate entrate e uscite...
Poi ci si chiede come mai la borsa perde!
concordo! solo che è d'uso (non che l'approvi! tutt'altro!) definire perdita un minor guadagno...
L'anno scorso ho avuto un utile di 100, quest'anno di 80 = ho perso 20 !
Così si giustificano poi richieste di aiuti...
Così poi si giustificano le speculazioni di borsa...
Così poi si giustificano aggiustamenti all'interno dell'azienda (le celebri contro-misure)
 

Dancrane

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Ma non capiscono niente sti qua.

Poi ci si chiede come mai la borsa perde!
La borsa perde perchè si acquista valutando gli utili attesi di un'azienda, e quando la previsione tracolla l'investitore reagisce vendendo.
Certo, poi ci sono le crisi isteriche e le reazioni sconsiderate, ma il sunto è quello che ti ho esposto sopra.
Quanto all'articolo, a me pare che fotografi la situazione e null'altro, non sparerei sempre sui giornalisti. Alla fine, sta semplicemente passando una notizia.
 

Sierra_Alpha

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Ma non capiscono niente sti qua.
Non è che ha una perdita di 60m di euro, ma 60m di euro in meno rispetto ai PROFITTI dell'anno scorso o alla peggio un breakeven cioè profitti = 0 dove sono compensate entrate e uscite...
Poi ci si chiede come mai la borsa perde!
Rileggi bene il comunicato e vedrai che è come sostiene il giornalista:

".....Il titolo Ryanair ha aperto la seduta odierna in calo del 24%. Il fortissimo movimento al ribasso avviene dopo che il vettore irlandese low-cost ha evidenziato nel primo trimestre un calo dell'utile netto pari all' 85% e dopo che la società ha avvertito di attendersi per l'intero esercizio risultati variabili tra il break even e una perdita prossima ai 60 milioni di euro. I ricavi hanno registrato una contrazione trimestrale pari all'8%, mentre i costi esclusi quelli petroliferi hanno evidenziato un calo pari al 6%. La voce comprensiva del carburante ha evidenziato una crescita pari al 18%......"

Tradotto: al primo trimestre l'utile è sotto dell'85% rispetto allo scorso anno e per l'intero anno si prospettano due risultati:
1. il break even e sarebbe quello più "sperato"
2. una perdita prossima ai 60 milioni di Euro......
 

AZ1774

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Che stia per nascere un periodo nero per i razzisti al contrario? Che tra poco si dovrà cominciare a pagare per volare?
 

maxlanz

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Che stia per nascere un periodo nero per i razzisti al contrario? Che tra poco si dovrà cominciare a pagare per volare?
Pagare per volare è giustissimo.

Però io mi auguro che tutti possano continuare a volare (e per tutti intendo anche quelli che non possono permettersi grosse cifre).

Ciao
Massimo
 

AZ1774

Bannato
5 Novembre 2005
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Pagare per volare è giustissimo.

Però io mi auguro che tutti possano continuare a volare (e per tutti intendo anche quelli che non possono permettersi grosse cifre).

Ciao
Massimo
Ovvio, basta non essere presi per deficienti come si usa fare ultimamente.
 

smiling

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Rileggi bene il comunicato e vedrai che è come sostiene il giornalista:

".....Il titolo Ryanair ha aperto la seduta odierna in calo del 24%. Il fortissimo movimento al ribasso avviene dopo che il vettore irlandese low-cost ha evidenziato nel primo trimestre un calo dell'utile netto pari all' 85% e dopo che la società ha avvertito di attendersi per l'intero esercizio risultati variabili tra il break even e una perdita prossima ai 60 milioni di euro. I ricavi hanno registrato una contrazione trimestrale pari all'8%, mentre i costi esclusi quelli petroliferi hanno evidenziato un calo pari al 6%. La voce comprensiva del carburante ha evidenziato una crescita pari al 18%......"

Tradotto: al primo trimestre l'utile è sotto dell'85% rispetto allo scorso anno e per l'intero anno si prospettano due risultati:
1. il break even e sarebbe quello più "sperato"
2. una perdita prossima ai 60 milioni di Euro......
Mah se ci fossero i dati completi sarebbe fose meglio, perchè c'è un po' di confusione. Non capisco come FR riesca a fare cosi male e pochi giorni fa la stessa EZY ha dichiarato che ha fatto più profitti dell'anno scorso al netto del carburante. Per quanto riguarda il carburante ha già coperto con i profitti ancillari almeno il 50% del costo previsto dell'aumento del carburante annuo. Però il comunicato italiano non era ben tradotto, quello inglese diceva cosi...

Mi sembra strano che FR possa andare in perdita questanno per solo il 25 percento in più del carburante... prima infatti l'aveva a 100 ora a 125... Però magari mi sbaglio...
 

Dancrane

Amministratore AC
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Mah se ci fossero i dati completi sarebbe fose meglio, perchè c'è un po' di confusione. Non capisco come FR riesca a fare cosi male e pochi giorni fa la stessa EZY ha dichiarato che ha fatto più profitti dell'anno scorso al netto del carburante. Per quanto riguarda il carburante ha già coperto con i profitti ancillari almeno il 50% del costo previsto dell'aumento del carburante annuo. Però il comunicato italiano non era ben tradotto, quello inglese diceva cosi...

Mi sembra strano che FR possa andare in perdita questanno per solo il 25 percento in più del carburante... prima infatti l'aveva a 100 ora a 125... Però magari mi sbaglio...
Credo la spiegazione risieda nel fatto che FR aveva buone protezioni per il caro carburante sino ad aprile (se non vado errato, aveva un costo medio di 75 $ a barile... fatti i conti). Ma non vorrei dire castronerie.
 

FlyIce

Bannato
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Concordo con questo post.
D'altra parte mancando il caldo record, la siccità record, l'esodo record e tutti gli altri record storici che ogni estate si verificano, di qualcosa di eclatante dovranno pur parlare, no? :)

Ciao
Massimo
Quoto.

Ricordatevi la regola numero 1 del giornalismo: bisogna vendere i giornali !!!!
Quindi titoli strillati, sensazionalismo spicciolo e tutto quello che serve per far cassetta.