Giugno..... iniziano i disagi causa problemi con i controllori di volo
Bortolazzi lancia l'allarme
«Il Catullo rischia la paralisi»
EMERGENZA AEROPORTO. Il presidente Fabio Bortolazzi scrive ai parlamentari per chiedere aiuto e risorse. Il sabato e la domenica le giornate più critiche. Pochi controllori di volo per il traffico estivo dei charter, aerei in ritardo, problemi di sicurezza e di gestione
L'aeroporto Valerio Catullo rischia la paralisi. Dopo mesi passati a discutere se è meglio allearsi con Venezia o con Milano, dopo le notizie che vedono la società impegnata su nuovi fronti per la costruzione di nuovi aeroporti (a Mosul, nel Kurdistan iracheno) o l'acquisizione di nuovi scali (dall'Ucraina a Bratislava), si conferma che i problemi più grossi sono sulla pista di casa. Nella gestione dei voli di tutti i giorni e nella gestione della cassa che segna perdite tra le più forti sul piano nazionale.
Motivo della crisi: il servizio dei controllori di volo è insufficiente rispetto al traffico di aerei che con la stagione estiva si moltiplica a causa dei voli charter. Di conseguenza, buona parte dei voli arriva o parte con ritardi attorno alle 2 ore.
E il sabato e la domenica, giorni di punta, la situazione è critica, ai limiti della sicurezza.
Non è un allarme generico lanciato dai passeggeri inferociti, ma lo scrive, nero su bianco, lo stesso presidente dell'aeroporto Valerio Catullo, Fabio Bortolazzi, in una lettera inviata a tutti i parlamentari nella quale scarica le responsabilità su ministeri ed Enav, l'ente preposto per il controllo del traffico aereo civile, ma secondo alcuni parlamentari (vedi box) anche la società di gestione dell'aeroporto potrebbe impegnarsi di più sul fronte degli sforzi finanziari per avere maggiori servizi, sottolineando anche che in passato mai si erano registrati disservizi nella gestione ordinaria dello scalo.
L'ANTEFATTO. Il problema nasce a fine 2008 quando viene formalizzato per il Catullo il passaggio dallo status militare a quello civile. I tempi dei ministeri dell'economia, Difesa e Trasporti, scrive Bortolazzi, per sostituire il personale militare addetto al controllo del volo con personale civile, oltre a quelli per adeguare gli impianti e le infrastrutture, risorse comprese, sono «di gran lunga superiori» all'autonomia che può ancora garantire l'Aeronautica militare. A maggio, a seguito di riunioni sollecitate da parlamentari e Catullo con lo Stato Maggiore dell'Aeronautica, Enac e Enav, veniva garantito il supporto economico all'Aeronautica per proseguire il servizio fino a fine 2009 e garantire così l'attività di volo. Solo che, sostiene Bortolazzi, «alla data odierna nonostante le garanzie espresse dai vari enti, il personale militare addetto al controllo dello spazio aereo locale non è stato adeguato ai livelli attesi e questo comporta pesantissime limitazioni e inaccettabili ritardi subiti dalle compagnie».
LA PARALISI. E cosa sta accadendo? Lo spiega lo stesso presidente, paventando scenari locali nerissimi che vanno a sommarsi alla pesantissima crisi economica e finanziaria che sta investendo il comparto aereo. Per esempio, sabato 13 giugno al Catullo «si sono registrati 47 movimenti in ritardo con durata media superiore a un'ora e mezza su un totale di 166 movimenti comprensivi di arrivi e partenze».
Questo determina, secondo Bortolazzi, «la ingestibilità del flusso operativo aeroportuale che si riflette soprattutto nel sovraffollamento delle aree imbarchi del terminale e nel congestionamento del piazzale aeromobili».
COMPAGNIE ADDIO. Gli scenari prospettati sono critici, sia nel breve che nel medio periodo. Gli effetti per quest'estate ventilati da Bortolazzi sono per esempio «problemi di ordine pubblico per le proteste degli utenti dell'aeroporto» ma anche «problemi di sicurezza a causa delle limitazioni degli spazi di manovra degli aerei» che si affollano a terra in attesa di avere l'ok per il decollo.
Alcune compagnie hanno già minacciato di andarsene e Bortolazzi scrive che si teme la «migrazione di compagnie di line e charter a favore di aeroporti alternativi come Bologna, Treviso e Venezia dove l'operatività viene garantita», con conseguente richiesta di danni.
Nel medio periodo, cioè entro l'anno, si avranno (se non ci saranno cambiamenti) «pesanti riflessi negativi sull'indotto economico e occupazionale del Veronese a causa di una ridotta potenzialità dell'aeroporto»; inoltre le compagnie aeree basate al Catullo «saranno costrette a posizionare stabilmente le loro flotte in altri scali limitrofi al fine di poter operare con maggiore affidabilità».
Non ultimo, tutto questo avrà un pesante contraccolpo sulle casse, già provate da un deficit di 5,8 milioni di euro. Bortolazzi prevede infatti una «drastica riduzione dei ricavi della società di gestione con pesanti riflessi occupazionali».
RICHIESTE. Per questo il presidente dell'aeroporto chiede ai ministeri dei Trasporti e dell'Economia di intervenire affinché il controllo del traffico aereo e le relative dotazioni impiantistiche e infrastrutturali vengano immediatamente prese in carico da parte di Enav e di rallentare il disimpegno dell'Aeronautica militare stanziando «le risorse necessarie» per garantire un livello di servizio adeguato. E chiede infine ai parlamentari di visitare l'aeroporto per rendersi conto della situazione. M.B
L'Arena.it 27/06/2009