Una saluto a tutti. Seguo il forum da diverso tempo, ma solo ora mi sono deciso a iscrivermi. Cerco di dare un contributo con questo TR.
La parte più consistente (86 foto) è dedicata alla visita che ho fatto questa estate in Malesia (Kuala Lumpur e Penang) e Thailandia (Chiang Mai). La coda, invece, riguarda un viaggio di lavoro, immediatamente successivo, a Shanghai. In questo caso, non più di una decina di foto. Su Shanghai mantengo un profilo basso, visto che è territorio di elezione di reporter più esperti e qualificati di me. E peraltro a Shanghai ho volato pure io AF. Quindi, niente di particolarmente nuovo.
Verso la Malesia (o almeno, fino a BKK), invece mi ha portato TK. Prima tratta, FCO–IST. Il 738 (senza winglets) arriva al Terminal C.
Avevo deciso di non fare foto a FCO, perché pensavo che non avrei visto nulla di particolare. Ma pochissimi attimi prima di iniziare la corsa di decollo, mi sono girato e ho visto questo.
La foto è ben poco decente perché – oltre ad essere io del tutto incapace – avevo a disposizione non più di due secondi per accendere la macchina fotografica e cercare di far entrare il retrojet (credo sia D–AIRX) tutto nell’inquadratura. Comunque, mi sono reso conto quanto sia difficile il mestiere dello spotter.
La tratta IST–BKK l’ho fatta con un 332 (TC–JND). A Suvarnabhumi la struttura delle vetrate non aiuta a fare foto. Gli aerei appaiono come spezzati.
Un’area remota dell’aeroporto, vicino ad una sfilza di 747 della Orient Thai, è il covo di AirAsia, che sarà il mio regional carrier. Assolutamente conveniente: 5 tratte, 160 euro, imbarco prioritario incluso.
La foto che segue è presa a KUL. Notare la scaletta: si sposta rigorosamente a mano e non è regolabile. Di conseguenza, ce ne vuole una per ogni tipo di aereo.
La strategia di marketing di AirAsia è abbastanza chiara, no? Buttate un occhio anche alla intro page del sito.
Dopo il decollo da BKK (su un 733 di Thai AirAsia, con i sedili un tantino consumati. Dopo di questo, però, solo 320 belli nuovi). Ma è una mia impressione, o gli Airbus della famiglia 320 hanno davvero i finestrini più piccoli rispetto ai 737NG?
Terminal principale all’aeroporto di Kuala Lumpur, area check in.
Grande, bello e ben tenuto. Solo che AirAsia si serve di uno sfigato terminal secondario, LCCT (low cost carriers terminal). Il trasferimento dal terminal principale (dove arriva il treno da Kuala Lumpur) all’LCCT è di quanto più scomodo si possa immaginare. Nemmeno a CDG, due o tre anni fa, era così.
L’autobus si fa aspettare (a me è capitato di attendere anche tre quarti d’ora), ci mette dai 15 ai 20 minuti per andare da un terminal all’altro, e non ha esattamente allestimenti di lusso
Immagini dell’LCCT. Nella terza foto si dovrebbero vedere i nastri bagagli che dai banchi del check in vanno direttamente all’esterno. E lo scanner?
Lo scanner c’è, ma all’ingresso del salone. E chi ha bagaglio a mano salta la fila, non molto ordinata, peraltro.
Sul piazzale ci sono queste “passerelle” (se vedono anche sullo sfondo). Servono per gli imbarchi: si va a piedi verso gli aerei percorrendo questa specie di galleria. Meglio così che attraversamenti incerti o anarchici dei piazzali.
Immagini di Kuala Lumpur.
Commerci
Il gatto era in una macelleria. E una sera ho pure mangiato pollo…
Batu Caves, un santuario indù appena fuori città.
Le scimmie abitano nella zona del santuario e rubano la frutta ai devoti. Credo che la presenza delle scimmie sia un fatto comune a Kuala Lumpur.
Dopo alcuni giorni di permanenza a Kuala Lumpur, mi ritrovo all’aeroporto (sempre il terminal sfigato). Partenza per Penang.
Non ho potuto fotografarlo, ma a un finger del terminal principale di KUL ho visto un 320 della Indian Airlines. Cosa aveva di particolare? Questo:
http://www.airliners.net/photo/Indian-Airlines/Airbus-A320-231/1300494/L/
Un altro 320, molto sponsorizzato, mi ha portato a Penang.
Pessimo tempo, quasi freddo, almeno per quelle latitudini. All’aeroporto di Penang, comunque, non c’era molto traffico a quell’ora. A che ora? A mezzogiorno.
Recentemente, la città principale dell’isola di Penang, Georgetown, ha avuto il riconoscimento UNESCO per le testimonianze dell’architettura coloniale inglese. Esempi:
Ma ci sono anche interessanti presenze malesi e cinesi.
L’aspetto forse più interessante della Malesia è proprio la varietà di espressioni – malesi, cinesi, indiane – in tutti i campi, dall’architettura, alla religione, alla cucina. Le diverse comunità convivono abbastanza pacificamente (ora, ma non è stato sempre così), anche se ho avuto l’impressione che non si mischino, dopotutto. Ecco, c’è varietà, ma non melting pot.
Semaforo con conto alla rovescia, diffuso in tutto il Sud Est Asiatico e in parte anche in Cina.
Nuovo volo AirAsia e arrivo a Chiang Mai.
Una particolarità della Thailandia, ma anche di altre parti dell’Asia, sono i cavi, visivamente ingombranti.
Se a Chiang Mai ci sono tanti templi, allora ci saranno tanti monaci. Li credevo più ascetici…
Il tempio di Doi Suthep sorge su una montagna, a circa 15 km da Chiang Mai.
Ovviamente, potevo farmi sfuggire la vista dell’aeroporto?
No che non potevo, però non sono qui per questo. Concentriamoci sulle bellezze artistiche e sulle usanze religiose.
Anche il viaggio di ritorno si è svolto in tre tratte. Prima CNX–BKK con Thai AirAsia, poi BKK–IST–FCO con TK (questa volta un 343, poi un 738 winglettato. Poi capirete perché lo sottolineo).
A IST, in quei giorni, c’era un vertice internazionale con i capi di stato dei paesi africani. Il primo di quelli che dovrebbero essere (forse) Tu–154 appartiene al governo del Burkina Faso, il secondo non lo so.
Dicevamo delle winglets.
La cima che emerge dalle nuvole è Monte Athos. Quest’ultima foto ora campeggia trionfalmente sul desktop del mio computer.
Ora la coda (del TR, non dell’aereo).
Due giorni dopo sono di nuovo in viaggio, questa volta per lavoro. Andando verso CDG, più o meno sopra le Alpi, il mio (mio?) 320 AF incrocia un 737 AP.
Foto presa a CDG dalla lounge del terminal 2F (o 2E, non mi ricordo), in attesa del 773 per PVG (io le marche le avevo segnate. Ma vatti a ricordare dove!).
Alcune foto di Shanghai (scusami, AZ1774).
Sogni
e bisogni
Dopo un’intensa (più o meno) settimana di lavoro, il sabato riesco a fare una gita a Suzhou, dove la cosa migliore (l’unica, direi) è il Giardino dell’Umile Amministratore. Ci sono Umili Amministratori qui, vero?
Volo notturno da PVG a CDG (con 772), dove arriviamo prima dell’alba. Non è sfocata la foto, è la mia vista che era annebbiata.
È tutto (Lo so, è un TR poco aeronautico. Ma abbiate pazienza, migliorerò).
La parte più consistente (86 foto) è dedicata alla visita che ho fatto questa estate in Malesia (Kuala Lumpur e Penang) e Thailandia (Chiang Mai). La coda, invece, riguarda un viaggio di lavoro, immediatamente successivo, a Shanghai. In questo caso, non più di una decina di foto. Su Shanghai mantengo un profilo basso, visto che è territorio di elezione di reporter più esperti e qualificati di me. E peraltro a Shanghai ho volato pure io AF. Quindi, niente di particolarmente nuovo.
Verso la Malesia (o almeno, fino a BKK), invece mi ha portato TK. Prima tratta, FCO–IST. Il 738 (senza winglets) arriva al Terminal C.

Avevo deciso di non fare foto a FCO, perché pensavo che non avrei visto nulla di particolare. Ma pochissimi attimi prima di iniziare la corsa di decollo, mi sono girato e ho visto questo.

La foto è ben poco decente perché – oltre ad essere io del tutto incapace – avevo a disposizione non più di due secondi per accendere la macchina fotografica e cercare di far entrare il retrojet (credo sia D–AIRX) tutto nell’inquadratura. Comunque, mi sono reso conto quanto sia difficile il mestiere dello spotter.
La tratta IST–BKK l’ho fatta con un 332 (TC–JND). A Suvarnabhumi la struttura delle vetrate non aiuta a fare foto. Gli aerei appaiono come spezzati.

Un’area remota dell’aeroporto, vicino ad una sfilza di 747 della Orient Thai, è il covo di AirAsia, che sarà il mio regional carrier. Assolutamente conveniente: 5 tratte, 160 euro, imbarco prioritario incluso.

La foto che segue è presa a KUL. Notare la scaletta: si sposta rigorosamente a mano e non è regolabile. Di conseguenza, ce ne vuole una per ogni tipo di aereo.

La strategia di marketing di AirAsia è abbastanza chiara, no? Buttate un occhio anche alla intro page del sito.

Dopo il decollo da BKK (su un 733 di Thai AirAsia, con i sedili un tantino consumati. Dopo di questo, però, solo 320 belli nuovi). Ma è una mia impressione, o gli Airbus della famiglia 320 hanno davvero i finestrini più piccoli rispetto ai 737NG?

Terminal principale all’aeroporto di Kuala Lumpur, area check in.


Grande, bello e ben tenuto. Solo che AirAsia si serve di uno sfigato terminal secondario, LCCT (low cost carriers terminal). Il trasferimento dal terminal principale (dove arriva il treno da Kuala Lumpur) all’LCCT è di quanto più scomodo si possa immaginare. Nemmeno a CDG, due o tre anni fa, era così.
L’autobus si fa aspettare (a me è capitato di attendere anche tre quarti d’ora), ci mette dai 15 ai 20 minuti per andare da un terminal all’altro, e non ha esattamente allestimenti di lusso

Immagini dell’LCCT. Nella terza foto si dovrebbero vedere i nastri bagagli che dai banchi del check in vanno direttamente all’esterno. E lo scanner?



Lo scanner c’è, ma all’ingresso del salone. E chi ha bagaglio a mano salta la fila, non molto ordinata, peraltro.
Sul piazzale ci sono queste “passerelle” (se vedono anche sullo sfondo). Servono per gli imbarchi: si va a piedi verso gli aerei percorrendo questa specie di galleria. Meglio così che attraversamenti incerti o anarchici dei piazzali.

Immagini di Kuala Lumpur.













Commerci



Il gatto era in una macelleria. E una sera ho pure mangiato pollo…
Batu Caves, un santuario indù appena fuori città.











Le scimmie abitano nella zona del santuario e rubano la frutta ai devoti. Credo che la presenza delle scimmie sia un fatto comune a Kuala Lumpur.

Dopo alcuni giorni di permanenza a Kuala Lumpur, mi ritrovo all’aeroporto (sempre il terminal sfigato). Partenza per Penang.


Non ho potuto fotografarlo, ma a un finger del terminal principale di KUL ho visto un 320 della Indian Airlines. Cosa aveva di particolare? Questo:
http://www.airliners.net/photo/Indian-Airlines/Airbus-A320-231/1300494/L/
Un altro 320, molto sponsorizzato, mi ha portato a Penang.

Pessimo tempo, quasi freddo, almeno per quelle latitudini. All’aeroporto di Penang, comunque, non c’era molto traffico a quell’ora. A che ora? A mezzogiorno.




Recentemente, la città principale dell’isola di Penang, Georgetown, ha avuto il riconoscimento UNESCO per le testimonianze dell’architettura coloniale inglese. Esempi:



Ma ci sono anche interessanti presenze malesi e cinesi.







L’aspetto forse più interessante della Malesia è proprio la varietà di espressioni – malesi, cinesi, indiane – in tutti i campi, dall’architettura, alla religione, alla cucina. Le diverse comunità convivono abbastanza pacificamente (ora, ma non è stato sempre così), anche se ho avuto l’impressione che non si mischino, dopotutto. Ecco, c’è varietà, ma non melting pot.
Semaforo con conto alla rovescia, diffuso in tutto il Sud Est Asiatico e in parte anche in Cina.

Nuovo volo AirAsia e arrivo a Chiang Mai.








Una particolarità della Thailandia, ma anche di altre parti dell’Asia, sono i cavi, visivamente ingombranti.


Se a Chiang Mai ci sono tanti templi, allora ci saranno tanti monaci. Li credevo più ascetici…



Il tempio di Doi Suthep sorge su una montagna, a circa 15 km da Chiang Mai.

Ovviamente, potevo farmi sfuggire la vista dell’aeroporto?

No che non potevo, però non sono qui per questo. Concentriamoci sulle bellezze artistiche e sulle usanze religiose.








Anche il viaggio di ritorno si è svolto in tre tratte. Prima CNX–BKK con Thai AirAsia, poi BKK–IST–FCO con TK (questa volta un 343, poi un 738 winglettato. Poi capirete perché lo sottolineo).
A IST, in quei giorni, c’era un vertice internazionale con i capi di stato dei paesi africani. Il primo di quelli che dovrebbero essere (forse) Tu–154 appartiene al governo del Burkina Faso, il secondo non lo so.

Dicevamo delle winglets.


La cima che emerge dalle nuvole è Monte Athos. Quest’ultima foto ora campeggia trionfalmente sul desktop del mio computer.
Ora la coda (del TR, non dell’aereo).
Due giorni dopo sono di nuovo in viaggio, questa volta per lavoro. Andando verso CDG, più o meno sopra le Alpi, il mio (mio?) 320 AF incrocia un 737 AP.

Foto presa a CDG dalla lounge del terminal 2F (o 2E, non mi ricordo), in attesa del 773 per PVG (io le marche le avevo segnate. Ma vatti a ricordare dove!).

Alcune foto di Shanghai (scusami, AZ1774).





Sogni

e bisogni

Dopo un’intensa (più o meno) settimana di lavoro, il sabato riesco a fare una gita a Suzhou, dove la cosa migliore (l’unica, direi) è il Giardino dell’Umile Amministratore. Ci sono Umili Amministratori qui, vero?

Volo notturno da PVG a CDG (con 772), dove arriviamo prima dell’alba. Non è sfocata la foto, è la mia vista che era annebbiata.

È tutto (Lo so, è un TR poco aeronautico. Ma abbiate pazienza, migliorerò).