Nei primi nove mesi del 2019 Alitalia ha incassato 8,78 milioni di euro al giorno, ma allo stesso tempo ne ha spesi 8,82 milioni: circa 644 mila al dì per il noleggio degli aerei, 2,37 milioni per il carburante e 1,83 milioni per il personale. Sono queste alcune delle cifre che emergono da un’analisi del Corriere sul prospetto economico della compagnia — in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 — depositato in Parlamento dall’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile
Ricavi e costi
Dal 1° gennaio al 30 settembre dell’anno passato — si legge nella nota — Alitalia ha ricavato 2,396 miliardi di euro, mentre i costi sono stati pari a 2,409 miliardi. Ma per meglio comprendere questi numeri è necessario confrontarli con lo stesso arco temporale degli anni passati. E così, da un incrocio dei documenti a disposizione, si scopre che le entrate nei primi tre trimestri crescono di quasi l’1,8% rispetto ai nove mesi del 2018 e del 6,44% sul 2017. Le uscite, invece, hanno un andamento diversificato: crescono dello 0,8% rispetto al periodo gennaio-settembre 2018, calano del 4% se confrontate con quelle del 2017
Il kerosene
Andando a spulciare le varie voci il quadro generale mostra come il costo del kerosene per far volare gli aerei sia diventata quella che più ha gravato sulle spese del vettore tricolore. Se nei nove mesi del 2017 Alitalia aveva pagato 542 milioni di euro, l’anno successivo la fattura è salita a 584 milioni, per balzare a 646 milioni nel 2019, con un aumento del 10,6% sullo stesso periodo del 2018 e del 19,2% su quello del 2017. Nei primi nove mesi dell’anno passato il carburante ha rappresentato il 26,8% dei costi complessivi sostenuti.
Il personale e il leasing
Cresce anche l’esborso per il personale, almeno a vedere il confronto dei documenti, ma per effetto dei meno dipendenti in cassintegrazione. Se nel 2017 (sempre gennaio-settembre) ammontava a 457 milioni di euro, nel 2018 è sceso a 445 milioni, per poi salire a 500 milioni nel 2019. Cala costantemente il dispendio per il noleggio degli aerei, frutto da un lato della rinegoziazione dei contratti e dall’altro della restituzioni di alcuni velivoli (a inizio 2020 la flotta conta 113 velivoli, cinque in meno del 2017). In questo caso Alitalia è passata dal pagare 232 milioni di euro nel 2017 a 173 milioni nei primi nove mesi del 2019
Le perdite del 2019
Secondo il commissario straordinario Giuseppe Leogrande Alitalia perde in media 300 milioni di euro l’anno, con un 2019 che è andato leggermente peggio. Secondo le stime del Corriere — analizzando il tendenziale dal 2016 ad oggi — gli ultimi dodici mesi dell’ex compagnia di bandiera dovrebbero essersi chiusi con un rosso di circa 330 milioni di euro. Nell’anno che si è concluso da poco i passeggeri trasportati — stando alle proiezioni, in attesa di un bollettino ufficiale — dovrebbero essere stati 21,4 milioni, in leggero calo rispetto ai 21,49 milioni del 2018.
La nuova squadra
Intanto il direttore generale di Alitalia Giancarlo Zeni ha dato un primo «aggiornamento» ai vertici aziendali. E tra i nuovi ingressi c’è da evidenziare quello di Marco Comani che da Chief strategy officer della low cost spagnola Volotea (a Barcellona) si trasferisce a Roma per occuparsi di strategie, network e revenue management. Un profilo sul quale Zeni punta molto non soltanto per il percorso professionale congiunto (in Alitalia e Air One), ma anche perché Comani avrà il difficile compito di tenere i ricavi del vettore sopra i 3 miliardi di euro pur avendo a disposizione una flotta che nel 2020-2021 scenderà sotto i 100 velivoli (contro i 113 di questi giorni) e che farà registrare pure una riduzione dei posti offerti pur ottimizzando l’utilizzo degli aerei.
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