http://epochtimes.it/news/cerberus-si-ritira-brutta-aria-per-alitalia/
Cerberus si ritira. Tra le offerte di acquisto di Alitalia, quella del fondo americano Cerberus era l’unica che finora aveva considerato di rilevare la compagnia per intero. E quindi la sola che avrebbe evitato la vendita per slot o il famoso spezzatino, che il governo italiano non prende proprio in considerazione. Tuttavia, un portavoce del fondo Usa, ha riferito a questo giornale che l’azienda ritirerà la sua precedente offerta per Alitalia: «Cerberus sta per declinare l’opportunità di partecipare [al bando di vendita Alitalia, ndr]».
Come riporta il Financial Times, Cerberus, aveva dichiarato di essere disposto a investire tra i 100 e i 400 milioni di euro, e aveva proposto che lo Stato italiano mantenesse una quota di Alitalia, mentre i sindacati avrebbero beneficiato di una ‘condivisione degli utili’.
Secondo le norme europee, il fondo di private equity americano non avrebbe potuto comunque detenere più del 49 per cento della linea aerea. Quindi (essendo difficile che il governo si possa sobbarcare tutta la percentuale restante a causa della forte competitività nel settore) Cerberus avrebbe dovuto allearsi con altri partner.
Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, in un’audizione di luglio nelle commissioni riunite Trasporti e Attività produttive, aveva infatti dichiarato che se da una parte non viene presa in considerazione la statalizzazione, perché il mercato del trasporto aereo risulterebbe troppo competitivo per lo Stato italiano, dall’altra non si escluderebbe l’ipotesi di entrare nella società attraverso «piccole quote di partecipazioni statali».
Proprio quest’ultima dichiarazione del ministro dei Trasporti avrebbe assecondato quindi anche le richieste del fondo americano, ma a quel punto sarebbe rimasta comunque per Cerberus aperta la questione di trovare altri partner alleati (privati o un altro vettore) per completare la suddivisione del capitale e definire la composizione societaria della nuova azienda.
Il problema è che l’offerta di Cerberus, che dieci anni fa ha guidato con successo anche la ristrutturazione di Air Canada (con tagli dei costi e il sacrificio del 24 per cento del personale) e che può contare su una reputazione di tutto rispetto avendo come amministratore delegato Steve Feinberg ̶ consigliere economico di Donald Trump nella campagna presidenziale del 2016 ̶ e l’ex vicepresidente Usa Danforth Quayle insieme all’ex segretario al Tesoro John Snow come dirigenti, fa leva proprio, come riporta il Ft, ‘sull’indipendenza’ di Alitalia, e quindi sembrerebbe non considerare almeno per ora l’alleanza con altri partner nel settore del trasporto aereo.
Secondo quanto dichiarato a Radio Anch’io a maggio dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è invece necessaria «un’alleanza con un’azienda del trasporto aereo […] senza un’alleanza con una grande compagnia internazionale rischia di essere difficile», dal momento che oramai la grandezza di Alitalia, «dieci volte più piccola di Lufthansa», rende indispensabile una soluzione di questo tipo per reggere l’urto di un mercato competitivo come pochi altri.
Ma le offerte arrivate dagli altri vettori, compresa Lufthansa che è interessata alla sola sezione aviation di Alitalia, prendono in considerazione l’acquisto di un solo slot dell’ex compagnia di bandiera, dal momento che per loro è sicuramente più conveniente che acquisire l’intera azienda.
Accettare una di queste offerte porterebbe inevitabilmente allo ‘spezzatino’ e quindi alla vendita separata degli slot ad altre società di gestione, nonché a una gran perdita del personale. Ma questa possibilità è considerata dal governo solo come ultima spiaggia.
Quindi, l’unica soluzione che rispondesse alla doppia esigenza del governo italiano nei riguardi di Alitalia di allearsi a un vettore partner e di evitare allo stesso tempo la vendita a pezzi della compagnia, era lavorare sull’interesse di Cerberus e parallelamente cercare un partner nel settore del trasporto aereo disposto a una cooperazione con il fondo americano e lo Stato italiano.
Il ritiro di Cerberus potrebbe quindi essere legato alla necessità per il fondo di allearsi per forza con un altro vettore aereo. In effetti, il fondo Usa aveva ribadito il suo interesse quando il termine di presentazione delle offerte era già scaduto, e la sua offerta poteva quindi essere presa in considerazione solo nel caso Cerberus si fosse associato a una delle proposte già esistenti all’interno della busta.
Per ora si può solo aspettare: questa settimana, che include la fatidica data del 5 novembre (termine entro il quale possono essere valutate le offerte dai tre commissari) potrebbe essere quella della ‘svolta’.