Riapre la scuola piloti Alitalia


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20 Giugno 2008
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24 giovani selezionati per il programma Cadet Pilot di Alitalia e Etihad Airways


Dopo oltre 10 anni riapre la Scuola Piloti di Alitalia.


Due anni di formazione in Italia e negli Emirati Arabi Uniti co-finanziati da Alitalia.


I cadetti che supereranno il corso prenderanno servizio in Alitalia CityLiner


Roma, Abu Dhabi 23 settembre 2015 – Ventiquattro giovani, di età compresa tra i 18 e i 27 anni, sono stati selezionati da Alitalia per partecipare al progetto Cadet Pilot promosso insieme con Etihad Airways.


Oltre 550 le candidature pervenute per il corso piloti che avrà una durata di due anni e si svolgerà presso i centri di addestramento in Italia e negli Emirati Arabi Uniti delle due compagnie.


I partecipanti che completeranno con successo il corso e acquisito i brevetti previsti verranno assunti come piloti di CityLiner, la compagnia regionale di Alitalia che possiede una flotta di 20 aerei (5 Embraer 190 e 15 Embraer 175). I neoassunti si impegneranno a volare per Alitalia per un periodo minimo di 36 mesi.


Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Alitalia , ha dichiarato: “Oggi è un giorno importante per Alitalia e per l’aviazione civile italiana i cui meriti formativi nell’addestramento di piloti di aviazione sono riconosciuti in tutto il mondo. La formazione e l’investimento sui giovani è un impegno che abbiamo condiviso con Etihad Airways fin dal primo giorno e che si aggiunge alla partnership azionaria e commerciale.”


James Hogan, Presidente e Amministratore Delegato di Etihad Airways, ha dichiarato: “con la partecipazione di questi giovani al più qualificato corso di formazione in Italia e negli Emirati Arabi Uniti, nelle nostre strutture di eccellenza mondiale, ci garantiamo per l’avvenire l’ingresso di nuovi piloti altamente qualificati.”


Riprende così le attività, dopo oltre 10 anni di sospensione, la Scuola Piloti di Alitalia, che nei suoi 60 anni di storia ha formato migliaia di piloti italiani, le cui qualità sono riconosciute in tutto il mondo, costituendo una pietra angolare per la storia dell’aviazione commerciale nazionale.


I primi 8 cadetti sono partiti la scorsa settimana per gli Emirati Arabi Uniti, dove hanno iniziato a svolgere la prima parte del corso professionale. Insieme a loro c’è il comandante Giuseppe Borgna, responsabile Cadet Pilot, che ha curato tutta la fase esecutiva e didattica del progetto.


Il gruppo dei 24 partecipanti è stato selezionato da Alitalia negli ultimi 12 mesi attraverso approfonditi test attitudinali, psicologici, fisici e di approccio al volo.


L’avvio dei corsi sono scaglionati per le prossime settimane ed entro la fine del 2015 tutti i 24 Cadet Pilot avranno iniziato il loro percorso formativo.

La prima parte del corso è dedicata all’apprendimento teorico in aula e pratico con prime prove di volo presso Etihad Flight College di Al Ain, che si trova ad un’ora di macchina da Abu Dhabi.


La seconda parte i Cadet Pilot la svolgeranno con un team di piloti istruttori presso la Training Academy Alitalia di Fiumicino, un centro di eccellenza per l’addestramento del personale navigante dotato di 7 simulatori di volo.


In caso di superamento del corso, previsto per l’estate 2017, Alitalia si impegna ad assumere a tempo indeterminato i giovani piloti.

Per aiutare gli aspiranti piloti a sostenere il costo di formazione, Alitalia erogherà un contributo per ogni tirocinante con un investimento totale di oltre un milione di euro. In passato, gli allievi pilota dovevano sostenere interamente il costo della formazione senza alcun aiuto. La compagnia aerea ha inoltre concluso un accordo con UniCredit che, per supportare l’impegno finanziario di giovani talenti e delle loro famiglie, offre agli aspiranti piloti un finanziamento a condizioni particolarmente vantaggiose.

In considerazione del proprio piano industriale, che prevede nei prossimi anni l’ingresso in flotta di nuovi aerei di lungo raggio, Alitalia, insieme ad Etihad Airways, sta già pianificando le future stagioni del programma Cadet Pilot per soddisfare le future esigenze.

La riapertura della Scuola di Volo Alitalia con il programma Cadet Pilot è stata possibile grazie alla fattiva collaborazione dell’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che ha verificato e approvato l’intero percorso di addestramento.


Oltre al programma Cadet Pilot, Alitalia ed Etihad Airways promuovono analoghe iniziative di formazione per neo laureati e per ingegneri che ad oggi coinvolgono un totale di 47 partecipanti e che si sviluppa sia in Italia sia negli Emirati Arabi Uniti.
 
In bocca al lupo ai nuovi pinguini. É una buona notizia. L'unica cosa per cui mi piange letteralmente il cuore è che le strutture delle ormai ex S.V. di Alghero siano ancora li a marcire ... Questa poteva essere una buona occasione per rivalorizzarle forse.
 
Ultima modifica:
Brava alitalia, bravo presidente, bravi sindacati. Richiamare in servizio quelli lasciati a casa no vero?
 
Intendi che quelli lasciati a casa andavano mandati alla scuola piloti?

Probabilmente il problema nasce dal fatto che questa accademia non è una scuola con mero intento di guadagno, ma il corso è istituito con la finalità ben espressa dell'assunzione a tempo indeterminato. Al momento esistono anche corsi per aavv che però mettono ben in chiaro il fatto che dopo la certificazione non si verrà assunti, ma si avrà solo l'attestato spendibile in UE (alquanto inutile).

Quindi se lo scopo dell'azienda è assumere, il primo step sarebbe di assumere persone già esperte ed abilitate o facilmente abilitabili.
 
E' necessario avere gia un brevetto commerciale per candidarsi?

http://www.alitalia.com/it_en/news/alitalia-etihad-recruitment.html

Probabilmente il problema nasce dal fatto che questa accademia non è una scuola con mero intento di guadagno, ma il corso è istituito con la finalità ben espressa dell'assunzione a tempo indeterminato. Al momento esistono anche corsi per aavv che però mettono ben in chiaro il fatto che dopo la certificazione non si verrà assunti, ma si avrà solo l'attestato spendibile in UE (alquanto inutile).

Quindi se lo scopo dell'azienda è assumere, il primo step sarebbe di assumere persone già esperte ed abilitate o facilmente abilitabili.

Lo capisco benissimo questo discorso, permettimi però una serie di considerazioni tutte profondamente correlate l'una all'altra.

La prima è che ogni azienda, a maggior ragione se virtualmente in espansione e in un settore come quello aereo dove la formazione non la sfanghi con 3 mesi di corso o con l'apprendimento sul lavoro, deve programmare per tempo l'ingresso del nuovo personale. Ben venga dunque un programma di formazione di giovani piloti che verranno inseriti nel personale tra non prima di due anni. Il comunicato dice infatti che i cadetti, se supereranno il corso, verranno assunti nel 2017.

Due: una compagnia aerea seria ha una propria scuola piloti in base alla quale pianifica le proprie necessità operative.

Tre: sono anni che stanno tutti (giustamente) a piangere per la chiusura di Alghero. Vedi in particolare l'intervento di I-PAUL poco più sopra.

Quattro: sono anni che tutti si scagliano ferocemente contro la pratica FR style di assumere gente che si è pagata da sola le certificazioni, e che per recuperare qualcosa accetta poi contratti al ribasso. Al contrario, tutti sono d'accordo che la normalità debba essere la scuola di volo direttamente gestita dalle compagnie che per mezzo di questa regolano il mercato dei piloti in base alle effettive necessità. Ed evitando sostanzialmente il dumping.

Cinque, e qui si abbandona il settore dell'aviazione per estendere il discorso in generale: c'è in atto una lotta feroce e fratricida tra chi un lavoro ce l'ha e chi invece nel mondo del lavoro ci deve entrare per la prima volta, e l'intervento che ha mosso questa digressione ne è la più pura rappresentazione. Quindi come i sindacati moderni che non difendono il lavoro ma il lavoratore (tra i due concetti c'è un abisso), c'è oggi chi non vorrebbe che nuovi giovani piloti vengano formati dalle scuole volo, nè che gli venga data la possibilità di formarsi a proprie spese per poi entrare individualmente nel mondo del lavoro. Un blocco di categoria insomma, in cui chi è già dentro si impegna solennemente ad impedire che qualcun'altro possa entrare nella stessa categoria.

Sei: però poi - di nuovo - quando si parla di Alghero stanno tutti con le lacrime agli occhi.

Sette: tutti infine ad invocare il ritorno alle origini e la riapertura delle scuole di volo. A patto però che non lo si faccia davvero.