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kenyaprince

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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Cassano avvistato nell'ufficio di hogan.

Etihad passerà alle controllate gli aerei di cui farà phase out man mano che farà phase in 787/350/380,quanti,quali e a chi andranno non si sa ancora.
 

berioz

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27 Settembre 2013
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Cassano avvistato nell'ufficio di hogan.

Etihad passerà alle controllate gli aerei di cui farà phase out man mano che farà phase in 787/350/380,quanti,quali e a chi andranno non si sa ancora.
E' superfluo aggiungere che ethiad in europa non puo' avere controllate e non puo' decidere unilateralmente a chi e a che prezzo piazzare gli aerei usati.
 

Vortigern

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10 Ottobre 2013
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E' superfluo aggiungere che ethiad in europa non puo' avere controllate e non puo' decidere unilateralmente a chi e a che prezzo piazzare gli aerei usati.
Allora vuol dire che si limiterà a suggerirlo.....e chi deve recepire accoglierà con favore il suggerimento.
 

Farfallina

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Ci ritroveremo nuovi scassoplani stile I-DIR I-DIP che erano ex Etihad?
EI-DIP e EI-DIR furono fra le prime macchine prese da EY in un momento di espansione prima di cominciare a ricevere le macchine nuove ordinate.
Ora la flotta LR di EY è di buona qualità e per le compagnie partner può essere un vantaggio ricevere buone macchine usate quindi a prezzo più abbordabile di macchine nuove. Se ricordate una delle contestazioni ai nuovi A332 AZ è che essendo nuovi costano molto di leasing (in questo caso non con APF). L'operazione di leasing l'hanno già fatta con HM con due A332-243 ex JET Airways. Da JET a Airways EY ha poi attinto diverse macchine. In Europa poi dovranno fare operazioni a prezzi di mercato, perché altrimenti sarebbe un assist eccellente da usare in sede UE per sbatterli fuori dall'Europa.
Tolti gli A340-500 e -600 che immagino troppo costosi per le compagnie partner, EY ha una flotta LR divisa sulla famiglia A330 e B777.
Andando ad analizzare le flotte dei partner: AZ ha A332 e B772 motorizzati GE, AB ha A332 motorizzati RR, HM ha A332 motorizzati RR, 9W ha A332 motorizzati GE e B77W motorizzati GE.
La flotta di A330 EY è formata da 4 A332 del 2007 motorizzati GE ex JET Airways, 6 A333 motorizzati RR e 18 A332 sempre motorizzati RR e per finire con 4 Cargo con motori RR.
La flotta di B777 EY, tolti 3 Cargo, è formata da 5 B77L motorizzati GE ex AI del 2007-2008, da 2 B777W del 2007 ex JET Airways motorizzati GE, e da 18 B77W consegnati nuovi in due periodi, 5 nel 2005-2006 e 13 dal 2011.
Direi che analizzando la flotta EY, in base allo scenario anticipato da Ivan, direi che ci si può fare una idea su cosa può essere disponibile nei prossimi anni e a chi potrebbe essere destinato.
 

Cesare.Caldi

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Ci sono notizie sulla nuova rotta MXP-AUH di Alitalia? Dovrebbe partire con la winter quindi ormai manca poco. Si conosce l'operativo?
 
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Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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C’è modo e modo di essere lasciati a casa, ma una cosa non cambia mai: a quelli dell’Alitalia va sempre meglio che agli altri. L’ennesima dimostrazione arriva dall’accordo firmato di recente dall’ex compagnia di bandiera ed Etihad, la società che, se tutto andrà come previsto, entro dicembre diventerà il principale socio dell’Alitalia con il 49 per cento delle quote. Per salvare la compagnia italiana dal fallimento il vettore di Abu Dhabi ha posto alcune condizioni. Una di queste riguarda i lavoratori. Il cui numero, ha chiesto, va ridotto di 2.171 unità. Detto, fatto. Governo e sindacati hanno accettato la richiesta e l’operazione è andata in porto. Tutto chiaro? Mica tanto.

Non tutti i lavoratori finiranno senza impiego. Dei 2.171 dipendenti in esubero, ha assicurato il governo, oltre mille verranno ricollocati in altre aziende, mentre a 250 assistenti di volo toccheranno i contratti di solidarietà. Saranno dunque circa 980 i dipendenti costretti a rimanere a casa con le mani in mano. Poveri loro, si dirà: un normale lavoratore in mobilità può arrivare a percepire al massimo un assegno da 1.100 euro al mese per due anni. Ma quelli dell’Alitalia non sono mai stati considerati come tutti gli altri. Loro sono speciali. E infatti, anche questa volta, potrebbero risultare più fortunati: fino a cinque anni di mobilità all’80 per cento dello stipendio.

Formula che, per un pilota con oltre 50 anni di età, significa poter incassare circa 6 mila euro al mese per il prossimo lustro. Ovviamente senza lavorare. Secondo quanto risulta a “l’Espresso”, è questo quello che hanno concordato l’8 agosto sindacati, compagnie aeree e società che gestiscono gli scali italiani. Un’intesa per ora priva di valore legale, visto che manca la firma del governo. Ma il fatto che l’incontro sia avvenuto nella sede del ministero del Lavoro indica con certezza che la benedizione dell’esecutivo c’è.

[h=1]VEDI ANCHE:[/h][h=1]Alitalia: Etihad compra, gli italiani pagano[/h][h=2]Dal 2008 a oggi la compagnia di bandiera ci è costata 6,5 miliardi. Ma ora anche la vendita peserà su contribuenti e viaggiatori. Grazie a uno speciale sussidio[/h]Chi salderà il conto finale? Tecnicamente, il Fondo speciale per il trasporto aereo. In pratica, a pagare saranno tutti i viaggiatori, visto che questo Fondo è alimentato quasi interamente dalla tassa di tre euro versata da ogni passeggero in partenza da un aeroporto nazionale. È lo stesso meccanismo già utilizzato per altri dipendenti dell’Alitalia, quelli finiti in cassa integrazione e mobilità dopo l’acquisto della compagnia da parte dei “capitani coraggiosi” della Cai di Roberto Colaninno nel 2008.

Pensato dal governo Berlusconi per far digerire ai sindacati gli esuberi della vecchia compagnia di bandiera, il Fondo concede ai propri beneficiari condizioni di favore rispetto ai dipendenti di altri settori. Per un normale lavoratore, infatti, il sussidio di cassa integrazione può durare al massimo due anni, con altri eventuali due di mobilità. La cifra pagata mensilmente dall’Inps è pari all’80 per cento dello stipendio, ma c’è un massimale di circa 1.100 euro.

Non funziona così per i lavoratori del settore aereo. I quali, proprio a partire dal 2008, godono di due vantaggi. Primo: il sussidio non dura due anni (di cassa integrazione) più due (di mobilità), ma quattro anni più tre. Secondo: non esiste un limite, cioè il lavoratore percepisce ogni mese l’80 per cento della retribuzione dell’ultimo anno. I privilegiati, in realtà, non sono solo i dipendenti dell’Alitalia. Non potendo concedere loro un vantaggio ufficiale del genere, pena le bacchettate della Commissione europea, Berlusconi ha esteso queste modifiche a tutti i lavoratori del settore. Oltre 13 mila persone, dunque, tra cui pure quelli di linee straniere come per esempio Air France, British Airways, Lufthansa, Aeroflot, persino le compagnie di Stato di Yemen e Libia.

Ora arrivano i nuovi esuberi Alitalia. E il cadeau diventa ancor più generoso rispetto al passato, dato che la mobilità sale da tre a cinque anni. Basterà la tassa di tre euro per garantire questa manna? Qualcuno, durante la trattativa al ministero, deve aver messo sul tavolo la questione. In una lettera mandata ai suoi iscritti, l’Anpac, il sindacato dei piloti, scrive infatti: «Alcuni “benefattori dei piloti” di parte sindacale sembra vogliano mettere un tetto in valore assoluto per massificare anche il fondo (tipo max 3.500 euro) ma non ci riusciranno. Sarebbe una assurda e iniqua discriminazione». Tradotto: visto che i soldi del Fondo potrebbero non bastare per allungare la mobilità ai nuovi lavoratori in esubero, qualcuno ha proposto di fissare un tetto massimo per l’assegno.

Come dire, togliamo qualcosa ai più fortunati per garantire l’aiuto a tutti. Un’idea che potrebbe rivelarsi particolarmente utile se il tentativo di ricollocare più della metà dei 2.171 lavoratori non dovesse andare in porto. Affinché le promesse del governo vengano mantenute è infatti necessario che diverse caselle finiscano al posto giusto. Per esempio, che Poste Italiane assuma 80 persone, che Atitech si faccia carico di altre 200, che i circa 100 piloti in uscita da Alitalia vengano assunti da Etihad. «Il fatto che più della metà dei lavoratori riesca a essere ricollocata è tutto da vedere», avverte Antonio Cepparulo, sindacalista della Filt-Cgil. Nel dubbio, sindacati e società del settore hanno già messo le mani avanti. «Le parti», è scritto nell’accordo che “l’Espresso” ha potuto leggere, «s’impegnano affinché venga fissata, entro la scadenza del 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dell’Economia, la misura relativa all’incremento dell’addizionale sui diritti d’imbarco».

Insomma, se le parole hanno un senso, è in arrivo un rialzo della tassa aeroportuale, come peraltro già previsto dalla leggeDestinazione Italia. Sarebbe l’ennesimo regalo riservato ai dipendenti di Alitalia e pagato dai viaggiatori. Speriamo almeno che sia l’ultimo.


espresso
http://www.dazebaonews.it/primo-pia...a-strapazzo-alla-ricerca-del-capro-espiatorio
 
Stato
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