Autogrill chiude tutti i punti vendita all' aeroporto di Napoli: 81 licenziamenti


Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
Autogrill chiude negozi nell’aeroporto di Capodichino. Licenziati 81 dipendenti

Nel giro di poche ore l'azienda ha fatto sparire insegne e attrezzature dei sei punti vendita dello scalo. La chiusura è stata giustificata con un calo di fatturato 2013 del 7,1%. A fronte delle proteste sindacali per il riassorbimento dei lavoratori, Autogrill ha proposto sei part time. Ma tra l'Emilia e il Trentino

Autogrill abbandona l’aeroporto di Napoli. I sei punti vendita dello scalo di Capodichino, tra bar e ristoranti, dal 30 settembre hanno chiuso i battenti. Una scelta, fanno sapere dalla società, dovuta alle continue perdite e ai cali di fatturato degli ultimi anni. Intanto gli 81 dipendenti, oggetto di una procedura di licenziamento collettivo, sono rimasti senza lavoro e senza neanche la copertura degli ammortizzatori sociali.

“Tentazioni”, “Obika”, “Ciao” e “Acafè”: là dove c’erano questi locali, ora c’è il vuoto. L’azienda, infatti, ha provveduto a sgomberare ogni segno di attività da quegli spazi che aveva occupato per anni: nel giro di poche ore, a partire dalla notte, sono sparite insegne, tavolini, macchine del caffè, forni, frigoriferi. Fonti aziendali precisano che la fretta di sgomberare i locali è dovuta a un accordo stretto con Gesac, la società aeroportuale, che prevedeva la restituzione degli spazi proprio entro il 30 settembre. Una volta arrivati sul posto, i dipendenti hanno potuto solo assistere allo smantellamento del proprio posto di lavoro. Impossibile, per loro, anche manifestare davanti ai locali.

“La polizia aeroportuale ci ha fatto spostare le nostre bandiere adducendo problemi di ordine pubblico”, racconta Luana Di Tuoro, segretaria regionale Filcams Cgil. E i lavoratori aggiungono di avere trovato piantonato l’ingresso del parcheggio per impedire loro l’accesso. Ora, i dipendenti si ritrovano senza lavoro e senza reddito. “Il contratto del turismo non prevede la mobilità assistita – spiega Marco Verde della Fisascat Cisl – Dovremo fare richiesta di Aspi, la nuova forma dell’indennità di disoccupazione”. Nel frattempo si cercheranno altre soluzioni. “Abbiamo chiesto a Gesac se c’è una trattativa per trovare società subentranti e se è possibile una ricollocazione dei lavoratori – spiega Di Tuoro – Anche perché nell’aeroporto è rimasto solo un bar: al licenziamento dei dipendenti si aggiunge un disservizio per gli utenti dello scalo”.

La chiusura dell’attività, in realtà, è l’epilogo di una vertenza che dura da mesi. Già a gennaio, Autogrill si preparava a cedere la gestione dei punti vendita a un’altra società, la Colle srl. I dipendenti avevano organizzato scioperi e manifestazioni, chiedendo la garanzia di essere riassorbiti dalla nuova azienda. C’era anche chi era arrivato a incatenarsi. Il passaggio di consegne, poi, non era andato in porto e la gestione era rimasta in mano ad Autogrill. Il 18 luglio, l’azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per tutti gli 81 dipendenti di Capodichino. Nel documento consegnato ai sindacati, la società snocciola i numeri che hanno portato a questa decisione.

Nel sito di Capodichino, Autogrill ha registrato un calo di fatturato del 2,6% nel 2012, del 7,1% nel 2013 e del 35% nel primo trimestre 2014. L’azienda parla anche di perdite di 455mila euro nel 2011, di 715mila euro nel 2012 e 810mila euro nel 2013, con un’incidenza del costo del lavoro sulle vendite pari al 48 per cento. Conclusione: l’azienda, “con decorrenza 30 settembre 2014, cesserà la propria attività riconsegnando i locali a Gesac spa”. E così è stato. E’ andato a vuoto anche l’ultimo tentativo di salvare l’attività, un incontro tra sindacati e azienda che si è tenuto il 29 settembre. L’unica concessione da parte di Autogrill è stata l’individuazione di sei posti di lavoro disponibili per ricollocare i dipendenti in altri punti vendita del gruppo. Si tratta di cinque part time a 20 ore alla settimana e un solo full time. Tre a Bologna e tre al passo del Brennero, rispettivamente a 470 e 710 chilometri di distanza da Napoli.

“Autogrill e Gesac”, fanno sapere fonti aziendali, “allo scopo di salvaguardare i livelli occupazionali hanno cercato di facilitare il subentro di un nuovo operatore pronto ad assumere il personale impiegato. La trattativa non è andata a buon fine in quanto i lavoratori non hanno accettato la soluzione prospettata ed erano informati che l’attività sarebbe cessata il 30 settembre fin dall’avvio della procedura nel mese di luglio”. Autogrill precisa anche che 11 degli 81 licenziati lavoravano a Torre Annunziata.

Il fatto quotidiano
 

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
Prima di tutto un pensiero ai dipendenti.

Mi sorprende molto questa chiusura, un marchio conosciuto come Autogrill e un aeroporto con una buona crescita di pax come Napoli eppure stando ai dati riportati sopra i punti vendita perdevano fatturato.

Spesso in altri thread si parla di problematiche relative alla cassa integrazione per i dipendenti delle compagnie aeree in crisi, forse bisognerebbe riflettere notando che questi dipendenti pur lavorando nell' indotto aeroportuale non avranno alcun tipo di cassa integrazione e si ritrovano sulla strada da un giorno a un altro.
 

flapane

Utente Registrato
6 Giugno 2011
2,798
299
DUS/NAP
Brutta storia, peccato sia saltato il cambio di gestione.
A Gennaio, per queste proteste, accoppiate a quelle degli addetti della pulizia, il terminal divenne un porcile.
 

flapane

Utente Registrato
6 Giugno 2011
2,798
299
DUS/NAP
Non ne ho idea, ma, chiudere in perdita anche negli anni di crescita dello scalo, e ridurre di un terzo il fatturato perfino nel 2014, significa avere qualche problemino di competitività.
 

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
Non ne ho idea, ma, chiudere in perdita anche negli anni di crescita dello scalo, e ridurre di un terzo il fatturato perfino nel 2014, significa avere qualche problemino di competitività.
Potrebbe essere che avessero prezzi troppo cari? Per me già gli Autogrill di città sono cari ma negli aeroporti si sa tutto è ancora piu' caro di fuori.
 

james84

Utente Registrato
11 Marzo 2007
9,741
0
Roma, Lazio.
Potrebbe essere che avessero prezzi troppo cari? Per me già gli Autogrill di città sono cari ma negli aeroporti si sa tutto è ancora piu' caro di fuori.
A Roma hanno chiuso, qualche anno fa, il ristorante al centro commerciale La Romanina, mettendo in mobilità un bel po' di persone. Da quanto mi ha riferito una parente che ci lavorava, il motivo era l'affitto dei locali troppo alto. Probabile che anche a NAP sia successa la stessa cosa.
 

enrico

Amministratore AC
Staff Forum
30 Gennaio 2008
15,820
1,242
Rapallo, Liguria.
Autogrill chiude negozi nell’aeroporto di Capodichino. Licenziati 81 dipendenti

Nel giro di poche ore l'azienda ha fatto sparire insegne e attrezzature dei sei punti vendita dello scalo. La chiusura è stata giustificata con un calo di fatturato 2013 del 7,1%. A fronte delle proteste sindacali per il riassorbimento dei lavoratori, Autogrill ha proposto sei part time. Ma tra l'Emilia e il Trentino

Autogrill abbandona l’aeroporto di Napoli. I sei punti vendita dello scalo di Capodichino, tra bar e ristoranti, dal 30 settembre hanno chiuso i battenti. Una scelta, fanno sapere dalla società, dovuta alle continue perdite e ai cali di fatturato degli ultimi anni. Intanto gli 81 dipendenti, oggetto di una procedura di licenziamento collettivo, sono rimasti senza lavoro e senza neanche la copertura degli ammortizzatori sociali.

“Tentazioni”, “Obika”, “Ciao” e “Acafè”: là dove c’erano questi locali, ora c’è il vuoto. L’azienda, infatti, ha provveduto a sgomberare ogni segno di attività da quegli spazi che aveva occupato per anni: nel giro di poche ore, a partire dalla notte, sono sparite insegne, tavolini, macchine del caffè, forni, frigoriferi. Fonti aziendali precisano che la fretta di sgomberare i locali è dovuta a un accordo stretto con Gesac, la società aeroportuale, che prevedeva la restituzione degli spazi proprio entro il 30 settembre. Una volta arrivati sul posto, i dipendenti hanno potuto solo assistere allo smantellamento del proprio posto di lavoro. Impossibile, per loro, anche manifestare davanti ai locali.

“La polizia aeroportuale ci ha fatto spostare le nostre bandiere adducendo problemi di ordine pubblico”, racconta Luana Di Tuoro, segretaria regionale Filcams Cgil. E i lavoratori aggiungono di avere trovato piantonato l’ingresso del parcheggio per impedire loro l’accesso. Ora, i dipendenti si ritrovano senza lavoro e senza reddito. “Il contratto del turismo non prevede la mobilità assistita – spiega Marco Verde della Fisascat Cisl – Dovremo fare richiesta di Aspi, la nuova forma dell’indennità di disoccupazione”. Nel frattempo si cercheranno altre soluzioni. “Abbiamo chiesto a Gesac se c’è una trattativa per trovare società subentranti e se è possibile una ricollocazione dei lavoratori – spiega Di Tuoro – Anche perché nell’aeroporto è rimasto solo un bar: al licenziamento dei dipendenti si aggiunge un disservizio per gli utenti dello scalo”.

La chiusura dell’attività, in realtà, è l’epilogo di una vertenza che dura da mesi. Già a gennaio, Autogrill si preparava a cedere la gestione dei punti vendita a un’altra società, la Colle srl. I dipendenti avevano organizzato scioperi e manifestazioni, chiedendo la garanzia di essere riassorbiti dalla nuova azienda. C’era anche chi era arrivato a incatenarsi. Il passaggio di consegne, poi, non era andato in porto e la gestione era rimasta in mano ad Autogrill. Il 18 luglio, l’azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per tutti gli 81 dipendenti di Capodichino. Nel documento consegnato ai sindacati, la società snocciola i numeri che hanno portato a questa decisione.

Nel sito di Capodichino, Autogrill ha registrato un calo di fatturato del 2,6% nel 2012, del 7,1% nel 2013 e del 35% nel primo trimestre 2014. L’azienda parla anche di perdite di 455mila euro nel 2011, di 715mila euro nel 2012 e 810mila euro nel 2013, con un’incidenza del costo del lavoro sulle vendite pari al 48 per cento. Conclusione: l’azienda, “con decorrenza 30 settembre 2014, cesserà la propria attività riconsegnando i locali a Gesac spa”. E così è stato. E’ andato a vuoto anche l’ultimo tentativo di salvare l’attività, un incontro tra sindacati e azienda che si è tenuto il 29 settembre. L’unica concessione da parte di Autogrill è stata l’individuazione di sei posti di lavoro disponibili per ricollocare i dipendenti in altri punti vendita del gruppo. Si tratta di cinque part time a 20 ore alla settimana e un solo full time. Tre a Bologna e tre al passo del Brennero, rispettivamente a 470 e 710 chilometri di distanza da Napoli.

“Autogrill e Gesac”, fanno sapere fonti aziendali, “allo scopo di salvaguardare i livelli occupazionali hanno cercato di facilitare il subentro di un nuovo operatore pronto ad assumere il personale impiegato. La trattativa non è andata a buon fine in quanto i lavoratori non hanno accettato la soluzione prospettata ed erano informati che l’attività sarebbe cessata il 30 settembre fin dall’avvio della procedura nel mese di luglio”. Autogrill precisa anche che 11 degli 81 licenziati lavoravano a Torre Annunziata.

Il fatto quotidiano
Prima l'articolo del Fatto Quotidiano dice che i lavoratori sono rimasti senza ammortizzatori sociali e poi che, invece, avranno diritto all'ASPI.
Ma ci prendono in giro (i giornalisti)?
 

feelgood

Utente Registrato
24 Dicembre 2009
1,399
0
Fuggi da Foggia
A Roma hanno chiuso, qualche anno fa, il ristorante al centro commerciale La Romanina, mettendo in mobilità un bel po' di persone. Da quanto mi ha riferito una parente che ci lavorava, il motivo era l'affitto dei locali troppo alto. Probabile che anche a NAP sia successa la stessa cosa.
idem a Bari: Autogrill ha tolto le tende l'anno scorso pare per un aumento scriteriato della richiesta di affitto mensile.
 

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
In pratica Autogrill sta abbandonando progressivamente tutti gli aeroporti italiani. A questo punto mi chiedo se non sia una scelta strategica aziendale quella di abbandonare il settore ristorazione negli aeroporti, almeno in Italia.
 

freeair

Utente Registrato
7 Novembre 2005
1,922
1
.
I canoni di affitto negli aeroporti si sa sono molto alti, aggiungete il costo del lavoro e i conti sono fatti.
Per quello poi costa un botto un panino in Autogrill.
A livello aziendale si vede che, se come riportato nell'articolo ci perdeva, ovvio che chiudesse.
Per il subentro mi sembra ormai prassi chiudere e far riaprire ad altre società in modo da offrire contratti meno vantaggiosi per i lavoratori ovvero meno costosi per le aziende. Il subentro avrebbe voluto dire mantenere il contratto in essere o serie di scioperi sindacali.
Gli imprenditori le sanno ste cose e le evitano.
 

Fox

Utente Registrato
30 Luglio 2007
2,235
0
KLIA
A Roma hanno chiuso, qualche anno fa, il ristorante al centro commerciale La Romanina, mettendo in mobilità un bel po' di persone. Da quanto mi ha riferito una parente che ci lavorava, il motivo era l'affitto dei locali troppo alto. Probabile che anche a NAP sia successa la stessa cosa.
quel risto self service aveva dei prezzi folli per il mercato di zona, con quello che spendevi per un'insalata, di fronte ci prendevi/prendi il menu' completo. Autogrill quando ha concorrenza e' destinato a soccombere. Inoltre La Romanina ha subito l'apertura del centro commerciale Domus e Tor Vergata rispettivamente a 500mt e 1km di distanza, che gli hanno portato via gran parte dei clienti.
 

Fox

Utente Registrato
30 Luglio 2007
2,235
0
KLIA
Prima l'articolo del Fatto Quotidiano dice che i lavoratori sono rimasti senza ammortizzatori sociali e poi che, invece, avranno diritto all'ASPI.
Ma ci prendono in giro (i giornalisti)?
se hai 52 settimane di contributi versati allora l'Aspi spetta a chiunque perde il lavoro in maniera involontaria
 

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
In Italia il concorrente principale di Autogrill credo sia Mychef, gli ho provati diverse volte, si il prezzo è inferiore ad Autogrill ma anche la qualità, non c'è paragone.
 

conair

Utente Registrato
2 Novembre 2009
403
0
In Italia il concorrente principale di Autogrill credo sia Mychef, gli ho provati diverse volte, si il prezzo è inferiore ad Autogrill ma anche la qualità, non c'è paragone.
Negli aeroporti non mi sembra ci sia molta concorrenza. I prezzi sono folli e la qualità è pessima. Credo che la gente si sia stufata di farsi prendere in giro con la litania che " in aeroporto tutto costa di più".
Abbassassero le pretese, tutti, a partire dal gestore dell aeroporto con gli affitti degli spazi.
 

MalboroLi

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
19 Novembre 2009
6,406
81
cioè nell'aeroporto di Napoli ci sono pizzerie, mozzarella bar, Bellavia...onestamente che speranze può avere Autogrill là? Vendere rustichelle contro una prosciutto e bufala?
 

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
37,240
1,440
N/D
cioè nell'aeroporto di Napoli ci sono pizzerie, mozzarella bar, Bellavia...onestamente che speranze può avere Autogrill là? Vendere rustichelle contro una prosciutto e bufala?
Non è solo Napoli, Autogrill ha chiuso tutti i punti vendita anche a MXP, CTA e BRI. In pratica sta progressivamente abbandonando tutti gli aeroporti italiani.