*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


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ilcavalieredeltempo

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20 Luglio 2007
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ROMA.
Per prima cosa mi scrivi dove sarei paladina delle Poste? Ho evitato di proposito di dire cosa farei io e mi limito ad analizzare i fatti proprio per non dare sponda alle polemiche fine a se stesse per scatenare flame.

Comunque per la cronaca le Poste salvano il tuo di posto di lavoro... dovresti essere uno dei pochi contenti in giro.
Saró felicissimo quando vedrò il piano industriale. A differenza di tanti,io non dimentico gli amici che stanno a casa da 5 anni. Se la cosa ti turba mi dispiace. Senza polemica.
 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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Quando qualcuno perde il lavoro è una cosa triste,purtroppo succede tutti i giorni e non sono battaglie fra poveri a migliorare la situazione. Sinceramente spero che questa mossa politica serva allo scopo e non sia una pagliacciata perché l'Italia ha bisogno di un cambio di passo nella gestione della cosa pubblica e la speranza è l'ultima a morire.
 

Tiger

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31 Luglio 2011
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Io ripeto, non ci capisco nulla di finanza e quindi leggo silente, ma pareva di stare con l'acqua alla gola, aerei a terra da dopodomani se non si trovava la soluzione entro oggi, soldi finiti, niente più carburo.....e ora si prendono 30gg per sottoscrivere l'aumento e AF deve far digerire la cosa al board a Parigi. Boh. Vediamo se dal 28 in poi arrivano news.
Altra domanda: dovessero tutti versare la pecunia, come sarebbero ripartite le quote ora? Se PT entra col 10-15%, prendono il posto di qualcuno che esce o vanno riviste le percentuali di adesso?
Aumento di capitale ,è già tutto spiegato,si aumenta il capitale sociale e se tutti sottoscrivono, le quote percentuali rimangono invariate per tutti con l'aggiunta delle poste al 10-15%
 

Francesco.B.

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24 Marzo 2009
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Beh, no, se entra un nuovo socio le quote dei vecchi azionisti per forza di cose si diluiscono. AF anche se sottoscriverà l'aumento di capitale dovrebbe scendere sotto il 25%.
 

bombatutto

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2 Ottobre 2011
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Se Atene piange, Sparta non ride
e vabbè, prendo atto che non rispondi e non insisto su velata cazziata del presidente.
Per ritornare a noi, non capisco come si possano paragonare due aziende, una con l'82% di load factor e l'altra con il 70 scarso. Una con una cassa superiori a 5 miliardi di euro e l'altra quasi zero. Una con un un fatturato superiore ai 25 mld di euro ed una con 3,5 miliardi. Una che perde circa il 5% del suo fattorato con una che invece si avvicina al 10.
Non capisco come si possano paragonare, figuriamoci dire poi, come hai fatto tu, che la seconda va meglio della prima.
 

indaco1

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30 Settembre 2007
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551
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..
Comunque per la cronaca le Poste salvano il tuo di posto di lavoro... dovresti essere uno dei pochi contenti in giro.

No, guarda, non penso proprio sia cosi'.

Le poste salvano il miliardo di crediti che hanno le banche con CAI e i paraxuli vari di alto bordo.

Per salvare i vostri posti di lavoro, e anche il settore, sarebbe stato molto ma molto meglio cedervi come ramo di azienda a qualcuno che ci capisce e ha le spalle robuste non gravati da debiti ne' da obbligazioni verso alleanze mannare. E magari chiudere un paio di aeroportini del piffero e andarsi a riprendere i pax italiani che possono pagare di piu', quelli che ancora ci sono.
 

bombatutto

Bannato
2 Ottobre 2011
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Perché l'Italia ha bisogno di un cambio di passo nella gestione della cosa pubblica e la speranza è l'ultima a morire.
Farfallina ma dov'eri nel 2008 quando giornali e media sostenevano che i costi di Alitalia erano insostenibili per lo Stato e che non erano piu' possibili interventi statali e quindi la privatizzazione sarebbe stata necessaria per migliorarne la gestione? I dipendenti Alitalia licenziati che ora sono nell'oblio avrebbero avuto un disperato bisogno di voci come la tua, pronte a perorare un miglioramento nella gestione pubblica delle cose. Magari avresti salvato tante famiglie dalla sofferenza.
 

bombatutto

Bannato
2 Ottobre 2011
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Le poste salvano il miliardo di crediti che hanno le banche con CAI e i paraxuli vari di alto bordo.
ALITALIA, L’ULTIMO COLPO DEI PATRIOTI
GRAZIE ALL’INIEZIONE DI SOLDI PUBBLICI NELL’AZIENDA DECOTTA, PARTE L’AUMENTO DI CAPITALE. ASPETTANDO AIR FRANCE
dal Fatto Quotidiano di oggi, pag 11


Tutto come previsto. Il consiglio d’ammini- strazione di Alitalia ha varato ieri sera l’aumento di capitale che impe- disce il collasso dell’azienda. Lunedì lo porterà all’approva- zione dell’assemblea degli azio- nisti, che voteranno serena- mente sì, tanto ormai sono qua- si tutti fuori della partita. Formalmente l’aumento di ca- pitale è la richiesta ai soci di mettere altri capitali in azienda, in proporzione alle quote azio- narie possedute. Ma l’azionista non è obbligato a sottoscrivere. È stato deciso di chiedere 300 milioni, sufficienti a dare un al- tro anno di vita all’azienda or- mai decotta. Il primo azionista, Air France, ha il 25 per cento delle azioni, e quindi dovrà mettere 75 milioni. Escludendo poi gli azionisti che sono in ga- lera, quelli che non hanno più una lira e quelli che, come di- rebbe il presidente Napolitano,
IN EXTREMIS
Con l’aiuto di Sarmi e Scaroni, i due manager pubblici
in attesa di rinnovo, Letta salva le banche e Colaninno
se ne fregano, rimangono la Im- msi della famiglia Colaninno (ha il 7,1 per cento e la sua quota sarà 21 milioni) e Atlantia dei Benetton, che è chiamata a ver- sare 21 milioni. Siamo a 123 mi- lioni, e qui arrivano i nostri. Po- ste Italiane si è dichiarata dispo- sta a versare 75 milioni per sot- toscrivere azioni inoptate (cioè quelle degli azionisti scompar- si). Unicredit e Intesa Sanpaolo sono disponibili a versare a loro volta 100 milioni di ulteriore inoptato. Siamo arrivati a 298 milioni. I patrioti sconfitti ci mettono solo 50 milioni, il resto lo paga Air France (che quindi si conferma nuova padrona di fat- to, chiacchiere a parte) e soprat- tutto lo Stato e le banche.
IL COMUNICATO emesso ieri sera da Alitalia è stupefacente: “L’intero Consiglio di Ammini- strazione ha espresso viva sod- disfazione per l’approvazione di una manovra fondamentale che – con una imponente iniezione di mezzi freschi – pone solide basi per il futuro della Compa- gnia”. Solide basi? Vediamo. Unicredit e Intesa ci mettono 100 milioni di capitale, oltre a 200 milioni di ulteriori prestiti, perché devono a ogni costo evi- tare il commissariamento, un default che significherebbe per loro perdere i crediti che vanta- no verso Alitalia (in tutto i debiti sono di circa un miliardo, ma se-
condo Il Sole 24 Ore un calcolo più attento potrebbe arrivare a due miliardi).
Ma già almeno un mese fa, quando è entrata nel vivo la trat- tativa tra Air France e Colanin- no per la prevista traslazione della ex compagnia di bandiera sotto controllo francese, lo scontro si è fatto durissimo. Air France chiedeva la bad company che si tenesse i debiti in modo da prendersi una compagnia “pu- lita”. Esattamente ciò che Silvio Berlusconi consentì a Colanin- no nel 2008, solo che allora i de- biti li pagò lo Stato perché Ali- talia era pubblica, adesso non li pagherebbe nessuno. Obiettivo dell’aumento di capitale è con- vincere Air France a prendersi anche i debiti, magari lascian- dole mano libera su licenzia- menti e taglio delle rotte, con- trariamente a quanto si sta stril- lando in questi giorni.
Per questo è cominciata una drammatizzazione ben orche- strata, complice il consueto coro di politici e sindacalisti, per far credere che il commissariamen- to di Alitalia avrebbe compor- tato il blocco degli aerei e il col- lasso irreparabile. Come se nel 2008 Alitalia non fosse stata commissariata e non avesse continuato a operare regolar- mente sotto il commissario Au- gusto Fantozzi per ben 4 mesi prima di passare ai patrioti.
DECISIVO per acuire il clima di allarme (Alitalia doveva esplo- dere oggi o domani se non fosse intervenuto il cda di ieri) l’inter- vento del numero uno dell’Eni, Paolo Scaroni, che ha annuncia- to ufficialmente la cessazione delle forniture di carburante al- l’Alitalia perché morosa per 30 milioni di euro. Una cifra risi- bile per l’Eni, ma utile per co- struirci sopra il romanzo del “default questione di ore”. E co- sì, mentre il presidente Colanin- no diceva ancora a luglio che tutto andava
benissimo e che Alitalia non aveva nessun bisogno di nuovo capitale, è diventato improvvisamente indifferibile il reperimento di denaro pubblico da regalare ai patrioti. Dopo il no secco del duo di testa della Cassa Depositi e
Prestiti, Franco Bassanini e Gio- vanni Gorno Tempini, che han- no anche minacciato le dimis- sioni, e quello di Mauro Moretti delle Fs, il premier Enrico Letta ha finalmente incassato il sì di Massimo Sarmi, numero uno delle Poste. Che la prossima pri- mavera scadrà, e dovrà chiedera a Letta il rinnovo del mandato. Proprio come Scaroni.
 

bombatutto

Bannato
2 Ottobre 2011
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Hertzog ha detto:
.Casomai, c'è forse una sinergia significativa: visto che alle Poste vendono un pò di tutto, anche i biglietti aerei per chi del pc non sa nulla, non è una pessima idea. Sarà pur vero che l'utente medio, spesso non è che ha un potere di spesa da tariffa Az, ma è anche vero che il messaggio delle promozioni può essere diffuso nella sede dell'ufficio.

Non credo che ciò possa generare un enorme traffico, ma ad esempio si potrebbero studiare ipotesi di pacchetti viaggio completi, magari con annesso finanziamento Bancoposta.
Hai ragione. Del resto un posto dove i vecchietti si barcamenano fra il ritirare la pensione minima e pagare le infinite bollette, mi sembra proprio il posto adatto per vendere biglietti aerei. Strano che nessuno ci abbia mai pensato prima.
 

indaco1

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30 Settembre 2007
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Sembra una battuta, ma sarebbe stata molto piu' utile e sinergica una alleanza tra Ferrovie e Poste.
 

Jack-As

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30 Settembre 2009
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Indignati è dire poco. L’Unione Artigiani di Monza e Brianza è furibonda per la decisione di Poste Italia di partecipare con 75 milioni all’aumento di capitale di Alitalia contribuendo così alla salvezza della compagnia aerea. L’associazione non ja perso tempo e attraverso il segretario generale Marco Accornero ha espresso tutta la sua amarezza. «Da oggi - ha detto Accornero - ci aspettiamo che Poste Italiane scenda in campo ogni qual volta un artigiano in difficoltà sia prossimo a chiudere la saracinesca della bottega a causa della crisi, per l’insopportabile carico fiscale, per il peso della burocrazia asfissiante e per la mancanza di credito».
«Dall’inizio dell’anno - ha aggiunto il segretario dell’Unione Artigiani brianzoli - sono già cinque o sei le Alitalia fallite con migliaia di dipendenti sul lastrico. Si tratta delle trentamila imprese artigiane che hanno chiuso in Italia nei primi nove mesi del 2013, e di quasi 55mila lavoratori a spasso. Tutto nell’assordante silenzio generale del Paese».
 

xfast

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17 Marzo 2007
146
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Lecco, Lombardia.
Alitalia è un debito per tutti noi. La devono lasciar fallire. Ormai è un carrozzone insopportabile per questo paese che già stà annegando. BASTA SALVARE AZIENDE MORTE...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Basta che i soliti politici o pseudo industriali facciano SOLDI a spese di chi lavora per 1000 euro al mese...
 

conair

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2 Novembre 2009
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Ma che dici???

Ma solo perchè magari vieni da AP ancora insisti con questa storia che non era AP in fallimento?

Quello che scrivi è un insulto all'intelligenza. Ma molto di più per chi c'ha rimesso il posto di lavoro e non vedrà la pensione.
Le aziende erano ENTRAMBE fallite, anche se az era in vantaggio di qualche fallimento.
Stai sicuro che se avessero potuto, i piloti ap sarebbero stati asfaltati senza se e senza ma.
La loro fortuna e' stata quella di essere " ottimi clienti" delle banche.
A mio avviso, la cosa giusta, sarebbe stata quella di accollarsi le giuste percentuali di cigs.
 
Stato
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