Non vedo l'ora di vedere quelli con AB.Per quanto riguarda Niki sulle rotte da/per Vienna, per quanto riguarda AB invece mi dicono che saranno parecchi
Non vedo l'ora di vedere quelli con AB.Per quanto riguarda Niki sulle rotte da/per Vienna, per quanto riguarda AB invece mi dicono che saranno parecchi
ne sono sicuro. ma guardare le differenze ad un palmo dal proprio naso non fa male.io di certo non ho deciso di lavorare da una parte o dall'altra con l'ottica ai privilegi che avrei avuto in momenti di crisi.
Ci ritroveremo nuovi scassoplani stile I-DIR I-DIP che erano ex Etihad?Etihad passerà alle controllate gli aerei di cui farà phase out man mano che farà phase in 787/350/380,quanti,quali e a chi andranno non si sa ancora.
E' superfluo aggiungere che ethiad in europa non puo' avere controllate e non puo' decidere unilateralmente a chi e a che prezzo piazzare gli aerei usati.Cassano avvistato nell'ufficio di hogan.
Etihad passerà alle controllate gli aerei di cui farà phase out man mano che farà phase in 787/350/380,quanti,quali e a chi andranno non si sa ancora.
dubito fortemente che in EY si operino configurazioni di quel tipo..Ci ritroveremo nuovi scassoplani stile I-DIR I-DIP che erano ex Etihad?
Difatti DIR/P erano ex-Volare utilizzati da EY soprattutto nei voli hajj o rotte a basso yield (es.India)dubito fortemente che in EY si operino configurazioni di quel tipo..
Infatti facevamo la spola AUH-MAN...Difatti DIR/P erano ex-Volare utilizzati da EY soprattutto nei voli hajj o rotte a basso yield (es.India)
Allora vuol dire che si limiterà a suggerirlo.....e chi deve recepire accoglierà con favore il suggerimento.E' superfluo aggiungere che ethiad in europa non puo' avere controllate e non puo' decidere unilateralmente a chi e a che prezzo piazzare gli aerei usati.
ahahah bravo mi hai fregato! touchè! Ho sbagliato, grazie per l'informazione; c'è sempre da imparare!Difatti DIR/P erano ex-Volare utilizzati da EY soprattutto nei voli hajj o rotte a basso yield (es.India)
EI-DIP e EI-DIR furono fra le prime macchine prese da EY in un momento di espansione prima di cominciare a ricevere le macchine nuove ordinate.Ci ritroveremo nuovi scassoplani stile I-DIR I-DIP che erano ex Etihad?
Molto, molto interessante. Mi interessano in particolare i CS con AB, quelli sì che hanno potenziale.Per quanto riguarda Niki sulle rotte da/per Vienna, per quanto riguarda AB invece mi dicono che saranno parecchi
Secondo me li tengono.Notizie su un ipotetico phase-out di EI DIR ed EI DIP?
Almeno verranno rifatti gli interni? Sono in condizioni pessime e non si concilia certo col servizio 5 stelle che vuole offrire Etihad...Secondo me li tengono.
Ancora? Ma siete ossessionati da sta cosa!Notizie su un ipotetico phase-out di EI DIR ed EI DIP?
Mamma mia quanto ti quoto. E basta con le solite domande! Se nessuno sa rispondere è perché non lo sanno nemmeno in Alitalia.Ancora? Ma siete ossessionati da sta cosa!
ScusateMamma mia quanto ti quoto. E basta con le solite domande! Se nessuno sa rispondere è perché non lo sanno nemmeno in Alitalia.
http://www.dazebaonews.it/primo-pia...a-strapazzo-alla-ricerca-del-capro-espiatorioC’è modo e modo di essere lasciati a casa, ma una cosa non cambia mai: a quelli dell’Alitalia va sempre meglio che agli altri. L’ennesima dimostrazione arriva dall’accordo firmato di recente dall’ex compagnia di bandiera ed Etihad, la società che, se tutto andrà come previsto, entro dicembre diventerà il principale socio dell’Alitalia con il 49 per cento delle quote. Per salvare la compagnia italiana dal fallimento il vettore di Abu Dhabi ha posto alcune condizioni. Una di queste riguarda i lavoratori. Il cui numero, ha chiesto, va ridotto di 2.171 unità. Detto, fatto. Governo e sindacati hanno accettato la richiesta e l’operazione è andata in porto. Tutto chiaro? Mica tanto.
Non tutti i lavoratori finiranno senza impiego. Dei 2.171 dipendenti in esubero, ha assicurato il governo, oltre mille verranno ricollocati in altre aziende, mentre a 250 assistenti di volo toccheranno i contratti di solidarietà. Saranno dunque circa 980 i dipendenti costretti a rimanere a casa con le mani in mano. Poveri loro, si dirà: un normale lavoratore in mobilità può arrivare a percepire al massimo un assegno da 1.100 euro al mese per due anni. Ma quelli dell’Alitalia non sono mai stati considerati come tutti gli altri. Loro sono speciali. E infatti, anche questa volta, potrebbero risultare più fortunati: fino a cinque anni di mobilità all’80 per cento dello stipendio.
Formula che, per un pilota con oltre 50 anni di età, significa poter incassare circa 6 mila euro al mese per il prossimo lustro. Ovviamente senza lavorare. Secondo quanto risulta a “l’Espresso”, è questo quello che hanno concordato l’8 agosto sindacati, compagnie aeree e società che gestiscono gli scali italiani. Un’intesa per ora priva di valore legale, visto che manca la firma del governo. Ma il fatto che l’incontro sia avvenuto nella sede del ministero del Lavoro indica con certezza che la benedizione dell’esecutivo c’è.
[h=1]VEDI ANCHE:[/h][h=1]Alitalia: Etihad compra, gli italiani pagano[/h][h=2]Dal 2008 a oggi la compagnia di bandiera ci è costata 6,5 miliardi. Ma ora anche la vendita peserà su contribuenti e viaggiatori. Grazie a uno speciale sussidio[/h]Chi salderà il conto finale? Tecnicamente, il Fondo speciale per il trasporto aereo. In pratica, a pagare saranno tutti i viaggiatori, visto che questo Fondo è alimentato quasi interamente dalla tassa di tre euro versata da ogni passeggero in partenza da un aeroporto nazionale. È lo stesso meccanismo già utilizzato per altri dipendenti dell’Alitalia, quelli finiti in cassa integrazione e mobilità dopo l’acquisto della compagnia da parte dei “capitani coraggiosi” della Cai di Roberto Colaninno nel 2008.
Pensato dal governo Berlusconi per far digerire ai sindacati gli esuberi della vecchia compagnia di bandiera, il Fondo concede ai propri beneficiari condizioni di favore rispetto ai dipendenti di altri settori. Per un normale lavoratore, infatti, il sussidio di cassa integrazione può durare al massimo due anni, con altri eventuali due di mobilità. La cifra pagata mensilmente dall’Inps è pari all’80 per cento dello stipendio, ma c’è un massimale di circa 1.100 euro.
Non funziona così per i lavoratori del settore aereo. I quali, proprio a partire dal 2008, godono di due vantaggi. Primo: il sussidio non dura due anni (di cassa integrazione) più due (di mobilità), ma quattro anni più tre. Secondo: non esiste un limite, cioè il lavoratore percepisce ogni mese l’80 per cento della retribuzione dell’ultimo anno. I privilegiati, in realtà, non sono solo i dipendenti dell’Alitalia. Non potendo concedere loro un vantaggio ufficiale del genere, pena le bacchettate della Commissione europea, Berlusconi ha esteso queste modifiche a tutti i lavoratori del settore. Oltre 13 mila persone, dunque, tra cui pure quelli di linee straniere come per esempio Air France, British Airways, Lufthansa, Aeroflot, persino le compagnie di Stato di Yemen e Libia.
Ora arrivano i nuovi esuberi Alitalia. E il cadeau diventa ancor più generoso rispetto al passato, dato che la mobilità sale da tre a cinque anni. Basterà la tassa di tre euro per garantire questa manna? Qualcuno, durante la trattativa al ministero, deve aver messo sul tavolo la questione. In una lettera mandata ai suoi iscritti, l’Anpac, il sindacato dei piloti, scrive infatti: «Alcuni “benefattori dei piloti” di parte sindacale sembra vogliano mettere un tetto in valore assoluto per massificare anche il fondo (tipo max 3.500 euro) ma non ci riusciranno. Sarebbe una assurda e iniqua discriminazione». Tradotto: visto che i soldi del Fondo potrebbero non bastare per allungare la mobilità ai nuovi lavoratori in esubero, qualcuno ha proposto di fissare un tetto massimo per l’assegno.
Come dire, togliamo qualcosa ai più fortunati per garantire l’aiuto a tutti. Un’idea che potrebbe rivelarsi particolarmente utile se il tentativo di ricollocare più della metà dei 2.171 lavoratori non dovesse andare in porto. Affinché le promesse del governo vengano mantenute è infatti necessario che diverse caselle finiscano al posto giusto. Per esempio, che Poste Italiane assuma 80 persone, che Atitech si faccia carico di altre 200, che i circa 100 piloti in uscita da Alitalia vengano assunti da Etihad. «Il fatto che più della metà dei lavoratori riesca a essere ricollocata è tutto da vedere», avverte Antonio Cepparulo, sindacalista della Filt-Cgil. Nel dubbio, sindacati e società del settore hanno già messo le mani avanti. «Le parti», è scritto nell’accordo che “l’Espresso” ha potuto leggere, «s’impegnano affinché venga fissata, entro la scadenza del 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Economia, la misura relativa all’incremento dell’addizionale sui diritti d’imbarco».
Insomma, se le parole hanno un senso, è in arrivo un rialzo della tassa aeroportuale, come peraltro già previsto dalla leggeDestinazione Italia. Sarebbe l’ennesimo regalo riservato ai dipendenti di Alitalia e pagato dai viaggiatori. Speriamo almeno che sia l’ultimo.
espresso