Ho letto con interesse le 20 pagine dello studio redatto da ricercatori e pubblicato da B.I.
Come al solito, solo in Italia, invece di fare studi su base scientifica mediante controllo e monitoraggi in un arco di tempo definito estraendo i risultati omogenei, si è preferito come riportato dai ricercatori di ricorrere al cosiddetto metodo "empirico"! Prendendo a riferimento dati ISTAT di anni passati di tutte le province del Mezzogiorno prive di aeroporto e con una serie di formule,di verifiche e arrivare a queste conclusioni:
Analizzando l’impatto dell’apertura dell’aeroporto di Comiso, nel sud-est della Sicilia, sulle presenze turistiche internazionali nell’area di riferimento (provincia di Ragusa), siamo in grado di quantificare il numero di presenze mensili addizionali (circa 5.100, pari a un incremento del 19,1 per cento) e di stimare la spesa generata (434 mila euro al mese).
La stima è costruita attraverso il metodo del controllo sintetico, che confronta Ragusa con un controfattuale composto a partire dalle province del Mezzogiorno che non sono servite da un aeroporto, che somigliano a Ragusa in molte caratteristiche “predittive” dei flussi turistici e che hanno un andamento delle presenze internazionali molto simile a Ragusa prima dell’apertura di Comiso.
Quindi viene usato un metodo empirico con controllo sintetico e un raffronto di province che somigliano a Ragusa e con caratteristiche predittive!
Ma uno studio serio e scientificamente inoppugnabile (che non sia di supporto a scelte politiche per ottenere finanziamenti per aprire aeroporti) si potrà mai avere?
Qui i dati: http://dati.istat.it/ (clicca sulla voce "Servizi" nella colonna a sinistra).
Qui lo studio della Regione:
http://pti.regione.sicilia.it/porta...esto_Piano sviluppo turistico_Legge10_200.pdf
Nulla da obiettare, io volevo evidenziare il fatto che da molti anni si finanziano con soldi pubblici società aeroportuali pubbliche o finte private, aerolinee che senza contributi pubblici non si sognerebbe neanche di pensare a quei collegamenti e a prezzi stracciati e in ultimo amministratori e presidenti lautamente retribuiti e nominati dai politici. Pertanto sono del parere che a scanso di equivoci basterebbe monitorare per un congruo periodo i flussi di viaggiatori e trarre le conclusioni riguardo ai soli transiti, ai turisti dove sono diretti o se rimangono in regione, i giorni di permanenza etc. In modo da avere dati incontrovertibili sulla bontà dei finanziamenti in relazione al reale aumento del gettito in termini di ricaduta sul tessuto imprenditoriale del territorio.Non era la sua o altre analisi che si basano come ha detto lei, sul giocare con i dati senza impegno e sapendo di non dover fare un trattato scientifico e che sono degne di attenzione a farmi avere dei dubbi , ma su quei moltiplicatori empirici ricavati da non si sa dove che ogni amministrazione comunica pro domo sua al solo fine di giustificare le ingenti risorse pubbliche elargite.Ci sarà sempre qualcosa da contestare per chi non è d'accordo a prescindere col risultato.
Ho raccolto un po' di dati.
Ho provato a fare una analisi senza impegno, molto semplice, prendendo come riferimento un fattore più generale, l'apertura ai voli di linea dello scalo.
Non sono entrato nel dettaglio del margine di guadagno del territorio perchè secondo me non ce ne è nemmeno bisogno (cosiderando poi quanta parte del fatturato torna allo stato sotto forma di tasse e imposte, quanto finisce ai redditi da lavoro, quanto finisce ai fornitori locali, quanto finisce al proprietario ecc)...
Ho analizzato i tassi di crescita di arrivi e presenze, sia per Trapani sia per l'intera sicilia, nei 10 anni precedenti all' apertura al traffico di linea dell' aeroporto e nei 10 anni successivi (1992-2002 e 2003-2012).
Il tasso di crescita (cagr) delle presenze nel primo periodo (1992-2002) è
Sicilia: +4,8%
Trapani: +4,6%
Il tasso di crescita (cagr) delle arrivi nel secondo periodo (2003-2012)
Sicilia: +0,75% (zero virgola)
Trapani: +7,1%
Per farla veloce (e se non ho sbagliato coi conti) dal 2003:
se Trapani avesse avuto i tassi di crescita della Sicilia (che nel decennio prima nemmeno riusciva ad avere) nel 2012 (ipotizzando si uniformasse all andamento della regione), avrebbe avuto 960.000 presenze in meno rispetto a quello effettivamente registrati. Per dare un senso economico basta moltiplicare per la spesa media giornaliera. Dovrebbe fare circa 60 milioni di euro annui spesi in più in provincia.
Non ho calcolato i flussi anno per anno per applicare il van (secondo me è superfluo, tra l'indicenza delle tasse e imposte sul fatturato che rientrano allo stato, con i redditi generati dal costo da lavoro, con i redditi da impresa e con i redditi generati dai costi dei fornitori locali)
Siccome è stata citata Ragusa, ho fatto un raffronto negli stessi anni anche con questa provincia. E' un' ottima proxy visto che fino al 2012 non aveva l'aeroporto.
Ecco i tassi di crescita (cagr) delle presenze 1992-2002 ed i valori assoluti per Ragusa:
Sicilia: +4,8%
Trapani: +4,6%
Ragusa: +5,5% (465.400 presenze nel 1992 - 792.633 nel 2002)
Ecco i tassi di crescita (cagr) delle presenze 1992-2012 ed i valori assoluti per Ragusa:
Sicilia: +0,75% (zero virgola)
Trapani: +7,1%
Ragusa:+0,25% (zero virgola) - ( 792.633 presenze nel 2002 e 812.790 nel 2012)
Ecco i tassi di crescita (cagr) delle presenze 2012-2016 ed i valori assoluti per Ragusa:
Sicilia -1% annuo (meno)
Ragusa: +11,7% (812.790 nel 2012 e 1.263.751 nel 2016) - ovvero 450.000 presenze annue in più al 2016
Se Ragusa avesse seguito il trend Siciliano avrebbe registrato circa 480.000 presenze in meno rispetto a quelli ragistrati nel 2016.
In termini economici sono circa 30 milioni di euro in più all' anno (e parliamo di un aeroporto in attività da poco e con volumi scarsi).
Ecco io ho provato a giocare con i dati, senza impegno e sapendo di non dover fare un trattato scientifico.
Da questa analisi superficiale mi sembra lampante che in questi 2 specifici casi la presenza dell' aeroporto ha fatto la differenza.
Nulla da obiettare, io volevo evidenziare il fatto che da molti anni si finanziano con soldi pubblici società aeroportuali pubbliche o finte private, aerolinee che senza contributi pubblici non si sognerebbe neanche di pensare a quei collegamenti e a prezzi stracciati e in ultimo amministratori e presidenti lautamente retribuiti e nominati dai politici. Pertanto sono del parere che a scanso di equivoci basterebbe monitorare per un congruo periodo i flussi di viaggiatori e trarre le conclusioni riguardo ai soli transiti, ai turisti dove sono diretti o se rimangono in regione, i giorni di permanenza etc. In modo da avere dati incontrovertibili sulla bontà dei finanziamenti in relazione al reale aumento del gettito in termini di ricaduta sul tessuto imprenditoriale del territorio.Non era la sua o altre analisi che si basano come ha detto lei, sul giocare con i dati senza impegno e sapendo di non dover fare un trattato scientifico e che sono degne di attenzione a farmi avere dei dubbi , ma su quei moltiplicatori empirici ricavati da non si sa dove che ogni amministrazione comunica pro domo sua al solo fine di giustificare le ingenti risorse pubbliche elargite.
Spero di aver chiarito il mio concetto con stima per il suo lavoro.
Non era la sua o altre analisi [..] a farmi avere dei dubbi..ma su quei moltiplicatori empirici ricavati da non si sa dove che ogni amministrazione comunica pro domo sua al solo fine di giustificare le ingenti risorse pubbliche elargite.
Più che presidiare, io credo ma posso sbagliare, che basterebbe chiedere ai pax tramite un questionario molto semplice distribuito anche dalle compagnie ( in Abruzzo la Rayanair ha vinto un bando milionario ad hoc per la pubblicità e il marketing con lo scopo di incrementare il turismo) per ottenere dati interessanti sui flussi, luoghi e relative permanenze.Il tuo ragionamento di fondo è giusto, ma è applicabile solo in un mondo ideale. Arriveremmo all' assurdo che per l'erogazione di importi tuttosommato modesti (di che cifre parliamo 2-3-5-7-10 milioni annui?) dovremmo spendere qualche altro milione di euro per presidiare le scalette degli aerei a tutte le ore del giorno per avere una risposta che si può con una certa approssimazione ricavare facilmente in altro modo.
Gran parte delle info che vorresti le trovi infatti sul sito dell' istat o su quello della regione (ci sono anche link sopra).
Questa di seguito non l ho capita.
Non capisco se il "non si sa dove" è perche hai letto gli studi e hai potuto giudicarli su dati e metodologie applicati o se è perche non li hai letti e quindi non puoi sapere da dove vengono fuori.
Io non li ho letti, però mi piacerebbe. Se hai qualcuno di quegli studi (abruzzo, puglia) faresti una cortesia a tutti postandolo![]()
Concentrare un’analisi sui flussi turistici o sulla maggior spesa generata è fortemente limitativo. La domanda da porre non è, infatti, se l’apertura di nuove rotte o di un intero aeroporto sia in grado di “fare la differenza”: lo è quasi sempre, in misura minore o maggiore. Anzi, vorrei anche vedere se nuovi voli non portassero nemmeno un turista.
Anche lo studio precedentemente citato della Banca d’Italia si limitava a stimare l’incremento della spesa dei turisti. Il punto, però, è che né i flussi, né la spesa sono misure di impatto; al massimo sono effetti.
Io capisco poco cosa siano quelli che liopic chiama “moltiplicatori empirici”, ma temo che il calcolo di indicatori che vadano oltre la dimensione lorda degli effetti (in termini di meri flussi e spesa) sia un passaggio necessario. Cioè, senza un raffronto analitico fra effetti e costi si va poco lontano: dire che, in seguito all’apertura dell’aeroporto, si è avuto un incremento dell’X% delle presenze è solo un punto intermedio di un percorso che, per forza di cose, deve essere più approfondito.
Le vere domande da porsi in casi del genere sono:
1) quanto è costato avere questo X% in più di presenze?
2) Ne è valsa la pena?
3) C’erano modi più efficaci/più efficienti per avere lo stesso incremento?
Anzi, meglio se i verbi non siano coniugati al passato: quanto costa...; ne vale la pena...; ci sono altri modi...
Poi, si può parlare a lungo sul fatto che la definizione dei parametri (come l’EBITDA) sia corretta o meno, ma questo fa parte dell’assestamento di una metodologia; il che, però, non cambia le domande a cui rispondere, cioè i reali obiettivi dell’analisi.
Che poi le decisioni politiche – soprattutto su scala locale – vengano prese con ben altri scopi e sulla base di ben altre considerazioni, è un altro discorso.
P.S. Grazie a India per gli apprezzamenti.
Anzi, meglio se i verbi non siano coniugati al passato: quanto costa...; ne vale la pena...; ci sono altri modi...
... con il 30% che dicevamo qualche post dietro (che mi sembra tuttosommato abbastanza conservativo) che valore di Van ti risulta con le tue ipotesi?