Questo l'intero articolo...onestamente quelle righe non dicevano nulla, ecco qui il perchè del probabile divorzio:
L'Ups è pronta a volar via dall'aeroporto di Treviso. Il colosso del trasporto merci statunitense, uno dei leader mondiali nel settore dei corrieri espresso e della spedizione pacchi, avrebbe fatto recapitare in questi giorni una lettera ad AerTre, la società che gestice lo scalo trevigiano. Scopo: annunciare l'intenzione di abbandonare il Canova e stabilire la propria base in un altro aeroporto .
All'origine della decisione di emigrare ci sarebbe la mancanza della cosiddetta "seconda categoria". Da tempo l'aeroporto di Treviso ambisce a questa certificazione (oggi è classificato di "categoria uno", su un massimo di tre), che consiste, in buona sostanza, nel dotarsi di una serie di apparecchiature tecniche (guida radar per gli aerei, illuminazione della pista...) per permettere l'atterraggio dei velivoli anche in condizioni di cattiva visibilità, in primo luogo con forte nebbia. Strumentazioni di cui dispone la gran parte degli aeroporti maggiori e che necessitano di investimenti. Impantanati nel tira e molla sull'assetto azionario, però, nonostante le reiterate promesse, i soci non hanno ancora dato garanzie su questo punto.Stanca di aspettare, ritenendo i nuovi sistemi irrinunciabili per la regolarità di propri collegamenti, la United Parcel Service Inc. è in procinto di fare le valigie e trasferire i propri "cargo" marrone e oro altrove, dopo undici anni (l'accordo per lo sbarco all'allora San Giuseppe, infatti, era stato siglato nel 1996). Sbaglierebbe chi catalogasse la perdita come una semplice questione di prestigio: l'Ups trasporta una larga fetta di quelle 20 mila tonnellate di merci che l'anno scorso sono transitate per il Canova. Com'è immediatamente intuibile, sarebbe un partner affatto semplice da rimpiazzare e la sua partenza rischia di scavare una voragine negli introiti dell'aeroporto tale da far precipitare in rosso il bilancio (ritornato in utile di recente), anche per diversi esercizi a venire. Tanto più che, se il compimento dell'iter per la seconda categoria continuasse ad essere rimandato, anche altri importanti clienti del "Canova" potrebbero seguirne l'esempio, su tutti Ryanair, scatenando una sorta di effetto domino disastroso.
Ma lo scenario che si configura dietro alla defezione di Ups potrebbe andare al di là degli sconquassi, già di per sè non irrilevanti, nei conti. Dove si accaserebbe il gruppo di Atlanta, una volta lasciata la Marca? L'ipotesi più accreditata è Venezia, Qualcuno, anzi, dà già per fatto il domicilio degli hangar all'interno del Marco Polo. Una destinazione che non può non alimentare i sospetti su un naufragio del progetto di integrazione tra Tessera e Treviso, con il "Canova" destinato a diventare la seconda pista specializzata nei "low cost" e nelle merci del "cugino" lagunare. E torna allora alla mente il monito lanciato da Enrico Marchi, patron di Save, la società che controlla lo scalo veneziano, nelle more (tuttora perduranti) della querelle sul "concambio" di azioni AerTre con il Comune: «Se l'operazione non andrà in porto, tra Venezia e Treviso sarà concorrenza».