Buongiorno a tutti nuovamente.
Ci eravamo lasciati ( http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=101471 ) in quel di Phuket, all’arrivo.
I giorni passano e giro l’isola di Phuket ma non mi perdo la possibilità di fare una gita ad Ao Nang (nulla di eccezionale), vicino a Krabi (KBV/VTSG), ma soprattutto a Ko Phi Phi, il vero paradiso terrestre. Cercherò di lasciare parlare le foto.
Phuket round and about (featuring Patong, Kata, Karon ecc…)
Ao Nang e Railay Beach
Il Manneken Pis in salsa thai ed il lettino per il mio quasi quotidiano massaggio tailandese
Ko Phi Phi
In Thailandia i generi sessuali sono tre, ben chiari
Il giorno seguente vado a cercare il Memorial Park per le vittime dello Tsunami, guardo i nomi dei caduti e voglio rendere omaggio ai due connazionali caduti (chiedo scusa per eventuali errori, ma mi sembravano gli unici due nomi italiani)
Prima di andare via da Phuket in direzione di Ko Samui mi guardo in giro: lascio qualche foto anche qui, tra cui il moderno seggiolino per bambini in moto ed un tipico abitante della spiaggia locale.
Dopo una decina di giorni scarsa, saluto Phuket e mi dirigo verso Ko Samui. C’è la possibilità di volare, ma Bangkok Airways, che opera in monopolio su questa tratta, propone prezzi da volo intercontinentale, pur avendo – detto dall’agenzia viaggi – l’aereo vuoto. Deciso di risparmiare e vado in minibus, facendomi 4 ore di viaggio infernali.
A metà strada ci fermiamo in un tipico autogrill
Dopo un viaggio inenarrabile, si arriva al porto di Surat Thani, Don Sak e prendo la nave per Ko Samui. La navigazione è tranquilla, c’è una sala “VIP” con l’aria condizionata sparata a duemila, da un momento all’altro mi aspetto di vedere i pinguini passare, e pertanto mi accomodo fuori a respirare l’aria del mare.
Dopo un paio d’ore di navigazione, sbarchiamo e mi faccio portare a Chaweng Beach, a est dell’isola, non lontano dall’aeroporto. Alloggio al Chaweng Residence, un posto gestito da due italiani, pulito e decoroso, anche se un po’ caruccio.
La vita scorre tranquilla (più o meno) per tre giorni, non sono molte le cose da fare se non vagabondare per la spiaggia e per la zona
Dalla spiaggia nei giorni seguenti riesco a vedere qualche decollo per pista 05, tra cui quello di un ATR72 PG diretto a BKK.
Lascio le mie impronte sulla spiaggia (un onesto 45 a pianta larga) ad imperitura (!!!) memoria del mio passaggio.
Dopo tre giorni passati a respingere gli assalti e le avances dei ladyboys e ad ingozzarmi di sano cibo occidentale (Dio abbia in gloria l’inventore della jacket potato), decido che è venuto il momento di andare a Ko Pha Ngan, isola distante circa quaranta minuti di navigazione.
Anche in questo caso la navigazione è tranquilla, il Golfo del Siam è un mare abbastanza chiuso e poco soggetto alle intemperie. Attracchiamo e seguendo uno dei diversi procacciatori presenti sul traghetto, finisco al Coral Bungalows di Haad Rin Nai, detta Sunset Beach.
La struttura è fatta bene, pago 8 euro a notte per la solita camera abbastanza grande con A/C e bagno e piscina. Accanto alla piscina il ristorante propone tante buone pietanze a prezzi particolarmente modici.
L’isola di Ko Pha Ngan, celebre tra i viaggiatori zaino in spalla, deve parte della sua celebrità al famoso Full Moon Party che attrae fino a 30.000 persone alla volta. Lo bvy-passo di qualche giorno ma non mi faccio mancare le serate con le feste in piscina e sulla Sunrise Beach.
L’amico Peter impegnato al pit stop durante le gite in scooter sull’isola
Nel nord di Ko Pha Ngan
Dopo qualche giorno di allegro turismo sull’isola, mi decido ad andare a vedere la terza isola del Golfo, Ko Tao, l’isola delle tartarughe, per fare un po’ di immersioni.
Le giornate trascorrono liete tra immersioni e ciucche insieme agli amici provenienti da ogni parte del mondo conosciuti lì. Non voglio tediare ma lasciare ancora parlare le foto, tra cui un favoloso tramonto visto dalla spiaggia.
La sera del 4 luglio, dopo aver festeggiato la festa nazionale con gli americani, mi faccio portare a Ban Mae Hat, il porto di Ko Tao, da dove parte il traghetto per Surat Thani, di nuovo sulla terraferma.
Lo spazio a disposizione è minimo ma sono fortunato che siamo pochi e ci si può allargare. Il mio vicino si addormenta meno di un minuto dopo essersi coricato.
Il viaggio va veloce ed al mattino siamo in arrivo a Surat Thani. Mi faccio un giretto per la città, davvero nulla di particolare, a parte l’arrivo di una mezza maratona notturna e mi faccio portare in aeroporto, finalmente si torna a volare, con destinazione la capitale.
L’aeroporto di Surat Thani dista circa 25 km dalla città e serve solo voli di linea nazionali di Air Asia e di Thai, diretti all’aeroporto della capitale, Bangkok Suvarnabhumi. Ogni tanto China Southern organizza dei charter da CAN per scaricare qualche centinaio di cinesi.
Arrivo all’aeroporto con scandaloso anticipo, tanto che potrei prendere il volo prima del mio: mi viene anche offerto, al costo del biglietto pieno, per cui declino volentieri e passo a perlustrare questo piccolo aeroporto. Tra le varie cose interessanti c’è anche un negozietto che vende modellini: non avrei mai pensato di trovare I-DISA qui!
Mangio un pad thai nel ristorante con vista sull’apron, non c’è nulla se non il volo precedente al mio per BKK. Devo però rivolgere un plauso alla società di gestione per le condizioni dei bagni, immacolati davvero, è stato un piacere lasciare un segno del mio passaggio!
Dopo aver fatto il check in, mi dirigo in sala d’attesa dove provo ad interpretare un telegiornale locale: non conoscendo né lingua né protagonisti l’impresa risulta ardua e mi perdo negli occhi della conduttrice.
Nel frattempo si fanno le tre del pomeriggio e passo la sicurezza, accomodandomi nella sala d’attesa. Ci sono molte sedie e alcune poltrone riservate ai monaci. Dopo meno di dieci minuti, alle 15.09 atterra HS-AAO proveniente da BKK per pista 22 e blocca al gate 1. Scendono un centinaio di passeggeri, la maggior parte dei quali diretti a Samui e Ko Tao. Il nostro imbarco apre alle 15.23, per concludersi dopo 16 minuti alla chiusura delle porte.
Volo: Thai Air Asia – FD3184 del 05/07/2009
Surat Thani (URT/VTSB) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAO – Seat: 20F (cambiato dal 20E)
LF: 104/148 = 70% circa
Scheduled: 15.40 – 16.50
Block to block: 15.45 (Gate 1) – 16.56 (Gate B2)
In air: 15.51 (RWY 04) – 16.46 (RWY 19L)
Mi sistemo direttamente al finestrino e nessuno arriva a reclamare il posto, bene così. Una volta saliti tutti, breve dimostrazione di sicurezza da parte delle splendide AAVV e via in rullaggio verso la testata 04. L’accelerazione è veloce ed in poco tempo siamo in aria.
Faccio qualche foto e cado nel sonno, il viaggio notturno in barca non è di certo stato ristoratore, ho sì dormito ma senza riposare, dal momento che ero piuttosto teso nel tenermi stretto il passaporto e il resto della mercanzia.
Mi sveglio che ci stiamo già preparando all’atterraggio, il tempo è pessimo, pioggia e nuvole basse, da lontano scorgo la cappa di fumo giallo che domina il centro della capitale, ed in men che non si dica atterriamo per pista 19L, dopo 55’ di volo. Liberiamo la pista e rulliamo veloci fino al B2, lo stesso gate dal quale ero partito per HKT. Tra i vari movimenti fotografo un B717 PG appena ruotato.
Ritiro il bagaglio in fretta e mi fiondo in città dividendo un taxi con un ragazzo americano conosciuto all’aeroporto di URT.
Aggiungo ancora un paio di foto su Bangkok, prontamente recuperate e sottratte al virus che tanto male voleva alle mie fotografie.
Dopo due giorni di sosta a Bangkok, riparto per il Nord, destinazione Chiang Mai. Molte sono le possibilità per spostarsi dalla capitale al capoluogo del settentrione: moltissimi usano il treno, che avrei voluto provare anch’io, ma costava – a causa di un ponte festivo – appena meno dell’aereo. Rivolta quindi l’attenzione alle compagnie e scartate a priori PG e TG, Air Asia era più cara di Nok Air, che era a sua volta più cara di One-Two Go. Per di più quest’ultima partiva dal vecchio aeroporto di Bangkok, il Don Muaeng, dove una trentina di anni fa erano transitati i miei genitori: ho voluto anche rendere omaggio a loro ed allo spirito avventuriero che mi hanno instillato.
Solo dopo qualche giorno ho realizzato che OX risultava ancora bannata dall’UE (ora non lo è più) e ho avuto un piccolo ripensamento, ma poi mi sono detto che in ogni caso valeva la pena di sapere su quel cagnolone.
Dunque prendo un taxi da Rambuttri e trovo subito il tassista che non vuole usare il tassametro, vuole prima 500, poi 300 e poi 200 bath: gli faccio usare il tassametro che alla fine segna 195 bath.
L’aeroporto mi dà un’idea di nobiltà, fino al 2006 era uno dei più importanti hub asiatici e oggi vi operano alcune compagnie aeree sui voli domestici.
Arrivo a DMK che il check in sta per iniziare e dopo pochi minuti ho la già la valigia inviata e la carta d’imbarco in mano. Passo il varco e subito si palesa davanti a me l’inconfondibile sagoma di Burger King: ho proprio voglia di un po’ di sano cibo spazzatura occidentale!
Onoro la tavola come si deve (anche troppo, burp!) e mi alzo a fare una piccola passeggiata nel terminal domestico. Purtroppo il terminal internazionale è ormai chiuso, vederlo abbandonato è anche un po’ triste, ma l’aurea di gloria ed importanza resta sempre.
Qualche foto ci sta, tra cui il mio MD82 pronto al gate, un 737 Nok Air, vari bestioni parcheggiati con lo sfondo del distretto finanziario di Bangkok alle spalle.
Il cagnolone è già pronto, anche se chiuso, il crew arriva intorno alle 14 e dopo circa mezzora viene aperto l’imbarco.
Volo: One-Two Go Airlines – OX8124 del 08/07/2009
Bangkok Don Muaeng (DMK/VTBD) – Chiang Mai (CNX/VTCC)
Aeromobile: McDonnell Douglas MD82 HS-OMA – Seat: 25A
LF: 120/161 = 75% circa
Scheduled: 15.00 – 16.20
Block to block: 14.56 (Gate 64) – 16.09 (Gate 5)
In air: 15.13 (RWY 03L) – 16.06 (RWY 36)
In poco tempo salgo a bordo e noto l’aereo molto pulito. Ho il posto all’uscita di sicurezza, il che vuol dire tanto spazio nuovamente per allungare le gambe. Accanto a me siede un signore del Delaware che vive e lavora a Chiang Mai ed era sceso a Bangkok per lavoro, dice che la rotta è molto trafficata, sempre abbastanza piena e spesso sceglie il treno che costa molto meno.
Arrivederci Don Muaeng!
Ci stacchiamo dal gate e mi aspetto di andare in testata 03L per decollare: in realtà siamo diretti in 21R e così mi guardo per bene il vecchio terminal internazionale.
Arrivati all’holding entriamo in pista, sento i motori salire di giri, ma al momento del rilascio dei freni, stentiamo a prendere velocità. Penso a quale possa essere la causa ed ovviamente è il vento, cambiato proprio in quel momento. Continuiamo il taxi sulla pista fino ad allinearci per 03L. Vedo che tra le due piste è stato ricavato un piccolo campo di golf: spero evitino di colpire le palline con gli aerei in decollo!
Arrivati dall’altro capo della pista, di nuovo fiato ai motori e questa volta si sale per davvero, la spinta e la salita dell’ottantone sono spettacolari, mi è mancato tanto da quando CAI ha tolto i cagnoloni da TRN!
Il monsone regala lo spettacolo dei cumulonembi e ne approfitto!
Ci mettiamo a livello 240 per il volo di una cinquantina di minuti verso Nord. Dopo meno di un quarto d’ora dal decollo arriva lo spuntino, due buste di noccioline che accompagno con del succo d’arancia.
Un altro quarto d’ora dopo prende la parola il comandante che annuncia l’inizio della discesa verso CNX, dove ci attende un tempo nuvoloso con una temperatura di 34°C. Sotto di noi scorrono boschi e foreste, viriamo di qua e di là e tocchiamo pesanti sulla 36 di CNX dopo 56’ di volo.
Al momento della discesa, visto che non ero riuscito a notare il numero di RWY durante l’atterraggio, chiedo l’informazione al purser, che chiama il CPT, il quale mi invita ad entrare in ufficio. Facciamo due chiacchere e si offre di fotografarmi seduto al suo posto, che bella sensazione, anche è tutto piuttosto strettino.
Lo ringrazio e lo saluto, esco a prendere il mio bagaglio e vado verso Julie’s Guesthouse, un bellissimo posto consigliato dalla mia bibbia, che però risulta esaurito. Mi direzionano verso un’altra guesthouse che mi dà una stanza per 200 bath, 4 euro: il bagno è privato ma fuori dalla stanza, mi adatto un po’ ma va più che bene!
Mentre faccio il mio primo giro della città faccio un po’ di foto ad alcune cose particolari che vedo in giro.
Come notificare una multa ad un motorino
Mercato
Elenco delle carni disponibili
Chiang Mai
Ronald McDonald saluta nello stile thailandese
Nei giorni seguenti, tra le numerose attività, seguo un interessante corso di cucina e vado a volare con il “Flight of the Gibbons”. Per chi mi chiedeva, al termine della prima parte, se esistessero ancora tifosi del Toro (come se fosse religione sportiva dover tifare per JuveMilanInter), mi pare di aver tolto molti dubbi!
Maekampong Waterfall
Prima di cucinare, facciamo un giro al mercato col docente
Eccomi alle prese coi fornelli (il menu, da me preparato e bellamente mangiato prevede pad thai, insalata di papaia, pollo in crema di latte di cocco, riso e mango)
Sulla via del ritorno verso la città, passiamo alla stazione, da cui partono i treni a lunga percorrenza, diurni e notturni, per la capitale, per un viaggio di circa 12 ore
Non mi faccio mancare una visita allo zoo di Chiang Mai, il più importante del Paese e faccio la conoscenza di Baby Panda, l’ultimo arrivato nella struttura, nato in cattività. Ovviamente non mancano molti altri esemplari esotici o meno.
Dopo una splendida settimana, prendo il bus granturismo e mi trasferisco a Chiang Rai, da dove ho prenotato il ritorno verso la capitale. Il viaggio è molto piacevole, il bus è comodissimo, lo spazio abbondante e viene addirittura servita una merenda.
Chiang Rai è una simpatica cittadina, ma un paio di giorni sono più che sufficienti per visitarla: l’attrattiva più importante è il Tempio Bianco, una delle massime punte del kitsch, un tempio di recente costruzione che nulla ha da spartire con i classici templi buddisti.
Avendo noleggiato il motorino per l’intera giornata, faccio un salto all’aeroporto che vedrò di nuovo il giorno successivo, il traffico è minimo e becco solo il volo FD (che avrei preso l’indomani) diretto a BKK.
In uno dei numerosi, a dir poco, 7-Eleven, catena di supermercati diffusissima, mi prendo una Coca Cola Frozen, ottima e rinfrescante, peccato che qui non ci sia
Il giorno dopo, a soli 12 giorni dalla partenza per l’Italia, torno nella capitale e mi affido nuovamente e convintamene ad Air Asia. Vado al solito in anticipo all’aeroporto, che è molto carino, arioso, con qualche piccolo negozietto e il solito controllo X-ray all’ingresso dell’aerostazione, caratteristica comune a tutti gli aeroporti, ad eccezione dei due della capitale.
Arriva il nostro aereo ed i gentili addetti allo scalo bussano educatamente per non disturbare
Volo: Thai Air Asia – FD3255 del 16/07/2009
Chiang Rai (CEI/VTCT) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAQ – Seat: 11A (cambiato dall’11B)
LF: 120/148 = 80% circa
Scheduled: 13.35 – 14.55
Block to block: 13.31 (Gate 1) – 14.53 (Gate B2)
In air: 13.40 (RWY 21) – 14.46 (RWY 19R)
L’imbarco è a piedi, oggi abbiamo HS-AAQ per la strada fino a BKK.
Mando di nuovo i complimenti a chi seleziona le AAVV da Air Asia
Salutiamo la torre di controllo e decolliamo verso sud da RWY 21, virando subito a sinistra e rivedendo l’aeroporto appena lasciato
Il volo è nuvoloso, ma allietato da un simpatico bimbo accanto a me, col quale gioco ai soldatini. La sua mamma gli dice di non disturbarmi ma le rispondo che non c’è problema e mi diverto come un bambino io stesso per una quarantina di minuti.
Quando scendiamo dalle nuvole stiamo girando sopra Suvarnabhumi per allinearci alla 19L, sulla quale atterriamo dopo 66’ di volo e una vista della Cargo City.
Torno in città per preparare la gita in Cambogia, che costituirà la terza parte del report.
Alla prossima e grazie per i vostri commenti.
Ci eravamo lasciati ( http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=101471 ) in quel di Phuket, all’arrivo.
I giorni passano e giro l’isola di Phuket ma non mi perdo la possibilità di fare una gita ad Ao Nang (nulla di eccezionale), vicino a Krabi (KBV/VTSG), ma soprattutto a Ko Phi Phi, il vero paradiso terrestre. Cercherò di lasciare parlare le foto.
Phuket round and about (featuring Patong, Kata, Karon ecc…)






Ao Nang e Railay Beach




Il Manneken Pis in salsa thai ed il lettino per il mio quasi quotidiano massaggio tailandese


Ko Phi Phi



In Thailandia i generi sessuali sono tre, ben chiari

Il giorno seguente vado a cercare il Memorial Park per le vittime dello Tsunami, guardo i nomi dei caduti e voglio rendere omaggio ai due connazionali caduti (chiedo scusa per eventuali errori, ma mi sembravano gli unici due nomi italiani)




Prima di andare via da Phuket in direzione di Ko Samui mi guardo in giro: lascio qualche foto anche qui, tra cui il moderno seggiolino per bambini in moto ed un tipico abitante della spiaggia locale.


Dopo una decina di giorni scarsa, saluto Phuket e mi dirigo verso Ko Samui. C’è la possibilità di volare, ma Bangkok Airways, che opera in monopolio su questa tratta, propone prezzi da volo intercontinentale, pur avendo – detto dall’agenzia viaggi – l’aereo vuoto. Deciso di risparmiare e vado in minibus, facendomi 4 ore di viaggio infernali.
A metà strada ci fermiamo in un tipico autogrill


Dopo un viaggio inenarrabile, si arriva al porto di Surat Thani, Don Sak e prendo la nave per Ko Samui. La navigazione è tranquilla, c’è una sala “VIP” con l’aria condizionata sparata a duemila, da un momento all’altro mi aspetto di vedere i pinguini passare, e pertanto mi accomodo fuori a respirare l’aria del mare.




Dopo un paio d’ore di navigazione, sbarchiamo e mi faccio portare a Chaweng Beach, a est dell’isola, non lontano dall’aeroporto. Alloggio al Chaweng Residence, un posto gestito da due italiani, pulito e decoroso, anche se un po’ caruccio.



La vita scorre tranquilla (più o meno) per tre giorni, non sono molte le cose da fare se non vagabondare per la spiaggia e per la zona





Dalla spiaggia nei giorni seguenti riesco a vedere qualche decollo per pista 05, tra cui quello di un ATR72 PG diretto a BKK.

Lascio le mie impronte sulla spiaggia (un onesto 45 a pianta larga) ad imperitura (!!!) memoria del mio passaggio.

Dopo tre giorni passati a respingere gli assalti e le avances dei ladyboys e ad ingozzarmi di sano cibo occidentale (Dio abbia in gloria l’inventore della jacket potato), decido che è venuto il momento di andare a Ko Pha Ngan, isola distante circa quaranta minuti di navigazione.



Anche in questo caso la navigazione è tranquilla, il Golfo del Siam è un mare abbastanza chiuso e poco soggetto alle intemperie. Attracchiamo e seguendo uno dei diversi procacciatori presenti sul traghetto, finisco al Coral Bungalows di Haad Rin Nai, detta Sunset Beach.
La struttura è fatta bene, pago 8 euro a notte per la solita camera abbastanza grande con A/C e bagno e piscina. Accanto alla piscina il ristorante propone tante buone pietanze a prezzi particolarmente modici.


L’isola di Ko Pha Ngan, celebre tra i viaggiatori zaino in spalla, deve parte della sua celebrità al famoso Full Moon Party che attrae fino a 30.000 persone alla volta. Lo bvy-passo di qualche giorno ma non mi faccio mancare le serate con le feste in piscina e sulla Sunrise Beach.




L’amico Peter impegnato al pit stop durante le gite in scooter sull’isola

Nel nord di Ko Pha Ngan

Dopo qualche giorno di allegro turismo sull’isola, mi decido ad andare a vedere la terza isola del Golfo, Ko Tao, l’isola delle tartarughe, per fare un po’ di immersioni.



Le giornate trascorrono liete tra immersioni e ciucche insieme agli amici provenienti da ogni parte del mondo conosciuti lì. Non voglio tediare ma lasciare ancora parlare le foto, tra cui un favoloso tramonto visto dalla spiaggia.










La sera del 4 luglio, dopo aver festeggiato la festa nazionale con gli americani, mi faccio portare a Ban Mae Hat, il porto di Ko Tao, da dove parte il traghetto per Surat Thani, di nuovo sulla terraferma.

Lo spazio a disposizione è minimo ma sono fortunato che siamo pochi e ci si può allargare. Il mio vicino si addormenta meno di un minuto dopo essersi coricato.

Il viaggio va veloce ed al mattino siamo in arrivo a Surat Thani. Mi faccio un giretto per la città, davvero nulla di particolare, a parte l’arrivo di una mezza maratona notturna e mi faccio portare in aeroporto, finalmente si torna a volare, con destinazione la capitale.



L’aeroporto di Surat Thani dista circa 25 km dalla città e serve solo voli di linea nazionali di Air Asia e di Thai, diretti all’aeroporto della capitale, Bangkok Suvarnabhumi. Ogni tanto China Southern organizza dei charter da CAN per scaricare qualche centinaio di cinesi.
Arrivo all’aeroporto con scandaloso anticipo, tanto che potrei prendere il volo prima del mio: mi viene anche offerto, al costo del biglietto pieno, per cui declino volentieri e passo a perlustrare questo piccolo aeroporto. Tra le varie cose interessanti c’è anche un negozietto che vende modellini: non avrei mai pensato di trovare I-DISA qui!

Mangio un pad thai nel ristorante con vista sull’apron, non c’è nulla se non il volo precedente al mio per BKK. Devo però rivolgere un plauso alla società di gestione per le condizioni dei bagni, immacolati davvero, è stato un piacere lasciare un segno del mio passaggio!



Dopo aver fatto il check in, mi dirigo in sala d’attesa dove provo ad interpretare un telegiornale locale: non conoscendo né lingua né protagonisti l’impresa risulta ardua e mi perdo negli occhi della conduttrice.
Nel frattempo si fanno le tre del pomeriggio e passo la sicurezza, accomodandomi nella sala d’attesa. Ci sono molte sedie e alcune poltrone riservate ai monaci. Dopo meno di dieci minuti, alle 15.09 atterra HS-AAO proveniente da BKK per pista 22 e blocca al gate 1. Scendono un centinaio di passeggeri, la maggior parte dei quali diretti a Samui e Ko Tao. Il nostro imbarco apre alle 15.23, per concludersi dopo 16 minuti alla chiusura delle porte.



Volo: Thai Air Asia – FD3184 del 05/07/2009
Surat Thani (URT/VTSB) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAO – Seat: 20F (cambiato dal 20E)
LF: 104/148 = 70% circa
Scheduled: 15.40 – 16.50
Block to block: 15.45 (Gate 1) – 16.56 (Gate B2)
In air: 15.51 (RWY 04) – 16.46 (RWY 19L)
Mi sistemo direttamente al finestrino e nessuno arriva a reclamare il posto, bene così. Una volta saliti tutti, breve dimostrazione di sicurezza da parte delle splendide AAVV e via in rullaggio verso la testata 04. L’accelerazione è veloce ed in poco tempo siamo in aria.



Faccio qualche foto e cado nel sonno, il viaggio notturno in barca non è di certo stato ristoratore, ho sì dormito ma senza riposare, dal momento che ero piuttosto teso nel tenermi stretto il passaporto e il resto della mercanzia.
Mi sveglio che ci stiamo già preparando all’atterraggio, il tempo è pessimo, pioggia e nuvole basse, da lontano scorgo la cappa di fumo giallo che domina il centro della capitale, ed in men che non si dica atterriamo per pista 19L, dopo 55’ di volo. Liberiamo la pista e rulliamo veloci fino al B2, lo stesso gate dal quale ero partito per HKT. Tra i vari movimenti fotografo un B717 PG appena ruotato.



Ritiro il bagaglio in fretta e mi fiondo in città dividendo un taxi con un ragazzo americano conosciuto all’aeroporto di URT.
Aggiungo ancora un paio di foto su Bangkok, prontamente recuperate e sottratte al virus che tanto male voleva alle mie fotografie.



Dopo due giorni di sosta a Bangkok, riparto per il Nord, destinazione Chiang Mai. Molte sono le possibilità per spostarsi dalla capitale al capoluogo del settentrione: moltissimi usano il treno, che avrei voluto provare anch’io, ma costava – a causa di un ponte festivo – appena meno dell’aereo. Rivolta quindi l’attenzione alle compagnie e scartate a priori PG e TG, Air Asia era più cara di Nok Air, che era a sua volta più cara di One-Two Go. Per di più quest’ultima partiva dal vecchio aeroporto di Bangkok, il Don Muaeng, dove una trentina di anni fa erano transitati i miei genitori: ho voluto anche rendere omaggio a loro ed allo spirito avventuriero che mi hanno instillato.
Solo dopo qualche giorno ho realizzato che OX risultava ancora bannata dall’UE (ora non lo è più) e ho avuto un piccolo ripensamento, ma poi mi sono detto che in ogni caso valeva la pena di sapere su quel cagnolone.
Dunque prendo un taxi da Rambuttri e trovo subito il tassista che non vuole usare il tassametro, vuole prima 500, poi 300 e poi 200 bath: gli faccio usare il tassametro che alla fine segna 195 bath.
L’aeroporto mi dà un’idea di nobiltà, fino al 2006 era uno dei più importanti hub asiatici e oggi vi operano alcune compagnie aeree sui voli domestici.



Arrivo a DMK che il check in sta per iniziare e dopo pochi minuti ho la già la valigia inviata e la carta d’imbarco in mano. Passo il varco e subito si palesa davanti a me l’inconfondibile sagoma di Burger King: ho proprio voglia di un po’ di sano cibo spazzatura occidentale!

Onoro la tavola come si deve (anche troppo, burp!) e mi alzo a fare una piccola passeggiata nel terminal domestico. Purtroppo il terminal internazionale è ormai chiuso, vederlo abbandonato è anche un po’ triste, ma l’aurea di gloria ed importanza resta sempre.
Qualche foto ci sta, tra cui il mio MD82 pronto al gate, un 737 Nok Air, vari bestioni parcheggiati con lo sfondo del distretto finanziario di Bangkok alle spalle.





Il cagnolone è già pronto, anche se chiuso, il crew arriva intorno alle 14 e dopo circa mezzora viene aperto l’imbarco.


Volo: One-Two Go Airlines – OX8124 del 08/07/2009
Bangkok Don Muaeng (DMK/VTBD) – Chiang Mai (CNX/VTCC)
Aeromobile: McDonnell Douglas MD82 HS-OMA – Seat: 25A
LF: 120/161 = 75% circa
Scheduled: 15.00 – 16.20
Block to block: 14.56 (Gate 64) – 16.09 (Gate 5)
In air: 15.13 (RWY 03L) – 16.06 (RWY 36)
In poco tempo salgo a bordo e noto l’aereo molto pulito. Ho il posto all’uscita di sicurezza, il che vuol dire tanto spazio nuovamente per allungare le gambe. Accanto a me siede un signore del Delaware che vive e lavora a Chiang Mai ed era sceso a Bangkok per lavoro, dice che la rotta è molto trafficata, sempre abbastanza piena e spesso sceglie il treno che costa molto meno.

Arrivederci Don Muaeng!


Ci stacchiamo dal gate e mi aspetto di andare in testata 03L per decollare: in realtà siamo diretti in 21R e così mi guardo per bene il vecchio terminal internazionale.

Arrivati all’holding entriamo in pista, sento i motori salire di giri, ma al momento del rilascio dei freni, stentiamo a prendere velocità. Penso a quale possa essere la causa ed ovviamente è il vento, cambiato proprio in quel momento. Continuiamo il taxi sulla pista fino ad allinearci per 03L. Vedo che tra le due piste è stato ricavato un piccolo campo di golf: spero evitino di colpire le palline con gli aerei in decollo!

Arrivati dall’altro capo della pista, di nuovo fiato ai motori e questa volta si sale per davvero, la spinta e la salita dell’ottantone sono spettacolari, mi è mancato tanto da quando CAI ha tolto i cagnoloni da TRN!

Il monsone regala lo spettacolo dei cumulonembi e ne approfitto!


Ci mettiamo a livello 240 per il volo di una cinquantina di minuti verso Nord. Dopo meno di un quarto d’ora dal decollo arriva lo spuntino, due buste di noccioline che accompagno con del succo d’arancia.

Un altro quarto d’ora dopo prende la parola il comandante che annuncia l’inizio della discesa verso CNX, dove ci attende un tempo nuvoloso con una temperatura di 34°C. Sotto di noi scorrono boschi e foreste, viriamo di qua e di là e tocchiamo pesanti sulla 36 di CNX dopo 56’ di volo.




Al momento della discesa, visto che non ero riuscito a notare il numero di RWY durante l’atterraggio, chiedo l’informazione al purser, che chiama il CPT, il quale mi invita ad entrare in ufficio. Facciamo due chiacchere e si offre di fotografarmi seduto al suo posto, che bella sensazione, anche è tutto piuttosto strettino.

Lo ringrazio e lo saluto, esco a prendere il mio bagaglio e vado verso Julie’s Guesthouse, un bellissimo posto consigliato dalla mia bibbia, che però risulta esaurito. Mi direzionano verso un’altra guesthouse che mi dà una stanza per 200 bath, 4 euro: il bagno è privato ma fuori dalla stanza, mi adatto un po’ ma va più che bene!
Mentre faccio il mio primo giro della città faccio un po’ di foto ad alcune cose particolari che vedo in giro.
Come notificare una multa ad un motorino

Mercato

Elenco delle carni disponibili

Chiang Mai








Ronald McDonald saluta nello stile thailandese

Nei giorni seguenti, tra le numerose attività, seguo un interessante corso di cucina e vado a volare con il “Flight of the Gibbons”. Per chi mi chiedeva, al termine della prima parte, se esistessero ancora tifosi del Toro (come se fosse religione sportiva dover tifare per JuveMilanInter), mi pare di aver tolto molti dubbi!



Maekampong Waterfall

Prima di cucinare, facciamo un giro al mercato col docente

Eccomi alle prese coi fornelli (il menu, da me preparato e bellamente mangiato prevede pad thai, insalata di papaia, pollo in crema di latte di cocco, riso e mango)





Sulla via del ritorno verso la città, passiamo alla stazione, da cui partono i treni a lunga percorrenza, diurni e notturni, per la capitale, per un viaggio di circa 12 ore

Non mi faccio mancare una visita allo zoo di Chiang Mai, il più importante del Paese e faccio la conoscenza di Baby Panda, l’ultimo arrivato nella struttura, nato in cattività. Ovviamente non mancano molti altri esemplari esotici o meno.




Dopo una splendida settimana, prendo il bus granturismo e mi trasferisco a Chiang Rai, da dove ho prenotato il ritorno verso la capitale. Il viaggio è molto piacevole, il bus è comodissimo, lo spazio abbondante e viene addirittura servita una merenda.


Chiang Rai è una simpatica cittadina, ma un paio di giorni sono più che sufficienti per visitarla: l’attrattiva più importante è il Tempio Bianco, una delle massime punte del kitsch, un tempio di recente costruzione che nulla ha da spartire con i classici templi buddisti.



Avendo noleggiato il motorino per l’intera giornata, faccio un salto all’aeroporto che vedrò di nuovo il giorno successivo, il traffico è minimo e becco solo il volo FD (che avrei preso l’indomani) diretto a BKK.


In uno dei numerosi, a dir poco, 7-Eleven, catena di supermercati diffusissima, mi prendo una Coca Cola Frozen, ottima e rinfrescante, peccato che qui non ci sia

Il giorno dopo, a soli 12 giorni dalla partenza per l’Italia, torno nella capitale e mi affido nuovamente e convintamene ad Air Asia. Vado al solito in anticipo all’aeroporto, che è molto carino, arioso, con qualche piccolo negozietto e il solito controllo X-ray all’ingresso dell’aerostazione, caratteristica comune a tutti gli aeroporti, ad eccezione dei due della capitale.



Arriva il nostro aereo ed i gentili addetti allo scalo bussano educatamente per non disturbare

Volo: Thai Air Asia – FD3255 del 16/07/2009
Chiang Rai (CEI/VTCT) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAQ – Seat: 11A (cambiato dall’11B)
LF: 120/148 = 80% circa
Scheduled: 13.35 – 14.55
Block to block: 13.31 (Gate 1) – 14.53 (Gate B2)
In air: 13.40 (RWY 21) – 14.46 (RWY 19R)
L’imbarco è a piedi, oggi abbiamo HS-AAQ per la strada fino a BKK.

Mando di nuovo i complimenti a chi seleziona le AAVV da Air Asia

Salutiamo la torre di controllo e decolliamo verso sud da RWY 21, virando subito a sinistra e rivedendo l’aeroporto appena lasciato



Il volo è nuvoloso, ma allietato da un simpatico bimbo accanto a me, col quale gioco ai soldatini. La sua mamma gli dice di non disturbarmi ma le rispondo che non c’è problema e mi diverto come un bambino io stesso per una quarantina di minuti.
Quando scendiamo dalle nuvole stiamo girando sopra Suvarnabhumi per allinearci alla 19L, sulla quale atterriamo dopo 66’ di volo e una vista della Cargo City.


Torno in città per preparare la gita in Cambogia, che costituirà la terza parte del report.
Alla prossima e grazie per i vostri commenti.