Ryanair sta lavorando per aprire nuova base a Treviso


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UN HUB DI RYANAIR AL CANOVA
Secondo Gobbo ci saranno nuove opportunità di lavoro e turismo. Ma la Provincia teme che i turisti vadano a Venezia

Treviso - Ryanair, la nota compagnia aerea low-cost, avrebbe intenzione di realizzare un proprio hub all’aeroporto Canova per ospitare dai 4 ai 6 aerei fissi per nuove rotte nazionali e internazionali. Lo ha rivelato ieri il sindaco Gobbo, attaccando anche chi ha dichiarato che lo scalo trevigiano non portia soldi e turismo.
La battuta era riferita all’ex presidente dell’Aertre, la società che gestiva lo scalo, Paolo Camolei, ora consigliere comunale di opposizione. L’obiettivo della compagnia irlandese sarebbe portare a Treviso 3 milioni di passeggeri.

L’aeroporto Canova diventerebbe così uno scalo nodale, in grado di accogliere nuovi flussi di traffico, dove verranno realizzati uffici direzionali, oltre alle strutture per il parcheggio e la manutenzione degli aerei. Il piano è stato illustrato dall’amministratore delegato della compagnia irlandese Michael Cawley al sindaco Gobbo. Critiche all’efficacia del Canova giungono anche dal vicepresidente della Provincia di Treviso, Floriano Zambon.

L’ex sindaco di Conegliano ha fatto notare che a fronte dei numerosi collegamenti low cost tra Treviso e l’Europa, nella nostra provincia i turisti europei sono in calo, mentre al loro posto arrivano tanti cinesi. Quel che vuol dire Zambon è che poi chi atterra a Treviso va a trascorrere le proprie vacanze a Venezia.

Il piano della compagnia piace al sindaco Gobbo che si dice fiducioso che un simile potenziamento strutturale porterà anche nuove possibilità di lavoro, nuove opportunità per il turismo, ovvero nuove prospettive per l’economia. Ma fra il dire e il fare, mancano ancora molti pezzi del mosaico per rendere operativo il sostanziale piano di sviluppo della compagnia irlandese.

oggitreviso.it

CIAO
_goa
 
Il «Canova» hub di Ryanair
Il primo cittadino replica agli attacchi della Provincia:
«Rilancio per il territorio, nuovi posti di lavoro»
«Parcheggerà stabilmente dai quattro ai sei velivoli e aprirà officine e uffici»


Federico de Wolanski
Fare dell'aeroporto Canova di Treviso uno degli hub di Ryanair. Ossia uno scalo nodale, capace accogliere nuovi flussi di traffico, dotato di centri direzionali, strutture per il parcheggio e la manutenzione degli aerei. Questo il piano illustrato dall'amministratore delegato della compagnia irlandese Michael Cawley al sindaco Gobbo. Un progetto «dalle grandi ricadute sul territorio» dice il primo cittadino che risponde così alle critiche mosse dal vicepresidente della Provincia Zambon.
Cifre alla mano il numero due di via Cesare Battisti, Floriano Zambon, ha messo sul piatto una considerazione semplice e difficilmente discutibile: nonostante tutti collegamenti low cost tra Treviso e l'Europa che fanno scalo all'aeroporto di Treviso «Canova», nella Marca trevigiana i turisti (europei) calano; al loro posto tanti cinesi. Conclusione? Chi atterra al Canova sterza a Venezia.
E tanti saluti alla Marca che due anni fa, cedendo lo scalo aeroportuale nella mani della società aeroportuale veneziana (Save), sognava di finire a piedi pari nel pozzo dorato del turismo.
Verità o menzogna? Per replicare, Ca' Sugana ha tirato fuori dal cassetto i documenti discussi venti giorni fa durante il summit riservato tra l'amministratore delegato di Ryanair e il sindaco Gian Paolo Gobbo. «La compagnia irlandese ha intenzione di trasformare Treviso in una stazione di scalo centrale - ha annuciato ieri il sindaco - nella quale parcheggiare stabilmente dai 4 ai 6 velivoli, dove aprire centri di manutenzione, officine, hangar di deposito. In più, anche uffici». Insomma, un «business plan» che agli aspetti logistici unisca anche piani di potenziamento del mercato.
«L'obiettivo di Ryanair è di portare Treviso (che ha chiuso il 2008 con un traffico di 1.720.000 passeggeri, ndr) a quota tre milioni di passeggeri».
Le ricadute sul territorio? Il sindaco Gobbo è fiducioso che, compiuto il passo, ci saranno. «Un simile potenziamento strutturale - dice - equivale a nuove possibilità di lavoro, nuove opportunità per il turismo, nuove prospettive per l'economia».
Si parla dello stretto «circondario» dell'aeroporto (dove gravitano parecchie opportunità edilizie), ma anche dell'intera Marca trevigiana.
Al piano di Ryanair va aggiunto poi quello con cui Save ha avvalorato la richiesta di concessione quarantennale avanzata al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ovvero il piano da 120 milioni di euro per la realizzazione della «cittadella aeroportuale» (hotel, centri congressi, residenze, logistica) che dovrebbe sorgere al posto di hangar e depositi dimessi dell'aeroporto militare di Sant'Angelo.
La replica di Gobbo però non nega, di fatto, l'obiezione di Zambon: ne annuncia la soluzione. Ma a quando? Il sindaco di Treviso è fiducioso: «Un passo alla volta stiamo ottenendo tutto ciò che serve per dare il via allo sviluppo dello scalo».
Mancano però ancora parecchi tasselli.
Mancano gli investimenti per il potenziamento dei sistemi di controllo del volo.
Mancano le nuove infrastrutture di pista. E mancano, soprattutto, le carte della concessione quarantennale, attesa da anni, continuamente promessa ma mai arrivata.
Gobbo lapidario dice: «Arriverà». Ma l'attesa dura da anni e la scadenza della vecchia autorizzazione ai voli del «fu» San Giuseppe, oggi «Canova», si avvicina inesorabile.(30 luglio 2009)

La Tribuna di Treviso

CIAO
_goa
 
Da Il Gazzettino di Treviso

Il ruolo dell’aeroporto
Dallo scalo trevigiano poco aiuto al turismo?
Gobbo rivela i piani di sviluppo

Giovedì 30 Luglio 2009,

Da una parte c’è la Provincia e dall’altra il Comune. In mezzo c’è ancora una volta l’aeroporto Canova. Il turismo è in crisi: nei primi cinque mesi dell’anno la Marca ha visto calare a picco il numero dei visitatori. In Veneto ha fatto peggio solo Vicenza. Oltre che sulla carenza di offerte viale Battisti ha puntato il dito contro l’aeroporto che si limiterebbe a offrire ai turisti di mezza Europa solo un trampolino di lancio verso la laguna. Ma a Ca’ Sugana non la pensano allo stesso modo e ieri il sindaco Gobbo ha annunciato la trasformazione del Canova in un vero e proprio hub targato Ryanair con una flotta fissa di sei velivoli e con l’obiettivo di arrivare a tre milioni di passeggeri all’anno.
Per il Comune l’aeroporto non è un peso ma una risorsa. Così il primo cittadino di Treviso ha smentito il vicepresidente della Provincia, Floriano Zambon, che analizzando i dati del turismo aveva accusato il Canova di “non essere in grado di dialogare con il territorio”. La realizzazione di una base della compagnia irlandese low-cost è più di un’ipotesi tanto che nei primi giorni di luglio il direttore generale della Ryanair, Michael Cawley, ha fatto una capatina a Ca’ Sugana proprio per discutere i nuovi piani. Ma evidentemente non si è fatto vedere all’interno degli uffici provinciali.
“C’è il progetto di creare a Treviso una base per i circuiti europei e internazionali con la sosta di una flotta che conterebbe sino a sei velivoli e che permetterebbe l’assorbimento di tanti nuovi posti di lavoro – conferma il sindaco Gobbo – la Ryanair ha specificatamente detto che vuole scegliere Treviso e adesso stiamo studiando il tutto assieme alla Save”. Le buone intenzioni ci sono tutte. Più aerei in volo nei cieli trevigiani si traducono in un numero maggiore di turisti in arrivo. Ma non c’è il rischio che questi, una volta scesi ai bordi della Noalese, continuino a prendere gli autobus verso piazzale Roma, vedendo Treviso solo dalla tangenziale e bypassando il capoluogo della Marca? “Non c’è l’intenzione di costruire la base a Venezia, quella di Treviso è una scelta precisa”, assicura il primo cittadino lasciando intendere che con altri numeri i flussi turistici potrebbero essere gestiti in modo radicalmente diverso.
Il futuro Canova, quindi, sembra vicino a una svolta, anche ben più radicale delle precedenti. Oltre alla proposta arrivata da Dublino, infatti, non va dimenticato che ci sono anche i 120 milioni di euro inseriti nel piano della Save per sistemare le strutture, a partire dalla torre di controllo, e per calare l’aeroporto nel contesto del territorio circostante. “Smentisco l’idea che il Canova non supporti Treviso e tutta la provincia – conclude Gobbo a chiare lettere – dobbiamo tenere a mente che stiamo parlando di uno dei pochi aeroporti in tendenza positiva e che continua a essere uno degli scali più importanti e attivi”.
 
Dal Gazzettino di Treviso di oggi (31/07/2009):

“L’aeroporto è un’opportunità, e un hub della Ryanair potrebbe esserlo ancora di più, ma la nostra vera sfida è il rapporto tra il sistema turistico locale e le compagnie internazionali”. Così il numero due della Provincia, Floriano Zambon, corregge il tiro dopo l’analisi dei dati sul turismo degli ultimi sei mesi, che vedono la Marca in pesante calo rispetto al resto del Veneto. “I vettori si stanno trasformando in vere e proprie agenzie di viaggio – spiega l’assessore al Turismo – la sfida degli enti pubblici e degli imprenditori è quella di non farsi tagliare fuori, anche per questo l’Apt del “Canova” diventerà un centro di Informazioni e accoglienza turistica”. L’obiettivo è quello di entrare nelle proposte che le compagnie low-cost offrono ai turisti già a partire dai primi contatti su Internet.
Il portale della Ryanair fa la parte del leone, ma non è il solo. “Ci impegniamo anche sulle altre compagnie – puntualizza Marchi – la Ryanair aveva insistito molto per arrivare in laguna, e senza l’accordo tra Treviso e Venezia non si sarebbe creato il sistema tra i due aeroporti giudicato come il migliore in Italia”. E qui ritornano le polemiche, mai sopite, con l’ex presidente di Aer Tre, Paolo Camolei. “Se fosse rimasto nel suo torpore avrebbe evitato una brutta figura parlando di svendita del “Canova” – ribatte secco il capo di Save – i numeri sono chiari, abbiamo superato i campanilismi, ma con certi consiglieri comunali ritorniamo nella bieca propaganda politica”.


La Save si prepara a gestire l’aeroporto “Antonio Canova” per i prossimi quarant’anni. Entro dicembre, infatti, verrà rinnovata alla società presieduta da Enrico Marchi la concessione per lo scalo trevigiano, in scadenza nel 2012, che per la prima volta avrà durata quarantennale e che, quindi, rimarrà valida sino all’inizio del 2050.
Più che un impegno a lungo termine sembra trattarsi di un vero e proprio matrimonio che porterà in dote i 120 milioni del Piano della Save per l’ammodernamento dell’aeroporto e una forte accelerata per la creazione del nuovo hub targato Ryanair.
La scadenza è data direttamente da Marchi, alla guida della società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso. “E’ necessaria, stiamo discutendo i dettagli ma ormai siamo in dirittura d’arrivo – rivela il numero uno della Save – non abbiamo mai avuto una concessione quarantennale, stiamo discutendo anche con l’Enac, ma entro fine anno arriveremo alla chiusura”.
E a quanto sembra pure a Ca’ Sugana, anche se in passato non sono mancati i tentennamenti, ora intendono chiudere la partita.
Le novità che si profilano all’orizzonte sono due. Da una parte i 120 milioni consentirebbero di cambiare volto all’aeroporto attraverso un Piano che porterebbe lungo la Noalese una nuova logistica, hotel, ristoranti e centro congressi; dall’altro una base Ryanair, con sei velivoli, farebbe schizzare alle stelle il numero di voli sul “Canova” e di visitatori in transito a Treviso, con ottime prospettive per il turismo locale. “L’obiettivo è di arrivare a 3 milioni di passeggeri all’anno”, aveva detto Gobbo. “Sono numeri raggiungibili – conferma Marchi, che però predica cautela – la Ryanair chiede molto, aspettiamo di vedere i numeri e i soldi messi nero su bianco”.
L’importante è che Treviso non rappresenti solo la pista di servizio di Venezia per chi giunge in Veneto da mezza Europa grazie ai voli low-cost. “Ma il nostro compito è quello di far arrivare e partire più gente possibile – chiarisce il presidente – mentre gestire i flussi turistici spetta alla politica e agli imprenditori”.
E a far “arrivare e partire gente” la Save ha dimostrato di saperci fare. Nei primi sei mesi dell’anno lo scalo trevigiano ha perso solo il 3,7 per cento dei passeggeri, a fronte di un -7,6 per cento su scala nazionale.
E negli ultimi due mesi il segno è addirittura positivo: +5,5 a giugno e +8,8 a luglio. “Negli ultimi otto anni il volume del traffico è stato aumentato di sei volte, passando da 281 mila a 1,7 milioni di passeggeri: il salto di qualità c’è stato nel 2007, con un +25 per cento medio annuo – detta Marchi – per ogni milione di passeggeri in tutto si vanno a creare un migliaio di posti di lavoro, e lo abbiamo fatto senza utilizzare alcun tipo di ammortizzatore sociale: questi sono numeri, il resto sono chiacchiere”.
 
Secondo me...dal mese al mese mezzo...

Guarda, io continuo ad essere scettico...
Soprattutto per:
1. ILS. La minima per gli atterraggi è tutt'ora 900 metri di RVR, oltre 500 piedi in altezza;
2. Parcheggi auto: sono circa 1000 in totale... pochini...
3. Parcheggi A/C: sono solo 7...
4. Pare che sia tutta la parte militare "abusiva", nel senso che finchè gli edifici resteranno in piedi continueranno ad interferire con l'ILS (Uno dei motivi, oltre alle luci pista, percui non si passa in CATII)
5. C'è sicuramente qualcos'altro che ora non mi viene in mente...

Se proprio vogliono fare base, a mio avviso e per qualche anno, la potrebbero fare come estiva.
Ovvero dal 31 Marzo al 31 Ottobre... Ci guadagnerebbero comunque!

Abeno, come mai così ottimista? :)
 
Secondo me...dal mese al mese mezzo...
In effetti .... rispetto ai 4/5 anni trovo più verosilime la tua tempistica!! Quando mai ryanair ha fatto annunci in grande stile (come questi ovviamente) per poi ufficializzare ed aprire base dopo 4/5 anni?! Non è MAI successo che trascorresse più di un anno ad essere esagerati dall'annuncio ufficiale!
 
Guarda, io continuo ad essere scettico...
Soprattutto per:
Abeno, come mai così ottimista? :)

Non so' niente, ma e' l'unico aeroporto che ha le possibilità di diventare uno dei cardini in Italia per FR. Io sono convinto che diventera' molto presto base, ma non certo all'inizio con 4/5 aerei.. Con il tempo aumentera' sicuramente a quei numeri..ma non penso dall'inizio.

Ciauz

EDIT: Il CAG-TSF 4x non mi convince...
 
CAG-TSF 4x non convince nemmeno me... è davvero insufficiente!
@B787: questo è già il secondo annuncio che FR e comune di Treviso fanno... l'ultimo 3 anni e mezzo fa... identico...
Per questo sono e rimango scettico!
 
Qualcuno mi può spiegare brevemente cosa significa in pratica diventare "base"?
In particolare a Treviso, che è il mio aeroporto di riferimento, cosa (si spera) migliorerà? Più rotte, più pax, più servizi o cosa?

L'unica certezza che ho è che in una base ci sono aerei basati appunto. Questo immagino comporti, oltre a daytrip favolosi con partenza la mattina presto nella nebbia e rientro la sera tardi :D, la necessità di poter eseguire manutenzione leggera agli aeromobili, quindi nuovo personale.

Ma per quanto riguarda nuove rotte, non credo ci sia molto margine per espandersi, già ce n'è parecchie. Treviso è oggi un ottimo aeroporto, piccolo, nuovo ed efficiente, spero che la situazione non peggiori anzichè migliorare.
 
Qualcuno mi può spiegare brevemente cosa significa in pratica diventare "base"?
Avere aerei che dormono in quell'aeroporto, equipaggi che partono da quella base di armamento e tutta una serie di uffici ufficietti annessi come crew room, tecnici, ingenieri ecc!
 
In arrivo la concessione quarantennale e 120 milioni di investimenti

Il futuro del "Canova"
Il presidente della Save in attesa della concessione quarantennale:
«Il traguardo è vicino»

Venerdì 31 Luglio 2009,
La Save si prepara a gestire l’aeroporto “Antonio Canova” per i prossimi quarant’anni. Entro dicembre, infatti, verrà rinnovata alla società presieduta da Enrico Marchi la concessione per lo scalo trevigiano, in scadenza nel 2012, che per la prima volta avrà durata quarantennale e che, quindi, rimarrà valida sino all’inizio del 2050.
Più che un impegno a lungo termine sembra trattarsi di un vero e proprio matrimonio che porterà in dote i 120 milioni del Piano della Save per l’ammodernamento dell’aeroporto e una forte accelerata per la creazione del nuovo hub targato Ryanair.
La scadenza è data direttamente da Marchi, alla guida della società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso. “E’ necessaria, stiamo discutendo i dettagli ma ormai siamo in dirittura d’arrivo – rivela il numero uno della Save – non abbiamo mai avuto una concessione quarantennale, stiamo discutendo anche con l’Enac, ma entro fine anno arriveremo alla chiusura”.

E a quanto sembra pure a Ca’ Sugana, anche se in passato non sono mancati i tentennamenti, ora intendono chiudere la partita.
Le novità che si profilano all’orizzonte sono due. Da una parte i 120 milioni consentirebbero di cambiare volto all’aeroporto attraverso un Piano che porterebbe lungo la Noalese una nuova logistica, hotel, ristoranti e centro congressi; dall’altro una base Ryanair, con sei velivoli, farebbe schizzare alle stelle il numero di voli sul “Canova” e di visitatori in transito a Treviso, con ottime prospettive per il turismo locale. “L’obiettivo è di arrivare a 3 milioni di passeggeri all’anno”, aveva detto Gobbo. “Sono numeri raggiungibili – conferma Marchi, che però predica cautela – la Ryanair chiede molto, aspettiamo di vedere i numeri e i soldi messi nero su bianco”.
L’importante è che Treviso non rappresenti solo la pista di servizio di Venezia per chi giunge in Veneto da mezza Europa grazie ai voli low-cost. “Ma il nostro compito è quello di far arrivare e partire più gente possibile – chiarisce il presidente – mentre gestire i flussi turistici spetta alla politica e agli imprenditori”.
E a far “arrivare e partire gente” la Save ha dimostrato di saperci fare. Nei primi sei mesi dell’anno lo scalo trevigiano ha perso solo il 3,7 per cento dei passeggeri, a fronte di un -7,6 per cento su scala nazionale.
E negli ultimi due mesi il segno è addirittura positivo: +5,5 a giugno e +8,8 a luglio.
“Negli ultimi otto anni il volume del traffico è stato aumentato di sei volte, passando da 281 mila a 1,7 milioni di passeggeri: il salto di qualità c’è stato nel 2007, con un +25 per cento medio annuo – detta Marchi – per ogni milione di passeggeri in tutto si vanno a creare un migliaio di posti di lavoro, e lo abbiamo fatto senza utilizzare alcun tipo di ammortizzatore sociale: questi sono numeri, il resto sono chiacchiere”.

Il Gazzettino di Treviso
 
Il futuro del "Canova"
Il presidente della Save in attesa della concessione quarantennale:
«Il traguardo è vicino»

Venerdì 31 Luglio 2009,
La Save si prepara a gestire l’aeroporto “Antonio Canova” per i prossimi quarant’anni. Entro dicembre, infatti, verrà rinnovata alla società presieduta da Enrico Marchi la concessione per lo scalo trevigiano, in scadenza nel 2012, che per la prima volta avrà durata quarantennale e che, quindi, rimarrà valida sino all’inizio del 2050.
Più che un impegno a lungo termine sembra trattarsi di un vero e proprio matrimonio che porterà in dote i 120 milioni del Piano della Save per l’ammodernamento dell’aeroporto e una forte accelerata per la creazione del nuovo hub targato Ryanair.
La scadenza è data direttamente da Marchi, alla guida della società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso. “E’ necessaria, stiamo discutendo i dettagli ma ormai siamo in dirittura d’arrivo – rivela il numero uno della Save – non abbiamo mai avuto una concessione quarantennale, stiamo discutendo anche con l’Enac, ma entro fine anno arriveremo alla chiusura”.

E a quanto sembra pure a Ca’ Sugana, anche se in passato non sono mancati i tentennamenti, ora intendono chiudere la partita.
Le novità che si profilano all’orizzonte sono due. Da una parte i 120 milioni consentirebbero di cambiare volto all’aeroporto attraverso un Piano che porterebbe lungo la Noalese una nuova logistica, hotel, ristoranti e centro congressi; dall’altro una base Ryanair, con sei velivoli, farebbe schizzare alle stelle il numero di voli sul “Canova” e di visitatori in transito a Treviso, con ottime prospettive per il turismo locale. “L’obiettivo è di arrivare a 3 milioni di passeggeri all’anno”, aveva detto Gobbo. “Sono numeri raggiungibili – conferma Marchi, che però predica cautela – la Ryanair chiede molto, aspettiamo di vedere i numeri e i soldi messi nero su bianco”.
L’importante è che Treviso non rappresenti solo la pista di servizio di Venezia per chi giunge in Veneto da mezza Europa grazie ai voli low-cost. “Ma il nostro compito è quello di far arrivare e partire più gente possibile – chiarisce il presidente – mentre gestire i flussi turistici spetta alla politica e agli imprenditori”.
E a far “arrivare e partire gente” la Save ha dimostrato di saperci fare. Nei primi sei mesi dell’anno lo scalo trevigiano ha perso solo il 3,7 per cento dei passeggeri, a fronte di un -7,6 per cento su scala nazionale.
E negli ultimi due mesi il segno è addirittura positivo: +5,5 a giugno e +8,8 a luglio.
“Negli ultimi otto anni il volume del traffico è stato aumentato di sei volte, passando da 281 mila a 1,7 milioni di passeggeri: il salto di qualità c’è stato nel 2007, con un +25 per cento medio annuo – detta Marchi – per ogni milione di passeggeri in tutto si vanno a creare un migliaio di posti di lavoro, e lo abbiamo fatto senza utilizzare alcun tipo di ammortizzatore sociale: questi sono numeri, il resto sono chiacchiere”.

Il Gazzettino di Treviso

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