Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto


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Nickee

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Diciamo pacificamente che qualunque governo abbia gestito la questione alitalia negli ultimi 15 anni ha fatto la figura del pagliaccio.
Sia che si parli di giggino, sia che si parli del bomba o di mr bunga bunga

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Paolo_61

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Diciamo pacificamente che qualunque governo abbia gestito la questione alitalia negli ultimi 15 anni ha fatto la figura del pagliaccio.
Sia che si parli di giggino, sia che si parli del bomba o di mr bunga bunga

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Con un'aggravante. Almeno in passato le decisioni venivano prese in tempi (relativamente) rapidi. In questo caso siamo davanti all'approssimazione fatta governo, 6 mesi a dire "le proposte ci sono, c'è la coda di gente interessata, abbiamo dato i numerini come al banco gastronomia la vigilia di Natale" salvo poi accorgersi che la faccenda è un filo più complessa. Altri avevano una propria agenda, giusta o sbagliata che fosse. Questi non hanno proprio idea.
 

ploncito

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Con un'aggravante. Almeno in passato le decisioni venivano prese in tempi (relativamente) rapidi. In questo caso siamo davanti all'approssimazione fatta governo, 6 mesi a dire "le proposte ci sono, c'è la coda di gente interessata, abbiamo dato i numerini come al banco gastronomia la vigilia di Natale" salvo poi accorgersi che la faccenda è un filo più complessa. Altri avevano una propria agenda, giusta o sbagliata che fosse. Questi non hanno proprio idea.
senza contare i numeri in parlamento che consentirebbero loro di avere piena libertà di manovra
 

Farfallina

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Con un'aggravante. Almeno in passato le decisioni venivano prese in tempi (relativamente) rapidi. In questo caso siamo davanti all'approssimazione fatta governo, 6 mesi a dire "le proposte ci sono, c'è la coda di gente interessata, abbiamo dato i numerini come al banco gastronomia la vigilia di Natale" salvo poi accorgersi che la faccenda è un filo più complessa. Altri avevano una propria agenda, giusta o sbagliata che fosse. Questi non hanno proprio idea.
Infatti gli altri la soluzione la trovarono, che poi non abbiano trovato un esorcista e che il giorno dopo la firma hanno dimenticato di farsi i fattacci propri volendo continuare a mettere becco è un altra questione. Questi pare che manco sanno quanto stanno facendo i manager FS da loro chiamati ad intervenire e la cosa è da un lato preoccupante, dall'altro c'è la speranza che rimanendo fuori dai giochi magari le trattative vadano meglio.
 

TW 843

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l’ipotesi allo studio del governo

Alitalia, 5 euro a passeggero per mandare in pensione (anticipata) piloti e hostess
L’addizionale comunale sui diritti di imbarco diventa permanente per finanziare il Fondo volo introdotto da una legge del 2004 e poi prorogato anno per anno per gestire le crisi aziendali. Lo prevede la bozza sulla previdenza allo studio del governo
di Fabio Savelli


È sempre stato il Fondo della discordia. Oggetto di critiche per il ricorso alla fiscalità generale, sotto forma di tassa d’imbarco obbligatoria e inserita in biglietto, per sostenere le difficoltà di un’azienda ora in amministrazione straordinaria e all’epoca di bandiera come Alitalia. La novità è che l’addizionale comunale sui diritti di imbarco (cinque euro complessivi a biglietto) stavolta diventa permanente per finanziare il Fondo volo e in particolare la pensione anticipata per il personale navigante (piloti e assistenti) ed i tecnici. Il governo gialloverde avrebbe inserito questa misura nella bozza sulla previdenza che sta introducendo una riformulazione della riforma Fornero con l’adozione di quota 100, seppur per tre anni, anche se ciò è oggetto di trattativa con l’Unione europea.
Il Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA) è stato istituito da una legge del 2004. Preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti. Ha il fine di intervenire, rileva l’Inps, in casi di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori interessati da riduzioni dell’orario di lavoro, da sospensioni temporanee dell’attività lavorativa o da processi di mobilità; finanziare programmi formativi di riconversione o riqualificazione. È servito anche per la transizione aziendale che ha vissuto e sta vivendo Meridiana, ora diventata Air Italy, a seguito dell’ingresso di Qatar Airways al 49%.



Il Fondo eroga un’integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I lavoratori destinatari della prestazione integrativa sono sia il personale di volo (piloti e assistenti di volo), sia il personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari (mediamente 1 su 10 ne usufruisce ogni anno). Tale integrazione garantisce il raggiungimento dell’80% della retribuzione comunicata dall’azienda all’Inps al momento della richiesta del trattamento integrativo, fino ad un massimo di 7 anni. Pertanto i lavoratori possono percepire una prestazione che supera di gran lunga il massimale di 1167,911 euro previsto per la prestazione di CIGS e di mobilità. La prestazione integrativa supera spesso, soprattutto nel caso dei piloti, i 10 mila euro mensili lordi, con casi limite in cui la prestazione si avvicina ai 30 mila euro lordi al mese. La durata massima della cassa integrazione straordinaria è in genere di quattro anni (2 più eventuali proroghe), mentre la durata della mobilità è variabile (da 1 a 3 anni), a seconda dell’età del lavoratore e dell’ubicazione dell’azienda. Pertanto, un lavoratore può beneficiare dei trattamenti fino a 7 anni.

Corriere.it
14 dicembre 2018 (modifica il 14 dicembre 2018 | 11:02)
 

TW 843

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Fondo Volo: nella Legge di Bilancio pensione a 60 anni per piloti e assistenti

Simone Micocci 14 Dicembre 2018 - 10:52

Piloti e assistenti di volo potranno andare in pensione a 60 anni: sconto di 7 anni nella Legge di Bilancio per gli iscritti al Fondo Volo.

Per gli iscritti nel Fondo Volo, il fondo speciale di previdenza - sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria - riservato al personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea, la Legge di Bilancio 2019 potrebbe contenere un “regalo di Natale”.

Come riportato oggi dai più importanti organi di stampa, infatti, sembra che nel pacchetto pensioni, l’insieme di emendamenti alla Legge di Bilancio che il Governo presenterà al Senato, sia presente una misura ad hoc per piloti e assistenti di volo i quali nel biennio 2019-2020 potranno andare in pensione a 60 anni.

Ovviamente prima di darne l’ufficialità bisognerà attendere che il suddetto emendamento venga approvato dal Parlamento; saranno giorni di attesa quindi per gli iscritti al Fondo Volo, in attesa di capire se l’età pensionabile sarà “scontata” di altri 2 anni rispetto a quanto già previsto.

Pensione Fondo Volo: requisiti per assistenti e piloti
Una delle novità più importanti della Legge di Bilancio per piloti e assistenti di volo dipendente da aziende di navigazione aerea (Alitalia, ma non solo) potrebbe essere descritta da sole tre righe di testo.
L’emendamento con il quale l’età pensionabile verrà ridotta a 60 anni, infatti, è il seguente:
“Per gli anni 2019 e 2020, la riduzione del requisito anagrafico previsto dall’articolo 3 comma 7, lettera a) del decreto legislativo 24 aprile 1997, n. 164 è elevato a 7 anni”.

Per capire meglio cosa cambierà, quindi, dobbiamo tornare indietro al 1997 analizzando quanto stabilito dal legislatore nel D.lgs 164/1997 contenente disposizioni “in materia di regime pensionistico per gli iscritti al Fondo speciale di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea”.

Qui, nel comma VII dell’articolo 3, si legge che il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia per il personale iscritto al Fondo Volo si consegue al raggiungimento dei seguenti requisiti:
requisito anagrafico ridotto di cinque anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore nel regime generale obbligatorio;
requisito contributivo e assicurativo pari a quello richiesto nel regime generale obbligatorio, sempreché’ il lavoratore possa far valere almeno 15 anni di contribuzione obbligatoria o volontaria al Fondo;

Ad oggi, quindi, assistenti di volo e piloti possono andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, con 20 anni di contributi di cui almeno 15 maturati nel Fondo Volo. Nel 2019 il requisito anagrafico sarebbe dovuto salire a 62 anni per effetto dell’adeguamento con le speranze di vita, tuttavia - in caso di approvazione del suddetto emendamento - non sarà così.

Pensione Fondo Volo: cosa cambia con l’emendamento
Qualora l’emendamento venisse approvato entrando a far parte della Legge di Bilancio, quindi, per gli iscritti al Fondo Volo ci sarebbe uno sconto di sette anni (e non di cinque come oggi) rispetto all’età pensionabile prevista per la generalità dei lavoratori.

Di conseguenza, tenendo conto dell’adeguamento con le speranze di vita che porterà l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia a 67 anni, nel 2019 e 2020 si potrà smettere di “volare” a 60 anni, purché nel frattempo sia stato soddisfatto il requisito contributivo.

Per finanziare questa novità, il Governo intende rendere permanente l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, di importo pari a 5€ complessivi a biglietto. Questo contributo, infatti, sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2018; la scadenza però dovrebbe essere abrogata con il passaggio al Senato della Legge di Bilancio, facendo così diventare l’addizionale comunale una misura strutturale, con le risorse recuperate che andranno a finanziare il Fondo Volo e le novità in merito alla pensione anticipata.

https://www.money.it/Fondo-Volo-pensione-60-anni-piloti-assistenti
 

atlantique

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Fondo Volo: nella Legge di Bilancio pensione a 60 anni per piloti e assistenti

Simone Micocci 14 Dicembre 2018 - 10:52

Piloti e assistenti di volo potranno andare in pensione a 60 anni: sconto di 7 anni nella Legge di Bilancio per gli iscritti al Fondo Volo.

Per gli iscritti nel Fondo Volo, il fondo speciale di previdenza - sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria - riservato al personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea, la Legge di Bilancio 2019 potrebbe contenere un “regalo di Natale”.

Come riportato oggi dai più importanti organi di stampa, infatti, sembra che nel pacchetto pensioni, l’insieme di emendamenti alla Legge di Bilancio che il Governo presenterà al Senato, sia presente una misura ad hoc per piloti e assistenti di volo i quali nel biennio 2019-2020 potranno andare in pensione a 60 anni.

Ovviamente prima di darne l’ufficialità bisognerà attendere che il suddetto emendamento venga approvato dal Parlamento; saranno giorni di attesa quindi per gli iscritti al Fondo Volo, in attesa di capire se l’età pensionabile sarà “scontata” di altri 2 anni rispetto a quanto già previsto.

Pensione Fondo Volo: requisiti per assistenti e piloti
Una delle novità più importanti della Legge di Bilancio per piloti e assistenti di volo dipendente da aziende di navigazione aerea (Alitalia, ma non solo) potrebbe essere descritta da sole tre righe di testo.
L’emendamento con il quale l’età pensionabile verrà ridotta a 60 anni, infatti, è il seguente:
“Per gli anni 2019 e 2020, la riduzione del requisito anagrafico previsto dall’articolo 3 comma 7, lettera a) del decreto legislativo 24 aprile 1997, n. 164 è elevato a 7 anni”.

Per capire meglio cosa cambierà, quindi, dobbiamo tornare indietro al 1997 analizzando quanto stabilito dal legislatore nel D.lgs 164/1997 contenente disposizioni “in materia di regime pensionistico per gli iscritti al Fondo speciale di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea”.

Qui, nel comma VII dell’articolo 3, si legge che il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia per il personale iscritto al Fondo Volo si consegue al raggiungimento dei seguenti requisiti:
requisito anagrafico ridotto di cinque anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore nel regime generale obbligatorio;
requisito contributivo e assicurativo pari a quello richiesto nel regime generale obbligatorio, sempreché’ il lavoratore possa far valere almeno 15 anni di contribuzione obbligatoria o volontaria al Fondo;

Ad oggi, quindi, assistenti di volo e piloti possono andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, con 20 anni di contributi di cui almeno 15 maturati nel Fondo Volo. Nel 2019 il requisito anagrafico sarebbe dovuto salire a 62 anni per effetto dell’adeguamento con le speranze di vita, tuttavia - in caso di approvazione del suddetto emendamento - non sarà così.

Pensione Fondo Volo: cosa cambia con l’emendamento
Qualora l’emendamento venisse approvato entrando a far parte della Legge di Bilancio, quindi, per gli iscritti al Fondo Volo ci sarebbe uno sconto di sette anni (e non di cinque come oggi) rispetto all’età pensionabile prevista per la generalità dei lavoratori.

Di conseguenza, tenendo conto dell’adeguamento con le speranze di vita che porterà l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia a 67 anni, nel 2019 e 2020 si potrà smettere di “volare” a 60 anni, purché nel frattempo sia stato soddisfatto il requisito contributivo.

Per finanziare questa novità, il Governo intende rendere permanente l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, di importo pari a 5€ complessivi a biglietto. Questo contributo, infatti, sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2018; la scadenza però dovrebbe essere abrogata con il passaggio al Senato della Legge di Bilancio, facendo così diventare l’addizionale comunale una misura strutturale, con le risorse recuperate che andranno a finanziare il Fondo Volo e le novità in merito alla pensione anticipata.

https://www.money.it/Fondo-Volo-pensione-60-anni-piloti-assistenti
Un bel regalo a FS che puo' sfoltire....
 

ripps

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Sapete quale è la platea in AZ che potrà usufruire di simile sconto?

Cioè quanti sono i naviganti che avranno 60 anni nel prossimo biennio?
 

TapiroVolante

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Sai a quanto ammonta la pensione di un navigante rispetto allo stipendio che percepisce mentre è in attività?
Verissimo, ma per onestà (non solo intellettuale) si dovrebbe fare il paragone tra la pensione di un navigante che arriva a 60 anni e quanto percepisce un sessantenne che, trovandosi disgraziatamente a lavorare per una società che fallisce, si ritrova senza lavoro.
 

enrico

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Rapallo, Liguria.
Verissimo, ma per onestà (non solo intellettuale) si dovrebbe fare il paragone tra la pensione di un navigante che arriva a 60 anni e quanto percepisce un sessantenne che, trovandosi disgraziatamente a lavorare per una società che fallisce, si ritrova senza lavoro.
La cosa tragica del Bel Paese è che i vari sessantenni finiti a casa invece che nella bambagia nemmeno si incazzano, anzi, magari stanno anche su FB da mane a sera gasati da Luigi e Matteo.
 

aa/vv??

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Sapete quale è la platea in AZ che potrà usufruire di simile sconto?
Cioè quanti sono i naviganti che avranno 60 anni nel prossimo biennio?
Non chiedo l'età ai colleghi di solito, ma di quasi sessantenni ce ne sono pochi.
Sai a quanto ammonta la pensione di un navigante rispetto allo stipendio che percepisce mentre è in attività?
Bisogna vedere se la pensione si calcola sul totale o solo sulla parte "base" dello stipendio, che ne compone (almeno nel contratto AZ) solo una parte in assenza di ore di volo. Non ho conoscenti naviganti in pensione, non lo so.
Verissimo, ma per onestà (non solo intellettuale) si dovrebbe fare il paragone tra la pensione di un navigante che arriva a 60 anni e quanto percepisce un sessantenne che, trovandosi disgraziatamente a lavorare per una società che fallisce, si ritrova senza lavoro.
Mi pare che ripps avesse posto una semplice domanda, senza volere fare la polemica che tu hai acceso
 

Paolo_61

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La cosa tragica del Bel Paese è che i vari sessantenni finiti a casa invece che nella bambagia nemmeno si incazzano, anzi, magari stanno anche su FB da mane a sera gasati da Luigi e Matteo.
Più che i sessantenni, la cui gioa al limite posso anche comprendere, a me fanno incaXXre i ragazzi di vent'anni, quelli a cui stiamo letteralmente rubando il futuro con tutte queste regalie a gente che non ha mai lavorato (chiarimento prima dello shitstorm: mi riferisco al reddito di cittadinanza, non certo ai pensionati di AZ che il loro lavoro lo hanno fatto) o che non lavora più (e in questi rientrano anche i futuri ex dipedenti AZ). Se fossi in loro insultarei la "coppia di fatto" un giorno sì e l'altro pure.
 

TapiroVolante

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Mi pare che ripps avesse posto una semplice domanda, senza volere fare la polemica che tu hai acceso

Lungi da me voler accendere polemiche (non sono proprio il tipo, anzi, peace and love a tutti siempre!), volevo solo far presente che, se sicuramente una persona mandata controvoglia in pensione subisce senza dubbio un (a volte drastico) abbassamento del tenore di vita, molto spesso attorno ai 60 (cioè più o meno dalle mie parti, pauuuuura...) ci si ritrova, causa fallimenti, esternalizzazioni farlocche, cessioni fittizie di rami d'azienda e quant'altro, come l'Aretino Pietro, e ciò è sicuramente peggio. Tutto qui.
Per ciò che riguarda il calcolo della pensione il discorso (almeno per chi non ha contribuzioni da prima del dicembre 1977) è puramente contributivo e quindi il quesito risulta di facile soluzione: se si pagano (come credo, ad esempio da noi tutte le indennità sono soggette a contribuzione) i contributi previdenziali su tutto, la pensione su tutto verrà calcolata, se si pagano i contributi solo sullo stipendio base (ma non credo, figurati se lo Stato rinuncia a vampirizzare pure là) allora la base pensionistica sarà, ahimè, solo quella.
 
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