Prima parte qui: http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=101471
Seconda parte qui: http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?p=862660
Stare in giro per oltre un mese e mezzo in un Paese o in una Regione nuova può sembrare estremamente lungo. Quando poi sei in ballo e cominci a ballare, ti rendi conto che i giorni stanno finendo e la lista di cose da fare e da vedere è ancora troppo lunga. Ho dovuto così mettere le priorità e, parlando con tante persone, mi sono fatto convinceree a visitare il Parco Archeologico di Angkor, vicino a Siem Reap in Cambogia.
Ecco qui la terza parte del report.
Il volo diretto BKK-REP è operato solo da Bangkok Airways con dei prezzi al limite dell’indecenza, all’incirca sui 350 USD. Perdo una buona mezzora su Internet a trovare una soluzione alternativa (16 ore di autobus sono scartate a priori) e trovo un transito a Phnom Penh con una combinazione di Air Asia e, purtroppo, Bangkok Airways, per un totale di 100 USD, di cui già solo 80 per il volo interno.
Per il ritorno mi regalo un transito a KL, giusto per aggiungere un aeroporto in più, molto interessante dai racconti di chi c’è stato, oltre al notevole risparmio rispetto al volo diretto con PG.
Non avendo guide né compagnia cui fare riferimento, mi faccio consigliare dal buon FlyIce, memore del suo TR, sulla sistemazione a Siem Reap: partendo dalla sua dritta, cerco su internt e prenoto all’Angkor Miracle Resort & Spa a 30 EUR circa a notte, per 3 notti, approfittando dell’offerta 3x2.
Viene il giorno della partenza, vado con solito abbondante anticipo in aeroporto, spedisco senza problemi la valigia, passo il controllo passaporti e mi accomodo in sala d’attesa, approfittando delle postazioni Internet gratuite.
Non metto così tante foto, BKK è stato visto e rivisto, giusto un paio, tra cui l’equipaggio pronto all’imbarco.
La sala va riempiendosi, il nostro aereo è già lì e si tratta di nuovo di HS-AAQ che ho preso solo due giorni prima sul CEI-BKK! Ho purtroppo un posto corridoio (nonostante avessi chiesto il finestrino), così decido di imbarcarmi tra i primi per cercare di sedermi al 4A e poi fare la faccia del bimbo che vuole stare al finestrino.
Volo: Thai Air Asia – FD3616 del 18/07/2009
Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS) – Phnom Penh Ponchentong (PNH/VDPP)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAQ – Seat: 4A (cambiato dal 4C)
LF: 130/148 = 90% circa
Scheduled: 14.50 – 16.00
Block to block: 14.56 (Gate D1) – 16.08 (Gate 10)
In air: 15.10 (RWY 01L) – 16.01 (RWY 23)
Alla fine mi siedo al 4A mentre al 4B si siede un omone americano il cui volume totale ammontava a svariati metri cubi (sono poche le occasioni in cui mi sento magro accanto ad una persona, e questa era una di quelle). Per fortuna il 4C resta libero, quindi il nuovo amico americano si sposta lì, regalando a entrambi una gran comodità.
Fuori ci sono un tedesco e un singaporiano (cit. De Mauro-Paravia)
Dopo le solite procedure di sicurezza ci muoviamo ed andiamo a prendere la solita 19R, ma stavolta al rovescio, quindi oggi la pista è 01L. Manetta al massimo ed in poco tempo siamo già in aria, virata a destra in direzione est e ci dirigiamo alla volta della Cambogia.
Si balla parecchio e sotto di noi non si vede nulla per molto tempo, fino a quando cominciamo a scendere.
La campagna cambogiana si fa vedere in tutta la sua bruttezza e poco dopo siamo già sopra la città di Phnom Penh. Finalmente riesco a vedere, seppur solo dall’aereo, uno dei miei obiettivi di questo viaggio: il fiume Mekong.
Atterriamo a PNH sotto il diluvio universale, per fortuna che il finger è pronto ad accoglierci, mi catapulto fuori dall’aereo per essere tra i primi al controllo passaporti.
Come diceva FlyIce nel suo TR, non si capisce bene cosa ci facciano tutte quelle persone per mettere un solo timbro, è una simpaticissima catena, fatto sta che alla fine pago i miei venti dollari, ricevo tutti i dovuti timbri e mi accingo a raccogliere la valigia, che sta già girando sul nastro.
Esco, seguendo le direzioni scritte anche in francese, lingua degli ex colonizzatori, e trovo subito la biglietteria di Bangkok Airways, dove acquisto, come detto a 80 USD, il biglietto per il volo PG996 per Siem Reap in partenza di lì ad un paio d’ore. Avevo già chiesto a BKK quale fosse il prezzo e mi era stato risposto che volevano 98 USD, ho fatto un affarone ad aspettare!!!
Rientro subito a fare il check in per REP, tutto si svolge in modo tranquillo e professionale, compreso il controllo di sicurezza, solo noto che i prezzi in aeroporto sono ancora più elevati di quelli di BKK.
La fame però si fa sentire e mangio un panino con una birra Angkor, tipica cambogiana, il tutto per la poco modica cifra di 3 USD.
Passano i minuti e la sala d’attesa si va riempiendo, mentre io mi riguardo su Star Sports la finale di Wimbledon conclusa al trentesimo game del quinto set con la vittoria di Re Roger. Nel frattempo faccio qualche foto all’apron, non che ci sia molta roba in verità.
A319 Jet Star per SIN
Velivolo della flotta reale cambogiana
Alle 17.45 arriva da REP il frullino che mi porterà a destinazione, è proprio bello, la livrea è così colorata che mette il buon umore.
Volo: Bangkok Airways – PG996 del 18/07/2009
Phnom Penh Ponchentong (PNH/VDPP) – Siem Reap International (REP/VDSR)
Aeromobile: ATR 72-500 HS-PGA – Seat: 6D
LF: 25/70 = 36% circa
Scheduled: 18.25 – 19.20
Block to block: 18.23 (Gate 3) – 19.09 (Domestic Terminal)
In air: 18.26 (RWY 23) – 19.07 (RWY 05)
Imbarchiamo a piedi, siamo pochissimi, arriviamo a superare di poco il 30%. All’ingresso dell’aereo trovo le due AAVV, non ho più parole per descrivere le AAVV che ho incontrato su questi vettori: anche in questo caso il capo del personale ha la mia più completa stima!
Decolliamo per pista 23 quando ormai ha già smesso di piovere da un pezzo. Il frullino si alza in breve tempo e vira a destra facendo quasi un 180° per direzionarsi verso REP.
Sta ormai facendo buio, non si possono fare foto fuori. Le AAVV passano per il servizio, due dolcetti, discreti, e succo d’arancia, una roba chimica imbevibile.
Siamo già in discesa e allineati sulla 05 di REP, utilizzata per gli atterraggi, mentre per i decolli si usa la 23, il tutto per non passare sopra il Parco Archeologico.
Atterriamo dopo 41’ dal decollo e liberiamo subito la pista. A terra c’è un A320 Vietnam Airlines, che non fotografo per evidenti ragioni di (mia) sicurezza.
Eccomi al ritiro bagagli, una procedura di alta automatizzazione, condotta da tecnici altamente specializzati che hanno seguito un impegnativo training presso i più importanti centri di formazione mondiali.
Avevo chiesto di essere venuto a prendere all’arrivo ma nessuno dall’hotel si fa vedere, mi faccio dare un passaggio da un taxi-motociclista che per 1$ mi porta in hotel (foto seguenti fatte nei diversi giorni).
Il giorno dopo decido di andare a vedere il Parco Archeologico di Angkor, tutto bellissimo, ma lungo, dispersivo e faticosissimo, nonostante il taxi a disposizione e 20$ lasciati alla cassa. Lascio qualche foto, dicendo che vale la pena assolutamente andare. Per chi volesse conoscere tutta la storia, qui c’è da passarci qualche giorno a leggere: http://it.wikipedia.org/wiki/Angkor
Tra i diversi templi, cito solo Angkor Wat e Bayon.
Terminate le visite ai templi, mi do alla scoperta della città di Siem Reap. È ora di mangiare qualcosa, vado al Temple Bar e mi nutro degnamente, dandomi anche alla lettura: un articolo in particolare – sul Phnom Penh Post – attrae la mia attenzione, dal momento che faccio l’arbitro di calcio. Che dire? Tutto il mondo è paese!
Dopo aver riempito lo stomaco reclamante, mi dedico al turismo, comprendendovi anche uno dei rigeneranti massaggi ai piedi ed alla schiena, prima di andare nuovamente a sbevazzare allegramente all’Angkor What? Bar, locale storico di Siem Reap, il primo pub aperto nel 1998 che oggi si presenta così:
Scene cambogiane
Il massaggio dei pesci, che non ho fatto per le piaghe che avevo ai piedi,nonostante le facce di coloro che si sottoponevano al trattamento dessero segni di profonda goduria.
Mentre vago al Temple ritrovo per caso uno dei ragazzi della compagnia di Ko Pha Ngan: nice to see you again, Tom!
Anche il brevissimo soggiorno cambogiano volge al termine e sento di nuovo il richiamo della città degli angeli, saluto il mio bell’hotel e mi faccio portare all’aeroporto. Per il ritorno ho organizzato un giro via Kuala Lumpur con partenza al mattino da REP e scalo lungo al Low Cost Terminal di KUL. Air Asia offre due voli al giorno sulla prima tratta e una decina di voli dalla Malesia a Bangkok. Preparo quindi una sosta di circa 4 ore al KLIA, onde evitare di rimanere a piedi con la coincidenza.
In poco tempo arrivo al bellissimo aeroporto di REP. Come già testimoniato da FlyIce, l’aeroporto è veramente ben fatto e ben mantenuto, grazie anche all’esosa tassa di uscita dalla Cambogia, 25$ che rappresentano un mezzo tesoro in questo Paese. All’interno dell’aerostazione, oltre ad una grande pulizia, tante piante e qualche bel negozio, i cui prezzi però sono ai limiti del furto legalizzato.
Do un’occhiata in pista e vedo il Jet Star per Singapore, via Phnom Penh. Nel frattempo arriva puntualissimo il mio A320 che mi porterà a Kuala Lumpur.
Alle 8.15 comincia l’imbarco
Volo: Air Asia – AK281 del 21/07/2009
Siem Reap International (REP/VDSR) – Kuala Lumpur LCCT (KUL/WMKK)
Aeromobile: Airbus A320 9M-AFC – Seat: 2A (cambiato dal 22D)
LF: 134/180 = 70% circa
Scheduled: 08.35 – 11.35
Block to block: 08.20 (Gate 1) – 11.15 (Stand F71)
In air: 08.28 (RWY 23) – 11.08 (RWY 14L)
Imbarchiamo a piedi e mi avvio tra gli ultimi, per cercare di guadagnare un posto avanti per minimizzare le code al controllo passaporti a KUL. Alla fine, pur avendo il 22D (corridoio, bah), mi siedo al 2A e ho tutti e tre i posti a disposizione, poiché nessuno o quasi aveva comprato gli hot seats.
Arrivederci Cambogia!
Andiamo a decollare per RWY 23 per evitare di passare sul Parco Archeologico, la salita è veloce ed il monsone fa il resto, non dando la minima occasione di vedere qualcosa a terra.
Ne approfitto per appisolarmi e quando mi sveglio siamo in finale per il KLIA. Il tempo è pietoso, il peggior monsone da quando sono nella regione si sta abbattendo sulla capitale malese. Atterriamo sulla 14L e a sinistra si intravedono le tribune del circuito di Sepang, proprio accanto all’aeroporto.
Mentre stiamo andando al parcheggio arriva dal cockpit l’invito a non fare fotografie sull’apron. Evito i problemi e mi darò allo spotting, dopo aver chiesto ad un poliziotto il permesso, solo dentro l’aerostazione. Blocchiamo in mezzo agli altri fratellini e, sbarcando, Air Asia fornisce degli ombrelli per ripararsi dalla pioggia torrenziale. Il passaggio verso l’aerostazione è coperto ed è una benedizione. Mentre salgo al controllo passaporti do un’occhiata ai bestioni locali e a uno degli A320 Air Asia parcheggiati.
Con un bel timbro malese sul passaporto, mi dedico alla visita del LCCT: non è male in fondo, certo è basilare ma tutti i servizi sono presenti e da McDonald’s c’è anche il Wi-Fi.
Mi perdo qualche minuto a fotografare prima di andare a fare subito il check in per il volo successivo con destinazione Bangkok Suvarnabhumi.
Qui succede quello che non mi sarei mai aspettato. Per stare tranquillo avevo prenotato il volo delle 15.30, FD3576, quindi con un’attesa di quasi 5 ore in Malesia. Mi presento al check in e la gentile signorina mi annuncia che il mio volo partirà alle 16.00, ma…
…mi chiede se voglio essere messo sul volo in partenza di lì ad un’ora per la Thailandia. Alla mia domanda sul costo di tutto ciò, lei mi risponde quasi stupita: “It’s free, Sir, since your original flight is delayed!”. Questa signora compagnia aerea mi ha cambiato di volo gratuitamente per un ritardo di solo, e sottolineo solo, mezz’ora. Per la cronaca, il volo era costato una ventina di euro. Sono rimasto basito dalla proposta, ovviamente accettata in tempo zero. A questo punto, per completare l’esperienza, le chiedo per favore un posto al finestrino e prontamente mi arriva il 27A!
Ripasso il controllo passaporti per farmi mettere il timbro d’uscita e mi avvio verso la sala partenze.
Dalla sala partenze fotografo la bellissima TWR ed il 3000esimo A320, in livrea Air Asia.
Il volo ha un po’ di ritardo ma alle 13.50 ora locale imbarchiamo su 9M-AFM.
Volo: Air Asia – AK742 del 21/07/2009
Kuala Lumpur LCCT (KUL/WMKK) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Airbus A320 9M-AFM – Seat: 27A
LF: 130/180 = 70% circa
Scheduled: 13.40 – 14.45
Block to block: 13.48 (Gate T8) – 15.01 (Gate F2)
In air: 14.05 (RWY 14R) – 14.57 (RWY 19R)
Il meteo è sempre più inclemente e anche in questo caso Air Asia offre gli ombrelli per il brevissimo tratto scoperto verso l’aereo. È veramente un’ottima cosa, anche se pressoché inutile perché la pioggia, così forte, rimbalza per terra e mi bagna tutto lo stesso.
Salgo a bordo e fotografo alcuni dei visitatori, Tiger Airways (9V-TAI), Eva Air e Air Atlanta Icelandic.
Purtroppo le batterie della macchina fotografica decidono di mettersi in sciopero a questo punto. Andiamo a decollare per 14R con un po’ di coda: siamo al raccordo C2, TORA 3887, distanza più che sufficiente per fare decollare la bestiola!
Anche in questo caso il volo è tutto sopra le nuvole, non si vede mai nulla e solo verso la discesa si torna a distinguere qualcosa per terra. Vedo da lontano il Don Muaeng prima dell’allineamento per 19R, sulla quale atterriamo dopo 1h52’ di volo. Il bagaglio arriva in fretta e prendo il solito autobus AE2 per Khaosan Road.
Qui termina la terza parte, dedicata completamente alla stupenda Cambogia. Ad oggi siamo a 8 giorni dalla partenza per l’Italia e mancano ancora un paio di gite, a Kanchanaburi e ad Ayuttaya, prima del volo di ritorno verso casa. Tutto questo, spero, costituirà la quarta ed ultima parte.
Stay tuned!
Seconda parte qui: http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?p=862660
Stare in giro per oltre un mese e mezzo in un Paese o in una Regione nuova può sembrare estremamente lungo. Quando poi sei in ballo e cominci a ballare, ti rendi conto che i giorni stanno finendo e la lista di cose da fare e da vedere è ancora troppo lunga. Ho dovuto così mettere le priorità e, parlando con tante persone, mi sono fatto convinceree a visitare il Parco Archeologico di Angkor, vicino a Siem Reap in Cambogia.
Ecco qui la terza parte del report.
Il volo diretto BKK-REP è operato solo da Bangkok Airways con dei prezzi al limite dell’indecenza, all’incirca sui 350 USD. Perdo una buona mezzora su Internet a trovare una soluzione alternativa (16 ore di autobus sono scartate a priori) e trovo un transito a Phnom Penh con una combinazione di Air Asia e, purtroppo, Bangkok Airways, per un totale di 100 USD, di cui già solo 80 per il volo interno.
Per il ritorno mi regalo un transito a KL, giusto per aggiungere un aeroporto in più, molto interessante dai racconti di chi c’è stato, oltre al notevole risparmio rispetto al volo diretto con PG.
Non avendo guide né compagnia cui fare riferimento, mi faccio consigliare dal buon FlyIce, memore del suo TR, sulla sistemazione a Siem Reap: partendo dalla sua dritta, cerco su internt e prenoto all’Angkor Miracle Resort & Spa a 30 EUR circa a notte, per 3 notti, approfittando dell’offerta 3x2.
Viene il giorno della partenza, vado con solito abbondante anticipo in aeroporto, spedisco senza problemi la valigia, passo il controllo passaporti e mi accomodo in sala d’attesa, approfittando delle postazioni Internet gratuite.
Non metto così tante foto, BKK è stato visto e rivisto, giusto un paio, tra cui l’equipaggio pronto all’imbarco.



La sala va riempiendosi, il nostro aereo è già lì e si tratta di nuovo di HS-AAQ che ho preso solo due giorni prima sul CEI-BKK! Ho purtroppo un posto corridoio (nonostante avessi chiesto il finestrino), così decido di imbarcarmi tra i primi per cercare di sedermi al 4A e poi fare la faccia del bimbo che vuole stare al finestrino.


Volo: Thai Air Asia – FD3616 del 18/07/2009
Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS) – Phnom Penh Ponchentong (PNH/VDPP)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAQ – Seat: 4A (cambiato dal 4C)
LF: 130/148 = 90% circa
Scheduled: 14.50 – 16.00
Block to block: 14.56 (Gate D1) – 16.08 (Gate 10)
In air: 15.10 (RWY 01L) – 16.01 (RWY 23)
Alla fine mi siedo al 4A mentre al 4B si siede un omone americano il cui volume totale ammontava a svariati metri cubi (sono poche le occasioni in cui mi sento magro accanto ad una persona, e questa era una di quelle). Per fortuna il 4C resta libero, quindi il nuovo amico americano si sposta lì, regalando a entrambi una gran comodità.
Fuori ci sono un tedesco e un singaporiano (cit. De Mauro-Paravia)


Dopo le solite procedure di sicurezza ci muoviamo ed andiamo a prendere la solita 19R, ma stavolta al rovescio, quindi oggi la pista è 01L. Manetta al massimo ed in poco tempo siamo già in aria, virata a destra in direzione est e ci dirigiamo alla volta della Cambogia.




Si balla parecchio e sotto di noi non si vede nulla per molto tempo, fino a quando cominciamo a scendere.
La campagna cambogiana si fa vedere in tutta la sua bruttezza e poco dopo siamo già sopra la città di Phnom Penh. Finalmente riesco a vedere, seppur solo dall’aereo, uno dei miei obiettivi di questo viaggio: il fiume Mekong.



Atterriamo a PNH sotto il diluvio universale, per fortuna che il finger è pronto ad accoglierci, mi catapulto fuori dall’aereo per essere tra i primi al controllo passaporti.



Come diceva FlyIce nel suo TR, non si capisce bene cosa ci facciano tutte quelle persone per mettere un solo timbro, è una simpaticissima catena, fatto sta che alla fine pago i miei venti dollari, ricevo tutti i dovuti timbri e mi accingo a raccogliere la valigia, che sta già girando sul nastro.
Esco, seguendo le direzioni scritte anche in francese, lingua degli ex colonizzatori, e trovo subito la biglietteria di Bangkok Airways, dove acquisto, come detto a 80 USD, il biglietto per il volo PG996 per Siem Reap in partenza di lì ad un paio d’ore. Avevo già chiesto a BKK quale fosse il prezzo e mi era stato risposto che volevano 98 USD, ho fatto un affarone ad aspettare!!!


Rientro subito a fare il check in per REP, tutto si svolge in modo tranquillo e professionale, compreso il controllo di sicurezza, solo noto che i prezzi in aeroporto sono ancora più elevati di quelli di BKK.



La fame però si fa sentire e mangio un panino con una birra Angkor, tipica cambogiana, il tutto per la poco modica cifra di 3 USD.
Passano i minuti e la sala d’attesa si va riempiendo, mentre io mi riguardo su Star Sports la finale di Wimbledon conclusa al trentesimo game del quinto set con la vittoria di Re Roger. Nel frattempo faccio qualche foto all’apron, non che ci sia molta roba in verità.
A319 Jet Star per SIN

Velivolo della flotta reale cambogiana

Alle 17.45 arriva da REP il frullino che mi porterà a destinazione, è proprio bello, la livrea è così colorata che mette il buon umore.



Volo: Bangkok Airways – PG996 del 18/07/2009
Phnom Penh Ponchentong (PNH/VDPP) – Siem Reap International (REP/VDSR)
Aeromobile: ATR 72-500 HS-PGA – Seat: 6D
LF: 25/70 = 36% circa
Scheduled: 18.25 – 19.20
Block to block: 18.23 (Gate 3) – 19.09 (Domestic Terminal)
In air: 18.26 (RWY 23) – 19.07 (RWY 05)
Imbarchiamo a piedi, siamo pochissimi, arriviamo a superare di poco il 30%. All’ingresso dell’aereo trovo le due AAVV, non ho più parole per descrivere le AAVV che ho incontrato su questi vettori: anche in questo caso il capo del personale ha la mia più completa stima!



Decolliamo per pista 23 quando ormai ha già smesso di piovere da un pezzo. Il frullino si alza in breve tempo e vira a destra facendo quasi un 180° per direzionarsi verso REP.
Sta ormai facendo buio, non si possono fare foto fuori. Le AAVV passano per il servizio, due dolcetti, discreti, e succo d’arancia, una roba chimica imbevibile.

Siamo già in discesa e allineati sulla 05 di REP, utilizzata per gli atterraggi, mentre per i decolli si usa la 23, il tutto per non passare sopra il Parco Archeologico.
Atterriamo dopo 41’ dal decollo e liberiamo subito la pista. A terra c’è un A320 Vietnam Airlines, che non fotografo per evidenti ragioni di (mia) sicurezza.
Eccomi al ritiro bagagli, una procedura di alta automatizzazione, condotta da tecnici altamente specializzati che hanno seguito un impegnativo training presso i più importanti centri di formazione mondiali.

Avevo chiesto di essere venuto a prendere all’arrivo ma nessuno dall’hotel si fa vedere, mi faccio dare un passaggio da un taxi-motociclista che per 1$ mi porta in hotel (foto seguenti fatte nei diversi giorni).








Il giorno dopo decido di andare a vedere il Parco Archeologico di Angkor, tutto bellissimo, ma lungo, dispersivo e faticosissimo, nonostante il taxi a disposizione e 20$ lasciati alla cassa. Lascio qualche foto, dicendo che vale la pena assolutamente andare. Per chi volesse conoscere tutta la storia, qui c’è da passarci qualche giorno a leggere: http://it.wikipedia.org/wiki/Angkor
Tra i diversi templi, cito solo Angkor Wat e Bayon.














Terminate le visite ai templi, mi do alla scoperta della città di Siem Reap. È ora di mangiare qualcosa, vado al Temple Bar e mi nutro degnamente, dandomi anche alla lettura: un articolo in particolare – sul Phnom Penh Post – attrae la mia attenzione, dal momento che faccio l’arbitro di calcio. Che dire? Tutto il mondo è paese!





Dopo aver riempito lo stomaco reclamante, mi dedico al turismo, comprendendovi anche uno dei rigeneranti massaggi ai piedi ed alla schiena, prima di andare nuovamente a sbevazzare allegramente all’Angkor What? Bar, locale storico di Siem Reap, il primo pub aperto nel 1998 che oggi si presenta così:




Scene cambogiane


Il massaggio dei pesci, che non ho fatto per le piaghe che avevo ai piedi,nonostante le facce di coloro che si sottoponevano al trattamento dessero segni di profonda goduria.

Mentre vago al Temple ritrovo per caso uno dei ragazzi della compagnia di Ko Pha Ngan: nice to see you again, Tom!

Anche il brevissimo soggiorno cambogiano volge al termine e sento di nuovo il richiamo della città degli angeli, saluto il mio bell’hotel e mi faccio portare all’aeroporto. Per il ritorno ho organizzato un giro via Kuala Lumpur con partenza al mattino da REP e scalo lungo al Low Cost Terminal di KUL. Air Asia offre due voli al giorno sulla prima tratta e una decina di voli dalla Malesia a Bangkok. Preparo quindi una sosta di circa 4 ore al KLIA, onde evitare di rimanere a piedi con la coincidenza.
In poco tempo arrivo al bellissimo aeroporto di REP. Come già testimoniato da FlyIce, l’aeroporto è veramente ben fatto e ben mantenuto, grazie anche all’esosa tassa di uscita dalla Cambogia, 25$ che rappresentano un mezzo tesoro in questo Paese. All’interno dell’aerostazione, oltre ad una grande pulizia, tante piante e qualche bel negozio, i cui prezzi però sono ai limiti del furto legalizzato.






Do un’occhiata in pista e vedo il Jet Star per Singapore, via Phnom Penh. Nel frattempo arriva puntualissimo il mio A320 che mi porterà a Kuala Lumpur.


Alle 8.15 comincia l’imbarco

Volo: Air Asia – AK281 del 21/07/2009
Siem Reap International (REP/VDSR) – Kuala Lumpur LCCT (KUL/WMKK)
Aeromobile: Airbus A320 9M-AFC – Seat: 2A (cambiato dal 22D)
LF: 134/180 = 70% circa
Scheduled: 08.35 – 11.35
Block to block: 08.20 (Gate 1) – 11.15 (Stand F71)
In air: 08.28 (RWY 23) – 11.08 (RWY 14L)
Imbarchiamo a piedi e mi avvio tra gli ultimi, per cercare di guadagnare un posto avanti per minimizzare le code al controllo passaporti a KUL. Alla fine, pur avendo il 22D (corridoio, bah), mi siedo al 2A e ho tutti e tre i posti a disposizione, poiché nessuno o quasi aveva comprato gli hot seats.





Arrivederci Cambogia!



Andiamo a decollare per RWY 23 per evitare di passare sul Parco Archeologico, la salita è veloce ed il monsone fa il resto, non dando la minima occasione di vedere qualcosa a terra.


Ne approfitto per appisolarmi e quando mi sveglio siamo in finale per il KLIA. Il tempo è pietoso, il peggior monsone da quando sono nella regione si sta abbattendo sulla capitale malese. Atterriamo sulla 14L e a sinistra si intravedono le tribune del circuito di Sepang, proprio accanto all’aeroporto.



Mentre stiamo andando al parcheggio arriva dal cockpit l’invito a non fare fotografie sull’apron. Evito i problemi e mi darò allo spotting, dopo aver chiesto ad un poliziotto il permesso, solo dentro l’aerostazione. Blocchiamo in mezzo agli altri fratellini e, sbarcando, Air Asia fornisce degli ombrelli per ripararsi dalla pioggia torrenziale. Il passaggio verso l’aerostazione è coperto ed è una benedizione. Mentre salgo al controllo passaporti do un’occhiata ai bestioni locali e a uno degli A320 Air Asia parcheggiati.


Con un bel timbro malese sul passaporto, mi dedico alla visita del LCCT: non è male in fondo, certo è basilare ma tutti i servizi sono presenti e da McDonald’s c’è anche il Wi-Fi.
Mi perdo qualche minuto a fotografare prima di andare a fare subito il check in per il volo successivo con destinazione Bangkok Suvarnabhumi.


Qui succede quello che non mi sarei mai aspettato. Per stare tranquillo avevo prenotato il volo delle 15.30, FD3576, quindi con un’attesa di quasi 5 ore in Malesia. Mi presento al check in e la gentile signorina mi annuncia che il mio volo partirà alle 16.00, ma…

…mi chiede se voglio essere messo sul volo in partenza di lì ad un’ora per la Thailandia. Alla mia domanda sul costo di tutto ciò, lei mi risponde quasi stupita: “It’s free, Sir, since your original flight is delayed!”. Questa signora compagnia aerea mi ha cambiato di volo gratuitamente per un ritardo di solo, e sottolineo solo, mezz’ora. Per la cronaca, il volo era costato una ventina di euro. Sono rimasto basito dalla proposta, ovviamente accettata in tempo zero. A questo punto, per completare l’esperienza, le chiedo per favore un posto al finestrino e prontamente mi arriva il 27A!

Ripasso il controllo passaporti per farmi mettere il timbro d’uscita e mi avvio verso la sala partenze.



Dalla sala partenze fotografo la bellissima TWR ed il 3000esimo A320, in livrea Air Asia.


Il volo ha un po’ di ritardo ma alle 13.50 ora locale imbarchiamo su 9M-AFM.

Volo: Air Asia – AK742 del 21/07/2009
Kuala Lumpur LCCT (KUL/WMKK) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Airbus A320 9M-AFM – Seat: 27A
LF: 130/180 = 70% circa
Scheduled: 13.40 – 14.45
Block to block: 13.48 (Gate T8) – 15.01 (Gate F2)
In air: 14.05 (RWY 14R) – 14.57 (RWY 19R)
Il meteo è sempre più inclemente e anche in questo caso Air Asia offre gli ombrelli per il brevissimo tratto scoperto verso l’aereo. È veramente un’ottima cosa, anche se pressoché inutile perché la pioggia, così forte, rimbalza per terra e mi bagna tutto lo stesso.


Salgo a bordo e fotografo alcuni dei visitatori, Tiger Airways (9V-TAI), Eva Air e Air Atlanta Icelandic.
Purtroppo le batterie della macchina fotografica decidono di mettersi in sciopero a questo punto. Andiamo a decollare per 14R con un po’ di coda: siamo al raccordo C2, TORA 3887, distanza più che sufficiente per fare decollare la bestiola!
Anche in questo caso il volo è tutto sopra le nuvole, non si vede mai nulla e solo verso la discesa si torna a distinguere qualcosa per terra. Vedo da lontano il Don Muaeng prima dell’allineamento per 19R, sulla quale atterriamo dopo 1h52’ di volo. Il bagaglio arriva in fretta e prendo il solito autobus AE2 per Khaosan Road.
Qui termina la terza parte, dedicata completamente alla stupenda Cambogia. Ad oggi siamo a 8 giorni dalla partenza per l’Italia e mancano ancora un paio di gite, a Kanchanaburi e ad Ayuttaya, prima del volo di ritorno verso casa. Tutto questo, spero, costituirà la quarta ed ultima parte.
Stay tuned!

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