... ad alitalia vennero "assegnati", sempre nel rispetto della clausola "solo materiale inglese" alcuni bombardieri lancaster adattati in aeroplani per il trasporto passeggeri sistemando nella stretta, bassa e lunga fusoliera tredici seggiolini, forniti di maschera d'ossigeno e cambiando il nome in lancastrian. Nonostante tutti gl'accorgimenti presi i lancastrian erano assordanti e spossati dal rumore e dalle vibrazioni dei quattro motori (merlin 500). Avevano una velocità di crociera elevata (370 km/h) e un'autonomia di tutto rispetto (6.700 km) per quei tempi ma tutto ciò avveniva a spese di un elevato consumo di carburante. Comunque sia si diceva, a quei tempi, che "il passeggero il quale ha volato una volta con il lancastrian non volerà mai più". Il problema della scarsa "appetibilità" di questi aviogetti era ben presente agli inglesi i quali se ne sbarazzarono ben presto dalla BOAC rifilandoli, guradacaso, in parte all'alitalia, mettendo così il vettore nelle condizioni dove tutti gli altri vettori operavano con i primi aerei presurizzati lei con aerei vecchi e superati. Alitalia operava, così, sulle linee nazionali ed europee con i G-12 e i S-95 e sulle linee intercontinentali con i lancastrian. Le rotte principali erano: Roma - Tripoli, Roma - Il cario, Roma - Lagos- Karthoum e dal 16 novembre 1947, dopo dieci ore e 15 minuti di volo non stop un lacastrian atterrò a Asmara dando il via alla, Roma - Asmara.
Nel 1948 bene o male tutte le restrizioni ai voli, scaturite dai patti armistiziali, erano cadute, permettendo così di arrivare ad un quadro concessorio più chiaro ma nello stesso tempo direi alle prime avvisaglie di quello che determinerà il quadro complessivo del nostro mercato del trasporto aereo. Alitalia e LAI avevano, in qualità di vettori a partecipazione statale e straniera, i bocconi più "preziosi" lasciando ai privati le briciole. Sono le prime avvisaglie di una politica blindata e monopolistica (monopolio inesistente prima della guerra) a vantaggio del pubblico sul privato. Scelte diverse, in questo scorcio storico, avrebbero consentito, forse, oggi di avere un vettore nazionale in condizioni diverse, tant'è... la storia con i se e con i ma non la si fa quello che è certo è che comunque s'inizio, in questi anni, a soffocare la competizione concorrenziale.
Alla Avio Linee venne riconosciuto il diritto sulla Roma - Milano
Alla Teseo la Firenze - Bologna - Torino
Alla Transadriatica la Venezia - Ancona - Pescara - Brindisi - Catania
All'Airone la Cagliari - Alghero - Roma
Alla Sisa la Trieste - Roma - Napoli
Solo la LAI e l'Alitalia potevano uscire dal continente italiano.
Come prevedibile questa situazione determinò lentamente ma inesorabilmente il fallimento di molte iniziative private. Chi ne approffitò, però, inizialmente, fù la Avio Linee che iniziò ad assorbire diversi vettori privati trasformandosi in Ali Flotte Riunite, primo vettore privato italiano (con ben 21 aeroplani). Alitalia si allarmò di questa situazione mettendo gl'inglesi nelle condizioni di, con un'adeguata contropartita finanziaria, cedere le quote di alitalia alla privata Flotte Riunite. La Lai, nel frattempo, allarmata, decise, in una riunione in via del tritone a roma, di iniziare a fare pressioni politiche per arginare il vettore privato. Il matrimonio tra alitalia e la Flotte Riunite non avvenne mai perchè inizialmente la FIAT (socio di peso nel vettore privato) era piuttosto cauta (preferiva le sicure commesse militari) su questa espansione del vettore adottando una politica di continuo rinvio della conclusione dell'affare (fissato per dicembre del 51) ma sopratutto, non avvenne, perchè vi fù il tragico incidente di superga (dove persero la vita i giocatori del torino a bordo del trimotore FIAT G - 212) che segno l'inizio della fine della Flotta Riunite. Dopo il 4 maggio del 1949 (data dell'incidente) i protagonisti della storia del trasporto aereo italiano erano ormai due: alitalia e LAI. I privati non esistevano più!
continua...