Rimango del parere che concentrarsi sull'aviazione ignorando altre cause di 'global warming' sia troppo facile, relativemente inutile e di forte 'riscontro' sui media. Con questo, ribadisco, che sono discussioni che vanno fatte ma con parametri realistici e scientifici. (vedi articolo di 13900)
londonfog, non sono d'accordo che sia solo un effetto mediatico. Ci sono due punti secondo me importanti.
Il primo è che il 2% o 4% o quella che è la quota di emissioni globali del settore aviazione è, per l'appunto, una quota delle emissioni globali. Non di quelle "evitabili" - e qui uso evitabili riferendomi a cose non essenziali alla vita biologica di un uomo, quali cibo, acqua pulita etc. Se pensiamo solo alla fetta di emissioni evitabili (ovvero quanto non strettamente necessario alla sopravvivenza - e non penso nessun volo aereo lo sia), il 2% o 4% magari diventa 8% o 10% o 20%.
Il secondo punto è che la cifra del 2% è un valore medio che cela una altissima varianza - a naso direi molto più che cibo o trasporti via terra o altre "categorie di emissioni" - e qui andrebbe verificato se ci siano dati disponibili perchè questa è solo una mia ipotesi. Per chi non vola, o magari lo fa una volta l'anno, la % sarà pressochè nulla. Per chi, come molti su questo forum me incluso, viaggia spesso, l'aviazione è molto probabilmente la prima voce di emissioni nell'arco dell'anno. Dandomi come obiettivo di ridurre le mie emissioni di gas climalteranti di X%, potrei o modificare le mie abitudini quotidiane tutti i giorni dell'anno (per esempio smettere di usare il latte la mattina e trovare un sostituto vegetale, eliminare il mio già basso consumo di carne, usare la bici invece che prendere l'autobus lper andare in stazione come faccio ora etc.) o rinunciare ad un paio di a/r intercontinentali. È ovvio che la seconda opzione è psicologicamente più agevole (non cambio le mie abitudini, rinuncio solo ad una cosa con una durata ed uno scopo ben definiti) e praticamente più facile (la differenza di lavoro tra organizzarmi le vacanze in Francia invece che in Tailandia è probabilmente nulla; idem per organizzare un incontro di lavoro in videoconferenza invece che di persona, mentre il dover cambiare abitudini richiede tempo ed organizzazione, specialmente all'inizio).
Questo secondo me spiega il perchè ci sia stata così tanta attenzione rivolta all'aviazione. Con questo non voglio dire che si debba lavorae solo sull'aviazione, ma non penso neanche che vada considerata un settore secondario sbandierando il 2% o 4% o quello che è.
P.S. Grazie Dancrane per aver iniziato il nuovo thread.