E ci mancava pure questa notizia!
Brindisi, scalo a rischio chiusura
E Vendola si appella a Passera
Servono 15 milioni subito per la nuova Torre di controllo
L'Aeronatica non vuole farsi carico dell'investimento
BARI - Da opportunità — quella di poter contare su una maggiore autonomia — a problema. Di difficile soluzione, peraltro, e dall’epilogo clamoroso, nel caso non dovesse essere superato: l’aeroporto di Brindisi rischia la chiusura a causa del mancato completamento del passaggio di funzioni dall’Aeronautica militare alle autorità civili. L’allarme è scattato a fine agosto, il problema è stato per il momento congelato fino a dicembre e per la soluzione occorrono 15 milioni, per i quali il governatore Nichi Vendola ha già scritto al ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture Corrado Passera. In estrema sintesi, occorre una nuova Torre di controllo, l’Aeronautica militare non vuole farsene carico e il ministero non ha ancora approvato la variazione del contratto di programma dell’Enav (Ente nazionale per l’assistenza al volo) che permetterebbe l’investimento.
L'ALLARME - Il segnale rosso, da quanto è riuscito a ricostruire il Corriere del Mezzogiorno, è scattato a fine agosto quando l’Aeronautica militare è stata sul punto di emettere un «notam» (notice to airmen) secondo cui da settembre il controllo del traffico aereo sarebbe stato assicurato soltanto dalle 8 di mattina alle 8 di sera, con la conseguente perdita di circa una trentina di voli, 26 soltanto dopo le 20. A partire dal 1° gennaio 2013, poi, il controllo del traffico aereo, secondo le intenzioni dell’Aeronautica militare, sarebbe stato ulteriormente ridotto: assicurato solo fino alle 4 di pomeriggio. Una sentenza di morte per l’aeroporto del Salento perché nessuna compagnia si adatterebbe a condizioni simili.
LA SOLUZIONE TAMPONE - L’intervento tempestivo dei vertici di Aeroporti di Puglia e della Regione presso l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha differito nel tempo la decisione dell’Aeronautica. Fino a dicembre non cambierà nulla. Ma da gennaio, se non interverranno mutamenti, l’aeroporto del Salento rischierà nuovamente la chiusura.
L'ULTIMATUM MILITARE - Perché l’Aeronautica, a 4 anni dal cambiamento di status dell’aeroporto (è passato al demanio civile, quindi all’Enac e quindi ad Adp in quanto concessionaria nell’ottobre del 2008), non vuole più farsi carico del controllo del traffico aereo. Che, per gli aeroporti civili, è compito dell’Enav e non del singolo aeroporto. E L’Enav opera secondo un contratto di programma con lo Stato, al quale presenta un «conto» in base al quale programma gli investimenti. Con la gestione di Brindisi da accollarsi, l’Enav ha proposto una variazione incrementativa per la costruzione della nuova Torre di controllo (l’attuale non è più idonea) che richiede un investimento di circa 15 milioni comprensivo anche dei costi di formazione del personale militare che deve essere portato agli standard del personale civile. Il finanziamento di questo incremento, però, non è stato ancora previsto dal ministero delle Infrastrutture. E per questo Vendola ha scritto a Passera. Che, di suo, gli aeroporti vorrebbe «tagliarli», piuttosto che finanziarli. Per questo la partita è tutta da giocare.
Michelangelo Borrillo
27 settembre 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corri...endola-si-appella-passera-2111995550428.shtml
Brindisi, scalo a rischio chiusura
E Vendola si appella a Passera
Servono 15 milioni subito per la nuova Torre di controllo
L'Aeronatica non vuole farsi carico dell'investimento
BARI - Da opportunità — quella di poter contare su una maggiore autonomia — a problema. Di difficile soluzione, peraltro, e dall’epilogo clamoroso, nel caso non dovesse essere superato: l’aeroporto di Brindisi rischia la chiusura a causa del mancato completamento del passaggio di funzioni dall’Aeronautica militare alle autorità civili. L’allarme è scattato a fine agosto, il problema è stato per il momento congelato fino a dicembre e per la soluzione occorrono 15 milioni, per i quali il governatore Nichi Vendola ha già scritto al ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture Corrado Passera. In estrema sintesi, occorre una nuova Torre di controllo, l’Aeronautica militare non vuole farsene carico e il ministero non ha ancora approvato la variazione del contratto di programma dell’Enav (Ente nazionale per l’assistenza al volo) che permetterebbe l’investimento.
L'ALLARME - Il segnale rosso, da quanto è riuscito a ricostruire il Corriere del Mezzogiorno, è scattato a fine agosto quando l’Aeronautica militare è stata sul punto di emettere un «notam» (notice to airmen) secondo cui da settembre il controllo del traffico aereo sarebbe stato assicurato soltanto dalle 8 di mattina alle 8 di sera, con la conseguente perdita di circa una trentina di voli, 26 soltanto dopo le 20. A partire dal 1° gennaio 2013, poi, il controllo del traffico aereo, secondo le intenzioni dell’Aeronautica militare, sarebbe stato ulteriormente ridotto: assicurato solo fino alle 4 di pomeriggio. Una sentenza di morte per l’aeroporto del Salento perché nessuna compagnia si adatterebbe a condizioni simili.
LA SOLUZIONE TAMPONE - L’intervento tempestivo dei vertici di Aeroporti di Puglia e della Regione presso l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha differito nel tempo la decisione dell’Aeronautica. Fino a dicembre non cambierà nulla. Ma da gennaio, se non interverranno mutamenti, l’aeroporto del Salento rischierà nuovamente la chiusura.
L'ULTIMATUM MILITARE - Perché l’Aeronautica, a 4 anni dal cambiamento di status dell’aeroporto (è passato al demanio civile, quindi all’Enac e quindi ad Adp in quanto concessionaria nell’ottobre del 2008), non vuole più farsi carico del controllo del traffico aereo. Che, per gli aeroporti civili, è compito dell’Enav e non del singolo aeroporto. E L’Enav opera secondo un contratto di programma con lo Stato, al quale presenta un «conto» in base al quale programma gli investimenti. Con la gestione di Brindisi da accollarsi, l’Enav ha proposto una variazione incrementativa per la costruzione della nuova Torre di controllo (l’attuale non è più idonea) che richiede un investimento di circa 15 milioni comprensivo anche dei costi di formazione del personale militare che deve essere portato agli standard del personale civile. Il finanziamento di questo incremento, però, non è stato ancora previsto dal ministero delle Infrastrutture. E per questo Vendola ha scritto a Passera. Che, di suo, gli aeroporti vorrebbe «tagliarli», piuttosto che finanziarli. Per questo la partita è tutta da giocare.
Michelangelo Borrillo
27 settembre 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corri...endola-si-appella-passera-2111995550428.shtml