Thread Alitalia - Aprile 2018


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Quindi 3h30' prima è un'esagerazione?

L'ultima 'chiacchiera' che ho avuto a Schiphol prima di un SEA di DL (screening 'dedicato' presso area D1), ha incluso una domanda che, in anni di spostamenti aerei, non mi era mai stata posta: "Do you remember the number of your boss on top of your head?"; alla risposta "Admittedly, I'd struggle to remember mine", è seguito il "Safe travels" di rito :)

G
 
Trip report agghiacciante .. quasi al limite dell'incredibile.
Con l'augurio finale per la nuova IG

https://flight-report.com/en/report/31606/Alitalia-895-Cairo-CAI-Rome-FCO

Bah, oltre al fatto di avere una visione piuttosto distorta dei fatti (crede che AZ fallisca tra 8 giorni e che AirItaly prenderà praticamente il suo posto... neanche l'avesse scritto Al Baker!), mi sembra che la visione che questo galant'uomo abbia del servizio Alitalia sia... come dire, leggerissimamente figlia di pregiudizi, non fornendo, fra l'altro, nessun dato oggettivo (ritardi, perdite di bagaglio, attacchi di dissenteria dopo aver mangiato a bordo, ecc...) ma richiamandosi ad un viaggio di anni addietro; per dare quei voti (3 su 10 alla cabina, 1 su 10 al crew e 3 su 10 al cibo) dovrebbe aver quanto meno trovato cartacce a terra e macchie imbarazzanti sul sedile, dovrebbe essere stato insultato o preso a spintoni dal capo cabina e passato una mezz'ora a vomitare dopo il pasto... mi sembra che nulla di tutto ciò sia stato riportato (e non dubito che il simpaticone lo avrebbe fatto, se solo ci fosse stata la parvenza di un qualcosa di simile).
A me sembra sfacciatamente spazzatura, ma ognuno è libero di farsi la propria opinione...
 
https://m.ilmessaggero.it/lancio_notte/alitalia_unione_europea_prestito_stato-3688435.html

Alitalia, sgambetto Ue: basso l’interesse al 10% sul prestito dello Stato

ROMA Bruxelles ha detto stop. Di fronte allo stallo sul fronte delle offerte per Alitalia e a quello, ben più grave, per la mancata formazione di un governo in grado di gestire rapidamente la cessione, la Commissione europea ha fatto scattare l’allarme rosso. Avviando ufficialmente, come più volte minacciato, un’indagine sul prestito ponte di 900 milioni concesso alla compagnia aerea dall’esecutivo uscente. Il timore di Bruxelles è che l’intervento per dare ossigeno ad Alitalia, notificato a gennaio...

Se qualcuno fosse abbonato per dirci il resto...?
 
La Commissione europea ha deciso di aprire un'«indagine approfondita» per capire se i 900 milioni prestati dal governo ad Alitalia si possano configurare come aiuti di Stato. Il primo, immediato effetto della notizia è che la vendita della compagnia diventerà più difficile, andando a pesare sull'acquirente anche il rischio di dover restituire questa ingente somma. Perché se il prestito venisse ritenuto non conforme alle norme europee, la compagnia sarebbe condannata a restituirlo; prima della vendita, significherebbe fallire definitivamente; dopo la vendita, significherebbe aggravare notevolmente l'impegno del compratore. Che, evidentemente, farà i suoi calcoli prima di sottoscrivere l'acquisto.

Perché la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager vuole andare a fondo su queto tema? Un finanziamento non è considerabile aiuto di Stato se rispetta le regole europee e le condizioni di mercato. Tre i dubbi dell'Ue: il primo riguarda l'entità degli interessi. Sono alti, è vero (circa il 10%), ma secondo le compagnie che hanno presentato il ricorso (che sarebbero Ryanar e Lufthansa) troppo bassi rispetto alla solvibilità della società commissariata. Il secondo è l'entità: ai 600 milioni erogati nel maggio 2017 ne sono stati aggiunti altri 300 nell'ottobre successivo; troppo, secondo i ricorrenti, a tal punto che l'amministrazione straordinaria non ne avrebbe ancora fatto uso, o quasi. Terzo, per un prestito della durata superiore a 6 mesi il governo avrebbe dovuto presentare un piano di ristrutturazione di Alitalia, dimostrandone la sostenibilità di lungo periodo.

Fin qui la teoria. Passando a un livello più pragmatico, va osservato che approfondire un'indagine a livello europeo spesso è un atto dovuto, non necessariamente preliminare a sanzioni. I tempi di una pronuncia sono normalmente lunghi, e il tempo potrebbe depotenziarne l'effetto. La faccenda, infine, è in buona parte politica. Il governo in carica, erogatore di quei finanziamenti, saprà sicuramente difendere il suo operato nelle sedi competenti; e il governo che verrà, se avrà degli istinti antieuropei, nel caso di una pronuncia contro l'Italia potrebbe farla diventare un'occasione di scontro. Se condannata a restituire quei soldi, ripetiamo, Alitalia fallirebbe.

Nel frattempo, in attesa di un nuovo governo che possa prendere in mano il dossier Alitalia con pieni poteri, sembra di assistere a una «nazionalizzazione strisciante», nella quale si adombra l'intervento della Cassa depositi e prestiti e di altri capitali italiani e stranieri. E, in questo clima di incertezza, i sindacati brindano per aver ottenuto la riduzione della cassa integrazione, prorogata al 31 ottobre: gli esuberi sono stati ridotti da 1.600 a 1.480. Va ricordato che proprio i sindacati, nell'aprile 2017, aprirono la via del commissariamento opponendosi al piano Cai-Etihad che prevedeva un taglio dei costi.

I commissari stanno gestendo la compagnia al meglio, ma sono piuttosto avari di numeri, né la stagione del basso prezzo del petrolio è stata sfruttata al pari di altre concorrenti. Prima di un possibile progetto che preservi l'identità nazionale della compagnia, occorrono però idee molto chiare. Se anche sono nella testa dell'attuale ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, è difficile che questi le regali ai suoi successori. La compagnia sta ancora aspettando, peraltro, il decreto ministeriale annunciato dieci giorni fa con le nuove scadenze per la procedura di vendita. Entro il 30 aprile andrebbe scelta la migliore offerta fra le tre pervenute; ma un rinvio è necessario.

Il Giornale
 
Per mille ragioni non sarà sicuramente il caso di AZ, ma mi è tornato in mente che in effetti Estonian Air ha cessato le operazione perché non era in grado di restituire un aiuto di Stato considerato illegittimo dalla UE: ma il giorno dopo ha iniziato le operazioni Nordica.
 
Per mille ragioni non sarà sicuramente il caso di AZ, ma mi è tornato in mente che in effetti Estonian Air ha cessato le operazione perché non era in grado di restituire un aiuto di Stato considerato illegittimo dalla UE: ma il giorno dopo ha iniziato le operazioni Nordica.

E anche Malev.

Il problema, per AZ e per il governo, sara' provare che il "prestito ponte" sia stato elargito con lo scopo di garantire l'attivita' operativa fino al momento in cui un compratore e' stato trovato, evitando cosi' una chiusura prematura. Il fatto che siano passati una carriolata di mesi non depone a favore di entrambi, e fa nascere il sospetto che il prestito sia stato elargito per garantire la sopravvivenza di una compagnia che, abbandonata alla sola legge di natura del mercato, avrebbe dovuto chiudere. Se si riesce a dimostrare che i ritardi sono dovuti a logiche di forza maggiore (un'elezione come quella di marzo 2018, per esempio), bene; se la DG Concorrenza ha motivo di credere che, in realta', la vendita sia una finta, si vuole in realta' nazionalizzare, allora questi sono AdS illegali. Sara' di sicuro interessante vedere come procederanno le cose.
 
Domanda per i più esperti: quanto dura la procedura di infrazione di Bruxelles e realisticamente a cosa potrebbe portare?

Mi spiego: potrebbe essere ancora in corso a vendita ultimata (nel caso AZ venga venduta ovviamente).
 
A marzo AZ crolla nella classifica di puntualità al 13° posto. Rimane seconda in Europa dietro KLM. La cosa interessante è che rimane comunque una delle compagnie con il minore DalayTime 35,9minuti, contro per esempio i 40 di KLM e Quatar (la prima al monto) e 60 di Delta (8°).
 
Pronto il decreto Alitalia: più tempo per trovare il compratore e per restituire un miliardo allo Stato

Il provvedimento esaminato in fase preliminare a palazzo Chigi, sarà in Consiglio dei ministri giovedì 26 aprile, in Commissione speciale venerdì 27

Sei mesi in più per trovare il nuovo proprietario di Alitalia e tre mesi in più alla compagnia aerea per restituire il prestito ponte di quasi un miliardo allo Stato. In questo consiste il nuovo decreto Alitalia, esaminato oggi in fase preliminare a palazzo Chigi e che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri giovedì 26 aprile. Per approdare su quello delle commissioni speciali di Camera e Senato già il giorno dopo.

Un documento snello, di soli due articoli, che serve a dare alla ex compagnia di bandiera più tempo. Prima di tutto per trovare un acquirente. Se per ora la legge prevede che le fasi di cessione si debbano concludere entro il 30 aprile, il decreto Alitalia sposta questa data al 31 ottobre. In parole povere, il Governo Gentiloni allunga di sei mesi le tempistiche per trovare un nuovo proprietario ad Alitalia. Sei mesi in più che potrebbero teoricamente anche servire al nuovo Governo che si formerà per bloccare, se lo vorrà, le operazioni di cessione.

Allo stato attuale, come detto dal ministro Carlo Calenda, ci sono tre offerte vincolanti ricevute dai notai che seguono per i commissari l'iter di vendita di Alitalia. E una, secondo il ministero dello Sviluppo economico, conterrebbe dei "passi in avanti". Passi in avanti che però hanno bisogno di maturare. Da qui la necessità di allungare le tempistiche di vendita. D'altronde anche la relazione illustrativa che accompagna il decreto Alitalia lo dice chiaramente: la proroga "si è resa necessaria a causa dell'impossibilità, ad oggi, di individuare un soggetto aggiudicatario e per consentire la massimizzazione dei risultati conseguibili a benefici dei creditori sociali, dell'occupazione e della conservazione del patrimonio produttivo d'impresa".

Il decreto prevede poi un'altra proroga, ovvero quella del prestito ponte. Alitalia, si legge nella bozza, avrà tempo fino al 15 dicembre 2018 (invece che fino al 30 settembre come ora fissato) per restituire il prestito da 900 milioni di euro concesso dallo Stato dal 2017. Quello stesso prestito che, ed è notizia di ieri, è finito sotto la lente della Commissione europea che sta valutando se si tratti di un aiuto di Stato "illegale" nei tempi e nei modi o sia in linea con le regole europee.

https://www.huffingtonpost.it/2018/...restituire-un-miliardo-allo-stato_a_23419270/
 
LH conferma che così come è adesso AZ non interessa e deve essere ristrutturata.

Da Repubblica.it (http://www.repubblica.it/economia/2...a_-194836846/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P11-S1.8-T1)

MILANO - Alitalia deve essere ristrutturata sia per quanto riguarda le dimensioni, sia per quanto riguarda i costi. Lo ha ribadito Lufthansa, secondo quanto riferisce Bloomberg. La compagnia tedesca aggiunge che come alternativa ad Alitalia punterà a crescere in Air Dolomiti.

Le condizioni in cui si trova Alitalia oggi sono tali per cui "non ci interessa per niente". La compagnia "va ristrutturata in termini di dimensione, costi, destinazioni e così via, e questa ristrutturazione va fatta dall'Italia non possiamo farla noi da azionisti", ha detto il cfo di Lufthansa, Ulrik Svensson. Qualora il matrimonio non riuscisse "un'alternativa" potrebbe essere "scalare Air Dolomiti". "L'Italia - ha detto Svensson - è un mercato molto importante per noi, il secondo più importante dopo gli Usa".

Dal Consiglio dei ministri convocati per oggi si attende il decreto del Mise per prolungare la procedura di vendita di Alitalia, affidata ai commissari.

In attesa di questo passaggio, Lufthansa incassa conti in miglioramento nel primo trimestre con una perdita netta ridotta da 68 a 57 milioni (+16,2%) e utile operativo rettificato in crescita del 4% a 26 milioni. I ricavi si attestano a 7.640 milioni (-0,7% ma +4,5% se si esclude l'impatto dell'applicazione per la prima volta dei principi contabili Ifrs15). La sola Lufthansa Germania ha visto aumentate l'utile operativo (Ebit) rettificato di 95 milioni a 83 milioni, il miglior risultato trimestrale degli ultimi 10 anni. L'utile operativo rettificato delle compagnie aeree del gruppo (oltre a Lufthansa Germania, Swiss e Austrian Airlines) si è attestato a 114 milioni, 154 milioni sopra il dato dello stesso periodo dell'anno scorso. Malgrado l'impatto delle spese una tantum affrontate per Eurowings il gruppo nel suo complesso è riuscito conciliare riduzione dei costi e investimenti nella qualità dell'offerta, viene sottolineato in una nota.
 
Il prestito-ponte è stato utilizzato o meno da Alitalia? E se sì, quanto?, e come? E c’è davvero un interesse di Lufthansa per Alitalia?

Sono alcune delle domande, in parte ancora senza risposte precise, che circolano anche anche dopo l’approvazione oggi in consiglio di amministrazione della proroga dei termini per la vendita Alitalia e anche del termine per la restituzione del prestito.

Ecco il punto su Alitalia fra decreto del governo, numeri in bilico e intenzioni tutte da delineare di Lufthansa per l’ex compagnia di bandiera italiana viste le parole odierne del direttore finanziario del vettore tedesco.

LE PAROLE DI CALENDA

“Vendita Alitalia? Il decreto è molto semplice, spostiamo i termini per la vendita a fine ottobre e al 15 dicembre spostiamo il termine per la restituzione del prestito”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al termine del consiglio dei ministri di oggi.

IL GOVERNO E I COMMISSARI

Calenda si è poi dilungato sull’operato dei commissari Alitalia guidati da Luigi Gubitosi: “Certo che il Governo può dare mandato ai commissari di entrare in negoziazione esclusiva, ma c’è un punto, ed è che quando gli investitori si ingaggiano con un governo che è in una situazione particolare, qui non si tratta tanto e solo di un tema di rispetto istituzionale nei confronti delle forze politiche, ma anche di praticabilità oggettiva di una cessione di Alitalia in una situazione in cui non c’è una visibilità sulle opinioni del governo”.

DOSSIER PRESTITO PONTE

Ma come e quanto sia stato utilizzato da Alitalia il prestito ponte deciso dal governo per la compagnia di bandiera? Calenda è sicuro: “I commissari hanno bene operato, il prestito ponte e’ sostanzialmente intatto”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico al termine del consiglio dei ministri.

L’ANALISI DEL SOLE

“Se davvero il prestito statale «non è stato sostanzialmente intaccato», Alitalia avrebbe un modo molto semplice di dimostrarlo: restituire i soldi”, ha scritto oggi Gianni Dragoni del Sole 24 Ore che ha ripercorso date e numeri del recente sostegno statale.

Ecco l’analisi di Dragoni: “Alcuni dati si rintracciano però nel «Programma» dei commissari, datato 26 gennaio 2018, pubblicato il 12 aprile. Nella loro relazione si legge che all’avvio dell’amministrazione straordinaria Alitalia era in «uno stato di gravissima tensione di liquidità», le disponibilità liquide al 28 aprile 2017 erano «pari a 74 milioni e le proiezioni avevano stimato che tale disponibilità si sarebbe con elevata probabilità esaurita tra il 5 e il 12 maggio 2017». La Iata – scrivono i commissari – il 26 aprile 2017 aveva chiesto ad Alitalia di versare un deposito cauzionale di 118 milioni per continuare a partecipare ai sistemi di pagamento, altrimenti la compagnia non avrebbe più potuto vendere biglietti.
Alitalia il 1o maggio 2017 ha versato 30 milioni a Iata e si è impegnata a versare gli altri 88 milioni entro cinque giorni dal commissariamento.

I commissari hanno subito chiesto «l’erogazione in via anticipata ed urgente di (…) 240 milioni» del prestito, avvenuta il 5 maggio. «Un secondo utilizzo del finanziamento, (…) pari a 360 milioni, è stato erogato nel mese di ottobre 2017». «In data 15 gennaio 2018 è stata erogata l’ultima tranche del prestito statale per 300 milioni».

I commissari concludono: «Attualmente, la società ha beneficiato della disponibilità di un prestito ponte da parte del Mise pari a euro 900 milioni, ad oggi interamente erogato, di cui 103 milioni depositati presso Iata ed i restanti 800 milioni impiegati da Alitalia ed Alitalia Cityliner per esigenze di cassa a supporto del business».
Quest’affermazione sembra diversa dal dire che il prestito «non è stato sostanzialmente intaccato». Alitalia ha precisato al Sole 24 Ore che «il prestito ponte è ancora sostanzialmente nella disponibilità della compagnia, intendendo con ciò che l’ammontare di liquidità disponibile è equivalente all’ammontare del prestito erogato dal governo. Ciò tuttavia non significa che il prestito non sia stato (e non sarà in futuro) utilizzato per esigenze di cassa a supporto dell’operatività»”.

LE CONDIZIONI DI LUFTHANSA

Tutti gli addetti ai lavori ora seguono mosse e intenzioni delle cordate interessate ad acquisire tutto o in parte la compagnia aerea. Significative le parole oggi del capo azienda di Lufthansa, per nulla entusiasta di acquisire la società così com’è. A Lufthansa interessa una eventuale acquisizione di Alitalia solo se la ex compagnia di bandiera italiana sarà profondamente ristrutturata, ha detto senza tanti giri di parole il direttore finanziario del vettore tedesco, Ulrik Svensson, secondo quanto riporta il sito di Reuters. “Nella situazione in cui Alitalia sembra oggi per noi non c’è assolutamente alcun interesse”, ha affermato Svensson, passando la palla all’Italia.

LE PAROLE DI SVENSSON

Il capo delle finanze della società tedesca ha anche spiegato e delimitato il perimetro e le condizioni dell’interesse del gruppo: “Come abbiamo detto molte volte, il mercato italiano è molto importante per noi, è il secondo più importante dopo gli Stati Uniti”, ha chiarito Svensson. “Abbiamo consegnato un concept paper, è importante sottolineare che non è un’offerta è un concept paper di un’Alitalia molto diversa che potrebbe apparire con costi inferiori e un numero inferiore di aerei e persone”. Il direttore finanziario ha però precisato che “questo concetto dovrà essere valutato dalle autorità italiane, ma senza un governo penso che si impiegherà molto tempo a far capitare qualcosa da quel lato”.

LO SCENARIO TEDESCO PER L’ITALIA

Ma quali sarebbero gli effetti per Alitalia se fosse acquistata da Lufthansa? E sugli scali italiani? A delineare scenari su questo fronte è stato Paolo Stefanato del Giornale: “Alitalia al Nord è poco presente con voli intercontinentali ed è difficile che questa offerta possa essere ridimensionata, anche perché a Malpensa molte concorrenti sono pronte ad afferrare nuove opportunità di mercato; a cominciare dai «big three» del Golfo, per continuare con Air Italy (ex Meridiana) pronta a nuovi collegamenti senza scalo”, ha scritto il giornalista esperto di trasporti: “Piuttosto, con l’acquisizione del ricco portafoglio di slot di Alitalia, Lufthansa potrebbe valorizzare le linee di feederaggio da Linate verso il suo hub di Francoforte; ciò anche se l’Antitrust imponesse qualche ridimensionamento (oggi Az ha il 60% degli slot nell’aeroporto)”. Pessime le prospettive per Fiumicino in caso di approdo tedesco per Alitalia: Altro discorso per Fiumicino, che in un gruppo «multihub» rischierebbe di risultare depotenziato se non marginale”.

http://www.startmag.it/primo-piano/alitalia-decreto-lufthansa-prestito/
 
Altra domanda, magari anche banale e riguarda la livrea. Cosa c’è in programma? Riprendere i lavori e andare sul sabbia attuale, riportare tutto alla precedente, o lasciare metà e metà come adesso?
 
nel senso così come è adesso :) un po’ di aeromobili con livrea nuova, un po’ con livrea vecchia. Quello che vorrei sapere, hanno intenzione di mettere mano ai “pennelli” o no?

io penso che semplicemente adesso non è una priorità, staranno raccogliendo pareri in giro per capire il da farsi a tempo debito.
 
Stato
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