Capacity share ITALIA: Alitalia 12% internazionale, Ryanair al 20%


Io penso che bisognerebbe praticare un italiano corretto e un inglese corretto, invece c' è molta sciatteria e l' italica allergia alle regole si applica anche alla grammatica, all' ortografia e alla pronuncia. Ahò!

sono d´accordo. nel mio goliardico (ma non troppo) manifesto l´appello brancaleonesco che faccio e´:
diventa anche tu paladino della lingua (non tanto italiana) ma della lingua parlata al posto giusto nel momento giusto.

io comincerei da questo. poi la qualita´lessicale, espressiva, in qualsiasi lingua si parli...dovrebbe essere l´obiettivo di partenza.

oggettivamente raggiungibile solo con la lingua madre. per le lingue straniere ambire alla perfezione mi pare eccessivo.

invece la situazione italica, allo stato attuale e´che parliamo male la lingua madre, non conosciamo lingue straniere, e peggioriamo di giorno in giorno, sia con la lingua madre che con le lingue straniere.

nonostante, anzi, forse con il contributo, delle cazzate in inglese con cui infarciamo l´italiano colloquiale, giornalistico etc.
 
Ma tutto questo "che ci azzecca" con la capacity share, pardon, la quota di capacita' produttiva di AZ?



PS OT: E' un flusso in che va in entrambe le direzioni. Il 40% delle parole inglesi vengono dal latino (anche se le storpiano e non sono capaci di pronunciare la "gn"), l'alfabeto che usano bene o male e' il nostro, e a me sembra di vedere tutto sommato un gran uso di italianismi anche recenti nell'inglese corrente.

Non ho una gran simpatia per le varie accademie della crusca che pontificano su fenomeni ai quali sono totalmente estranei "per partito preso". Schifare un fenomeno e' il miglior modo di non esserne parte.

Vedrei bene invece che nel giro di un paio di generazioni ci sia una tale convergenza della lingua utilizzata correntemente, a partire dai settori piu' specialistici o di nicchia, che di fatto si abbia una sola lingua mondiale e gli idiomi nazionali siano ridotti a dialetti.

Non sarei neanche cosi' sicuro che sullo sviluppo di una futura lingua franca l'influenza dell'Inglese sara' sempre cosi' pervasiva. Il mondo anglosassone e' in leggero regresso ultimamente.... rischiano di essere piu' influenti le radici neolatine di seconda mano (che sono comuni a gran parte dei popoli della terra anglosassoni compresi), oltre che ovviamente quelle asiatiche....

Comunque quello della formazione di "pidgin" e lingue creole non e' certo un fenomeno nuovo: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_franca_mediterranea
 
Mi accodo all' OT per far notare che l' impoverimento della lingua sembra essere un problema esteso anche in altre nazioni, come per esempio qui in Gran Bretagna dove oramai del Queen's English non si conosce nemmeno il significato. Concordo inoltre sui tanti italianisimi presenti nell' inglese parlato come, tanto per fare un paio di esempi: al fresco, panini (senza il singolare).
 
Mi accodo all' OT per far notare che l' impoverimento della lingua sembra essere un problema esteso anche in altre nazioni, come per esempio qui in Gran Bretagna dove oramai del Queen's English non si conosce nemmeno il significato.

A Liverpool non sanno nemmeno cosa sia il Queen's English.
Scouse rulz :D