Ho seguito anni fa, per la TV svizzera, la costruzione di una delle navi di Costa Crociere: Costa Fortuna, un po' più "piccola" della Concordia. Durante una crociera di prova (Genova-Marsiglia-Barcellona e ritorno) ho potuto esaminare, dall'interno, il funzionamento dell' "hotel galleggiante". L'impressione è stata sicuramente positiva. Qualche osservazione però: non ci si deve stupire della nazionalità dell'equipaggio. Il personale di servizio è in maggioranza filippino, capi settore di Paesi caribici o sudamericani (con conoscenze di inglese), dirigenti alberghieri italiani, ufficiali italiani...ma nemmeno tutti. Costa Crociere è giuridicamente una SpA italiana con sede a Genova ma il capitale azionario (dagli anni 90) è statunitense (Carnival Cruises di Miami). Anche l'arredamento interno è di un noto architetto statunitense e rispecchia il gusto americano. Strano che non ci siano stati, finora, comunicati della casa madre americana. E' chiaro che la "botta" per Costa Crociere è di quelle grosse. Sgradevole la sensazione di trovarsi davanti a gravi "errori" di navigazione/manovra e a non perfette operazioni di evacuazione della nave. Vi è da sperare, per l'immagine della compagnia, che elementi imponderabili abbiano condizionato l'agire del personale. Questa tragedia richiede sicuramente chiare risposte. L'industria crocieristica (in grande progresso) ha bisogno di certezze, i potenziali utenti non hanno bisogno di eventuali emozioni alla "Titanic" (fra tre mesi il centenario della tragedia).