Quest’anno io e mia moglie decidiamo di passare un paio di settimane dopo Natale al caldo: la scelta cade su Malesia e Thailandia, per l’esattezza su due isole, Langkawi e Ko Lipe. Come di consueto, ci accompagnano nel viaggio i nostri due figli, di 3 e 5 anni.
Tralascio il racconto del LIN-LHR-SIN con BA, moglie e figli al seguito non mi consentono di fare abbastanza foto. Mi concentro quindi su due brevi voli con AirAsia da Singapore a Langkawi, per i quali ho un numero appena sufficiente di foto da postare.
Sabato 3 gennaio 2015 – SIN-LGK
Flight: AK 733 - Class: Y - Seat: 02C
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: 9M-AJM - Delivered: 20/05/2014
Schedulato: 1045-1215 - Effettivo: 1106-1205
Tutto inizia il 3 gennaio: dopo un paio di giorni spesi a gironzolare per Singapore, si parte per il mare. Scelgo AirAsia per pura curiosità: la rotta SIN-LGK è effettuata anche da Silk Air, con la quale ho volato qualche anno fa da Singapore a Manado, Indonesia. Un viaggio senza infamia e senza lode. Tanto vale cambiare e provare AirAsia, questa volta.
Effettuo il check-in online (quello in aeroporto è a pagamento), quindi ci dirigiamo al drop-off bagagli, leggermente affollato, ma molto ordinato. Ecco come si presenta:
L’addetto chiude un occhio su un mezzo chilo di eccesso bagaglio in una delle tre valigie che imbarchiamo, non l’avrei dato così per scontato. Avevo mentalmente pronto il piano di travaso da una valigia all’altra...
Sull’aeroporto di Singapore/Changi credo ci sia poco da dire, per un paio di ragioni. La prima, la più banale, è che se ne è discusso ampiamente su questo forum. La seconda, molto personale, è che trattasi di uno di quei posti perfettini, puliti, che vince premi a man bassa da più di vent’anni, da risultare al limite del noioso. Comunque ecco un paio di foto del Terminal 1, quello da cui partono AirAsia e di qualche altra low cost, oltre a diverse major, tra cui BA. Quello che mi ha colpito di Changi, fin dalla prima volta in cui ci ho messo piede, ormai una decina di anni fa, è il motivo della moquette, un po’ anni Ottanta, ma molto particolare.
Anche qua Subway spaccia i suoi panini per improbabili specialità italiane...
Il tabellone con le destinazioni delle aree C e D del Terminal 1: molte low cost, qualche major, parecchie destinazioni asiatiche (ovvio!)
L’area D si presenta così: deserta.
Poi arriva il nostro aereo:
Procedura di imbarco ordinata; avendo acquistato un posto premium (fila 2), l’imbarco prioritario è incluso: meglio non rischiare attese con i pargoli al seguito. A occhio, i tre quarti dei passeggeri sono europei e australiani, diretti verso il caldo e il mare.
L’aereo è configurato con 33 file, modalità carro di bestiame, come si usa dire in questo forum, ma il pitch per un’ora e venti di volo è discreto.
Ecco l’interno, i posti premium hanno un allegro poggiatesta rosso.
Per curiosità do un’occhiata al menù: con così tanti europei a bordo, AirAsia offre – a pagamento, ovvio – sia cibo internazionale (come si sarebbe detto una volta), che piatti asiatici.
La rotta sorvola tutta la Malesia, da sud a nord. Un paio di foto poco prima di arrivare. Le assistenti di volo chiedono di spegnere tutti i dispositivi elettronici prima dell’atterraggio, quindi niente scatti di Langkawi dall’alto.
Ecco il nostro aereo:
Lo sbarco è autogestito: nessun autobus per raggiungere l’aerostazione (ma questo me lo sarei aspettato), ma nemmeno nessuna indicazione sul percorso da seguire. Un po’ a intuito trovo la strada, seguendo una FA (quella col vestito rosso nella foto).
Mia figlia si tappa le orecchie per il rumore: in effetti ci sono diversi aerei in arrivo.
Langkawi è una destinazione di vacanza per molti nord europei e australiani, pochissimi gli italiani che abbiamo incontrato nel nostro soggiorno. Nell’isola si trovano spiagge, la più famosa e mondana delle quali è senz’altro Pantai Cenang.
Ma anche vegetazione tropicale e coltivazioni di riso all’interno. Il modo migliore per visitarla resta un’auto a noleggio (o un motorino, nel caso non si abbia prole al seguito), in venti minuti si arriva praticamente ovunque.
Con un’ora di traghetto si va da Langkawi a Ko Lipe, la tipica isola tropicale da cartolina o – per gli amanti degli anni Ottanta – da pubblicità del Caldobagno. 20 Kmq di resort, ristoranti, hotel e spiagge, senza auto (e con poche strade di cui viaggiano improbabili taxi-sidecar).
Dopo una decina di giorni, riprendiamo la strada di Singapore.
Martedì 13 gennaio 2015 – LGK-SIN
Flight: AK 732 - Class: Y - Seat: 02C
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: 9M-AFD - Delivered: 16/02/2006
Schedulato: 0855-1020 - Effettivo: 0857-1010
Ecco come si presenta l’aeroporto di Langkawi alle 7 di mattino:
Il controllo di sicurezza è semi-autogestito e piuttosto alla buona: la sicurezza non deve essere un grosso problema da queste parti. Il bagaglio da stiva viene portato al controllo dai passeggeri, che poi se lo riprendono, per consegnarlo al drop off. Mah...
Ecco il nostro aereo: livrea speciale per il ritorno.
E c’è anche il wi-fi a bordo.
Anche in questo caso, cabin crew cortese e sorridente e pilota che si dilunga in spiegazioni, delle quali – per la verità – ho capito piuttosto poco. Stavolta gli europei e gli australiani sono molti di meno, diciamo sotto la metà. Evidentemente le vacanze stanno finendo...
Tralascio il racconto del LIN-LHR-SIN con BA, moglie e figli al seguito non mi consentono di fare abbastanza foto. Mi concentro quindi su due brevi voli con AirAsia da Singapore a Langkawi, per i quali ho un numero appena sufficiente di foto da postare.
Sabato 3 gennaio 2015 – SIN-LGK
Flight: AK 733 - Class: Y - Seat: 02C
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: 9M-AJM - Delivered: 20/05/2014
Schedulato: 1045-1215 - Effettivo: 1106-1205
Tutto inizia il 3 gennaio: dopo un paio di giorni spesi a gironzolare per Singapore, si parte per il mare. Scelgo AirAsia per pura curiosità: la rotta SIN-LGK è effettuata anche da Silk Air, con la quale ho volato qualche anno fa da Singapore a Manado, Indonesia. Un viaggio senza infamia e senza lode. Tanto vale cambiare e provare AirAsia, questa volta.
Effettuo il check-in online (quello in aeroporto è a pagamento), quindi ci dirigiamo al drop-off bagagli, leggermente affollato, ma molto ordinato. Ecco come si presenta:


L’addetto chiude un occhio su un mezzo chilo di eccesso bagaglio in una delle tre valigie che imbarchiamo, non l’avrei dato così per scontato. Avevo mentalmente pronto il piano di travaso da una valigia all’altra...
Sull’aeroporto di Singapore/Changi credo ci sia poco da dire, per un paio di ragioni. La prima, la più banale, è che se ne è discusso ampiamente su questo forum. La seconda, molto personale, è che trattasi di uno di quei posti perfettini, puliti, che vince premi a man bassa da più di vent’anni, da risultare al limite del noioso. Comunque ecco un paio di foto del Terminal 1, quello da cui partono AirAsia e di qualche altra low cost, oltre a diverse major, tra cui BA. Quello che mi ha colpito di Changi, fin dalla prima volta in cui ci ho messo piede, ormai una decina di anni fa, è il motivo della moquette, un po’ anni Ottanta, ma molto particolare.


Anche qua Subway spaccia i suoi panini per improbabili specialità italiane...

Il tabellone con le destinazioni delle aree C e D del Terminal 1: molte low cost, qualche major, parecchie destinazioni asiatiche (ovvio!)

L’area D si presenta così: deserta.

Poi arriva il nostro aereo:

Procedura di imbarco ordinata; avendo acquistato un posto premium (fila 2), l’imbarco prioritario è incluso: meglio non rischiare attese con i pargoli al seguito. A occhio, i tre quarti dei passeggeri sono europei e australiani, diretti verso il caldo e il mare.
L’aereo è configurato con 33 file, modalità carro di bestiame, come si usa dire in questo forum, ma il pitch per un’ora e venti di volo è discreto.

Ecco l’interno, i posti premium hanno un allegro poggiatesta rosso.

Per curiosità do un’occhiata al menù: con così tanti europei a bordo, AirAsia offre – a pagamento, ovvio – sia cibo internazionale (come si sarebbe detto una volta), che piatti asiatici.


La rotta sorvola tutta la Malesia, da sud a nord. Un paio di foto poco prima di arrivare. Le assistenti di volo chiedono di spegnere tutti i dispositivi elettronici prima dell’atterraggio, quindi niente scatti di Langkawi dall’alto.


Ecco il nostro aereo:

Lo sbarco è autogestito: nessun autobus per raggiungere l’aerostazione (ma questo me lo sarei aspettato), ma nemmeno nessuna indicazione sul percorso da seguire. Un po’ a intuito trovo la strada, seguendo una FA (quella col vestito rosso nella foto).

Mia figlia si tappa le orecchie per il rumore: in effetti ci sono diversi aerei in arrivo.

Langkawi è una destinazione di vacanza per molti nord europei e australiani, pochissimi gli italiani che abbiamo incontrato nel nostro soggiorno. Nell’isola si trovano spiagge, la più famosa e mondana delle quali è senz’altro Pantai Cenang.

Ma anche vegetazione tropicale e coltivazioni di riso all’interno. Il modo migliore per visitarla resta un’auto a noleggio (o un motorino, nel caso non si abbia prole al seguito), in venti minuti si arriva praticamente ovunque.



Con un’ora di traghetto si va da Langkawi a Ko Lipe, la tipica isola tropicale da cartolina o – per gli amanti degli anni Ottanta – da pubblicità del Caldobagno. 20 Kmq di resort, ristoranti, hotel e spiagge, senza auto (e con poche strade di cui viaggiano improbabili taxi-sidecar).




Dopo una decina di giorni, riprendiamo la strada di Singapore.
Martedì 13 gennaio 2015 – LGK-SIN
Flight: AK 732 - Class: Y - Seat: 02C
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: 9M-AFD - Delivered: 16/02/2006
Schedulato: 0855-1020 - Effettivo: 0857-1010
Ecco come si presenta l’aeroporto di Langkawi alle 7 di mattino:


Il controllo di sicurezza è semi-autogestito e piuttosto alla buona: la sicurezza non deve essere un grosso problema da queste parti. Il bagaglio da stiva viene portato al controllo dai passeggeri, che poi se lo riprendono, per consegnarlo al drop off. Mah...
Ecco il nostro aereo: livrea speciale per il ritorno.

E c’è anche il wi-fi a bordo.

Anche in questo caso, cabin crew cortese e sorridente e pilota che si dilunga in spiegazioni, delle quali – per la verità – ho capito piuttosto poco. Stavolta gli europei e gli australiani sono molti di meno, diciamo sotto la metà. Evidentemente le vacanze stanno finendo...