Concordo sul discorso ristrutturazione, ma ricordo che gli stessi che ora ti applaudono erano gli stessi che quando EY diceva che aveva senso investire solo dopo il taglio dei costi attaccavano dicendo che i costi andavano bene e bisognava investire perchè solo con forti investimenti sul lungo raggio si aumentava il revenue (dimenticando che aumentavano anche i costi).Cara Farfallina, Lufthansa non fa beneficenza. Alitalia perde un milione di euro al giorno. Qualche gruppo di persone si è convinto che la sola wayout per AZ siano investimenti miliardari per flotta, rotte e co. Questo è contrario totalmente alla filosofia del Lufthansa Group, che prima ristruttura e poi riespande. Nel gruppo Lufthansa ogni singola azienda DEVE riportare risultati finanziari a se stante positivi, il che significa che un'azienda (chiamala Alitalia o come ti pare) dedicata unicamente ad essere cannibalizzata dalle altre del gruppo non ha senso di esistere all'interno del Lufthansa Group. Questi pochi punti ti possono far capire come le cose all'interno di Lufthansa funzionino, senza troppi giri di parole. Io continuo a dire. Sono contento che la cosa non sia andata in porto, perchè AZ non sará mai libera da logiche politiche sindacali che, finchè rimarranno così, non la renderanno mai un'azienda moderna ed efficiente.
Infine ricordo, andate a leggere migliaia di pagine dalla notte dei tempi dove si rimproverava ad AZ di essere sempre più piccola e legata al corto-medio raggio in competizione con le low cost. Quello che ho sempre criticato del piano LH è che il focus rimaneva sul corto raggio low cost (col cavolo che i pax non li portavano più in Germania) e questo non è logico se ragioni sul fatto che ogni compagnia deve camminare con le proprie gambe. AZ non può essere competitiva con le low cost pure non partendo da zero con struttura e costi da low cost pura (che poi è uno dei problemi affrontati da LH con Germanwings prima e in parte con Eurowings poi).
Il problema della nazionalizzazione di AZ non è la necessità di grandi investimenti per puntare a crescere per essere sostenibile come network carrier (la scarsa capitalizzazione è uno dei problemi cronici), non è nemmeno la presenza dello Stato di per se (in passato abbiamo avuto anche buoni imprenditori per lo Stato ma solitamente non hanno fatto "fortuna") il problema è che in AZ, più che altrove, scardinare i meccanismi del carrozzone clientelista statale è un miraggio.
Credo sia chiaro che nessuno possa accusarmi di essere sostenitrice dei pomata o delle inefficienze o della nazionalizzazione di AZ, nè della non necessità di una profonda ristrutturazione, ma al tempo stesso ritengo che gli investimenti e l'espansione siano necessari, altrimenti AZ sarà sempre troppo grande e costosa (che poi è uno dei problemi che stiamo vedendo in IG che seppur ristrutturata con il macete ha necessità di crescere per generare un ccolo virtuoso che le permetta di sostenersi e competere).