Virgin America abbandona il Canada


Dunque tu giudichi Easyjet, Ryanair, Wizzair, Southwest, Jetblue, Virgin America inadeguate perché non seguono l'esempio dell'unico vettore low cost nel mondo che fa voli intercontinentali?
Non capisco da dove origini la convinzione che operare un network internazionale e di lungo raggio conferisca maggiore dignità a un vettore.

Non ho detto questo, molte low cost però scartano a priori anche solo la possibilità di fare lungo raggio, secondo me invece l'unico vettore low cost di lungo raggio dimostra che in futuro potrebbe non essere il solo.
 
Per l'Alaska pensavo a voli stagionali estivi in ottica turistica, credo che potrebbero reggere.

Almeno il 50% del turismo in Alaska è costituito da passeggeri di navi da crociera. Un'altra bella fetta arriva con voli charter. Per fare soldi con l'aviazione commerciale di linea in Alaska bisogna avere succulenti contratti per il cargo, cosa non facile da ottenere se si operano pochi voli stagionali. Al massimo reggerebbe qualche voletto per Anchorage (già annunciata come destinazione da Jetblue), ma si tratta di una (1) destinazione - non di un'opportunità macroscopica.
 
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Non ho detto questo, molte low cost però scartano a priori anche solo la possibilità di fare lungo raggio, secondo me invece l'unico vettore low cost di lungo raggio dimostra che in futuro potrebbe non essere il solo.

A priori? Non c'è niente di pregiudiziale nella scelta delle low cost di non investire negli intercontinentali.
 
A priori? Non c'è niente di pregiudiziale nella scelta delle low cost di non investire negli intercontinentali.

Secondo me oltre al rischio di successo o meno le low cost sono frentate anche dalle complicazioni operative connesse al lungo raggio che è un attività diversa e piu' complessa del breve raggio. Della serie se faccio il breve raggio bene e si guadagno chi me lo fa fare di complicarmi la vita col lungo raggio anche se poi magari ci potrei guadagnare?
 
AirAsia e AirAsiaX dimostrano che il lungo raggio low cost fatto con determinati criteri può funzionare e non è un tabù

AirAsia ha costi unitari quasi inavvicinabili per le linee aeree americane o europee. Riuscire a far funzionare il lungo raggio low cost in contesti in cui i costi unitari sono piú alti e le tariffe delle major sono giá ridotte all'osso mi sembra un'impresa complicata.
Forse AirAsiaX é l'eccezione che conferma la regola.
In ogni caso, internazionale non vuol dire a lungo raggio - le complessitá che possono insorgere nell'operare rotte internazionali (diritti di traffico, diverse autoritá da accontentare, diverse leggi, mercato del lavoro, abitudini di viaggio, sistemi di pagamento, mercato pubblicitario e mediatico, lingua, valuta, etc, etc, etc) rendono le operazioni molto piú complicate, e se si é una linea aerea americana, con il piú grande mercato dell'aviazione a disposizione, ci vuole una grossa spinta per uscire dai confini.
 
Secondo me oltre al rischio di successo o meno le low cost sono frentate anche dalle complicazioni operative connesse al lungo raggio che è un attività diversa e piu' complessa del breve raggio. Della serie se faccio il breve raggio bene e si guadagno chi me lo fa fare di complicarmi la vita col lungo raggio anche se poi magari ci potrei guadagnare?
Sul lungo raggio, come già detto in diverse occasioni, si guadagna con il segmento business. Su molte tratte (ad eccezione di quelle Europa-East coast USA) la sola parte economy è spesso in perdita. Una low cost non ha un grossissimo vantaggio a riempire un WB di passeggeri che generano bassi yield unitari e se non vuole perderci non può fare prezzi molto più bassi di quelli che le major fanno ormai spesso sulle rotte più trafficate. Non è un caso che quando si è parlato di un ingresso di Ryanair nel mercato intercontinentale Mr. O'Leary ha parlato di classi di servizio "blowjob included", a significare che proporrebbe, se e quando lo farà, un tipo di prodotto di alto comfort e prezzi medio/alti, completamente diverso da quello Ryanair e certamente con un altro marchio. I vantaggi competitivi di FR o Southwest sono l'utilizzo intensivo di aerei ed equipaggi con la riduzione dei tempi di rotazione e l'ottimizzazione delle turnazioni, sul lungo questo vantaggio scompare.
 
Le tasse negli aeroporti canadesi è sempre stato uno, ma non l'unico, deterrente. Molti canadesi non a caso vanno spesso in aeroporti appena oltre confine se devono viaggiare negli USA.

Fenomeno dalle dimensioni spaventose: si calcola che nel 2009 l'aeroporto di Burlington (in Vermont, circa 160 km da Montreal) abbia accolto circa 600.000 passeggeri canadesi

Non sono nemmeno così sicuro che sia vero quanto dici che i canadesi siano poco propensi ai viaggi. Altrove ho sempre letto, in % ovviamente, che i canadesi viaggiano molto di più all'estero di quanto non facciano i cugini a sud.

Beh, non é difficile battere gli americani...
Il motivo é essenzialmente climatico: dal Canada prova ad andare al caldo in inverno senza andare all'estero se ci riesci...
Il mio punto é che di fatto fanno solo quello: vanno al caldo in inverno, ma questo é quanto. Sicuramente vanno di piú all'estero degli americani, ma la loro propensitá a viaggiare, se si includono anche gli spostamenti domestici, é molto piú bassa di quella degli americani.