US Airways fa volare gli aerei con poca benzina?


james84

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11 Marzo 2007
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Roma, Lazio.
Stavo sentendo proprio ora il TG1.
8 piloti di US Airways hanno fatto un esposto nel quale denunciano che la compagnia, per risparmiare, farebbe volare gli aerei con benzina al di sotto dei livelli di sicurezza previsti dalla legge americana (cioè per tutto il volo+almeno il carburante necessario per raggiungere una destinazione alternativa+almeno altri 45 min. di autonomia).
La compagnia, dal canto suo nega, e i piloti sono stati indirizzati a corsi di aggiornamento.
 
Che problemi hanno i americani. Anche se ce poca benzina ci sono cosi tanti aeroporti che possono atterrare dove vogliono non serve arrivare alla destinazione
Speriamo che non prenda esempio Air Canada che allora si semmo ciavai
 
Che problemi hanno i americani. Anche se ce poca benzina ci sono cosi tanti aeroporti che possono atterrare dove vogliono non serve arrivare alla destinazione
Speriamo che non prenda esempio Air Canada che allora si semmo ciavai

Ragionamento pericoloso, soprattutto in un continente dove le condizioni meteo complicano sempre la vita. 100 aeroporti nell'arco di dieci minuti di volo non bastano se tutti quegli aeroporti sono sotto un temporale, e non bastano se gli aeroporti sono ingolfati di traffico.
Con la benzina non si scherza. Non tutti i piloti sono anche piloti di aliante - come il comandante del Gimli glider.
 
Ragionamento pericoloso, soprattutto in un continente dove le condizioni meteo complicano sempre la vita. 100 aeroporti nell'arco di dieci minuti di volo non bastano se tutti quegli aeroporti sono sotto un temporale, e non bastano se gli aeroporti sono ingolfati di traffico.
Con la benzina non si scherza. Non tutti i piloti sono anche piloti di aliante - come il comandante del Gimli glider.

Sono d'accordo con te...sono convinto che la US Airways non fa volare i suoi aerei sotto i minimi previsti dalla legge...il problema, semmai, è che a volte quei minimi non bastano a causa di condizioni meteo critiche o di forte congestione di traffico.
 
Mi sembra la storia dei fenomeni nostrani sulle strade che "per risparmiare" mettono 10 euro di benzina alla volta invece che fare il pieno...
 
Ragionamento pericoloso, soprattutto in un continente dove le condizioni meteo complicano sempre la vita. 100 aeroporti nell'arco di dieci minuti di volo non bastano se tutti quegli aeroporti sono sotto un temporale, e non bastano se gli aeroporti sono ingolfati di traffico.
Con la benzina non si scherza. Non tutti i piloti sono anche piloti di aliante - come il comandante del Gimli glider.

Stavo scherzando oviamente. Capisco la gravita del fatto
 
Sono d'accordo con te...sono convinto che la US Airways non fa volare i suoi aerei sotto i minimi previsti dalla legge...il problema, semmai, è che a volte quei minimi non bastano a causa di condizioni meteo critiche o di forte congestione di traffico.


come spesso succede la verità sta nel mezzo.
QUindi quanto indicato sopra potrebbe forse essere verosimile, no? Non vanno sotto i parametri di di sicurezza, ma dato l'affollamento, in caso di intasamenti er qualunque causa, le minime di sicurezza possono rivelarsi insufficienti, o no?
 
Mi sembra la storia dei fenomeni nostrani sulle strade che "per risparmiare" mettono 10 euro di benzina alla volta invece che fare il pieno...
ah ah vero... perchè sono a corto di cash, preferendo averlo in tasca per impressionare la la bella di turno:)
 
la notizia e' stata resa nota da piloti united e la compagnia non li ha licenziati perche' era vera ma li ha puniti con corsi di psicologia obbligatoria . anticipo la fonte , il tg3 delle 19 di ieri.
 
la notizia e' stata resa nota da piloti united e la compagnia non li ha licenziati perche' era vera ma li ha puniti con corsi di psicologia obbligatoria . anticipo la fonte , il tg3 delle 19 di ieri.

Io non sto seguendo la notizia ma se fosse realmente come riportato qui, cioè che la US Airways non fa mettere il carburante minimo indispensabile PREVISTO PER LEGGE, mi aspetterei come minimo una bella azione penale nei confronti della stessa compagnia...

ripeto...secondo me la US Airways non fa mettere carburante "in eccesso", ma che non faccia tenere i minimi mi sembra molto strano...


I-GIVO esattamente come hai detto...se il carburante minimo è Tratta + Alternato + 45'....se per qualsiasi motivo sulla tratta consumano un pò di più, fanno 15/20 minuti di holding, vanno sull'alternato ed anche li si trovano a dover fare 10/15 minuti di holding...ecco che la situazione diventa critica...
 
Io non sto seguendo la notizia ma se fosse realmente come riportato qui, cioè che la US Airways non fa mettere il carburante minimo indispensabile PREVISTO PER LEGGE, mi aspetterei come minimo una bella azione penale nei confronti della stessa compagnia...

ripeto...secondo me la US Airways non fa mettere carburante "in eccesso", ma che non faccia tenere i minimi mi sembra molto strano...


I-GIVO esattamente come hai detto...se il carburante minimo è Tratta + Alternato + 45'....se per qualsiasi motivo sulla tratta consumano un pò di più, fanno 15/20 minuti di holding, vanno sull'alternato ed anche li si trovano a dover fare 10/15 minuti di holding...ecco che la situazione diventa critica...



aggiungerei che possono anche fare la furbata di dichiarare "emergenza carburante" non tatno perchè sono a secco,. ma per non stare lì a girare in tondo e bruciarne un po'. Sai, non ci saranno solo i furbetti della corsia d'emergenza autostradale.
Anche se l'autorità dovrebbe poi controllare perchè minimo dovranno spiegare come mai erano a corto di carburante...così in fretta!
 
Ragionamento pericoloso, soprattutto in un continente dove le condizioni meteo complicano sempre la vita. 100 aeroporti nell'arco di dieci minuti di volo non bastano se tutti quegli aeroporti sono sotto un temporale, e non bastano se gli aeroporti sono ingolfati di traffico.
Con la benzina non si scherza. Non tutti i piloti sono anche piloti di aliante - come il comandante del Gimli glider.
SI ma il gimli glider qui non c'entra! ma cmq posso solo aggiungere che il comandante Pearson è un grande!!!
 
aggiungerei che possono anche fare la furbata di dichiarare "emergenza carburante" non tatno perchè sono a secco,. ma per non stare lì a girare in tondo e bruciarne un po'. Sai, non ci saranno solo i furbetti della corsia d'emergenza autostradale.
Anche se l'autorità dovrebbe poi controllare perchè minimo dovranno spiegare come mai erano a corto di carburante...così in fretta!

Nono credo proprio...fidati...già i piloti sono restii a dichiarare le emergenze quando le hanno realmente...figurati dichiararne una fasulla...come hai detto giustamente tu dopo una emergenza le autorità fanno delle verifiche...se fosse vera l'emergenza carburante dovrebbero giustificare perchè si sono trovati in quelle condizioni...se non fosse vera...beh...
 
Da Repubblica.it http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/aerei-lowcost/aerei-lowcost/aerei-lowcost.html

Le grandi manovre
contro il crac dei cieli


di LUCA IEZZI


ROMA - Per evitare la bancarotta da caro petrolio le compagnie aeree scelgono l'austerità. Il prezzo per noi passeggeri è l'azzeramento dei diritti più ovvi, come la certezza dell'ora di partenza o la possibilità di portarsi i bagagli. Con rischi anche per la sicurezza: le americane Continental e Us Airways, infatti, riempiono al minimo i serbatoi dei propri aerei e l'effetto è stato l'aumento degli atterraggi d'emergenza.

Anche se in Europa e in Italia le norme più stringenti sulle quantità minime impediscono che l'esempio possa essere replicato, anche da noi il conto in termini di disagi e di maggiori spese è molto salato. La risposta più ovvia al caro greggio, l'aumento dei prezzi, per quanto molto praticata, si è rivelata insufficiente: gli orari estivi hanno visto una serie di rialzi del "fuel surcharge", la parte della tariffa che dovrebbe coprire gli sbalzi del prezzo del petrolio. Ritocchi tra i 2 e 20 euro da parte di tutti i big, Air France, Lufthansa, Austrian. Ma la concorrenza impedisce di scaricare l'intero aumento direttamente sul prezzo dei biglietti, bisogna tirare la cinghia.

E allora spazio alla creatività: Singapore Airlines ha ridotto l'acqua minerale a bordo per tagliare il peso, American Airlines tassa 15 dollari ogni bagaglio, compreso il primo. Una scelta che poi è stata replicata da tutti i concorrenti statunitensi. Sempre negli Usa Southwest ha messo nel mirino gli obesi, costretti a pagare un secondo biglietto se il loro girovita impedisce di abbassare i braccioli.

Lufthansa ha raddoppiato la frequenza dei lavaggi della fusoliera degli aerei. Ma la salute dei clienti non c'entra. Il jet pulito, assicurano gli esperti, consuma meno. La belga Sabena è stata la prima a ridurre le velocità di crociera, poi imitata da tutti. Alitalia ha chiesto di volare a quote più alte per subire minor resistenza nel volo.



Poi si cercano nuove fonti d'entrata: negli Usa la Delta ha introdotto la pubblicità sulle carte d'imbarco, mentre le low cost hanno "spezzettato" ogni parte del processo imbarco-volo-servizi-arrivo per aggiungere nuove voci di costo. E così Ryanair fa pagare ai meno tecnologici anche il check in, solo chi si trova il posto su Internet può evitare il balzello.

Ma si tratta di palliativi. Così American, United, Delta, Continental e Northwest hanno deciso: se volare costa troppo, l'unica soluzione è volare lo stretto necessario. E hanno chiesto al Dipartimento dei trasporti la possibilità di tagliare i voli internazionali quando la domanda è fiacca, a scapito della certezza su partenze e arrivi. Il tutto dando per scontato una riduzione dei collegamenti: bloccate le nuove tratte con la Cina di Us Airways e Northwest, United non aprirà più la suggestiva Washington-Mosca.

Sul mercato interno è già così: i posti reali offerti dal prossimo autunno scenderanno dell'8%-10%, ma sugli orari ufficiali i voli soppressi sono molti meno. L'obiettivo è quello azzerare i viaggi con aerei semivuoti senza ridurre l'appeal dell'offerta, sempre più virtuale però, visto che gli orari vengono modificati in tempo reale. I passeggeri quasi non se ne accorgono perché già ora il 30% non arriva o parte nell'ora prevista sul biglietto. Se si passa per i grandi hub, come New York, Atlanta, Dallas o Chicago, la percentuale sale al 50%.

Dal punto di vista della compagne l'alternativa a un cattivo trasporto aereo è nessun trasporto aereo, almeno fin quando il petrolio resterà intorno ai 130 dollari. Il carburante rappresenta la voce di spesa principale, più del personale, e vale tra il 20 e il 30% dell'intero fatturato. Una voce che in un anno è quasi raddoppiata (+80%).

Trimestre dopo trimestre i bilanci del settore peggiorano sempre più e così, oltre ai passeggeri pagano anche i lavoratori: tutte le americane, British Airways e l'australiana Qantas hanno portato il conteggio dei licenziamenti già oltre 45.000. Questa cura da cavallo sembra funzionare: il prezzo del cherosene in una settimana è sceso del 10%. Chissà se saperlo basterà a consolare i turisti nelle lunghe attese negli aeroporti.
(
19 luglio 2008)


 
Mah...come al solito la verità starà in mezzo e bisogna cercare di intercettarla visto che chi scrive i giornali cambia sempre un po la verità..un fondo di verità ci sarà in fondo piloti united che motivo avrebbero di dire menzogne.
La mia interpretazione è che questa cosa sia successa un bel po di volte (non direi su tutti i voli) e applicata in maniera direi "scientifica" in modo tale da limitare i costi ma che venga fatto sempre mi sembra esagerato.
Ah forse non si è capito ma chiaramente la cosa è gravissima anche se siano state davvero poche volte!